GLI ITALIANI E IL RIFORMISMO PUNITIVO

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  • #10336
    Anonimo
    Inattivo

    Da un numero infinito di anni la forza di un leader, di un movimento, di un partito, in Italia, si calcola in chiave “negativa”. La Lega di Bossi tolse consenso ai partiti tradizionali e creò in parte le condizioni per l’avvento di Tangentopoli e l’annientamento del Partito Socialista e della DC. Silvio Berlusconi distrusse la gioiosa macchina da guerra di Occhetto, mentre nelle orecchie di chi aveva qualche anno in più risuonavano ancora le proposte di riforma di Marco Pannella accompagnate dal concetto che l’intero quadro politico italiano fosse criminale. Così è andata fino ai giorni nostri, mentre il paese (che sia un caso) smetteva di crescere. Le riforme erano sempre contro qualcuno: il maggioritario, per esempio, avrebbe silenziato i partitini, movente che ha una sua logica, ma che è sempre ancora “contro” e, soprattutto, non indica un obiettivo comune, ma vorrebbe estirpare un nemico colpevole di tutto.
    Siamo arrivati al periodo recente in cui Grillo col suo Tsunami Tour e la rimonta berlusconiana delle ultime elezioni hanno di fatto impedito a Bersani di andare al Governo (ancora l’eccezione negativa) mentre i grillini si “impantanavano” nell’ossessione distruttiva, vedi per esempio: togliere il finanziamento pubblico ai giornali, per far chiudere i giornali. Che cosa è stata la candidatura di Rodotà? Nient’altro che un’esca per spaccare e magari distruggere il PD.
    Da questo quadro è emerso un leader forte, Matteo Renzi, il cui slogan fondante è stato la “rottamazione” (ancora un movente divisivo e virato in chiave negativa). Forse tutto ciò era necessario a svecchiare il quadro politico, a dare la scossa, anche se a volte non si capisce con quale prospettiva. Dopo tanti anni di “guerra civile” di “tutti contro tutti” di “nemici da distruggere”, qualcuno potrebbe anche iniziare a pensare che l’Italia abbia bisogno davvero di un leader che sappia unire le energie migliori del paese e che non cavalchi in modo spregiudicato le divisioni. Dopo tanti anni di capi populisti e padronali, si potrebbe anche intuire vagamente che l’Italia sia malata dentro, che il leader salvifico e carismatico è a livello di uno sciamano primitivo, che potrà anche inscenare riti suggestivi, ma inutili se il paziente stesso (il nostro paese) non farà qualcosa per guarire.
    Siamo sicuri che Matteo Renzi non sia l’ennesimo “uomo forte” che, dato il nostro carattere cialtronesco, non metterà mai gli stivaloni alla Mussolini, ma il naso da clown? Tutti a partire da Pannella, passando per Bossi e Berlusconi, fino ad arrivare a Grillo sono stati sopra le righe, eccessivi, avidi di stare al centro della scena: “Letta Stai Sereno” non è stata in fondo una gag micidiale? Il clown sorride poi di colpo dà una martellata a uno del pubblico che stramazza, la gente ride. Soprattutto, Renzi non è forse il massimo rappresentante di quel “riformismo punitivo” che ci fa esultare per tutti quelli che sono stati “distrutti” (vedi Enrico Letta prima denigrato, sbeffeggiato e poi pugnalato alla schiena). Quanti hanno goduto nel vedere Fassina umiliato pubblicamente e poi dimissionario e poi ridotto ai margini? Ecco, godere di quella roba lì è una cosa di una tristezza estrema. E quali vantaggi ci porti è ignoto.
    Il paradosso Camusso/Landini:
