Discussione sulle mistiche mascherine

Vediamo come la comunicazione dell’OMS in merito alle mascherine è stata data dai media mainstream. Prendiamo ad esempio Repubblica.

Le mascherine vanno indossate nei luoghi pubblici e non più solo da operatori sanitari, malati di Covid-19 e chi li assiste. […] Un bel cambio di rotta in piena pandemia. […] Le nuove linee guida, ha spiegato il capo dell’Agenzia dell’Onu, “sono un aggiornamento di quello che diciamo da mesi”. […]  In Piemonte e Lombardia, ad esempio, sarà obbligatorio coprire naso e bocca all’aperto almeno fino al 14 giugno. Così come in Friuli Venezia Giulia, in Campania e a Genova. […] Altri assessorati alla Salute, come quello siciliano (stessa linea adottata in Sardegna), raccomandano in generale l’uso della mascherina in quanto “oltre che un dispositivo di protezione personale, è un segno di rispetto per le persone che ci circondano. Portarla sempre con sé, anche nei luoghi all’aperto, e indossarla quando non si può garantire una distanza interpersonale idonea a proteggere dal rischio del contagio, è un obbligo”.

Alcuni passaggi mi risultano non proprio logici. E’ un “bel cambio di rotta” o “un aggiornamento di quello che diciamo da mesi”? A me sembrano due concetti un po’ diversi. Ma forse è solo una questione sintattico-grammaticale. A parte la Lombardia, capitanata dall’incommentabile duo Fontana-Gallera, non si capisce il differente approccio delle altre regioni. Una è al sud, dove notoriamente il virus è sotto controllo, e poi viene citata una singola città, Genova, e non tutta la regione. La sanità non era di competenza regionale? In Sicilia e Sardegna “raccomandano in generale” l’utilizzo anche all’aperto. Non solo è uno strumento di protezione ma un dovere morale (segno di rispetto). Insomma, di cosa stiamo parlando? Raccomandazione? Obbligo morale? Obbligo di legge? Come la frase “indossarla quando non si può garantire una distanza interpersonale idonea” possa tradursi in norma legislativa poi mi appare a dir poco fantasioso, se non irrealizzabile, nella realtà.

Da quel poco che capisco c’è stato un cambio di opinioni sull’uso delle mascherine da Aprile a Giugno e in alcune regioni come la Sicilia e la Sardegna la raccomandazione diventa obbligo in base ad un’analisi impraticabile ed aleatoria della metratura di un luogo. Troppo complicato. Devo andare alla fonte per avere certezze, sempre che se ne possano avere.


Documento OMS 5 Giugno 2020 “Advice on the use of masks in the context of COVID-19

Cominciamo dalla premessa.

This document provides guidance to decision makers, public health and IPC professionals, health care managers, and health workers (Pag. 1)

Bene. Non è un documento scientifico per addetti ai lavori quindi — a meno di piccole incomprensioni — i concetti fondamentali si dovrebbero capire. Si tratta di un paper divulgativo. Propio per questo mi aspetto sia di facile comprensione.

Veniamo al punto che interessa, e cioè l’utilizzo di mascherine per il pubblico. Quindi salto la parte dell’utilizzo delle mascherine per gli operatori sanitari.

Studies of influenza, influenza-like illness, and human coronaviruses (not including COVID-19) provide evidence that the use of a medical mask can prevent the spread of infectious droplets from a symptomatic infected person (source control) to someone else and potential contamination of the environment by these droplets. (Pag. 6)

Gli studi citati non sono sul coronavirus attuale — non potrebbero esserlo — ma sull’uso delle mascherine per la prevenzione del contagio dei virus “influenza-like” che tradurrei in “di tipo influenzale” e di altri tipi di coronavirus conosciuti. L’evidenza degli studi sopra riportati riguardano solo la protezione da persone infette, nel documento “source control”. La situazione inversa, in cui la mascherina viene utilizzata da un soggetto sano per evitare il contagio, viene denominata nel documento “prevention”.

Results from cluster randomized controlled trials on the use of masks among young adults living in university residences in the United States of America indicate that face masks may reduce the rate of influenza-like illness, but showed no impact on risk of laboratory-confirmed influenza. (Pag. 6)

Questa parte sinceramente l’ho trovata un po’ criptica ma andando a leggere le note a cui rimandava mi sono fatto un’idea sull’utilizzo di “may reduce” e “laboratory-confirmed”. Il rimando è a due studi fatti negli Stati Uniti durante le stagioni influenzali. Sono più o meno uguali anche se danno qualche risultato un po’ diverso. In pratica nelle università scelte per lo studio sono stati divisi tre gruppi di studenti volontari:

1) un gruppo che avrebbe usato solo la mascherina;

2) un gruppo che avrebbe usato la mascherina e l’utilizzo di disinfettanti per la pulizia delle mani;

3) un gruppo libero da obblighi chiamato di controllo su cui fare il confronto.

