Cialtroni per sempre

Primo Piano

L’Italia in pensione

Si prendono soldi a debito per trasformare lavoratori in pensionati. Così il paese va indietro, non avanti.

di Giuseppe Turani | 18/01/2019

Confesso di non avere più voglia di perdere tempo con le stupidaggini di Salvini e di Di Maio. Il primo dice, ironicamente, di dedicare la “quota 100” alla Fornero e a Monti. Naturalmente dimentica di ricordare che i due salvarono l’Italia dal disastro da lui stesso combinato bocciando la riforma pensioni del governo Berlusconi di cui faceva parte. Senza il suo no a Berlusconi forse non avremmo avuto il governo Monti (che comunque ha fatto ottimamente il suo lavoro).

Il secondo, mai lavorato un giorno nella sua vita, afferma di essere orgoglioso a 32 anni di aver riformato il welfare. Un miracolo.

1- Ma se veniamo alle cose serie che cosa scopriamo? C’è una recessione alle porte (anzi, è già qui). Servirebbe quindi un grande sforzo collettivo di lavoro e di produttività per evitare il peggio.

2- Invece i due che fanno? Spendono un sacco di soldi che non hanno (debiti, quindi) per mandare a casa chi sta lavorando, trasformandoli in pensionati. Questo è il senso di quota 100: si spendono soldi pubblici perché la gente smetta di lavorare.

3- Il reddito di cittadinanza (una sorta di mostro giuridico e labirintico, serviranno fior di commercialisti) è ancora peggio: si paga la gente dicendo che però dovranno lavorare accettando le proposte che verranno loro fatte. Ma quali proposte? Se ci fossero posti di lavoro disponibili, non avremmo tre milioni di disoccupati.

4- È la crescita economica, solo la crescita, che crea nuovi posti di lavoro: sta scritto in qualunque manuale, anche nei bigini. Solo che con una crescita italiana dello 0,5 per cento (o zero) i posti invece di crescere diminuiranno. E Di Maio potrà offrire solo passeggiate ai giardinetti pubblici.

5- Definire questi due idioti è poco. Sono criminali.

Infatti, il loro disegno è chiaro: ripetere l’esperienza del 2011, con il paese sull’orlo del crack, stanno spingendo il paese in quella direzione. E sulla paura del crack (da loro stessi provocato) fare man bassa di voti.

L’unica esile speranza che rimane viene da alcuni sondaggi che li mostrano un po’ in calo, logorati. Forse gli italiani stanno riacquistando il ben dell’intelletto. Ma forse non ancora.

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Tratto da qui https://www.uominiebusiness.it/default.aspx?c=635&a=27459&tag=18-01-2019-L%27Italiainpensione

L’autore è Giuseppe Turani.

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