Il (nuovo) re degli ignoranti.

No, non c’entra la corona di Adriano Celentano, ma l’argomento andava toccato in quest’opera di studio della mentalità grillina.

 

Riassunto delle puntate precedenti.

Come ho già detto nella prima parte questo non è lo studio di Grillo o del Movimento 5 Stelle, questo è lo studio dell’elettorato di Grillo… una moltitudine di persone che per tante ragioni possono trovarsi, in un punto della loro vita, a guardare al comico genovese ed alla sua creatura e pensare che quella può essere una scelta valida per il paese.

I fenomeni che portano la gente a votare Grillo (inutile girarci attorno, ora che s’è finalmente incoronato “capo” del movimento è legittimo dirlo chiaro e tondo) sono tanti ed io, limitatamente all’osservazione ed al dialogo con essi, cercherò di eviscerare quelli più eclatanti.

 

Grillino o sostenitore del M5S ?

Per fare ciò bisogna innanzitutto fare una distinzione netta nell’elettorato, sostanzialmente gli elettori del partito del V-day sono di tre tipi.

Innanzitutto la “gente normale”, già in parte descritta e sintetizzata nel primo pezzo… quelli (tanti) che hanno iniziato a seguire Grillo (magari mentre continuavano a votare terzi, come IdV o PD) perché si riconoscevano nelle cose che diceva ed hanno finito per restarci. Questi li chiameremo “sostenitori del M5S”.

La seconda categoria è rappresentata dai tanti transfughi di destra in cerca di un altra posizione (possibilmente sopraelevata) da cui continuare ad attaccare il centrosinistra dopo la “caduta” di Berlusconi. Questi sono più degli “autostoppisti” del M5S che dei veri e propri elettori, gente che potrebbe probabilmente votare M5S ma solo in continuità con un opera iniziata anni addietro dalle file di partiti come la Lega Nord e Forza Italia. Su di loro non ci soffermeremo perché non fanno testo essendo estranei al messaggio, alle finalità ed al “progetto” (ammesso che ce ne sia ancora uno) del movimento di Grillo… anche se non escludo che alcuni di essi possano finire per integrarsi nel M5S col tempo.

Dulcis in fundo ci sono i cosiddetti grillini (sperando che non ci contatti il meetup di Milano), una parte che c’auguriamo essere minoritaria d’individui acriticamente allineati al pensiero di Grillo, estremamente politicizzati e mediaticamente rumorosi… in questo pezzo la nostra attenzione si focalizzerà su di loro.

 

Le responsabilità delle “caste”.

Buona parte del successo di Grillo è da imputarsi non tanto alle sue qualità ma alla classe politica (per i grillini “casta”) e non solo che da decenni popola l’Italia.

Sia chiaro, non sono un grillino e non difendo le posizioni (francamente indifendibili) dei sostenitori dell’Uno (che vale più di tutti) ma è evidente che se il grillismo prospera è perché ha trovato un terreno fertile nel quale affondare le sue radici… ed in politica il terreno è l’elettorato.

Ho spesso esaminato le persone con cui vengo a contatto in modo abbastanza analitico ed una cosa, negli anni, mi ha sempre lasciato perplesso: la loro ignoranza in materia di politica, economia e questioni “d’ampio respiro”. Questa non è una critica alle persone che ho incontrato e non è una critica ad uno specifico schieramento visto che quest’ignoranza non è limitata alla politica ed è sostanzialmente trasversale.

Fatto salvo uno sparuto gruppo di persone preparate ed interessate (i pochi che hanno il tempo e la voglia di farlo) le masse hanno dimostrato e continuano a dimostrare non solo di non sapere nulla delle questioni più importanti per la vita del paese ma di fregarsene bellamente, trincerati dietro a due verità invalicabili: la prima è la fede (più o meno cieca) rispetto ad un ideologia di riferimento (e, di conseguenza, ad uno o più partiti che la esprimono) e la seconda è l’immancabile (ed italianissimo) “tanto sono tutti ladri” (da estendere all’esigenza anche a giornali, benzinai, droghieri e vicini di casa).

Come siamo arrivati a questo punto ?

 

In politica.

Per decenni i partiti hanno raccolto facilmente le preferenze dell’elettorato semplicemente nascondendosi dietro alle ideologie (magari blandendole in comizio). Anche quando, invecchiate dal passare del tempo e dal cambiare dei tempi queste ideologie diventavano vecchie e logore la classe politica ha continuato ad abusarne per pilotare un popolo che non ha mai smesso, nel profondo della sua anima, di crederci.