    Nella stalla, dove le capre fanno diversi esercizi di introspezione (dai terremoti all’alimentazione ai vaccini), dote rara nel mare magnum dell’idiozia del web, a volte succedono cose strane. Per esempio la denigrazione di Landini percepito come troppo filo grillino e agitatore di sinistra, in cui magari si esulta o almeno si gode in modo sommesso se i suoi progetti politici falliscono (ancora l’accezione negativa della politica). Poi di colpo Landini diventa una persona da sostenere quando mette in difficoltà la Camusso e sembra sia lì per distruggerne la leadership (ancora il “riformismo punitivo”, ma allora è una mania). Ma Landini non era cretino a prescindere? No, si è conquistato i galloni di eroe da parte degli “odiatori della Camusso”. Se riesce a rovinare la carriera politica del nostro nemico, allora ci si gasa e ci si esalta tutti e si dice “evvai!”. Soprattutto c’è la speranza, segreta o meno, che la perdita di potere del sindacato (ancora la distruttività) ci porti a sviluppo e benessere e anche a sprazzi di felicità, nel momento gioioso in cui si pregusta che qualcuno stia per finire nella polvere.
    Questa è una chiave di lettura della strana Sindrome Camusso/Landini, come spiegazione reggerebbe bene.
    Gli odiatori di Civati e gli influencer moralisi:
    Si sa che non si possono intavolare discussioni con gli Influencer grillini poiché ripeteranno sempre gli stessi slogan, gli stessi concetti, insulteranno e non entreranno mai nel merito. Qualsiasi link, azione, dichiarazione pubblica di uno dei loro bersagli verrà trasformata in una valanga di insulti, travisazioni, insinuazioni. Questo succede soprattutto coi loro bersagli preferiti, come Napolitano, Boldrini, Renzi, il PD, l’Unità, eccetera.
    È strano però che a volte (ma con una virulenza crescente) si assista allo stesso fenomeno in questo blog, cioè in una delle basi militanti della critica al grillismo. Quando si tenta di discutere con uno che detesta Civati, egli ripeterà sempre le stesse cose, prenderà “qualsiasi link, azione, dichiarazione pubblica” e li trasformerà in “in una valanga di insulti, travisazioni, insinuazioni”. Soprattutto quello che fa (o faceva) il moralista contro gli influencer, ma che poi scimmiotta gli influencer in tutto e per tutto, non entrerà mai nel merito. Il massimo del dibattito sarà che Civati “è cretino a prescindere” (così come per i grillini l’intero quadro democratico era “ladro e corrotto a prescindere”) e se qualcuno prova a porre delle obiezioni riceverà sempre le stesse “risposte prestampate” (come gli influencer da cui dovremmo essere vaccinati? Sì, è lo stesso meccanismo). Qualcuno si eleva un po’ di livello e riesce a dire che Civati l’ha deluso (già, ma anche qui siamo in piena “zona influencer”, che sono infestati da veri o presunti “delusi dal comportamento della sinistra”).
    Il contagio si è manifestato in modo davvero comico quando qualcuno ha postato l’invettiva gentista del: “bloccano le riforme perché sono interessati a mantenere il loro stipendio da Senatori” (siamo la ggente, il potere ci belano).
    In generale è successo anche a Fassina di diventare un “target”, anche lui “idiota a prescindere”, a Landini (a meno che non randelli la Camusso), a Barbara Spinelli, ad altri e, adesso, meraviglia delle meraviglie, a Corradino Mineo e a Vannino Chiti. Ultima new entry il PM Di Matteo. C’è una curiosa coincidenza che i “target” sono tutti di sinistra e tutti appartenenti a delle minoranze. Purtroppo è una coincidenza assai preoccupante. Ma la domanda alla fine è: c’è qualcosa che ci rende tutti un po’ “Influencer”? Dobbiamo “detestare di default” come sentimento dominante? Sempre gli stessi bersagli, con le stesse motivazioni?
