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  • Questo topic ha 0 risposte, 1 partecipante ed è stato aggiornato l'ultima volta 10 anni, 2 mesi fa da Anonimo.
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    Anonimo
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    Ciao, ho dei dubbi che sono rimasti irrisolti e un confronto e/o un chiarimento è senz’altro un modo per risolverli. In effetti, sono fatto così, se c’è qualcosa che non mi torna o non mi convince, a un certo punto, prima o poi, lo devo esprimere, anche perché non sarei in grado di sostenere acriticamente qualcosa che non capisco.

    E quindi arriviamo al post che mi ha lasciato perplesso, questo: http://movimentocaproni.altervista.org/blog/segnalazione-flash/

    Ci sono alcuni passaggi che vanno a influenzare tutto il ragionamento di fondo, perciò ne scrivo.

    È scritto:
    «Nel merito quello che dice il vicepresidente della camera è una cosa ovvia: non c’è scritto da nessuna parte che dopo sessanta giorni i decreti devono essere convertiti per forza; o vengono convertiti con voto positivo in entrambe le camere o decadono. Va da sé che i decreti decadono se non s’arriva a convertirli entro i sessanta giorni o se una delle due camere li “stronca” con un voto contrario.»

    E qui è riportato quanto dice Di Maio:
    «…non c’è scritto, in nessun articolo della costituzione, tanto meno il settantasette, che un decreto deve essere convertito entro sessanta giorni, anzi se andiamo a vedere la costituzione al comma tre dell’articolo settantasette troviamo scritto che i decreti possono decadere, possono perdere efficacia se non sono convertiti in legge entro sessanta giorni dalla loro pubblicazione. In quel caso le camere possono regolare con leggi i rapporti giuridici già sorti, ed è proprio quello che volevamo fare noi che abbiamo detto alla presidente Boldrini per far decadere la porcata dei sette miliardi e mezzo di euro.»

    Riporto invece cosa dice la Boldrini nel video a partire dal minuto specificato da Conte:
    «… la scelta non era semplice, ma io ho voluto rispettare l’articolo 77 della Costituzione, che dice che un decreto dev’essere convertito entro 60 giorni, perché quel decreto era stato già approvato al Senato. Aveva avuto la fiducia dalla Camera, quindi, se questo non fosse accaduto, è come se la minoranza dettava, cioè, si sarebbe imposta sulla maggioranza, e questo non poteva avvenire.»

    Però Conte aveva scritto:
    «A questo si riferisce la Boldrini nello spezzone che precede Di Maio, all’interpretazione (riconosciuta autentica) per la quale la Camera ha il diritto ed il dovere di esprimersi sui decreti, mentre il discorso di Di Maio è un marchingegno machiavellico montato insieme per non dover ammettere che la ghigliottina ha valore costituzionale.»

    E qui anche l’articolo 77:
    «Il Governo non può, senza delegazione delle Camere, emanare decreti che abbiano valore di legge ordinaria.

    Quando, in casi straordinari di necessità e d’urgenza, il Governo adotta, sotto la sua responsabilità, provvedimenti provvisori con forza di legge, deve il giorno stesso presentarli per la conversione alle Camere che, anche se sciolte, sono appositamente convocate e si riuniscono entro cinque giorni.

    I decreti perdono efficacia sin dall’inizio, se non sono convertiti in legge entro sessanta giorni dalla loro pubblicazione.

    Le Camere possono tuttavia regolare con legge i rapporti giuridici sorti sulla base dei decreti non convertiti.»

    Il problema secondo me è questo: non riesco a trovare un collegamento tra questo continuo richiamo alla Costituzione lungo tutto il post e la Costituzione stessa (almeno non nell’articolo 77).

    È stato citato Violante:
    «Colui che per primo ha teorizzato questo strumento è Luciano Violante, presidente emerito della Camera dei Deputati che questa norma non l’ha solo ideata ma l’ha fatta validare costituzionalmente e codificare; se alla Camera non è prevista formalmente nel regolamento è perché non c’è mai stata la necessità di farlo e perché la giunta del regolamento non ha mai emendato il regolamento parlamentare ma questo ha ben poca importanza visto che nei fatti si parla di un diritto costituzionale e che già due precedenti presidenti della Camera hanno avuto modo d’appellarsi a quegli medesimi strumenti (pur non essendo costretti ad usarli perché le opposizioni precedenti hanno preferito non andare allo scontro frontale con la presidenza).»
    Ci si riferisce forse a un’interpretazione di quell’articolo? In caso affermativo, si può approfondire questo aspetto o segnalare qualche risorsa in merito?

