Allah è Grande… anche troppo.1

Sono giorni in cui , a causa dell’emergere da una apparente notte dei tempi di un sedicente Califfato dei Credenti , si assiste ad un proliferare di commenti , analisi ed approfondimenti, sulla natura “fanatica” di certi fenomeni politici legati all’Islam, che troverebbero la loro radice ideologica nella qualità intrinseca della religione stessa, e si trovano innumeri valutazioni che, oltre a considerare fattori che siamo abituati a vedere come fondanti, cioè quelli geopolitici ed economici, mettono nel “calderone alchemico degli ingredienti”, suddivisioni di natura religiosa come “Sciiti contro Sunniti “.

Emergono dalla vasta terminologia riguardante l’area, definizioni che siamo abituati a sentire, ma di cui spesso ignoriamo il contenuto vero, come “wahabita”, “salafita” …e una carovana di parole terminanti con il suffisso ‘ita”, spesso giustapposte un po’ a casaccio.

Le persone poco amanti dell’approfondimento e della conoscenza, solitamente ne fanno ampia collezione, per ripescarle dal sacchetto della tombola, ove necessario sembrare ‘edotti’.

Quelle invece che sono coscienti che un discorso compiuto prevede parole di cui si conosca davvero il contenuto, e che vanno poi messe in relazione reciproca, scoprono spesso che non sanno granchè di quel vastissimo e complesso mondo che è ‘L’Islam’; e si rendono contro che leggere le dinamiche di quell’area in termini puri di scontro di forze nazionali, non è sempre  la lettura più adatta a comprendere davvero cosa vi sta accadendo.

Proviamo allora a gettare un’altra monetina nella fontana, e partiamo per un “giringiro” nel mondo islamico, senza alcuna velleità accademica, ma con la speranza che possa essere utile…vedremo di farla ‘breve e circoncisa’, ma non abbastanza da non avere la necessità di essere suddivisa in più parti.

Iniziamo la passeggiata digressiva ricordando cosa c’era , in quell’angolo di Eurasia che vede la nascita del Profeta dell’Islam, quando il nostro vide la luce; non è inutile, perchè ‘quello che c’era prima’, influenza tutt’ora la percezione della religione in tutti coloro che ci vivono e si dicono musulmani, a vario titolo.

Tutti sappiamo che all’epoca, e si tratta del VI e VII secolo dopo Cristo, la religione cristiana si era diffusa in modo esponenziale , nell’area del Mediterraneo, ma pochi sanno che tale religione aveva permeato di se anche tutta L’Anatolia,  e risalendo verso il Caucaso, l’Armenia, oltre che essere giunta in Etiopia, ed aveva spopolato nel Vicino Oriente mesopotamico;  che all’epoca di cui parliamo era in gran parte cristiano,  mentre lo era molto meno l’Europa continentale del nord.

Ma che cristianesimo era? Non era affatto quello che siamo abituati a considerare tale, e in gran parte non rispondeva dunque alle direttive dell’Imperatore della Roma d’Oriente, con i suoi vescovi, che si era autonominato ‘Protettore dei Cristiani’….e che poi noi siamo stati abituati a considerare ‘Cristianesimo’.

Nelle zone governate da Bisanzio,da tempo si era cercato di mettere ordine, quindi creare una Ortodossia cristiana, tramite i famosi ‘Concilii’, ma atrove i cristiani decidevano altrimenti; nelle zone in cui comandava l’Impero Sasanide , quindi la Persia e parte dell’attuale Iraq, i cristiani mettevano in discussione molti di quelli che diventeranno dogmi, per la ‘Chiesa Romana’, compreso la Resurrezione di Cristo, la Trinità, e la duplice natura di Gesù , che non era ‘Kristos’, cioè non era ‘unto come re’, e a seconda del tipo di cristianesimo, era o solo umano, o solo divino, o  era ‘unica divinità’, e non Figlio di un Dio.

Quell’area era diventata una specie di grande ‘campo di rifugiati’, per tutti i cristiani non considerati ortodossi da Bisanzio, che erano dovuti fuggire dall’Impero Romano d’Oriente , causa le molte sanguinarie persecuzioni generate dalle scomuniche dei Concilii.