    20/30 anni di capri espiatori:
    Cominciò Pannella con la fantomatica “partitocrazia” (invenzione geniale, davvero, anche se forse non ha mai significato nulla), arrivò Mariotto Segni indicando il “proporzionale”, arrivò Bossi indicando “Roma Ladrona”, il “Sud” e lo “Statalismo”, Berlusconi con la “Sinistra” e le “Toghe Rosse” e i “Sabotatori Interni”, Orlando con “quelli che non erano abbastanza antimafia, tra cui anche Giovanni Falcone”, la sinistra con “Berlusconi” (be’ lì qualche ragione c’è), eccetera, eccetera. Anche qui l’ingenuo idealista è portato a pensare: “oh, ci sarà ormai la nausea da capro espiatorio, si sarà capito che è un meccanismo che usano i leader per ottenere consenso”. Invece no, adesso i capri espiatori si sono moltiplicati a dismisura.
    Il renzismo sta di fatto aumentando in modo esponenziale gli “alibi” e le “liste di nemici”. In qualsiasi anfratto delle istituzioni ci sono lobby di sabotatori che fanno resistenza contro il cambiamento per motivi meschini ed opportunisti. Se si parla di riforma della pubblica amministrazione, la narrazione renziana ortodossa evocherà masse di presunti burocrati sabotatori. È come un riflesso automatico, un vizio di fondo, un herpes che si attiva tutte le volte che le difese immunitarie si abbassano e le difese immunitarie stanno a mano a mano scomparendo. Il riformismo punitivo e distruttivo non aggrega, vive di grandi annunci e di oppositori da mettere alla gogna. Uno Due, Uno Due, Uno Due, avanti marsch!
    Ogni cosa dev’essere contro qualcuno: il Senato va smantellato, l’eleggibilità va cancellata, l’Italicum è contro le minoranze, l’occupazione giovanile è a discapito dei “garantiti più anziani”. Non c’è un briciolo di speranza, di gioco di squadra, rischiamo di diventare (e forse lo siamo già stati) tante piccole “curve nord” sempre più desiderose dell’ultras nemico cui gridare slogan rancorosi.
    Il riformismo punitivo sembra essere il nostro unico faro, aspettando magari l’umiliazione pubblica di un Corradino Mineo (un bel “chi?” verrà recapitato anche a lui come sberleffo gioioso e strafottente tanto simile ai Vaffan di Grillo, alle storpiature dei cognomi di Travaglio, alla scrittura gné gné di Scanzi). Ci sarà la segreta gioia di vederlo tornare a fare il giornalista Rai (eccolo, il tutelato doppio poltronista! Siamo la stalla il potere ci temono). Certo appena dopo avremo la disoccupazione giovanile al 60%, l’eliminazione del capro espiatorio non ci avrà regalato alcun risultato, ma vuoi mettere la soddisfazione?
    Tutto ciò è vecchio, stanco, arrugginito, mette tristezza solo a sentirlo ancora (dopo almeno una trentina di anni di martellamento, scusate la sensazione di sfinimento). Abbiamo diritto alla fine della faida continua e faziosa, abbiamo bisogno di cambiamenti reali, abbiamo bisogno di aggregare e non di dividere. Abbiamo bisogno di un Matteo Renzi che chiuda davvero col passato e non ci precipiti in un Guelfi /Ghibellini forever, che è la cosa più vecchia che si possa immaginare.
    Dobbiamo superare il riformismo distruttivo e punitivo. Il paese non ne può più.