Nessuno negli anni ha mai avuto il coraggio di dire che il muro di Berlino è caduto e che non ha più senso dividersi fra guelfi e ghibellini… comunismo ed anticomunismo, laicità e cattolicesimo sono stati i motori che per anni ha traghettato generazioni di politici da una poltrona all’altra… in un epoca in cui tutto è cambiato la nostra codardissima classe elettorale non ha mai pensato di dirci che bisognava superare certe ideologie oramai stantie e così anziché confrontarci sui veri problemi (interni ed esterni) del paese siamo rimasti a farci la guerra per questioni di campanile… e come testimoniano i tanti comunisti ad oltranza che per correre dietro ad un fantomatico “articolo 18” non hanno visto la precarizzazione dilagante o i geni che nel 2012 ancora parlano di nazionalizzare le aziende in perdita (con quali soldi ?) non abbiamo ancora smesso di farlo.

I problemi dell’Italia oggi sono di ben altra natura, è inutile perdere anni a parlare di questioni tutto sommato secondarie, bisogna iniziare a parlare di argomenti veramente importanti come la lotta al nepotismo, agli sprechi (quelli veri, non lo stipendio dell’assessore), alla burocrazia ed al malcostume (tangenti, cartelli, malavita) dilagante.

In Italia tutto questo non è mai stato detto, non si è mai usciti da quel “comunisti” che per un decennio è stato l’urlo di guerra di Berlusconi… e così abbiamo buttato anni a correre dietro ai fantasmi, a litigare su questioni marginali senza far maturare l’elettorato, senza spiegargli quali sono le sfide ed i pericoli del ventunesimo secolo… peggio ancora, le classi dirigenti hanno preferito lasciare nell’ignoranza la gente per non doversi confrontare su questioni veramente stingenti.

Ma non divaghiamo, il problema, in questo contesto, è un altro: come spiegare al militante che è stato militante tutta la vita (alla Brega di “Un sacco bello” per capirci) che oggi molte delle idee tanto orgogliosamente sbandierate non sono più sostenibili ? Come spiegargli che certe cose che “dal di fuori” sembrano ingiustizie sono invece necessarie perché lo stato continui ad esistere ? La classe politica ha pensato che fosse più pratico, per la sua stessa preservazione, chiudere un occhio su ideologie, ragionamenti e rivendicazioni che non hanno più diritto di cittadinanza in Italia… di continuare a dormire con il fantasma dell’idealismo passato piuttosto che svegliare l’elettorato e dirgli che è ora di voltar pagina… piuttosto che farlo crescere.

Meglio continuare con “la rivoluzione oggi sicuramente no. Domani forse, ma in futuro sicuramente” piuttosto che dirgli che la rivoluzione non ci sarebbe mai stata.

Questa è e resterà l’unica vera colpa della “casta”, aver lasciato l’elettorato nell’ignoranza.

Sintetizzando la classe politica non ha mai voluto intavolare discorsi seri sul perché siamo entrati nell’euro, sull’inadeguatezza del nostro mercato del lavoro, sulla questione energetica e via dicendo… per anni ha lasciato “marcire” questi argomenti… ed in questo “humus” la gente ha iniziato ad informarsi altrove, ed a prendere per vere, in assenza di un informazione corretta, tante bufale.

 

Negli altri campi.

Le omissioni non sono limitate al solo “settore” politico ma hanno spaziato dall’energia all’informazione ed hanno coinvolto tutti coloro che erano tenuti ad informare l’elettorato così se per anni la classe politica s’è concentrata di questioni di scarsissima importanza strategica i media anziché supplire a quel vuoto le sono andati dietro.

Era importante sapere cosa pensasse l’ennesima ex-soubrette del matrimonio fra persone dello stesso sesso ? certo che si, passiamo pomeriggi interi con mezzobusti che l’intervistano sull’argomento… scordiamoci di parlare del paese che va allo sfascio, facciamo a meno di cercare di capire perché il paese va allo sfascio.

In pratica l’informazione, probabilmente in quanto troppo collusa con la politica, ha preferito concentrarsi su questioni secondarie o comunque “non sgradite”… s’è fatto di tutto per preservare una specie di “status quo” per non svegliare il cane che dorme e lasciare che l’Italia restasse nell’ignoranza su argomenti che dovevano essere di primaria importanza (come quelli relativi all’approvvigionamento energetico, alla medicina, alle materie prime, al mercato del lavoro e via dicendo), argomenti che per anni la politica ha trattato “in silenzio” mentre le masse erano anestetizzate dai titoloni sulla farfalla di Belen.

I media a battere incessantemente là dove l’agenda politica indicava (o comunque non doleva).

