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  • #6084
    psinet
    Partecipante

    Boh, regà, io non sono granchè come scrittore, probabilmente non e’ nemmeno il posto giusto, pero’  nei commenti mi e’ stato chiesto di scrivere un pezzo, e se qualcuno mi chiede

    di cimentarmici, mi ci cimento, mi ci.

    Al limite prendete solo le informazioni e rimaneggiate come volete.

     

    Il metodo Lillo

     

    Facciamo un’ipotesi.

    Scrivete per un giornale che ha la fama di castigare i potenti, di fare inchieste scomode, di sviscerare i più inconoscibili retroscena della politica, tutto questo senza alcuno

    di quei perniciosi e volgari “finanziamenti pubblici” creati con lo scopo evidente di assoggettare la stampa al controllo governativo.

     

    Ovviamente, i vostri lettori ringraziano e pagano volentieri fior di abbonamenti affinchè continuiate il vostro prezioso lavoro: raccontare.

    Ora, il lavoro di un giornalista sarebbe raccontare la realtà, ma avete il sospetto che i vostri affezionati utenti la troverebbero un pochino, come dire, scialba:

    non è carino pagare per un combattimento a mani nude e ritrovarsi a guardare un match con arbitro, guantoni e assistenza medica, qualcuno potrebbe annoiarsi e andarsene.

     

    Niente paura, la risposta ai vostri timori è semplice: è il (rullo di tamburi) Metodo Lillo (TM).

    Si basa su un principio semplice semplice: i vostri lettori, di come funzioni il Parlamento, non ne sanno un cazzo, nè hanno tempo da perdere ad informarsene.

    Ecco allora che alla realtà si puo’ dare una spintarella, un accomodamento, un abbellimento per far apparire dal nulla il retroscena che farà tremare di indignazione gli abbonati e di gioia il responsabile

    abbonamenti.

    Case study: questo sapido articolo di nientepopodimeno che il titolare del metodo, nel quale Lillo racconta le gesta del Mostro delle Paludi della Casta, altrimenti detto Codicillo salva Belsito.

     

    Si parte con un incipit classico delle cronache della casta: si evoca il pericolo “colpo di spugna”:

    La riforma del finanziamento dei partiti di Alfano, Bersani e Casini, potrebbe rivelarsi un colpo di spugna.

     

    Seguito immediatamente dalla creazione della suspence:

    Grazie a un codicillo infilato da una manina ignota che depenalizza le irregolarità dei bilanci dei partiti.

     

    Di chi sarà la manina ignota? Perchè indossa guanti di cuoio? Come mai il regista non inquadra il volto? Mistero!

     

    Ma l’investigator Lillo è sulle sue tracce, chiunque egli sia, ed è disposto a viaggiare in trasferta fino al sito dell’Espresso  a sentire i testimoni:

     

    A lanciare l’allarme è stato il procuratore aggiunto di Milano Alfredo Robledo

     

    Allertato dall’allarme, il nostro segugio parte alla caccia del responsabile e lo trova in men che non si dica:

    il comma 9 dell’articolo 19 della legge n. 96 del 2012.

     

    è pero’ chiaro che il comma non puo’ aver agito da solo, deve aver avuto dei complici, quindi il nostro Closeau si lancia in una acuta ricostruzione degli eventi, nella quale manca soltanto la camera chiusa dall’interno:

     

    Tutto avviene il 22 marzo 2012 in commissione Affari costituzionale alla Camera. Sul tavolo ci sono una dozzina di proposte di riforma presentate dai leader di di tutti gli schieramenti,

    da Casini ad Alfano, da Bersani a Maroni. Molte prevedono sanzioni durissime. I partiti fanno la faccia feroce, anche se ciascuno a modo suo, insomma.

    Quel giorno il presidente Donato Bruno propone di disattivare il collegamento per discutere su come accorpare tutte le proposte in un progetto unitario. Dal resoconto non si evince quindi cosa sia successo.

    Una cosa è certa. Quando riparte il resoconto compare come per magia la norma che potrebbe depenalizzare il falso nei bilanci.

     

    Il climax finale con gli imputati in salotto è un po’ deludente: la manina resta ignota, la vittima che a prima vista sembrava morta in realtà è solo svenuta e persino il testimone chiave è “rinfrancato”.

    Ma chi se ne importa, in fondo c’è stato abbastanza thrill e ottima azione investigativa dal Poirot del Fatto, giusto?

    Sbagliato.

    Al netto delle interpretazioni legislative per così dire “fantasiose” di Robledo, ci sono così tante imprecisioni e balle varie sparse dal buon Lillo che pare che Vittorio Feltri si sia presentato personalmente in redazione a fargli i complimenti (non è vero, gonzi: è il Metodo Lillo (TM)).

     

    Reperto A:

    il comma 9 dell’articolo 19 della legge 96/2012 non esiste: esiste il comma 19 dell’articolo 9, casomai.

    -“Vabbè, rompi i coglioni per un refuso?”-

    Primo, non è la prima volta che capita; secondo, chi vuole controllare deve sobbarcarsi anche il lavoro del correttore di bozze; terzo, se si vuole fare i precisi sarebbe il caso di fare VERAMENTE i precisi (e magari citare anche quale sia la legge che istituisce il reato di “falso prospetto parlamentare” di cui parla Robledo).

