IL CAIMANO E IL GRILLO

Vi ricordate il finale del Caimano?

 

Berlusconi il malvagio saliva in macchina ghignando, dietro di lui disordini di piazza e tribunali in fiamme. L’accanimento giudiziario contro di lui si trasformava in rivolta di popolo che si sollevava a difenderlo. Il film finiva lì, ma dietro si immaginava un futuro fosco di ferrea dittatura e libertà sociali e civili conculcate.

 

Durante gli anni del Berlusconi regnante, l’opposizione, possiamo dirlo, era nel pallone. Fiumi di inchiostro sono stati versati analizzando tutte le sfaccettature dell’inquietante figura del Caimano, ma la sensazione generale era di grande impotenza nei confronti di un personaggio che la maggioranza degli elettori pareva amare. Certo Berlusconi aveva delle leve per suscitare il consenso che non erano alla portata di tutti: una grande ricchezza e un impero televisivo. Ma soprattutto aveva capito, per primo in Italia, che alla politica si possono applicare con successo i metodi della pubblicità, e che nella società moderna dei paesi ricchi- specie paesi culturalmente e socialmente debolucci come l’Italia- l’abuso della credulità popolare porta grandi ritorni.

 

Poi sappiamo com’è finita. Non ci sono stati né moti di piazza né tribunali in fiamme. Il Caimano si è afflosciato da solo, rovesciato in apparenza da un sordido scandaletto, ma in realtà dalla sua sostanziale incapacità di politico e dall’immobilismo di fatto in cui ha tenuto l’Italia in anni in cui si potevano-e dovevano- fare riforme importanti pensando al futuro. Diciamo pure che è fuggito con la coda tra le gambe davanti al possibile fallimento del paese, lasciando ad altri il compito ingrato di spalare il guano.

 

L’evaporazione di Berlusconi, unita alla grave crisi economica in cui tuttora ci troviamo, ha purtroppo spianato la strada non ad una politica più energica e responsabile, ma agli eredi spirituali del Caimano: la setta di Grillo e i suoi adepti. Come per Berlusconi, il principale strumento “politico” di costoro è una propaganda aggressiva basata su pochi temi che vengono ripetuti ossessivamente, evitando accuratamente di approfondirne gli aspetti pratici. In sintonia coi tempi difficili, il tono della propaganda non è più godereccio come nell’era Berlusconi, ma cupo e penitenziale. Sono inoltre state introdotte importanti innovazioni: l’uso della rete internet anziché della TV come principale strumento per attirare seguaci e l’individuazione di un nemico malvagio (la casta, i partiti, i politici “di prima”) contro il quale polarizzare l’aggressività degli elettori disorientati e arrabbiati a causa della crisi.

 

L’operazione Cinquestelle ha funzionato egregiamente, proprio come l’operazione Forza Italia funzionò al suo primo apparire. E ora negli oppositori dei grillini si vedono sintomi di incipiente sudditanza psicologica simili a quelli che si sono verificati ai tempi di Berlusconi. La setta viene percepita come inevitabilmente vincente e impossibile da contrastare. I disastri che i grillini stanno facendo in praticamente tutti gli enti locali da loro amministrati non sembrano alienargli alcun consenso. Andranno al potere, sfasceranno il paese, ci porteranno alla rovina. Non più il Caimano, ma Savonarola.

 

Ebbene, come non c’è stato il finale del Caimano, non ci sarà neppure questo finale. La setta grillina è stata abile nel raccattare voti, ma in termini organizzativi è infinitamente più debole del partito di Berlusconi, sia per la scarsissima qualità degli adepti (e, bisogna dire, anche dei capi), sia per l’incoerenza intrinseca dei suoi temi fondativi. Un gruppo politico che impiega mesi per mettere insieme una giunta comunale (finendo col farne una di mediocri e/o incompetenti) non ha i numeri per riuscire a fare un governo. Un gruppo politico che è totalmente privo di strumenti culturali decenti per interpretare la realtà non può compiere alcuna azione significativa.

Perciò, contrastiamoli con calma e razionalità dove e come possiamo, senza farci prendere dalla sindrome del Caimano. Non c’è nessun finale già scritto. Il finale dipende da noi, da tutti quelli che ci tengono a tenere alti i valori della razionalità, della competenza e della politica come arte del possibile.

I commenti sono chiusi.