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  • #6646
    Anonimo
    Inattivo

    Ciao,
    ho aperto questo topic per chiedere la valutazione/correzione del post che vorrei pubblicare nel blog.

    Disclaimer: ho scritto questo post perché sono convinto che su temi controversi possano coesistere anche due o tre orientamenti diversi nella stalla invece di uno soltanto. Perciò, vorrei esprimere un parere credo condiviso da una parte della stalla (fosse anche una minoranza), requisito essenziale per la pubblicazione. Naturalmente, il post deve essere ache in tema, sensato e logico.

    Di seguito, vi copio-incollo il testo che ho redatto:

    «Su le armi

    Una doverosa premessa:
    in questo post non troverete analisi tecniche, geopolitiche o dettagliate. Questo post è frutto di riflessione e considerazioni personali (che nel loro piccolo una dignità e una logica ce l’hanno), espresse in modo verosimile da una qualunque persona priva di specifiche competenze in materia.

    Bene,dunque,cominciamo.

    Io la vedo così:

    a differenza di altre entità, le armi hanno caratteristiche particolari. Nella maggior parte dei casi non si può dare un’etichetta di ‘buono’ o ‘cattivo’, di ‘bene’ e ‘male’ (anche nella filosofia cinese, i concetti di Yin e Yang (https://it.wikipedia.org/wiki/Yin_e_yang) non sono così netti, definiti. Nella loro rappresentazione grafica, è presente una quantità dell’altro). Lo strumento viene ad assumere un significato positivo o negativo a seconda dell’utilizzo che se ne fa, per scopi nobili oppure malvagi. Per quanto riguarda le armi, tocca constatare che esse sono pensate e progettate appositamente per offendere, nuocere e minacciare qualcuno o qualcosa. Nel caso venissero usate, ovviamente.
    Certo, l’utilizzo delle armi può essere considerato legittimamente un bene se serve per difendersi o difendere qaualcuno dal male perpetrato da altri, per evitare un male maggiore. Ma bisogna ammettere che la ragione della loro esistenza consiste nel fare del male a terzi.

    Quindi, io considero le armi sempre come un qualcosa di negativo, e non neutro comme altri strumenti (ad esempio la rete) Basti pensare alle mine anti-uomo (https://it.wikipedia.org/wiki/Mina_terrestre#Mine_antiuomo), lo dice il nome, sono fatte apposta per colpire il maggior numero di esseri umani anche perché rimangono sul terreno ben oltre la fine del conflitto rendendo difficili le attività umane sui terreni dove vengono posate, fino alla completa bonifica delle aree, che può durare anche decenni. Possiamo anche essere leader mondiali nella produzione di mine anti-uomo, ma questo fatto non mi inorgoglisce affatto. Anzi, ciò mi crea un problema di coscienza.

    Pur riconoscendo l’utilità delle armi in determinati contesti e non nutrendo una particolare ‘avversione’ ideologica all’uso della forza, del tipo ‘guerracaccapupù’ (altrimenti sarei contrario anche all’esistenza delle forze dell’ordine, o almeno non riterrei legittimo il possesso e l’utilizzo delle armi da parte di soggetti appartenenti a organi dello Stato deputati a garantire ordine e sicurezza all’interno del territorio), mi rendo conto che essa contiene in sé anche i frutti avvelenati dell’odio.
    Viviamo in un mondo difficile, ma questo non vuol dire che dobbiamo sostenere o supportare acriticamente la detenzione e l’utilizzo delle armi da parte di soggetti pubblici e privati. Il fatto è che anche il cosidetto ‘utilizzo a fin di bene delle armi’, per un ‘bene supremo’, si porta dietro ‘spiacevoli’ conseguenze. Possono essere i ‘danni collaterali’ causati dalle ‘bombe intelligenti’ (le quali poi tanto intelligenti non sono),

    Perché è facile comandare a distanza un drone comodamente seduti su una poltrona ubicata dall’altra parte del pianeta, in un’anonima postazione. E lanciare un attacco, alla stessa stregua di un videogioco, per giunta senza portare il fardello di vivere quella situazione di guerra; senza neanche assaggiare la terra in cui è nato ed è cresciuto il nemico, senza neanche poter respirare la stessa aria e percepire gli stessi odori che lui sente, in una situazione di formale parità. La relatà invece è lì, lontanissima.
    Qui si fa la guerra ‘vera’. E in una guerra occorre ‘sporcarsi’ le mani in prima persona, altrimenti si perde il contatto con la realtà, che è pure peggio. Andiamolo a spiegare ai parenti delle vittime, guardandoli in faccia, che quelli sono ‘danni collaterali’, dei bug di quell’efficientissimo sistema progettato con lo scopo di ‘fare del bene’. Soltanto un errore, un’operazione non riuscita perfettamente.

