ANTISISMICO DE CHE??

(questo articolo è di M.E:B. alias Karlonamed; ricevo e pubblico)

 

LEZIONE N° 1:
non esiste l’edificio intrinsecamente sicuro; perché?
esistono tre livelli di incertezza:
– incertezza sulle sollecitazioni, in particolare quella sismica:
i terremoti, sono eventi naturali, caotici, non prevedibili a priori, per l’inadeguatezza dei modelli e l’incapacità di stabilire delle coedizioni al contorno attendibili; quello che si può fare, attraverso l’osservazione del pregresso storico e dell’attenta misurazione tramite sismografi, è tracciare delle mappe che, dato un certo lasso di tempo ed una intensità di terremoto, stabiliscono la probabilità che quel terremoto avvenga in quel lasso di tempo.
Gli edifici antisismici, sono progettati nel seguente modo: in un punto, si ricercano i due eventi con l’intensità massima, che possono verificarsi rispettivamente in 50 anni e 475 anni; si ricavano così 2 accelerazioni al suolo, con la prima, l’edificio non deve danneggiarsi in alcun modo, con la seconda può danneggiarsi al punto di doverlo demolire, ma non può crollare (STATO LIMITE DI DANNO, STATO LIMITE DI SALVAGUARDIA DELLA VITA). E’ chiaro che qui si parla di probabilità, quindi non si può in nessun modo escludere, che ad esempio, se l’edificio è progettato per resistere ed un sisma di 6° grado, nella sua vita utile, non debba sopportarne uno di 7°; la probabilità è molto bassa, ma non 0.
– incertezza sui metodi e modelli di calcolo:
i metodi ed i modelli di calcolo che si utilizzano oggi, sono frutto di ricerche e studi ormai secolari, e sono sempre più complessi, ma, ovviamente si basano tutti su una semplificazione delle leggi che descrivono il comportamento e la resistenza dei materiali, nonché sulla semplificazione e discretizzazione geometrica dell’edificio. Va da sé, che l’affidabilità dei risultati, che in alcuni casi è buona (strutture in acciaio, telai in calcestruzzo armato, strutture in legno, semplici strutture in muratura), in molti altri casi, è quantomeno dubbia, e permette al massimo di descrivere l’ordine di grandezza di ciò che avviene nella struttura, come ad esempio (caso peggiore), nei complessi estesi di edifici realizzati mediante muratura in sassi o pietre disordinate, e ripresi negli anni, sporcandoli con tecniche costruttive differenti. (vi viene in mente qualche caso?) .
– incertezza sulla caratterizzazione dei materiali e sul rilievo geometrico:
Per acciaio, calcestruzzo e legno posati ex novo, le incertezze sono, limitate, conosciute e considerate; quando invece si ha a che fare con muratura storica, si possono si, fare delle indagini, ma sono per forza di cosa, limitate e poco affidabili; figurarsi poi riuscire a cogliere tutte le peculiarità geometriche, senza rompere tutto.

CHIARO? l’edificio sicuro al 100% non esiste.

 

LEZIONE N°2:
la prevenzione è (quasi) sempre possibile, ma, spesso non può essere completa, e la prevenzione a tappeto, come auspicano (parrebbe, ma sono certo che non è così) i commentatori della domenica, (quelli che vorrebbero incolpare renzie anche per il terremoto), è una cagata pazzesca; (92 minuti di applausi).
– l’unica vera prevenzione che da una ragionevole sicurezza, prevede di buttare giù e ricostruire con metodi moderni.
– ma come, non è possibile risanare e rinforzare gli edifici storici?
si certo è possibile, anche se ogni caso è diverso e gli interventi, possibili, adatti, ed economicamente sostenibili, vanno scelti ed adattati come un guanto all’edificio.
Si va dalla semplice legatura tramite catene con risanamento di solai e coperture, fino al trattamento di tutta la muratura tramite betoncini armati, o alla realizzazione (come vani scale o ascensore che dovrebbero assorbire le sollecitazioni al posto delle murature);
Ci sono però 2 problemi.
Gli interventi meno invasivi, migliorano di molto la sicurezza, ma non sono (quasi) mai risolutivi, gli interventi più invasivi, oltre ad essere economicamente molto costosi (richiedono ovviamente la realizzazione di tutte le finiture, quelle pre intervento, difficilmente sopravvivono..), cozzano con le seconde due incertezze prima descritte: materiali e modelli;
il rischio è quello di spendere fantastiliardi, per realizzare interventi che magari finiscono per peggiorare il comportamento dell’edificio.
Ci sono altri 2 problemi:
Molto spesso, gli edifici a rischio, formano dei complessi collegati fra loro, con situazioni strutturali molto complesse e variegate e con decine di proprietari diversi; è chiaro che io, per mettere a posto la mia porzione devo conoscere com’è fatto tutto il complesso e per essere veramente sicuro, devo adeguare anche le case dei miei vicini.
E mentre faccio il lavoro (che magari dura tra i tre mesi e i te anni?) dove vado a vivere? in albergo?

