Corsi e ricorsi storici

Cari Caproni e non,
vorrei condividere con voi parte della storia della mia città natale.
Come ho già avuto modo di accennare, sono di origini tarantine.
La città di Taranto sul finire degli anni ’80 toccò il livello più basso del suo degrado. La gran parte delle strade era simile a campi da golf (le buche mettevano a dura prova gli ammortizzatori delle auto dell’epoca), nelle giornate di pioggia intensa le mamme andavano a prendere i figli da scuola in pedalò o in tenuta da sub. I marciapiedi erano adibiti a posteggio auto (si parcheggiava a pettine) e a latrina per i cani. Ricordo che mia sorella aveva il vizio di camminare con piglio fiero con la testa in aria. A suo ritorno le scarpe venivano puntualmente riposte sul balcone, toccava a mia madre pulirle turandosi il naso. Molti quartieri erano lasciati nel buio notturno. La ritirata a casa per noi pischelle era massimo alle 21.30, perchè anche le vie del centro erano preda delle bande di quartiere. La città vecchia, i rioni Tamburi, Salinella e Paolo VI erano impraticabili come i quartieri Spagnoli e Forcella di Napoli.
La politica locale era inquinata dalla corruzione. Dopo l’ottimo sindaco Cannata, Taranto conobbe la cattiva amministrazione dei sindaci Guadagnolo e Della Torre. La goccia che fece traboccare il vaso fu l’esodo massiccio della popolazione albanese verso le nostre coste agli inizi degli anni ’90. Insieme a ragazzi in gamba, che cercavano un futuro migliore nel Paese dei Balocchi e dei giochi a premi (così come davano ad intendere le reti RAI, i cui segnali arrivavano nitidamente nelle case di Tirana), sbarcarono soggetti in debito con la giustizia, prontamente reclutati dalle cosche locali.

In questo contesto emerse e in seguito si affermò la figura di Giancarlo Cito.
Giancarlo Cito era un geometra, dirigeva un’impresa edile e a metà degli anni ’80 fondò una rete locale, Antenna Taranto 6 (AT6) e in seguito la rete Super 7. In breve tempo il suo canale ebbe un grande successo e Cito divenne molto popolare, grazie ad una sua rubrica politica in cui denunciava gli illeciti compiuti dagli amministratori locali, intercettando così il malcontento per la gestione fallimentare della città.
In sintesi che cosa fece Cito? Entrò nelle case dei tarantini parlando non in politichese, ma attraverso l’uso del dialetto, quindi del linguaggio popolare, mettendo allo scoperto ruberie e malaffare con fare concitato e urlato. Ecco un video che rende l’idea (purtroppo non sono riuscita a trovarne uno dell’epoca).

Accendendo la tv, io e la mia famiglia, insieme a tantissimi tarantini, lo ascoltavamo a bocca aperta, perchè quell’uomo ci rendeva partecipi della realtà svelata. Dai suoi urli di protesta in linguaggio popolare recepivamo il messaggio: ecco, è un tarantino come noi (i politici, seppur nativi di Taranto ormai erano una categoria o casta a parte, sordi alle richieste dei cittadini e con scarso amore per la città che amministravano), lui ama Taranto come l’amiamo noi!
Nel 1992 Cito fondò un suo partito, AT6-Lega d’Azione Meridionale, l’anno successivo venne eletto sindaco. Per dare un’idea del consenso che riuscì ad attirare vi posto questo video.

Cito, in pochi mesi, realizzò a basso costo un programma amministrativo di decenni, rispristinò la viabilità, monumenti e zone storiche. Controllava personalmente che i netturbini facessero il loro dovere (anche di notte), nessuno più chiedeva l’elemosina ai semafori, gli angoli bui della città furono illuminati, promosse così tante iniziative culturali che il centro della città ritornò ad essere frequentato e vivo. Diventò uno dei sindaci più amati d’Italia.
E siccome anche il calcio ha la sua importanza, divenne Presidente onorario del Taranto Calcio, per tentare di risollevare la squadra che non navigava in buone acque. Ultimo, ma non ultimo, per attirare l’attenzione dell’opinione pubblica sul problema dell’inquinamento marino, fece anche lui la sua bella nuotata, nel Golfo di Taranto.
Noi tarantini eravamo contenti. Finalmente la città era pulita, i gommisti avevano dimezzato gli affari, potevamo goderci la Villa Peripato e il lungomare senza essere costretti a fare venti km in auto per poter fare due passi, le signore potevano camminare senza stringere la borsetta tra le braccia.
Forte del fatto che il successo conseguito fosse di dominio nazionale, venne eletto deputato nel 1996, capeggiò la “Marcia su Mantova” contro la Lega Nord e si candidò a sindaco di Milano nel 1997.

Quando nel 1995 fu rinviato a giudizio per “concorso esterno in associazione mafiosa” noi tarantini pensammo in un baleno che era tutto un complotto dei suoi avversari politici, perchè Cito era un personaggio scomodo per loro, in quanto aveva dimostrato che relativamente con poco denaro ed in breve tempo era stato possibile rimettere in sesto la città. I politici locali dei partiti tradizionali erano ormai impossibilitati a depredare le casse di Taranto.
Fatto sta che a fine dicembre 1997 fu condannato definitivamente per concorso esterno in associazione mafiosa, per i suoi rapporti con la Sacra Corona Unita. Dopo aver trascorso 4 anni in carcere riprese in mano la sua carriera politica candidandosi alla Presidenza della Regione Puglia e promuove la candidatura a sindaco di suo figlio Mario (detto il trota del Sud). Fortunatamente accumulò solo il 18,93% dei voti.
L’anno scorso venne condannato in via definitiva a quattro anni di carcere: quando era sindaco di Taranto ottenne una tangente mascherata da contratti pubblicitari stipulati con la sua emittente televisiva Super 7, di 120 milioni di lire dal portavoce della Dirav, la multinazionale liberiana interessata al progetto del porto turistico in zona S. Vito.

A tutt’oggi mi risulta sia in carcere, anche se i suoi avvocati stanno premendo per la concessione dei domiciliari.
Ma ancora adesso, nonostante tutto, c’è chi dice: Ah…quando c’era Cito…se ci fosse Giancarlo Cito…

Se solo avessi ricordato questa parte di storia della città di Taranto, avrei potuto prevedere i risultati elettorali.

P.S. Anche Giancarlo Cito attraversò a nuoto lo Stretto di Messina. Nel 2009.
http://www.newz.it/2009/09/14/giancarlo-cito-attraversa-lo-stretto-di-messina-a-nuoto-per-il-sud/13875/

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