    #10342
    Pallacorda
    Amministratore del forum

    C’era qualcuno che aveva proposto di pubblicare un articolo simile, di critica alla community.
    Non ha senso, perchè questo è più un commento mascherato da articolo, che un vero articolo.

    Non mi piace l’uso dilagante dello “strawman”: chi è contro Civati lo è perchè è “scemo a prescindere”, chi è contro chiunque è contro “a prescindere”.
    Il fatto che siano state date tante volte motivazioni, e i commenti siano in corso da mesi, falsifica questa tesi.

    E’ un lungo post da forum e se ne può discutere qui, ma come articolo per me non è accettabile: oltre al fatto che parla della community in sè manca completamente la logica della critica perchè ignora completamente le argomentazioni (ci sono state, eccome) delle persone che accusi.

    Oltre al fatto che non accusi singole persone, ma fai di tutta l’erba un fascio.
    Ovviamente accusare a uno a uno non sarebbe nemmeno accettabile in un articolo.

    Per me, è un deciso no.

    Detto questo, non sono per niente d’accordo con la critica alla community per i motivi che ho già detto. Se da una parte è vero che certe volte ci si lascia andare, questo non giustifica la critica così estrema.

    #10354
    Tharon
    Moderatore

    Io invece lo trovo molto interessante, ma sono d’accordo con la preoccupazione di pallacorda riguardo all’attacco verso la community. Al di là della fondatezza o meno delle critiche (che in parte condivido) un articolo posto in un simile modo verrebbe visto appunto come un attacco e darebbe luogo ad una serie di commenti piuttosto accesi e contrastanti. Il che non è mai un bene, soprattutto se consideriamo la volatilità dei commenti postati su Disqus.
    Si alzerebbe un polverone sterile capace soltanto di irritare gli utenti e potenzialmente creare un grosso flame.
    Lo spazio per una eventuale critica o autocritica riguardante la community è il forum, strumento purtroppo ignorato dalla quasi totalità dei commentatori abituali.

    Continuo comunque a pensare che l’articolo offra degli interessanti spunti di riflessione e vada sufficientemente controcorrente rispetto alla media degli articoli. Cosa che a mio avviso è sempre una buona cosa in quanto alimenta il dibattito costruttivo su posizioni differenti.

    Andrebbe però ripulito dalla componente di critica (o autocritica) verso il blog e aggiustato un po’, e se vuoi tenere la parte riguardante il comportamento “grillino” esteso anche ai critici di grillo, o agli aspetti del cosiddetto grillismo di sinistra puoi benissimo fare un discorso ampio, inquadrandone l’aspetto in generale e senza puntare il dito verso un obiettivo particolare.
    Poi nei commenti chi pensa che un simile atteggiamento sia di casa anche in questo blog può benissimo dire la sua e dare il via ad una discussione. L’importante è evitare una guerra di articoli, con magari il tuo che critica la community e di seguito un altro che attacca te, seguito da un nuovo articolo di risposta e così via. Cosa che avverrebbe con tutta probabilità, ed è uno dei motivi per cui a suo tempo era stato bocciato l’articolo di Sciacalleggio.

    A mio avviso con le modifiche che ho elencato è pubblicabile, ma è solo la mia opinione.

    #10356
    Pallacorda
    Amministratore del forum

    Stavo pensando la stessa identica cosa, e ho già scritto a Roberto_69 su Disqus 🙂

    #10360
    Anonimo
    Inattivo

    A mio parere, e come piu’ volte rimarcato, questa giustificazione non regge alla ricostruzione del fatto.
    Aspetto significativo, anche perchè questa scelta riguarda punti di vista minoritario, che nel caso fosse pubblicato,sarebbe potenzialmente destrutturabile da una maggior parte di utenti , rispetto alle tesi “solite”.

    In sintesi:

    1)Un utente vorrebbe pubblicare un articolo su un modo di pensare diffuso anche nella stalla , secondo lui stigmatizzabile.

    Passano diversi giorni, molti utenti si dicono d’accordo alla pubblicazione, nasce una discussione sull’argomento nel forum, ma l’autore ( per sua negligenza o perchè ignora i modi per farlo, stà di fatto che chi di dovere non non ne ha notizia) non riesce a contattare il moderatore,pur pubblicando ripetute richieste sia ad altri utenti che allo stesso moderatore.