Immaginiamo ora di accontentare quelli che in questi giorni si riempiono la bocca con i discorsi PREVENZIONEH!111!! PRENVENZIONEH!11!1111:
Facciamo una bella legge, ad esempio che imponga, nel momento in cui si fa qualsiasi lavoro edile su edifici esistenti, si debba anche adeguarli sismicamente; è semplicissimo, basta che qualche politico lo scriva su un pezzo di carta e che il parlamento lo voti, poi possiamo incensare il salvatore della patria al grido di MAI PIU’ CROLLIH!!!11!!

solo che.

solo che succede un casino, elencherò qui solo alcune difficoltà insormontabili che mi vengono in mente, ma sarà un elenco parzialissimo:
-qualcuno “esperti” (?) sui giornali ha sostenuto che con 100/300 euri al mq si può fare l’intervento; allora, se con 20000 euro fai l’adeguamento vuol dire che fai interventi locali, poco invasivi e che non richiedono di rifare tutte le finiture ed impianti insieme, cioè a dire, l’edificio, probabilmente funziona bene anche senza quegli interventi.
Se la struttura, previa analisi sismica, risulta che non è messa bene, mettetevela via, quei 300 euri, sono (forse) sufficienti al eseguire il solo intervento, poi però dovete spenderne almeno altrettanti per rendere la casa vivibile;
Ora in Italia ci sono quasi 29 milioni di abitazioni, di cui antisismiche (stima favorevolissima per intenderci) lo sono forse 9 milioni, e probabilmente molte meno (io direi 4 o 5).
Mettiamo una spesa media, per stare larghi, di “soli” 50000 ad abitazione, la spesa totale (sottostimata?) di 1000 miliardi di euro.
Vi immaginate ogni famiglia a sborsare 50000 euri a botta? io no.
E se li mette lo stato? dove lo trova mezzo PIL, così su due piedi?
-Come dicevo sopra, gran parte degli edifici a rischio, è raggruppato in complessi, che vanno trattati nella loro interezza; li vedete voi, decine di proprietari, con diverse capacità economiche riuscire ad accordarsi per un intervento unitario? io no.
-Mentre si trasforma l’Italia in una cantiere, dove mandiamo a vivere tutti in attesa degli interventi?
l’unica conseguenza che avrebbe una legge di questo tipo, sarebbe quella di bloccare totalmente il settore delle ristrutturazione ed obbligare a costruire nuovi edifici e consumare ancora territorio.
E’ per questo che dico, e sostengo con forza, che la prevenzione è una cagata pazzesca;
e badate bene, lo dico a mio discapito: io ci farei i soldi su questa cosa.

LEZIONE N°3

ricostruire, come? boh.

questa è la parte più difficile, perché investe considerazioni che con la tecnica, poco hanno a che fare, ma che investono in pieno la vita delle persone e la vitalità degli insediamenti.

– la soluzione economicamente più conveniente, tecnicamente più sicura?
ricostruiamo i paesi da zero, con edifici in legno.

