……..cidio

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Capisco che ci siano dietro studi sociologici, psicologici e di varia altra natura. Ma il suffisso “cidio” mi fa particolarmente ribrezzo se preceduto da altre lettere che non siano “omi”. Per chi scrive, parlare di “infanticidi”, “femminicidi” suona molto fastidioso, qualcosa a metà tra il pensiero esoterico ed il tentativo di creare delle sottocategorie a gravità progressiva in quello che, di per sè, dovrebbe essere già il peggiore dei crimini. A prescindere che la vittima sia una donna, un bambino, un anziano o chiunque altro. Certo, concentrarsi sugli omicidi di individui socialmente ritenuti “deboli” è una manna per i media (vellicanti la morbosità di un pubblico che ancora non riesce a staccarsi dalle fiction sui peggiori delitti degli ultimi anni), che mobilita tempo zero truppe di sociologi, psicologi, politici, ecclesiastici e parenti di vittime da stipare nei boudoir altrimenti detti “talk show”. E, per il principio dei vasi comunicanti, a detrimento di quello che è il vero problema tanto negato dell’essere umano, di cui si parla mai o quasi: la volontà di prevaricare e dominare chiunque sia ritenuto debole, inferiore, indegno di rispetto perchè semplicemente “diverso”. Unire tutto ciò alla cultura imperante -e non proveniente, mi spiace per gli psicologi, da film e fumetti- per cui gli ostacoli vanno eliminati e le regole aggirate perchè “la legge è una cosa, la giustizia un’altra”, contribuisce a riempire quotidiani e telegiornali di cronache opportunamente sterilizzate dal loro essere estreme, cui possiamo guardare da lontano, sentendoci al sicuro perchè incapaci di riconoscerci in esse. Noi non faremmo mai una cosa del genere alla nostra donna, al nostro bambino. Dove quel “nostro” viene assai spesso pronunciato come se si parlasse della nostra macchina, la nostra casa, la nostra lavatrice. Il trattamento, infatti, è molto spesso lo stesso . E se osano ricordarci che sono esseri umani con pensieri, emozioni, bisogni e desideri, pretendendo rispetto e dignità… Allora bisogna rimettere le cose a posto, con la stessa logica con cui si tira un calcio al dvd che non funziona. Se la sono cercata. Facciano autocritica. Come proposto dal volantino affisso dal parroco di Lerici, tratto da quel sito lungimirante e progressista che è Pontifex*. Molti hanno reagito gridando allo scandalo, di fronte a quel marasma di stupidaggini. Per quanto mi riguarda, mi hanno scandalizzato di più gli scandalizzati. Avendo a che fare per gran parte del tempo con esponenti del mio stesso sesso, questioni come quelle trattate nel volantino le sento pronunciare quasi quotidianamente. Con tutti gli adeguati distinguo; perchè si sa che l’uomo è cacciatore, e dopo un po’ si stufa, e poi è una scappatella, e se lei non ci voleva stare… Beh, allora non doveva guardarmi in quel modo. Faccia autocritica. Lei. A parti invertite, la questione è molto più immediata. Perchè si sa, le donne son tutte puttane, cercano solo il…. E quindi, in ultima analisi, se la son cercata. Facciano autocritica. Loro. Mi pare che questo sistema di deresponsabilizzazione benaltrista stia trovando sempre più piede attorno a me, e stia attecchendo come la gramigna anche dove non dovrebbe. Conosco infatti diverse donne maltrattate dai propri compagni (fino al limite del legale, in alcuni casi) che aggrediscono anche con violenza chi sommessamente propone loro di rivolgersi alle autorità, o le chiama per loro conto. Perchè la colpa non è sua (del compagno), è il momento difficile, la crisi, una giornata storta, e comunque non mi farebbe mai davvero del male. Ma forse sarebbe il caso di cominciare a chiederci cosa sia davvero, questo intangibile e vago “male”. A fare un po’ di sana autocritica, sì, ma come società prima ancora che come singoli individui. Altrimenti, tra non molto, il prossimo “cidio” che occuperà le prime pagine ed i salotti televisivi del dopo pranzo potrebbe essere quello della logica, della responsabilità e del vivere civile. Che son già concetti, molto spesso, difficili da comprendere così. Figurarsi doverli declinare in “cidio”.

*http://www.corriere.it/esteri/12_dicembre_26/pakistan-ragazza-uccisa_d6f6a92e-4f9a-11e2-928c-8cc85a40346e.shtml
Che dire; facciano autocritica.

Immagine tratta da http://www.silviaziche.com/galleria/amoremiosilviaziche4.html

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