Se a questo aggiungiamo anche tutte le volte in cui i media hanno giocato (per questioni di audience o per calcolo “politico”) su ambiguità ed approssimazioni per instillare le ipotesi più inverosimili in teste sempre meno capaci di discernere razionalmente il quadro è chiaro: in un ambiente volutamente trascurato molta gente ha finito per coltivare, in perfetto isolamento, idee distorte figlie di un informazione malamente pilotata da notizie distorte diffuse per interesse personale da questo o quello o più semplicemente dai passaparola e dalla Kontroinformazione.

 

Lo stato dell’italiano medio.

Come sintesi di quanto detto precedentemente si arriva ad una situazione in cui l’italiano medio ha una visione distorta della realtà che lo circonda e finisce per immaginarsi complotti, macchinazioni e poteri occulti dietro ad ogni cosa che non riesce a spiegarsi (e, complice un offerta scolastica  inadeguata, ciò avviene sempre più spesso).

In un ambito in cui le nozioni a disposizione della gente sono troppe, troppo complicate, mai spiegate esaustivamente e spesso non sono coerenti l’una con l’altra l’italiano, incapace di raccapezzarsi inconsciamente finisce per immaginarsi retroscena sempre più inquietanti, strampalati ed illogici in cui esistono, ad esempio:

  • multinazionali dei farmaci che inventano malattie per vendere le cure
  • vaccini che uccidono i bambini in un non meglio specificato piano di contenimento della popolazione
  • l’AIDS non esiste
  • esistono metodi naturali per curare malattie che si credono incurabili
  • le banche stampano soldi e li vendono allo stato arricchendosi
  • alcune multinazionali producono OGM velenosi per arricchirsi meglio
  • i mercati (tutti) sono controllati da una potente entità (trilateral/bilerberg o come pare a voi) che comanda il mondo
  • potremmo essere tutti ricchi se, con la sovranità monetaria, lo stato iniziasse a stampar soldi
…e così via.

 

Lupus in fabula.

Grillo per anni ha vissuto col proficuo business del riportare storie e bufale, senza preoccuparsi troppo di distinguere le une dalle altre… per un comico che fa gli spettacoli che faceva lui (e fa ancora, ma li chiama “azione (non)politica”) la verità puntuale è più che altro un dettaglio… l’importante non è il singolo punto; la singola “gamba” del discorso può essere traballante tanto il millepiedi ha abbastanza gambe per reggersi lo stesso.

La “comicità” di Grillo (e, più recentemente, la sua azione politica) è fatta costruendo il messaggio (“guardate che vi stanno fregando”) che usa come pezze d’appoggio notizie, nozioni ed informazioni recuperate un po’ovunque.

Qui la particolarità degli spettacoli di Grillo, suscitare una reazione (tipicamente di sdegno) tramite la rivelazione di tante piccole verità (che poi magari non sono neanche così vere) che lui, sapientemente, piazza strategicamente per far arrivare il messaggio.

La tecnica, davanti ad una folla incapace di valutare la veridicità delle singole nozioni, è formidabile… la mitraglietta di verità spara a ritmi serratissimi, non si ferma mai, continua a “montare” il suo messaggio saltando da una rivelazione alla successiva senza dare il tempo all’ascoltatore di ragionare sulle singole uscite.

Si viene travolti dalla quantità di verità che arrivano ad un ritmo così sostenuto da abbattere la soglia della diffidenza con la forza bruta del numero.

Dove l’abbiamo già visto ? A me questo modo di fare ricorda tanto Berlusconi ed i suoi berluschini che, ai vari dibattiti, non si facevano particolari remore a sparare dati a caso ed inventarsi dichiarazioni e circostanze… in quel caso spesso e volentieri la tecnica usata funzionava, tante ne venivano dette che qualcuna passava.

Il punto non è tanto che Grillo è sceso in politica, il punto è che la politica è scesa al livello di Grillo… per cui lui ha potuto tranquillamente varcare quella porta che separava la comicità dalla denuncia e continuare a fare quel che ha sempre fatto senza doversi adeguare ad un ambito “più serio”.

Ma non soffermiamoci su Grillo, torniamo all’argomento principale, i grillini.

 

“Cercasi casa disperatamente”.

Se è vero che per anni coloro che hanno vissuto credendo nelle “storie” della Kontroinformazione (la K è voluta) sono stati emarginati e sballottati dalla società civile (che spesso e volentieri ha visto con apprensione questi “ignoranti informati”) è altrettanto vero che (più come meccanismo di difesa che per una volontà esplicita) questi poveri disgraziati hanno finito per raggrupparsi intorno a diversi centri d’aggregazione come personalità di spicco nei singoli ambiti (vedasi i tanti fedeli della MMT) e siti rivolti esplicitamente a loro.