    2) La discussione dà vita ad un articolo pubblicato, che chiosa, “dedicando” tutta la parte precedente dello scritto-tesi, a qualche Caprone sul Forum:

    Vi si legge:

    “Qualche caprone legittimamente dice che io sia troppo X ed anti-Y: è possibile, questo è uno spazio aperto ed altri sono liberi di postare i loro articoli, anche se diametralmente opposti a me ed alle mie idee”

    Direi che nessuno ha fatto lamentela di QUESTA autoreferenzialità, del fatto che si potessero scatenare(e che saranno mai, se argomentate ) diatribe dialettiche e qunato paventato come timore a gisutificazione del reject.
    Perchè oggettivamente, è un fatto qui consueto.

    Anzi è un chiaro invito a “prendere il microfono” e ad esporre la tesi avversa.

    Come avrebbe dovuto comportarsi un interlocutore avvezzo al confronto ad una simile richiesta?
    Nello stesso modo in cui ha fatto l’autore dell’articolo inibito alla pubblicazione.

    Aggiungo che è fatto normale e quasi consuetudine ( normale dal mio punto di vista) , che avviene anche con una certa rapidità e “frequenza”, che un “pubblicatore” risponda in maniera piu’ o meno diretta ad un gruppo di utenti, scontentandone altri.

    Il comportamento da inibire secondo questa “regola”, infatti, è stato piu’ volte messo in atto, ma solo in questo caso si è sollevata un eccezione

    In sintesi, imho le argomentazioni,e cioè le regole individuate per cassare tale scritto sono spesso la norma.
    Ciò lascia un’ampia zona grigia fra le “regole” formalmente individuate, e la loro applicazione “alternata”.

    #10361
    Pallacorda
    Amministratore del forum

    Ti ho gia’ spiegato che c’e’ una grossa differenza tra “1 frase” e “1 articolo”.
    Non piace nemmeno a me quando qualcuno (solitamente Conte) parla di se’, dei suoi impegni o di cos’altro, all’interno di un articolo, pero’ e’ ben diverso da scrivere tutto un articolo su quello.

    E no, quell’articolo non e’ “parzialmente di critica”, ma interamente di critica sulla community, contornato da altri esempi.

    Puoi pensare quello che vuoi, ma il responsabile del contenuto sono io, e per me quello non passa.

    Ho anche definito i motivi e il come rendere l’articolo pubblicabile, quindi non mi rimane nient’altro su cui discutere.

    #10362
    Capretta Amaltea
    Partecipante

    “Ogni cosa dev’essere contro qualcuno: il Senato va smantellato, l’eleggibilità va cancellata, l’Italicum è contro le minoranze, l’occupazione giovanile è a discapito dei “garantiti più anziani”. Non c’è un briciolo di speranza, di gioco di squadra, rischiamo di diventare (e forse lo siamo già stati) tante piccole “curve nord” sempre più desiderose dell’ultras nemico cui gridare slogan rancorosi”
    Parto da queste affermazioni di Roberto per spiegare come secondo me l’argomento non si tenga.
    1) Il Senato va “smantellato”? No, va modificato in qualcosa di diverso. Se ne parla da innumerevoli anni, c’è un accordo generale sul fatto che il bicameralismo perfetto va modificato. Qualche minoranza si oppone? Si opponga, ma alla fine dovrà accettare le decisioni della maggioranza. Che saranno imperfette, come ogni decisione, ma notoriamente il meglio è nemico del bene.
    2) L’eleggibilità va cancellata? I rappresentanti del popolo sono sempre eletti, che lo siano direttamente o indirettamente, eletti da altri rappresentanti eletti, non mi sembra cosa fondamentale. Anche il PdR è eletto indirettamente.
    3) L’Italicum è contro le minoranze? I sistemi elettorali maggioritari limitano l’accesso delle minoranze al parlamento, è vero. Ce ne sono tanti in giro per il mondo democratico, e non sembra che creino dittature. Non si tratta di essere “contro” le minoranze, si tratta di limitarne il potere di veto, giusto o sbagliato che sia.
    4) L’occupazione giovanile a discapito, ecc. Se le risorse sono poche, bisogna barcamenarsi e cercare maggiore equità, togliendo qualcosa a chi ha di più per dare qualcosa a chi non ha nulla. E’ essere “contro”? E’ antidemocratico?
    In sintesi, è vero che in Italia la politica si basa a volte troppo sul tifo e sull’indicare il nemico. Tuttavia, in una società ci sono interessi contrapposti, e chi governa dovrà soppesare le varie necessità, i torti e le ragioni, per cercare la soluzione più equa e praticabile. E’ normale e non c’è nulla di punitivo in questo processo; tuttavia qualcuno inevitabilmente ci rimetterà e cercherà di opporsi.
    Faccio un esempio terra-terra: se nel tuo condominio tutti sono d’accordo a installare l’ascensore ma l’avvocato Rossi si oppone fermamente perchè lui abita a pianoterra, chi dovrà prevalere alla fine? Si andrà “contro” l’avvocato Rossi prendendo la decisione di maggioranza?