Quelle aree erano anche quelle cui approdavano le rotte carovaniere che giungevano dall’Asia, e dall’Africa Nera, e quelle importantissime rotte erano ormai gestite quasi unicamente da arabi, nel vuoto di potere generale che si era creato dalla lunga crisi , anzi diciamo pure agonia, dei due grandi imperi che caratterizzavano l’Eurasia occidentale di allora; quello Sasanide e quello Romano.

Ed eccoci arrivati agli Arabi’; che normalmente appaiono nei libri scolastici improvvisamente, come fantasmi, al tempo di Maometto, facendo improvvisamente capolino da un angolo della storia.

‘ndo stavano? Chi erano? Ormai i mille documentari che programmano i canali dedicati,  ci hanno insegnato ad appaiarli a Petra o a Palmira , approdi splendidi della strade carovaniere commerciali; ma rischia di essere una visione distorta, in quanto quelle civiltà cittadine erano l’estremo esito del contatto tra tribù arabe delle zone di confine, e grandi imperi cittadini e stanziali.

Il resto degli Arabi, faceva altro; e cioè faceva ‘il poliziotto guardia del corpo’, delle vie carovaniere, quando era stagione per farlo, e l’allevatore seminomade, quando la stagione non era quella delle carovane.

‘Arabo’ era chi viveva in quella vasta area che va dalla riva orientale del Giordano, fino in fondo a quella che veniva definita già allora ‘Arabica Peninsula’, e non era per nulla parente, neanche culturale, degli abitanti delle regioni anatoliche o di quelli dell’area dei due grandi fiumi Tigri ed Eufrate.

La struttura sociale di tali ‘arabi’, era fatta come attualmente è fatta ancora quella dei nomadi della Mongolia; divisi per tribù, rigidamente governate da un patriarca maschio che è sia il gestore delle ricchezze di famiglia, che il dispensatore di giustizia, in nome di un ‘codice’ orale tradizionale, per l’intero clan, costituito dalla famiglia di cui è capo, e da un gruppo di famiglie minori, collegate a vario titolo, con servi e schiavi;  il contatto con le civiltà stanziali , da molti secoli ormai aveva fatto di alcune di queste famiglie i gestori delle vie carovaniere; erano gli unici a conoscerle, e i loro parenti stessi , se volevano , massacravano in men che non si dica qualunque carovana di mercanti, e potevano dare o negare l’unico ‘fuoristrada’ che serviva a percorrerle, che è il cammello.

Si creò dunque, sin dai tempi dell’Impero Persiano, e via via più con quelli Partico e Romano, una speciale ‘polizia privata araba’, con cui ogni carovana di mercanti  doveva contrattare un prezzo per avere protezione lungo il percorso, fino al Mare di Persia, oppure fino a dove venivano presi in carico da altre tribù socialmente simili, dentro l’impero Sasanide ( e prima Partico, e prima Persiano) …se ne deduce quindi, e correttamente, che il concetto di ‘Nazione Araba’, non era presente nelle menti degli stessi arabi….dice qualcosa? 🙂

Innumeri gli episodi di rapimento con richiesta di riscatto, effettuati da queste polizie private, con annessa faida interna tra vaghi parenti, di cui uno ‘aveva fatto un patto con il mercante’, e il patto era sacro, e l’altro invece diceva ‘me ne frego del tuo patto’.

I maggiori legami, questo piccolo gruppo di arabi eminenti ( e molto ricchi) , lo avevano con le popolazioni ebraiche della diàspora, che lungo tutto il percorso delle vie carovaniere, si raccoglievano attorno a fòndachi da loro gestiti, che garantivano il transito delle merci grazie pure a legami di parentela che raggiungevano anche l’India.

Perchè ho fatto questa lunga digressione? Perchè è proprio di una di queste famiglie che faceva parte Maometto, e molto di quell’uso dell’epoca entra in via diretta nel Kuran; e perchè molta della mentalità dell’Islam arabo, viene proprio dai contatti che quelle famiglie ebbero , durante quei tragitti con i mercanti; mercanti che erano ebrei, romani, greci, siriani, caldei, mauretani, egiziani…eccetera, e quindi erano israeliti, cristiani di tutte le qualità , stoici, pagani politeisti…in un melting pot raramente avvenuto altrove nella storia.

Siamo giunti dunque al ‘nostro’  Maometto , Muhammad, Mehmet, e via traslitterando.