Al netto dele difficoltà di capire se i ragazzi seguivano scrupolosamente le disposizioni (mascherine per almeno 5 ore al giorno, lavaggio delle mani sempre con disinfettante e altro) i due studi non hanno dato risultati soddisfacenti a livello statistico. Forse perché l’età media era molto bassa e le molte raccomandazioni non sono state sempre prese con la dovuta serietà, forse perché chi accettava di prendere parte all’esperimento e si beccava il virus si prendeva l’esorbitante cifra di 25 dollari per poi farsi visitare, forse perchè le variabili all’interno di un campus universitario sono molteplici e richiedono molto più tempo. Comunque sia, non si è arrivati ad un risultato statisticamente attendibile.

(“Facemasks, Hand Hygiene, and Influenza among Young Adults: A Randomized Intervention Trial”. We also observed a substantial (43%) reduction in the incidence of influenza infection in the face mask and hand hygiene group compared to the control, but this estimate was not statistically significant. There were no substantial reductions in ILI or laboratory-confirmed influenza in the face mask only group compared to the control.)
(“Mask use, hand hygiene, and seasonal influenza-like illness among young adults: A randomized intervention trial”. We observed significant reductions in ILI during weeks 4-6 in the mask and hand hygiene group, compared with the control group, ranging from 35% (confidence interval [CI], 9%-53%) to 51% (CI, 13%-73%), after adjusting for vaccination and other covariates. Face mask use alone showed a similar reduction in ILI compared with the control group, but adjusted estimates were not statistically significant.)

La parte seconda si apre con le raccomandazioni ai governanti. La parte per intenderci che per i media mainstream è il famoso “cambio di rotta” epocale.

Advice to decision makers on the use of masks for the general public
Many countries have recommended the use of fabric masks/face coverings for the general public. At the present time, the widespread use of masks by healthy people in the community setting is not yet supported by high quality or direct scientific evidence and there are potential benefits and harms to consider. (Pag. 6)

L’annuncio per i “decision makers” — i Conte e i Trump per intenderci — è, in estrema sintesi, questo: “Alcuni stati fanno mettere le mascherine. Noi possiamo dire che possono esserci benefici e danni”. Di seguito vengono elencati i pro e i contro della mask. Non li tratto qui altrimenti l’articolo diventa troppo lungo. Passandoli in rassegna posso dire che, fatto salvo alcuni casi di idiozia dell’uso inutile all’aperto e di casi invece in cui l’uso è evidentemente salutare come in una metro affollata, ci sono situazioni nella vita reale in cui — seguendo le raccomandazioni dell’OMS — è più sicuro il solo distanziamento che il distanziamento + la mascherina.

Il precedente paper divulgativo non fa la differenza tra raccomandazioni per operatori sanitari e cittadini comuni. O meglio non fa una divisione netta in capitoli come fa il documento nuovo. Ma a me i concetti non mi sembrano molto diversi.

Documento OMS 6 Aprile 2020 “Advice on the use of masks in the context of COVID-19

La parte iniziale generica comincia in un modo che onestamente mi sembra, se non uguale, simile.

Studies of influenza, influenza-like illness, and human coronaviruses provide evidence that the use of a medical mask can prevent the spread of infectious droplets from an infected person to someone else and potential contamination of the environment by these droplets. There is limited evidence that wearing a medical mask by healthy individuals in the households or among contacts of a sick patient, or among attendees of mass gatherings may be beneficial as a preventive measure. (Pag. 1)

Qui non si dice che le mascherine non servono ma che ci sono studi limitati e che questi studi non riguardano il coronavirus attuale. A meno che “use of a medical mask can prevent the spread of infectious droplets from a symptomatic infected person”(doc Giugno) sia da considerarsi diverso da “use of a medical mask can prevent the spread of infectious droplets from an infected person”(doc Aprile).  Anche per le mascherine che vengono indossate da persone sane, non vedo grossa differenza nel dire che gli studi scientifici sono “not yet supported by high quality or direct scientific evidence”(doc Giugno)” oppure gli studi scientifici mostrano “limited evidence”(doc Aprile).

Allora dov’è tutta questa differenza? Leggendo il primo documento, che ricordo è stato scritto in pieno marasma lockdown sì/no, terapie intensive piene, mascherine introvabili, vedo questo passaggio

Medical masks should be reserved for health care workers. The use of medical masks in the community may create a false sense of security, with neglect of other essential measures, such as hand hygiene practices and physical distancing, and may lead to touching the face under the masks and under the eyes, result in unnecessary costs, and take masks away from those in health care who need them most, especially when masks are in short supply. (Pagg 1-2)

Non è che nel primo documento si chiedeva di non indossare le mascherine tanto per ma che, in casi di non stretta necessità, sarebbe stato meglio lasciarle a chi ne avrebbe avuto maggiore bisogno, e cioè gli operatori sanitari, persone a rischio. Non sono cambiate le opinioni del mondo scientifico nella sua totalità, sono semplicemente cambiate le condizioni di contorno. Tanto è vero che il fatto della mascherina che potrebbe creare una falsa sicurezza e ingenerare comportamenti rischiosi è citato tanto nel primo documento quanto nel secondo. Un’ altra situazione sociale è cambiata: la riapertura di molte attività. Questo rende molto più numerosi i contesti in cui non è possibile mantenere la distanza di sicurezza tra persone. Infatti, tenendo conto di questa nuova situazione, nel secondo paper si consiglia l’utilizzo delle mascherine anche per chi non si trova in contesti di elevato rischio o che opera in settori diversi.


