Non sono uno psicologo né uno psichiatra; i maligni, semmai, dicono che sono “da”. Quindi non aspettatevi qualcosa che possa sostenersi su testi scientifici o comportamentali. Per una volta, fermiamoci ai fatti (e qui potrebbe esserci un doppio senso). Che sono, tutto sommato, piuttosto prevedibili: Federica Salsi, colpevole di partecipazione televisiva e critica al megafono, s’è vista augurare “la morte, politica e no”, mentre qualcuno ritiene opportuno informarsi se “abbia o meno dei figli”. Presumo che l’intento non sia arrotondate lo stipendio offrendosi come baby-sitter. Una persona sensibile, non dico “normale” perché termine troppo indefinibile, dovrebbe reagire con un moto di sdegno, interrogarsi, farsi qualche domanda; “che razza di democrazia può portare un qualsiasi movimento che non solo nega il diritto di contestare, ma permette che si arrivi a tanto nei confronti di chi lo fa?”. Qualcuno che si pone domande simili, in effetti, c’è. Ma come si premureranno di spiegarci le varie “badanti” pentastellate disseminate per il web, la Salsi se l’è cercata. Come Favia prima di lei, e chissà quanti altri dopo. O durante. Perché prima della democrazia, della libertà d’espressione, dell’ognuno vale uno viene la fedeltà cieca ed assoluta al non- capo, al non- statuto, al non- partito, tutti strumenti tramite cui raggiungere un “Bene Superiore” talmente rarefatto e cangiante da essere ormai ascrivibile al mitologico. Criticare il movimento, insomma, “ci indebolisce”. “Dobbiamo essere uniti ed isolare chi vuole distruggerci dall’interno”. Senza, naturalmente, spiegare perché una persona assennata dovrebbe voler distruggere qualcosa a cui ha dedicato tempo ed energie. O anche solo prendersi la briga di neutralizzare gli Ipicchiatori -copyright Contezero- più devoti e scrupolosi, che scavalcano di slancio l’aggressività verbale del loro non- capo. Il quale, neanche tanti mesi fa, temeva che la violenza degli attacchi nei suoi confronti potesse tradursi in un vero e proprio omicidio (ah, il desiderio del martirio, così caro ad ogni amato leader…). Naturalmente, nei confronti della Salsi, di Favia e di altri potenziali dissidenti questi scrupoli non si pongono. Meritano di essere insultati, vilipesi, offesi e minacciati. E se poi la violenza verbale nei loro confronti si trasforma in omicidio vero e proprio… Ma no, che dico. Gli Ipicchiatori più esagitati non hanno niente a che fare con il resto del movimento. Sono infiltrati, mele marce. Casi isolati, insomma. Come i vari squilibrati nostrani, occidentali in mancanza di meglio, che ogni tanto vanno fuori di testa e tirano ripetutamente il grilletto. Anche se capita una volta al giorno, però, non è il caso di allarmarsi: nessun problema sociale, culturale o di altra natura. Sono tutti casi isolati. Mele marce. Assolutamente imparagonabili agli islamici, ai rom, agli albanesi, che hanno la violenza nel dna, nella loro stessa cultura, tanto che non vale nemmeno la pena parlare di “integrazione” con loro. Ipse dixit uno stimato membro a cinquestelle di Legnano. Analogamente, se le minacce alla Salsi fossero arrivate ad un qualsiasi deputato di un qualsiasi altro partito, “badanti” in travaglio (o viceversa) dilagherebbero spiegandoci quanto sono pericolosi questi elettori e chi li istiga, quali sciagure ci attendono se non li fermiamo per tempo, cosa dovremmo fare se ne incontrassimo uno per strada. Perché in loro il Male è impresso in maniera indelebile. Nel fulgido cielo a cinque stelle, invece, si tratta solo di “poche mele marce”. Non dico che non sia vero. Ma, come disse un noto imputato ai tempi di mani pulite, sarebbe il caso che qualcuno dicesse “bene, sedetevi che adesso vi racconto com’è il resto del cestino”.
http://pubblicogiornale.it/politica/federica-salsi-minacciata-morte-denuncia/
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/02/06/legnano-polemiche-candidato-sindaco-stelle-lintegrazione/189344/”