In cosa credeva Maometto, prima di avere la visione, e che ‘gli parlasse Gabriele’ , come lui stesso dice ?

Credeva, come tutti gli arabi dell’epoca, in un Dio, che somiglia al ‘Cielo’ dei Mongoli, o al ‘Wakantanka’ dei nativi americani; come tutte le comunità nomadi, era quasi naturalmente, anche se vagamente, monoteista, ma non credeva che tale entità agisse materialmente sulla vita degli umani, perchè tale caratteristica era demandata ad una serie di ‘spiriti intermedi’ ; nel caso degli arabi, caratteristica era la credenza nelle ‘pietre sacre’, che rappresentavano entità di sesso femminile, di natura celeste,  in qualche modo ‘madri antenate della stirpe’.

Se ne conserva ancora una , e sta nientemeno che nella Kaaba, alla Mecca.

La faccenda è complessa, e ci interesserà solo dopo, perchè quello che ci interessa ora è  Maometto, che era uno che leggeva molto, appassionato di teologia…in specie di quella ebraica e cristiana( e notare che c’era anche quella zoroastriana, quella manichea che era sua parente, e non era avulso dalla conoscenza magari vaga di quella buddhista, e dei molti politeismi ancora presenti).

La sua religione quindi, quando decide di essere ‘Profeta’ (ed è forse cosa che molti, anche dei suoi, raramenta capivano), non voleva essere ‘nuova’, ma voleva essere la vera verissima lettura di quella di Abramo; ed infatti non gioverà mai abbastanza ricordare che non si definiva ‘Il Vero Profeta’, bansì ‘Il Sigillo dei Profeti’…cioè l’ultimo cui Dio ( quello di Abramo) , ha affidato un messaggio. E giova ricordare ‘en passant’ anche, che lui stesso defini Gesù di Nazareth, ‘Il Più Grande Dei Profeti’, ergo più grande anche di lui.

Servirà magari dopo, nel capitolo ‘tutti sono uguali di fronte a Dio’ …che pare cosetta che i fanatici islamici si sono scordati.

Rivendicava  una eredità del ‘Patto’, perchè ‘Il Patto’, era l’unica cosa che i suoi colleghi arabi riuscivano a considerare come ‘religione’, e per prima cosa disse che lui aveva capito bene cosa voleva Yahwè con Abramo, nonchè che gli Arabi erano ‘stirpe di Abramo’ , nella forma del figlio della schiava Agar, Ismaele, fratello di Isacco.

Ma lui era ‘oltre’ …lui era ben più mistico, e non gli dispiacava affatto il Cristianesimo, di cui apprezzava molto la riflessione etica, nel suo contenuto ‘tutti gli uomini sono uguali, e Dio parla a tutti; nel ‘Nuovo Patto’.

Per lui era cosa di notevole momento, ed era quello che voleva insegnare; la gran parte delle ambiguità coraniche, sono dovute al tentativo del Profeta di far ingerire ‘la pillola’ ai suoi colleghi di etnìa; anche questo sarebbe argomento notevole, lungo, e interessante ( perchè ricco di conseguenze plurime), ma se ci fermiamo qui, le puntate di questa chiacchierata devono diventare venti…quindi per ora procediamo.

Rapidamente, nel vuoto di potere che esisteva nelle zone vicine alla Arabia, che aveva conseguenze notevoli sulla eminenza delle famiglie nobili arabe (che sul contatto con l’esterno, fondavano la loro importanza) , la Nazione Araba, che per la prima volta viene inventata, letteralmente, da Maometto ( ed a costo di una guerra civile, vinta dopo molte fasi alterne) , diventa una forza piccola, ma molto ricca, e dotata di una caratteristica nuova: parlava tutte le lingue dell’area, era mobilissima, conosceva il territorio…ed era motivatissima.

Sappiamo tutti cosa avvenne, con una rapidità che ancora lascia stupiti gli storici.

Ma cosa fu davvero, quella ‘conquista’?

E c’entra con quella parola che sempre viene citata, ‘Jihad’?

In parte c’entra , ma la parola originariamente non riguarda conquiste esterne, bensì riguarda la conquista della guida degli arabi ( che lui si era inventati come ‘popolo unico di un insieme di tribù’,  alla stregua degli ebrei biblici) ; fu quindi una ‘difesa dai nemici meccani ( le famiglie ostili a quella di Maometto, che avevano il centro di riunione alla Mecca) ‘ , cioè dalle famiglia degli ‘idolatri arabi’ che volevano farlo fuori, per motivi politici prima che religiosi…e non una conquista di infedeli stranieri.