     

    Reperto B:

    Il resoconto della seduta della commissione del 22 marzo è disponibile, come quello delle sedute successive, sul sito della Camera, basta consultare l’iter della legge.

    Non succede affatto che il presidente proponga di “disattivare il collegamento”, nè c’è un’interruzione del resoconto stesso. Chi pensa, o vuol far credere, che un documento ufficiale di seduta di un’istituzione pubblica venga sospeso fino a nuovo ordine manco fosse una riunione dell’FBI presa da X-Files, ha un gran bisogno di attivarlo, il collegamento, anzi, più di uno e alla svelta.

     

    Non si capisce nemmeno di che collegamento parli Lillo: l’ipotesi più plausibile, leggendo i verbali delle sedute successive, è che parli della richiesta, a norma di regolamento, di attivazione del circuito chiuso.

    “Ma chiuso vuol dire non aperto, cioè non pubblico, cioè kasta!”.

    No, santo cielo, ma in un negozio non ci siete mai entrati? Circuito chiuso significa telecamere, significa registrazione audiovisiva, significa materiale ULTERIORE rispetto allo stenografico.

     

    REPERTO C:

    Se sul tavolo ci sono una dozzina di proposte, parlare di riforma di Alfano, Bersani e Casini è una contraddizione in termini.

    Esiste, infatti, una proposta a firma dei tre leader (la 5123), che è pero’ SUCCESSIVA al 22 marzo.

     

    Urge una digressione pedagogica: come funziona la formazione di una legge?

    Per dirla il più semplicemente possibile: una proposta viene assegnata a una commissione, che la discute, la emenda e come prodotto finito presenta un testo alle camere, che fanno la stessa trafila in grande, solo che in quel caso il testo approvato viene trasmesso all’altro ramo del Parlamento.

    Siccome il più delle volte proposte simili o sullo stesso argomento vengono presentate più o meno contemporaneamente, la commissione puo’ decidere di abbinarle, e discuterle (emendarle, eccetera…) come una legge unica.

    Ed è quello che succede, non solo nella seduta di cui parla Lillo (che è la prima), ma anche in sedute successive, incorporando anche NUOVE proposte (tra le quali appunto la 5123).

    è chiaro che, finchè non si finisce di abbinare, un testo unico non potrà mai essere presentato, quindi la manina ignota, di SICURO non opera il 22 marzo.

    Ed è anche chiaro che quel testo unico, qualcuno dovrà prepararlo, e se uno si legge VERAMENTE le trascrizioni, scopre che esecutori anonimi che operano al buio, misteri e insabbiamenti, sono più materia di competenza dello psichiatra di Lillo. Abbiamo infatti il

     

    REPERTO D:

    Ovvero le sedute del 3 maggio e dell’8 maggio 2012 della commissione. Per quanto riguarda la legge in discussione, la prima finisce così:

     

    Donato BRUNO, presidente, preso atto di quanto emerso dalla discussione e fermo restando l’impegno della

    Commissione a concludere i propri lavori in tempi tali da consentire l’avvio della discussione in Assemblea

    il 14 maggio, ritiene che i relatori potrebbero mettere a disposizione dei componenti la Commissione una

    proposta di testo unificato entro le ore 15 di lunedì 7 maggio, mentre la Commissione potrebbe riunirsi

    martedì 8 maggio, a partire dalle ore 10, per procedere alla discussione della suddetta proposta e all’adozione

    del testo base.

     

    La seconda inizia così

     

    Donato BRUNO, presidente, avverte che è stata avanzata la richiesta di attivazione del circuito chiuso.

    Non essendovi obiezioni, ne dispone l’attivazione.

    Comunica che, come convenuto nella precedente seduta, i relatori hanno depositato nella giornata di ieri

    una proposta di testo unificato (vedi allegato 1), la quale è stata inviata, nella stessa giornata di ieri,

    a tutti i componenti la Commissione.

     

    A quanto pare, quindi, la banale, trita, noiosa realtà è che la commissione chiede ai due relatori di preparare un testo base, i relatori (“Diabolik” Bressa e “Invisible Man” Calderisi) lo preparano, lo depositano (codicillo compreso) e nella seduta successiva la commissione comincia a lavorarci su.

     

    (Flashback circolare. Viene riproposta la sequenza iniziale con la mano inguantata. Stavolta pero’ parte un pan da sotto a sopra sul corpo fino a inquadrare il volto: è l’ispettore Lillo, con un’espressione

    comicamente sorpresa dal colpo di teatro degli autori: non l’avevano avvertito.

    Si schernisce, tentando di nascondersi.

    Dissolvenza in nero.

    Di un film e di una professione.)

     

    #6085
    Pallacorda
    Amministratore del forum

    Dovresti essere abilitato a postarlo come articolo.

    Ottimo lavoro 🙂

    Direi che puoi inserirlo già stasera o domani mattina, e chiedo che altri non postino per lasciare visibilità.

    #6091
    psinet
    Partecipante

    E’  imbarazzante da dirsi ma…non ho idea di come si faccia.

    A me non e’ cambiato niente del layout del sito.

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