    #10365
    Tharon
    Moderatore

    E se l’avvocato Rossi si opponesse perchè sì, lui abita al piano terra, ma il condominio è un complesso che si estende orizzontalmente e di soli due piani ? La maggioranza sarà pure concorde, ma l’avvocato Rossi ha tutte le ragioni di questo mondo per fare notare che l’installazione dell’ascensore rappresenta un onere eccessivo rispetto alla sua utilità. Al contrario, imputare all’avvocato un torto a causa di suo non interesse è una fallacia logica. Il fatto che a lui abiti al pianoterra non significa necessariamente che la sua analisi sia sbagliata.

    La maggioranza non sempre ha ragione, e anzi quando è espressione di un singolo pensiero “spalmato” capita che abbia torto molto spesso.
    Per questo motivo la nostra è una repubblica parlamentare, e non presidenziale. In Italia ogni parlamentare ha pari dignità e valore, in quanto rappresenta una parte dei cittadini. La maggioranza nella nostra costituzione non è esiste se non nelle votazioni, è un concetto virtuale a cui è stato dato corpo e valore da Silvio Berlusconi, notoriamente insofferente all’esistenza di un parlamento che non può controllare completamente, e ripresa ora da Matteo Renzi, che con Berlusconi condivide la medesima insofferenza.

    Il cambiamento va bene se è un cambiamento in meglio, ma se il cambiamento deve essere una scusa per peggiorare le cose allora è meglio tenere le cose come stanno visto che non si è capaci di migliorarle. Tempo fa su questo blog si faceva notare l’assurdità di Grillo, che ha portato in parlamento dei nuovi volti senza badare alla loro capacità. In pratica al posto dei “vecchi e incapaci” ha portato dei “nuovi e incapaci” quando avrebbe dovuto invece portare dei “nuovi e capaci”.
    Il discorso è analogo. Se la vecchia legge elettorale e la struttura del senato non andavano bene (e non vanno bene) questi andrebbero sostituiti con una buona legge e una struttura ottimale. Invece li si vuole sostituire con una legge nuova ma non certo migliore (anzi per certi versi persino peggiore) e con una struttura del senato raffazzonata, poco consistente e al limite della costituzionalità. E chi è contrario viene etichettato come nemico delle riforme, gufo, parruccone e quant’altro.

    L’errore che si fa è pensare che il grillismo l’abbia inventato Beppe Grillo. Purtroppo quello che noi chiamiamo grillismo è solo uno degli aspetti di una tara tutta italiana che nelle decadi ha attaccato il centro, la destra e infine anche la sinistra. Che si chiami craxismo, grillismo, berlusconismo o renzismo ciò che ne risulta è sempre lo stesso : niente di buono.

    #10366
    Anonimo
    Inattivo

    Faccio notare una piccola cosa: i sondaggi secondo cui, nell’ottica degli elettori (quindi di tutti i condomini), la riforma del Senato è la priorità, dove sono?

    #10367
    Pallacorda
    Amministratore del forum

    Il punto non è se è buona la riforma o no, il punto è se è sensato e legale fermare i lavori parlamentari con la forza.