Rapidamente però, si trasformò, con la vittoria, in una guerra globale di conversione, una ‘crociata’ , ed avvenne a pochissima distanza dalla morte di Maometto stesso, che, nella tradizione del popolo da cui veniva , fu ‘Capo di Una Religione’, ed anche ‘Capo di un Popolo e di un Esercito’.

Era la prima volta? No, anzi era la norma : anche l’Imperatore romano, era Pontifex Maximus, e senza quella carica, non poteva passare da essere semplice ‘comandante di truppe’ , a Pater Patriae, cioè simbolo e cosignificante di una compagine politica , che ha il riconoscimento degli dei.

Cosa ha di diverso il Capo Maometto? Ha che lui non ha ‘un codice di leggi’, a definire il suo operato, ed ha che non ha un senato, ma ‘un consiglio di prescelti da lui’,che non è neanche ‘il Consiglio dei Capi Tribù’, ma una cosa abbastanza nuova, che è “il fedele più fedele degli altri”, che viene allora definito “Amico del Profeta”.

Maometto aveva sincretizzato ‘L’Anziano’ tipico delle tribù nomadi federate, con ‘Il Santo’ della tradizione cristiana…volendo fare una piccola forzatura.

Lo aveva fatto perchè la sua era una forza di ribelli al potere costituito meccano, che si ribellava in nome di una Nuova Verità, che doveva però unire tutti gli arabi.

Ritroviamo dunque, in questo particolare, la ragione antica e mitologica, per cui ora ci si ribella e si può definirsi ‘Califfi’ ( Khalifa, successore del Profeta)  : anche nel Kuran,  c’è ‘un ribelle’, che in nome di un dio ‘vero’, fa un esercito e combatte. Niente dunque di scritto nelle tradizioni monoteiste colleghe, se non nel mondo ebraico, che vede la stessa sovrapposizione.

Passiamo a ‘JIhad’; nella tradizione coranica stratificatasi successivamente, il Jihad, diventa una guerra interiore, e viene diviso in ‘Piccolo Jihad’, che è la guerra difensiva per proteggere la Umma ( cioè la spirituale comunione dei Credenti musulmani, ed il loro diritto ad essere governati secondo la legge di Dio, in pratica il corrispettivo arabo di ‘Ecclesia’)  , che prevede di prendere anche le armi , ed ‘Il Grande Jihad’, che è la guerra interiore contro il peccato e la pochezza morale, che è il vero compito di ogni buon credente, che è ‘Islamico’, in quanto ‘si sottomette al volere di Dio’ ( visto che ‘Islam’ questo significa: sottomissione, ed anche qui troviamo il corrispettivo in “religio”).

In realtà, da quel poco che possiamo sapere dei testi originari coranici, che sempre ci sono riportati per interposto scrivano, e spesso in tempi anche molto successivi alla loro ‘rivelazione’ a Maometto, non sappiamo se davvero per il Profeta ci fosse tutta questa distinzione, sebbene possiamo capire che il suo fine era abbastanza pacifico, e aveva a cuore assai la lotta interiore, quindi la morale individuale.

Vediamo subito una parentela con l’evoluzione di concetto di ‘Ritorno di Cristo’ per i Cristiani, e soprattutto di ‘Gerusalemme Celeste’ ,  che prima è cosa percepita come imminente e storica , poi si complica, diventa interiore, e si sublima in una serie di precetti di comportamento quotidiano.

Altrettanto è accaduto nell’Islam con il concetto di Jihad.

Tralascio gli eventi strettamente legati alla nomina di un successore, alla morte di Maometto stesso ( si trovano su Wiki, chiunque può leggerle) , e lascio anche ad eventuali curiosità di chi legge, chiarimenti riguardo alle molte cose discutibili, del Kuran ….possiamo parlarne dopo, e mi piacerebbe anche farlo.

Se interessa, può diventare oggetto di approfondimento a parte; rischia di farci perdere il filo di una serie di eventi, che , nel caso interessi l’argomento, ci faranno da griglia, per collocare anche il resto, che dopo verrà.