Nella pratica gli “ignoranti informati” hanno finito per diventare una sottocultura vera e propria… peggio ancora, una sottocultura che, per origine e vocazione ha sempre sperato di poter arrivare al “potere” (politico e mediatico) per poter “svelare” le oscure trame che sono alla base della loro psicosi e poter “liberare” loro stessi e gli altri (che lo vogliano o no) dal giogo che questi presunti mostri avrebbero stretto al collo di tutti noi.

E così c’è chi vorrebbe mettere al bando le vaccinazioni, chi chiede l’uscita dall’euro per tornare a stampar soldi, chi vuole studi seri (?) sulle scie chimiche e chi si limita a voler dare “pari visibilità” alla “ricerca” ed alla “medicina” “indipendente” per il semplice fatto che non si fida delle società farmaceutiche… e, come sempre nei mercati più lucrosi, se c’è la domanda prima o poi arriva l’offerta.

 

La casa comune dei complottismi.

In quest’ottica Grillo ha costruito nel M5S la casa comune dei complottisti: anziché smettere di strombazzare pseudonotizie ha continuato a fare quel che faceva da comico… e così migliaia di “ignoranti informati” hanno finalmente trovato, in un colpo solo, sia una “casa” nella quale convivere e rapportarsi gli uni con gli altri (così possono finalmente cercare di trovare il nesso fra vaccini che provocano l’autismo e le scie chimiche) sia un leader che sembra in grado di portarli al potere.

Sia chiaro, Grillo non è il primo a provare a sfruttare l’incipiente ignoranza dilagante nel paese… c’è riuscita, con un certo successo, la Lega Nord che sulle leggende metropolitane (prima fra tutte è la meridionalità del malcostume) ha prosperato per anni e recentemente Berlusconi che ha provato a cavalcare (con scarso successo) l’antieuropeismo militante… ma ambedue sono stati vittime della loro necessità di mantenersi (relativamente) coerenti rispetto al loro presente ed al loro passato.

In questo Grillo è stato saggio, laddove una proposta non è onestamente sostenibile il nuovo re degli ignoranti si limita a dire due parole “non vincolanti” e lascia che dalle retrovie vadano avanti alcuni colonnelli a rimarcare le posizioni meno “ortodosse”.

Prendiamo l’ipotesi dell’uscita dall’euro in chiave monetarista… un ipotesi che richiede una serie di considerazioni complesse che Grillo, a quanto pare, non è in grado di fare (o che, più probabilmente, sarebbero troppo grosse da sparare anche per un comico professionista) : c’è sempre una figura di secondo piano (ma rispettata nel movimento) a puntellare l’opportunità di uscire dall’euro, una figura che di norma parla senza contraddittorio perché, all’interno del “sistema” movimento, l’afflusso d’informazioni “ufficiali” o “semiufficiali” (blog di B.G. e l’aggregatore TzeTze che gli fa da cornice) è ampiamente pilotabile (e pilotato ?).

In questo modo ad un primo sguardo la posizione di Grillo appare quasi “terza”, lui di suo ha solo detto che non è detto che l’euro possiamo permettercelo (una frase sibillina su cui ci sarebbe molto da dire, ma lasciamo perdere)… peccato che poi intorno a lui orbitino solo soggettoni completamente polarizzati verso l’uscita dall’euro, persone che parlano in completa assenza di contraddittorio inframmezzati da notizie riportate da blog (aggregati tramite TzeTze) che sono, a loro volta, molto polarizzati.

Il risultato è ovvio… Grillo non esagera (pur dando legittimità a posizioni spesso insostenibili) eppure l’ecosistema movimento è completamente orientato ed orienta verso quelle posizioni… è l’eden del complottista, anzi… del gomblottista.

Ad oggi, con una pervicacia degna della Duchessa Sanseverina, Grillo non ritratta nulla… per lui ogni sua uscita (inclusa la pallina che lava senza detersivo, in barba alle multinazionali del sapone!) è e resta valida, anche se non lo è. Quando qualcosa non funziona o semplicemente zoppica dopo un po’ne smette di parlare (tanto parla solo lui, e non accetta che qualcuno l’interrompa) e passa oltre… ma non rinnega mai nulla, sempre pronto a rivendicare la bontà del bicarbonato ed a reclamare i voti ad esso collegati da vero Re degli ignoranti… e gli ignoranti sono lieti d’essere il suo esercito.

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