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29 Luglio 2012 alle 11:58 am #777Franco CosmiOspite
in merito alle 10 domande del movimento di Cento, un certo Bacarozzonero ha scritto:
“BACAROZZONERO un giorno fa (il 28) ha scritto:” Ma cosa c’entrano gli stranieri con i problemi italiani? Qualcuno e’
convinto che vengono qua a contribuire per ripianare il nostro debito
pubblico?
Magari sono quelli che lavorano in nero e usufruiscono dei
servizi gratis, oppure invece di contribuire ai consumi nel nostro paese
mandano fiumi di denaro nei loro paesi………
Hanno con la loro
mal retribuita paga abbassato le paghe, mentre i nostri imprenditori
vanno a portargli fior di fabbriche, che non scordiamocelo abbiamo
incentivato fino a ieri con le nostre tasse!
Beppe avanti così, chi vuole sfruttare l’onda del successo del M5s e’ solo per interesse personale! ”
(io ho commentato):
Io voglio fargli un regalo che, spero, gli illumini la mente. Trattasi di una poesia (non mia) che parla dei nostri nonni (in questo caso friulani) di quando andavano in gire per il mondo ad “abbassare” le retribuzioni nei vari paesi dell’europa e del mondo.Bacarozzo, leggitela!
Ecco la poesia. Credete che la capisca?
(Dedicata a BACAROZZONERO e altri bacarozzi.)
IO NON SO PREGARE
Io non so pregare
non lo so bene Dio buono!
si può pregare
se si ha speranza
nel domani
o almeno nella preghiera
ma io
cosa posso sperare?
che i miei figli
non facciano la stessa vita?
ma basta sperare?
di non avere un figlio all’anno?io non li ho avuti
solo due per fortuna
e non mi è bastato sperare
neppure per quello
ma so cosa mi costa
e nessuno mi ha detto
nullail tempo della rabbia
è finito
è ricominciato
il tempo delle valigie
quindici anni già
appena finito il tempo della rabbia
è ricominciatoquando avevo il fucile
avevo nemici
ma lo avevo preso
per poi cambiarlo
con la cazzuola
per non essere obbligato
a sparare
su quelli che mi assomigliano
non si poteva aspettare
nudiallora sparavo
e speravo
e potevo pregare
ma non ne avevo bisogno
parlavamo di dopo
volevamo aiutare gli uomini
a essere uomini
non caricature di uomini
a essere fratelli
a volere il bene
e credevamo nel bene
lo volevamoperché una donna
sola
e i figli senza padre
e noi senza affetti
e senza lavoro
e senza speranza
non è benese tutto era facile
allora
oggi tutto è ritornato
come prima
e la bontà
è morta
quasi con l’ultima
fucilata
è diventata
CARITÀ
carità di un panettone
a Natale
carità di un posto
carità anche la disoccupazioneforse tutto questo
può sciogliere la neve
ma non cambiare stagione
può accontentare un bambino
o una madre
se hanno fame
ma non impedire a un uomo
di vergognarsi
delle sue manisì oggi tutto è tornato
come prima
amici e nemicisi vestono allo stesso modo
tutti giocano alla SISAL
vanno alla partita
parlano molto di sport
e poco di politica
ogni tanto vanno a messa
e hanno paura della bomba
e la Carnia è rimasta
un paese dimenticato
e i suoi figli
o nascono poveri per partire
o ricchi per vivacchiare
di piccoli imbrogli
e spegnersi senza frettaci dicono:
«State meglio di prima…»
e meglio di prima stiamo
ma siamo anche più poveri
di una volta
solo i bisogni sono di più e per soddisfarli
una sola strada aperta
la strada di sempre
la strada del mondosì qualcuno
un posto l’ha trovato
a casa
più umiliazioni che soldi
o è partito
con tutte le radici
la nonna e i figli
e un paiolo di rame
gli altri
come me
hanno dovuto
riprendere la valigia
mettere dentro la speranza come se fosse normale
e partirenon si può vivere di rabbia Signore
ma la speranza nella valigia
è diventata rabbia
si è allargata tra i vestiti
come una tarmae oggi la mia rabbia
non mi serve ad altro
che a tirare con forza
tanto che schizzi attorno
la malta
sulle case degli altri
e a battere i chiodi
come al mercato:
«Tre colpi cento lire!»
farli inghiottire dal legno
e ad aspettare novembre
per tornare dalla mia donna
e stringerla al buio
perché non so cosa dirle
né spiegarle perché non resto
perché dopo dieci giorni
sono stufo
né riesco a dirle
dove finisce
la mia colpa
e inizia quella degli altridovrei dire
mea culpa Signore? ma fin dove
mea culpa Signore?se sapessi questo
forse potrei pregare:
il tempo della rabbia
è finito
ma la mia rabbia resta anche se rinchiusa
in una valigia
ne esce
nei paesi più lontani
e le mie mani
mi pesano Signore
sono diventato
solo mani
e per quello mi pagano29 Luglio 2012 alle 12:23 pm #779Franco CosmiOspiteQuesto dialogo a distanza è avvenuto su Il Fatto.
Sarà che anch’io emigrai a 5 anni dall’abruzzo a Roma abitando per anni in una casa senza eneria elettrica e senza acqua. Abbiamo dovuto provvedere con luce a gas e con un innesto alla fontanella pubblica.
Non posso scordarlo.
E quando sento questi… appunto, bacarozzi, parlare in questo modo mi viene il sangue agli occhi.
Me dovevo proprio sfogà. E questa poesia è una bastonata tra capo e collo!A voi un bacio sulle corna.
6 Agosto 2012 alle 3:43 pm #796parassite99OspitePurtroppo come tutti un po’ sospettavamo, molti sostenitori del M5S sono confluiti direttamente dalla lega.
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