    Le armi sono pericolose anche perché mettono in moto meccanismi che poi è difficile interrompere. Basti pensare alla proliferazione nucleare durante la guerra. Costruiamo armi sempre più micidiali. Come deterrente, naturalmente. Che magari non vogliamo usare, che servono per spaventare. Ma se fosse necessario, le potremmo usare (anzi, l’abbiamo già fatto a Hiroshima e Nagasaki). Che se non lo facevamo noi, lo avrebbero fatto gli altri, i nostri nemici. O che se non lo avessimo fatto, la guerra non sarebbe finita tanto presto e avrebbe fatto altri morti inutili. Quindi, siamo costretti a farlo, non è perché lo vogliamo.

    E, allora, c’è la corsa alle armi. Chiunque sia abbastanza ricco o potente può fabbricarsi la sua ‘bombetta’ nucleare, per stare più sicuro. Perché dovremmo prendercela con dei privati cittadini americani che vogliono semplicemente acquistare una pistola per l’autodifesa in caso di pericolo? In fondo, non c’è un’analogia tra le due cose?

    Sangue chiama sangue e armi chiamano armi. E più il tempo passa e più le armi diventano sofisticate, precise. Ma anche pericolose, letali. Il problema poi è che queste armi sono considerate una cosa ‘buona’e ‘utile’ finché non finiscono nelle mani sbagliate. Finché non viene deciso che quelle armi non servono per proteggere noi e i nostri cari, ma per rivolgersi contro, semmai.

    E se le armi venissero in possesso di un gruppo terrorista? E se queste armi finissero nelle mani di un governo criminale nel frattempo salito al potere (è possibile, le crisi economiche, portano a crisi sociali che favoriscono l’ascesa di gruppi estremisti)? Questo grande potenziale ‘positivo’ potrebbe trasformarsi in una terribile sciagura (si può pensare la stessa cosa riguardo la perdita della privacy e la raccolta di tutti i dati personali ad opera del governo, se non di altri soggetti privati. Questi dati potrebbero essere utilizzati in futuro per colpire i ‘dissidenti’ o coloro che nel frattempo diventano ‘nemici’ della nazione. La veloce ascesa dei grillini dovrebbe avervi insegnato qualcosa in merito a cosa può generare il fanatismo di una setta).

    O più semplicemente, la produzione di grandi quantità di armi pericolose, ci lascia in eredità montagne di rifiuti che non si sa come smaltire, magari da sotterrare a grandi profondità o da lanciare nello spazio.

    Ok, sono d’accordo che, come recita il detto latino, <i>Si vis pacem, para bellum</i> (http://it.wikipedia.org/wiki/Si_vis_pacem,_para_bellum) e che i Partigiani hanno
    dovuto condurre una cruenta lotta di Liberazione per conquistare la pace. Ma la guerra va vissuta per quello che è: un evento doloroso, un ‘lutto’. E le armi vanno considerate per quello che sono: uno strumento che porta terrore e morte.

    In conclusione, occorre considerare tutte le conseguenze e implicazioni del caso che comporta la produzione, il possesso, l’utilizzo e lo smaltimento delle armi. Perché ogni azione produce delle conseguenze. Spesso imprevedibili.»

    Ho bisogno del vostro aiuto per valutare/correggere il testo prima di chiederne la pubblicazione sul blog con la relativa trafila/procedura.

    Vi aspetto.

    #6648
    Caprone
    Amministratore del forum

    prova a guardare se puoi postare

    #6654
    Anonimo
    Inattivo

    Ho inserito il testo in una bozza sul blog. Appena posso, faccio altre correzioni, dato che, rileggendolo, la punteggiatura è a dir poco agghicciante, per dirne una.
    Comunque, il testo è a disposizione anche su questop topic per i vostri suggerimenti/revisioni.

    Caprone, grazie.

    #6655
    Pallacorda
    Amministratore del forum

    La storia delle “bombe intelligenti” è talmente stucchevole che veramente non ne posso più di leggerla.

    Ma lo sapete cosa sono di preciso questi sistemi e come vengono utilizzati?

    La conclusioni sono un po’ ristrette e superficiali, come buona parte dell’articolo.
    E’ scritto bene, per me puoi postare, ma è un discorso veramente generico e superficiale, a mio parere.

    #6665
    Tharon
    Moderatore

    Dico la mia, sperando di non offendere nessuno.

    A mio avvisto questo articolo è poco opportuno.
    Mi sembra essere un semplice post di opinione, che per quanto condivisibile risulta del tutto privo di elementi di riscontro o di interesse. Il che potrebbe anche andare bene in presenza di una discussione sulle armi (magari con l’aggiunta di qualche dato che corrobori le tesi esposte) ma in questo momento risulta del tutto slegato.
    Insomma, l’idea che mi da è quella di un banale post di commento all’articolo di contezero, una modo per dire Conte la pensa in un modo e io in un’altro. Ma questo si fa nei commenti, non nel blog.

    E’ una cosa analoga a quanto accaduto con Sciacalleggio. Si porta nel blog quello che dovrebbe rimanere relegato nei commenti, ovvero le proprie opinioni personali e le riposte ad articoli postati in precedenza.

    A mio avviso è evitabile, dato che può rappresentare un precedente fastidioso.

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