La serie di articoli sulla storia dell’Ucraina è arrivata al capitolo sulla Rivoluzione Arancione. Nell’estate del 2005 sono stato in Ucraina in un campo estivo della Caritas: una sorta di scambio culturale che mi ha portato a vivere per due settimane in un paese contadino dell’Ucraina, oltre che a visitare alcune città.
Prima di continuare con la storia dell’Ucraina ho quindi pensato di condividere con voi qualche foto di quel viaggio che spero possa essere utile a capire il contesto almeno di una regione dell’Ucraina diversi anni prima dell’Euromaidan e della guerra.
Le località che ho visitato sono tutte nel centro nord del paese e sono
- Kyiv
- Zytomyr, una città e centro regionale
- Novograd Volynsky, una cittadina di provincia vicina al villaggio
- Oleksandrivka, il villaggio contadino

Oleksandrivka
Non abbiamo vissuto direttamente nel paese, ma in un campo, una sorta di villaggio vacanze, vicino al paese. Il campo era dotato di un minimo di confort come un piccolo acquedotto, acqua corrente anche calda, ed elettricità.
Il paese attorno invece è esattamente quello che vi aspettereste da un paese rurale. Niente acqua corrente, e quindi molti pozzi. Molti carretti e molto lavoro a mano. C’è l’elettricità: quella l’ho trovata un po’ ovunque nelle zone rurali dell’est Europa: portata probabilmente ai tempi di Stalin.
Ci sono un paio di negozi in questo paese: uno è sostanzialmente un container con dentro un bancone, l’altro una posteria di epoca sovietica con mensa, bar, e pure un biliardo.
Vita contadina La 626 Ucraina Supermercato, bar, e sala biliardo del paese Il pozzo al centro del paese Borsch, kasha, e salsiccioni Prima dei trattori Gloria Eterna agli eroi caduti in battaglia per la protezione della nostra patria
nel 1941-1945Mezzi pubblici per andare in città Il Gasdotto vicino al paese Cicogne E per finire una capra
Novograd Volynsky
Per andare ovunque da Oleksandrivka bisogna passare da Novograd Volynsky, una cittadina di 50mila abitanti da dove si possono prendere gli autobus a lunga percorrenza verso le altre destinazioni.
Qua troviamo un mercato dove c’è immensamente più scelta rispetto ai negozi del paese. Ci sono anche dei ristoranti, e in particolare ci siam fermati in un ristorante di polli arrosto che è stata una piacevole variazione rispetto alla dieta da mensa di quelle settimane, composta principalmente da borsch e kasha.
Qua cominciano a trovare le statue di Lenin e i memoriali della guerra: le statue di Lenin torneranno più avanti nella storia dell’Ucraina.
Zytomyr
Con un pulman intercity che collega le stazioni del periodo sovietico si può raggiungere Zytomyr, la città principale della regione. Con 260mila abitanti ci troviamo in un centro molto più ampio e qui troviamo ancora più segni del periodo sovietico. Falci e martello un po’ ovunque, in particolare sui palazzi del potere. Una grande statua di Lenin in centro, e un carro armato. Leggevo da qualche parte che quel carro armato è tutt’ora funzionante e veniva usato per la parata del 9 maggio.
Kyiv
Ed arriviamo finalmente alla capitale.
Kyiv è un mondo a parte non solo rispetto all’ucraina Rurale, ma anche rispetto a Zytomyr. Se nelle città periferiche si poteva vedere qualche segno della rivoluzione arancione, qua non ci si poteva girare senza vedere una bandiera o una maglietta con il ferro di cavallo.
Kyiv aveva appena ospitato Eurovision, e qualunque negozio vendeva i suoi prodotti come Euroqualcosa dall’euromaglietta alla europresaelettrica. Certamente i segni del periodo sovietico erano ancora tutti al loro posto, ma nelle giornate vicine alla festa dell’indipendenza tutta la città era coperta di giallo e blu, in particolare la Maidan.
Ho potuto parlare con un po’ di giovani ed effettivamente erano convinte che l’Ucraina sarebbe diventata europea da li a poco sotto la guida del nuovo presidente.
Un ottimismo che come vedremo nel prossimo episodio si infrangerà contro la realpolitik…
L’arco dell’amicizia tra i popoli, installato dai Russi nel 1982 L’immancabile statua di Lenin. Questa tenetela a mente perché tornerà più avanti San Michele Falci e martelli sui palazzi del potere Uno dei tanti mercatini La camera del lavoro di Kyiv nella Maidan Lo stadio della Dinamo Giovani in città Yushchenko Manifestazione di protesta (con tende e tutto) poco lontano del centro Università Shevchenka La madre patria il giorno dell’indipendenza: quasi una manifestazione di parte La stazione di Dnipro e le sue statue socialiste
Ancora una cosa: come sapete gli Ucraini sono un popolo a cui piace parecchio la musica, e hanno legato canti popolari anche a questa guerra. Naturalmente anche la rivoluzione arancione ha avuto i suoi inni: quello che viene considerato l’inno della rivoluzione arancione è Razom Nas Bahato (Insieme siamo tanti) dei Green Jolly.
Tutte le sere i ragazzini del villaggio dove facevo l’animatore mettevano in piedi una sorta di piccola discoteca. Questa canzone di lotta popolare veniva suonata almeno 5 volte a sera. Per capire come è cresciuta la generazione che ora sta difendendo l’Ucraina