    Indipendentemente che lo abbia detto Di Maio (il quale assume per me la funzione di ‘orologio rotto’ in quest’occasione), Pluto, Pippo o Paperino (diciamo che gli ultimi sarebbero sicuramente più credibili rispetto al primo della lista, che di stupidaggini ne ha dette e fatte molte), a mio avviso la Boldrini ha dato un assist a questa ‘gente’ con quel ‘l’articolo 77 della Costituzione dice che un decreto dev’essere convertito entro 60 giorni’. Questo perché tale affermazione, nella lingua italiana, può essere intesa in due modi ben diversi (e ovviamente i grillini si sono ‘buttati a pesce’ su quello che faceva comodo loro): il primo è che ‘l’articolo 77 della Costituzione dice che un decreto decade se non viene convertito in legge entro 60 giorni’, il secondo è che ‘l’articolo 77 della Costituzione dice che il Parlamento è obbligato a convertire in legge un decreto entro 60 giorni’ dal quale segue che il Presidente della Camera è tenuto a fare tutto ciò che nei suoi poteri/diritti/doveri per far rispettare questo principio costituzionale evitando così di far decadere un decreto. Mi pare che l’interpretazione più corretta sia la prima e la Boldrini avrebbe fatto meglio ad esprimersi così, a maggior ragione considerando che molti personaggi girano con la croce già pronta appena sentono parlare la Boldrini e ci campano nel gettare fango su chi non aggrada loro. Perciò, mi sento di dire ce la Boldrini è stata poco ‘furba’ sapendo che ogni sua dichiarazione è suscettibile della malafede dei grillini.

    Detto questo, credo che Conte o qualunque altro caprone è il benvenuto se vuole intervenire per approfondire. Magari penserete che si tratta di una stupidaggine, sopratutto in confronto a tutte le cose più o meno gravi che 160 parlamentari più il codazzo di media e circo di attivisti/simpatizzanti/tifosi al seguito sono capaci di combinare giornalmente (e anche più volte al giorno). Verissimo, me ne rendo conto, il disgusto per ‘questi qui’ è alle stelle (il produttore del maalox dovrebbe essere contento che esistano i pentastellati). Ma è altrettanto vero che non si può e non si deve lasciare cortine fumogene attorno a queste ‘stupidaggini’. Perché devo sentir ripetere i vari pseudo-giornalisti alla travaglio e i beoti dire peste e corna della Boldrini quando io non sono in grado di capire neanche cos’è accaduto veramente?
    Lo stesso discorso vale per il tweet della Boldrini. Possibile che non si possa affermare definitivamente e senz’ombra di dubbio se trattasi di un tweet autentico o di un fake? Anche perché, loro con le ‘bufale’ ci campano e in tal caso non è accettabile far passare sempre tutto in cavalleria. È giunto il momento di affrontare il Goebbels che c’è in loro (no, non è una ‘reductio ad hitlerum’, in quanto i metodi e le tecniche di propaganda raggiungono tranquillamente i livelli del ministro della germania nazista. Poi, possiamo discutere anche della pericolosità di tale propaganda, ma posso dire che con tale termine non sto alterando o esagerando le tecniche che caratterizzano la campagna di menzogne che stanno orchestrando i pentastellati in rete e sui media).

    P.S. Sarebbe bello se qualche caprone mettesse a confronto un video con Cicchitto/Gelmini/Santanché o qualunque altro berluschino riferito ai tempi d’oro di Forza Italia o del PDL, e subito sotto un video o altra risorsa con le ultime dichiarazioni di un grillino (sopratutto parlamentari), relativamente alla difesa d’ufficio di ‘appeppe’ contro ‘toghe rosse’ o ‘magistratura di sinistra’ in relazione al processo al ‘megafono’ per quanto riguarda i fatti in Val di Susa. Poi però arriverebbe qualche grillebano a tirare fuori la storia che il PD con il PDL ci ha fatto un governo (senza contare la maggioranza pro-Monti) e di riflesso anche con quei personaggi lì (Forza Italia o PDL, per loro non c’è differenza, comunque). Si potrebbe replicare che il PD è stato purtroppo costretto a ciò dal rifiuto dei grillini (anche se la cosa, alla luce dei fatti odierni, ha un che di raccapricciante) a Bersani, e anche dagli effetti di quel Porcellum che è stato tanto caro a loro. All’obiezione che la via d’uscita erano le urne si potrebbe ulteriorimente rispondere che le urne potevano traquillamente restituire un risultato quasi identico riproponendo la situazione ma in un contesto sociale/istituzionale ulteriormente peggiorato.

    Fatemi sapere.

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