Solo che, così si sradicano le persone, annullando le reti sociali e di solidarietà, creando casermoni anonimi, inadatti a mio avviso ad accogliere stabilmente le persone.
Alla lunga, non c’è nulla da fare, si svuotano, la gente va via, in cerca di altri luoghi, più accoglienti, le città muoiono.

– ricostruire tutto com’era prima, fino all’ultima pietra.

Può anche essere fatto, anche se economicamente molto dispendioso, soprattutto nei centri storici (dipende anche dal grado di distruzione.. ed Amatrice è messa molto male), in questo caso è fondamentale salvaguardare gli archivi dei comuni, che raccolgono i progetti, degli edifici nel loro territorio;
Sarebbe però abbastanza stupido ricostruire senza promuovere criteri antisismici (e, dove si può anche materiali antisismici come il legno).

La verità è che ogni edificio deve essere oggetto di valutazioni a parte, le ricostruzioni a tappeto, con criteri industriali, fanno più danni che altro.
C’è bisogno di uno stato vicino, che non ti metta i bastoni tra le ruote e dove può dia una mano economicamente, ma non sia troppo invasivo nel proporre soluzioni.
C’è tanto bisogno degli enti locali, che da una parte propongano soluzioni adatte al territorio che ben conoscono, e dall’altra parte abbiano gli strumenti (anche personale straordinario, magari tecnici a contratto..) per vigilare che quello che viene costruito non vada giù ancora alla prossima scossa.
C’è bisogno abitanti, che una volta passata l’emergenza non pretendano soluzioni immediate: c’è bisogno di pazienza, la fretta produce mostri come l’Aquila.
C’è bisogno di imprenditori e tecnici responsabili, che non lucrino fino all’illecito su questa disgrazia.

LEZIONE N°4

quella scuola doveva crollare? SI!
qualcuno deve pagare visto che quella scuola è crollata? SI.

Sembra una contraddizione, se quella scuola è giusto che sia crollata, perché dovrebbe pagare qualcuno? La risposta è semplice: tecnicamente non era previsto che resistesse al sisma, ma amministrativamente doveva farlo.
andiamo per ordine:
Il comune presumibilmente nel 2011, decide di ristrutturare la scuola e in base ad una perizia strutturale ed alle risorse che ha a disposizione (o che può spendere), decide di rifare impianti, finiture e migliorare sismicamente alcune parti dell’edificio;
Un progettista, che non conosciamo, fa un progetto dove prevedeva alcuni interventi per migliorare la sicurezza sismica del fabbricato:
Nel 2011 il comune bandisce un appalto, per le ristrutturazione di impianti e finiture ed il miglioramento sismico di alcune parti dell’edificio;
Nel 2012 vengono fatti i lavori;
Nel 2016, le parti NON interessate da interventi strutturali crollano.
Tecnicamente è giusto così, in quanto l’edificio è stato oggetto (parzialmente) di un miglioramento, non di un adeguamento;
ora, vediamo i termini:
– miglioramento sismico: partendo da una situazione in cui un edificio si ritiene sia in grado di resistere ad un X% della massima sollecitazione sismica attesa in quel territorio, con una serie di interventi si arriva ad X+N% < 100% di resistenza.
– Adeguamento sismico, quando un edificio ha una R>100% della sollecitazione sismica;

solo che:

Con le NTC (norme tecniche sulle costruzioni) del 2008 e successive circolari, è stato decretato che, tutti gli edifici strategici (ospedali, scuole, sedi dei comuni ecc..) dovevano essere adeguati sismicamente entro un termine, che dopo varie proroghe è scaduto a febbraio del 2013 se non erro.

Quindi, di per se l’appalto del 2012 non era sufficiente e era in contrasto con la legge; pertanto il sindaco di allora “dovrebbe” essere chiamato a risponderne.
La verità è che tutti gli enti sono nella merda, perché pochissimi e solo parzialmente si sono adeguati a questa norma; Se vi viene in mente di candidarvi a sindaco, pensateci bene, perché dopo un annetto dalla vittoria, se non avete avviato almeno i passi per mettere tutto in sicurezza, sarete gettati anche voi nel calderone dei responsabili.

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