Accade dunque che a velocità supersonica, i cavalieri arabi riescono a ‘conquistare’ ampissimi territori persiani , mediorientali verso il Mediterraneo, ed anche nordafricani; strappati ai Sasanidi in crisi devastante, e all’Impero Bizantino altrettanto in crisi nera.

Ma è una conquista vera? no, non lo è.

Fu uno dei primi esempi di Blitzkrieg della storia , ed a essere interessati furono in realtà solo i centri nevralgici del potere che si attaccava.

Ma gli Arabi avevano una discreta dimestichezza con quei ricchi burocrati e notabili, nonchè politici, perchè da molto tempo si accordavano con loro per organizzare le carovane mercantili. Fu dunque relativamente facile, dire ‘avete cambiato padrone ma nulla cambia’.

Nei fatti, ovunque gli arabi trovarono una burocrazia efficiente e alfabetizzata,durante la prima campagna di conquista… la arruolarono, senza neanche farle cambiare religione; parzialmente differente fu il rapporto che ebbero con i Persiani; lo vedremo dopo.

Preferivano ‘convertire la popolazione minuta’, che avrebbe costituito la base del futuro consenso, e non fu per nulla difficile farlo.

Si convertirono in massa. Perchè? Non perchè minacciati di morte, ma perchè non vedevano alcuna differenza, tra il loro Cristianesimo e il nuovo Islam…. non ce la vedevano perchè non erano cristiani come noi adesso li intendiamo.

Il fatto che ci interessa adesso, è che queste ‘decinania di miglionaia’, sono entrate senza molte difficoltà nel nuovo mondo ” di quelli che comandano”, perchè non lo trovavano più estraneo del precedente; a quelli che non volevano convertirsi veniva imposta una tassa , un testatico simbolico, che rimpinguava le casse del ‘Califfo’.

Accade dunque, che una intera struttura burocratica passa ad essere quella nuova ‘islamica’.

La cosa non è affatto indolore, per l’originaria Umma Islamica, perchè comporta venire a molti patti, che non sono solo economici ( ed avviene), ma anche culturali; ed è questo l’esito di più lungo percorso della storia, che interessa a noi.

Succede che l’idea stessa di Islam, si deforma, si adatta alle situazioni locali…quindi la maggioranza delle elaborazioni sia coraniche (stavano avvenendo allora, se mi concedete che il Kuran non lo aveva ‘dettato L’Argacgelo Gabriele’) , sia di quelle più puramente sociali e politiche, sono tutte dovute ad un aggiustamento, continuamente in fieri, ed estremamente rapido, data la corsa della nuova ‘arabitudine’ verso l’esterno.

Quindi è da tempo molto precoce che la struttura dell’ Islam subisce rapide e contrastanti evoluzioni; è perchè deve gestire popolazioni abituate a ben altra struttura sociale di quella che era naturale degli arabi; nascono dunque molti ‘Islam’, tutti in qualche modo accreditabili…e nasce, per controllare le spinte entropiche, anche la necessità di una ‘Ortodossìa’….il cui nome diventerà “Sunna” , che vuole dire ‘Giusta tradizione”.

E’ qui che comincia la lunga storia che adesso vede esiti che come minimo possiamo definire ‘discutibili’, dal punto di vista del puro pensiero, anche solo religioso.

Veniamo ai Persiani…che poi sarebbero mezzo attuale Iraq, tutto l’Iran, e anche parte dell’Afghanistan, con annessi  in parte delle confinanti ex repubbliche sovietiche a maggioranza islamica; uniti perchè la loro lingua ufficiale per secoli, è stata il Farsi, con molti dialetti secondari ad esso ascrivibili.

Quando l’Islam viene in contatto con il mondo zoroastrista, e manicheo, persiano…accade un sincretismo che privilegia l’aspetto esoterico , nel senso che nasce la lettura ‘non letterale’ del Kuran, perchè era natura religiosa tradizionale di quelle popolazioni, avere a che fare con aspetti ‘misterici ed esoterici’, ed avevano troppa dimestichezza con leggi e codici scritti, per dimenticarsele così , in un solo colpo, perchè erano arrivati gli Arabi.

