Gli SCEC, la nuova moneta

Esiste un tipo di moneta che viene chiamato “moneta complementare” o integrativa.
Questa può essere utilizzata a fianco della moneta principale, ad esempio l’Euro, e promette di far funzionare alla grande l’economia.

Una moneta complementare utilizzata in alcuni luoghi è lo SCEC, di cui si parlava anche a Parma.
Chi cerca di diffonderlo è entusiasta: aumenta il volume d’affari, migliora il tessuto sociale, fidelizza i clienti, promuove il “chilometro zero”, aumenta il potere d’acquisto.
Insomma, la manna dal cielo. Peccato che questo SCEC non è diventato di uso comune!
Avrebbe potuto cambiare il mondo…
Avrebbe potuto risollevare le sorti dell’umana stirpe…
Avrebbe potuto risanare il debito pubblico…
Avrebbe potuto sconfiggere la criminalità...
Ma anche no!

Infatti questi SCEC non sono poi così diffusi: li avete mai visti, per caso?
Ma se sono così utili e miracolosi, perchè allora non si diffondono?
Ah, lo so! E’ un complotto del Bilderberg, dei poteri forti e delle banche per impedirci di rialzare la testa e spezzare le catene dell’Euro!

Se avete pensato questo avete le allucinazioni.
C’è un ben preciso motivo per cui questi SCEC non sono diffusi, ed è ovviamente lo stesso motivo per cui non sono affatto miracolosi.
Il motivo è semplice: esistono da sempre e li abbiamo già usati tutti.

Del resto tutto questo è ovvio dalle FAQ degli SCEC (che non è uno scioglilingua):

Che cosa sono i Buoni Locali di Solidarietà ŠCEC?
Un patto stretto fra persone, imprese commerciali, artigiane, agricole, professionisti ed Enti Locali, al fine di promuovere localmente lo scambio di beni e servizi accettando in cambio una percentuale del prezzo in Buoni (minimo 5%).

Beh, fin qui siamo alla definizione. Un attimo però… c’è scritto “buoni“. Dove abbiamo già sentito questa parola, in un oggetto di uso comune legato ai soldi?

Come si utilizzano?
Presso commercianti, artigiani, professionisti, aziende iscritte ad Arcipelago che li accettano in una percentuale dal 5 al 30% come riduzione del prezzo in Euro

Vediamo… dei “buoni” che permettono la riduzione del prezzo in Euro…

Quale è il vantaggio dei consumatori e quello dei commercianti?
Per i consumatori è una reale diminuzione dei prezzi ed un equivalente aumento del proprio potere d’acquisto. Per gli operatori economici è un’opportunità per aumentare il giro di affari incrementando il numero e la fedeltà dei clienti.

Che cosa? Ma questi sono i buoni sconto!
Per forza mi sembrava qualcosa di familiare, sono i buoni sconto che tutti i supermercati erogano da secoli, a fianco delle offerte 3×2, tessere fedeltà e altri gingilli.

Cioè, i promotori dello SCEC hanno inventato qualcosa che già esiste, semplicemente unificando il tutto sotto un unico nome.
L’utilità e il meccanismo degli SCEC è la stessa del buono sconto del minimarket: il negozio lo stampa, lo mette in circolazione, e poi lo scambia con parte del costo in Euro del prodotto. E’ la stessa identica cosa.

Ma allora perchè chiamarli SCEC, che è un brutto nome?
Favoriamo la loro diffusione! Introduciamo come moneta integrativa i punti fragola dell’Esselunga! Benessere e sconti per tutti! 3×2 sui buoni del tesoro, affrettatevi!
E ovviamente ci paghiamo i debiti, così i Tedeschi saranno costretti a venire in Italia a spenderli, così li freghiamo! Altro che bilancia commerciale in passivo…

Tremate, pippo-pluto-massonocrati del Bilderberg! Sono arrivati i punti fragola!

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