    Il fatto di bollare gli avversari come “nemici del cambiamento” è molto opinabile, ma all’interno dell’opinione politica argomentata.
    Fare ostruzione con 7000 emendamenti ridicoli no.

    #10369
    Capretta Amaltea
    Partecipante

    A Tharon: coi cavilli non si va lontano. E se al primo piano del tuo condominio “esteso” abita la sig.ra Bianchi che è invalida e non può usare le scale? Se la riforma è approvata dalla maggioranza, passerà, anche se ci sarà sempre chi è contro. Se il cambiamento è in peggio o in meglio, chi lo decide? Tu, come altri,postuli comunque la malafede dei riformatori, che invece non è per nulla scontata.
    A Roberto: lasciamo stare i sondaggi… Renzi è stato chiaro su ciò che voleva fin dalle primarie. È stato votato a larga maggioranza dai suoi elettori e anche dagli altri. Che altro si vuole?

    #10370
    Tharon
    Moderatore

    Per quanto detesti e trovi insensato l’ostruzionismo parlamentare bisogna dire che anche questo fa parte della politica, che ci piaccia o no.

    Il punto semmai è che non è granché gratificante stare a guardare chi è peggio di chi. Se chi cerca di paralizzare i lavori parlamentari o chi impone il proprio volere unico, a mio avviso sono entrambi offuscati da cieca arroganza e non dovrebbero avere posto nelle cariche che occupano.

    #10378
    Tharon
    Moderatore

    Capretta Almatea.

    Ancora con la minestra riscaldata delle primarie ? Le primarie del Partito Democratico non rappresentano lo stato italiano. Il fatto che Renzi abbia vinto le primarie del PD non ha alcun significato nella visione politica complessiva.
    Non esiste soltanto lui, anche se alcuni faticano a concepirlo, ma tutto un parlamento che rappresenta il paese.
    Per quasi 3 milioni di italiani che hanno votato Renzi ce ne sono altri 45 che non lo hanno votato, e di questi circa 30 milioni hanno votato altre linee politiche.
    Il fatto che Renzi sia stato votato a larga maggioranza dai SUOI elettori, come dici tu, non significa che debba regnare incontrastato su un parlamento che non rappresenta minimamente.
    Lui stesso dice che è necessario dialogare con Forza Italia poiché è stato votata da quasi 9 milioni di italiani. Dimentica però altri 9 milioni di italiani, quelli che hanno votato la vecchia linea del Partito Democratico che lui ha sconfessato, e i cui rappresentanti vengono trattati da ribelli e dissidenti solo perché si ostinano e portare avanti le istanze per cui sono stati votati dagli elettori del Partito Democratico.

    #10379
    Pallacorda
    Amministratore del forum

    “Il proprio volere unico”

    Ancora, dobbiamo rispiegare come funziona la democrazia?

    Secondario:

    Non ho capito chi sono i 9 milioni che hanno votato la vecchia linea del PD.
    O i 30 milioni che hanno votato “altre linee”.
    Potresti fare un elenco complessivo, cosi’ da ritornare coi conti?

    Comunque non e’ importante. Le regole della democrazia sono queste, numeri o no.
    Anche perche’ cmq tra PD, NcD e FI viene fuori la maggioranza assoluta, quindi non capisco quale sia il problema.

    A margine:

    Se i 30 milioni avessero alzato le chiappe e votato per qualcun altro, ci sarebbe un altro segretario. Non l’hanno fatto, amen. Si beccano questo.
    Poi non mi torna il 30 milioni… non sono tutti elettori del PD.

    #10386
    Capretta Amaltea
    Partecipante

    Tharon: ho infatti sottolineato che Renzi, alle europee, è stato votato largamente anche dal resto dell’elettorato italiano. Che le europee abbiano legittimato Renzi lo ha capito anche Grillo. I dissidenti del partito stanno ora lavorando alla ricerca di mediazioni, vorrà dire che non si sentono tanto vessati e conculcati.

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