Mi rendo conto della necessità di sintesi dei giornali ma un argomento complesso può sempre essere riassunto mantenendo il principio di verità. Sono dovuto andare alla fonte del comunicato dell’OMS, ed essendo per i non addetti ai lavori, mi aspetto sia stato scritto in modo tale da facilitare al massimo la comprensione. Se dovessi aver travisato completamente alcune indicazioni, posso tranquillamente non sentirmi in colpa. Quello che ho capito è che:

1) Non ci sono evidenze empiriche in merito al covid 19 per chiari problemi di tempistica. I test sono stati fatti su virus simili ed è stato fatto un parallelo logico comportamentale tra i virus analizzati e il covid 19. Per meglio dire: “abbiamo dati su virus simil-coronovirus attuale e ne deduciamo che per logica gli stessi dati possono dare delle indicazioni valide anche per il covid 19”
2) L’utilizzo della mascherina in generale è sempre stata raccomandata. Non c’è stata una differente interpretazione tra il documento dell’OMS di Aprile e quello di Giugno. E’ cambiata la situazione sociale e sono state date alcune indicazioni diverse semplicemente per questo.
3) Le indicazioni ai decisori politici non sono così stringenti come si vuol far credere. Vanno da un generico “obbligate l’uso delle mascherine a chi è più esposto” a “fate decidere alla popolazione”. Sì, c’è anche un passaggio in cui viene scritto che gli stati devono valutare quello che viene chiesto dai cittadini.

Ora, a me sembra molto diverso da quello che si evince dalla sintesi del giornale Repubblica. Il quotidiano online lascia intendere che il comitato scientifico, dopo attente analisi, ha cambiato posizione sull’uso delle mascherine in senso più restrittivo. Per quanto riguarda invece le raccomandazioni dell’OMS siamo a livelli iper-generici. Infatti l’OMS lascia, come giusto che sia, le decisioni ai politici. Tutto corretto. La comunità scientifica rende disponibile i dati che hanno un valore più o meno elevato di determinatezza empirica, la politica, dopo averli analizzati, deve prendere le sue proprie decisioni.

Quindi: le mask prima andavano usate solo dagli operatori sanitari e adesso anche dai cittadini? In realtà nel precedente paper, come nel seguente, vengono elencati casi specifici in cui la mascherina è raccomandata e casi in cui viene specificato che, se non portata con cura e se non accompagnata da altri comportamenti, risulta addirittura nociva.

Documento di Giungo

taking into account the available studies […] as well as the difficulty of physical distancing in many contexts, WHO has updated its guidance to advise that to prevent COVID-19 transmission effectively in areas of community transmission, governments should encourage the general public to wear masks in specific situations

Documento di Aprile

the wide use of masks by healthy people in the community setting is not supported by current evidence and carries uncertainties and critical risks […] Decisions makers should consider the following: […] Risk of exposure to the COVID-19 virus in the local
context […] potential advantages of the use of mask by healthy people in the community setting include reducing potential exposure risk from infected person during the “pre-symptomatic” period

Nessun cambio di rotta. Nel documento di Aprile si disincentiva l’uso ampio (wide), indisciminato direi, delle mask. L’emergenza iniziale era negli ospedali e si correva il rischio di non aver abbastanza mascherine per chi ci lavorava o per i pazienti e familiari coinvolti. Inoltre vengono poi indicate alcune situazioni sociali in cui viene consigliato l’utilizzo in pubblico delle mascherine anche all’epoca. Nel documento di Giugno viene ribadito il concetto di usare le mascherine in pubblico non in modo indiscriminato ma in situazioni specifiche (specific situation). E’ del tutto normale che le situazioni del documento seguente si siano “allargate” anche per il progressivo aumentare e crescere della pandemia. Ma la sintesi giornalistica “Le mascherine vanno indossate nei luoghi pubblici e non più solo da operatori sanitari, malati di Covid-19 e chi li assiste” è falsa. Qui non si tratta della difficoltà di dover “volgarizzare” un testo tecnico perché non lo è, o almeno non si propone come tale, tantomeno della necessità giornalistica di riassumere dovendo tralasciare dettagli. Qui abbiamo una notizia derivata da una fonte riportata semplicemente in modo non corretto.

 

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