Erano popolazioni che qualche secolo prima erano state sottomesse dai signori Sasanidi delle montagne dell’est , nell’ennesimo cambio di potere al vertice che quell’area ha vissuto, dall’Impero di Ciro il Grande in poi, e comportò una dominazione estremamente vessatoria e frustrante, fatta di una casta feudale padrona, che si sovrapponeva ad una società fortemente cittadina, in un rapporto somigliante a quello che visse parte dell’Europa tardoantica, tra abitanti dell’Impero, e invasori barbari.

Quel mondo aveva una ampia presenza di comunità religiose di tipo mistico, che praticavano rituali spesso a matrice sciamanica, in ribellione alla Chiesa di Stato Zoroastriana. Anche questo deve essere oggetto di un approfondimento, se interessa…e si ascrive alla voce ‘Sufismo’, che qualcuno mi ha chiesto di chiarire. Ma per ora facciamoci ‘la griglia di base’.

Del resto anche gi Arabi non potevano trascurare il fattore ‘diversità sociale e culturale’ , perchè non sarebbe loro riuscito, da soli, di gestire popolazioni relativamente alfabetizzate, fortemente agricole, con una loro tradizione e complessità sociale, senza in qualche modo aderire alla loro mentalità.

E’ cosi che nasce l’idea del ‘Batin’ , che vede le parole del Corano come ‘metaforiche per le persone degne, e letterali per quelle primitive e rozze’ , e quello di ‘Tasawwuf’ , che è il misticismo che vede le parole del Corano come “una ‘Via’ e non una Legge “.

Vi pare per caso che questa tradizione, che ha visto tra i suoi più illustri elementi anche Ibn Sina ( Avicenna) , possa essere vagamente ricondotta a questi fanatici che vediamo adesso?

Nasce, recuperata da una precedente tradizione religiosa e filosofica, una concezione che esula dal semplice concetto di ‘Dio fa un patto con me, mi dice la verità, e allora io sono suo tramite in terra e capo Politico’.

Ma tutto ciò…ma non se lo sono inventati gli Arabi.

Contemporaneamente accade cosa simile nel mondo mediterraneo, che era abituato ad una fortissima burocrazia ( ben più forte e strutturata di quella persiana , grazie anche alla maggiore densità abitativa ed alla maggiora facilità di contatti dovuta alla geografia dei luoghi) , e recentemente vessato da una vera dittatura religiosa cristiana, con i crismi decisi da Bisanzio.

Accade dunque che le diatribe più puramente teologiche, e capziose, avvengono in ambito mediterraneo, ed a confronto con il Cristianesimo Bizantino, ed il suo ‘Stato Chiesa’.

Succede che nascono decine di commentatori, spesso recentemente convertiti, che compilano detti del Profeta, discutendone per anni ed anni…e confondendo di molto le acque. E’ anche il periodo in cui nasce una prima vera stesura del Kuran…come vedete, la questione si era complicata prima ancora di essersi fissata.

Nasce , sulla scia delle diatribe teologiche del mondo cristiano, una volontà di stabilire una ‘Sharia’ , cioè un codice di leggi che debba stabilire il corretto rapporto tra umani, alla luce della ‘Vera Verità’, che è quella che nel frattempo qualcuno aveva stabilito essere quella “dettata” a Maometto dall’Arcangelo Gabriele ; a questo esito non sono quindi affatto estranee le mille elucubrazioni ‘de noantri cristiani’ ( che poi allora eravamo ‘anche loro’ ), sul rapporto tra Legge e Religione, cui Giustiniano volle dare una veste stabile, con il suo Corpur Juris.

Nasce anche la idea del ‘Kalam’ , cioè ‘il discorso su Dio’ ; ed è cosa paragonabile alla idea di filosofia che avrebbe avuto un filosofo medioevale europeo….con la importante discussione, presente in quasiasi mondo monoteista Abramico, che si può esprimere in : ‘ la Parola preesiste all’uomo, o essa è strumento dell’uomo?’

http://it.wikipedia.org/wiki/Kalam

Cosa che non è di piccolo momento, per qualunque devoto monoteista aderente ad un ‘Libro’….ed è proprio qui, che si differenziano gli Hanbaliti, che poi diventeranno i Wahabiti, padri del salafismo …ma è puntata successiva.

Sulla scia di queste esigenze, create spesso da sapienti filosofi adeguatamente attaccatisi al carro dei potenti, nasce dunque la sequenza degli Hadith, che sono un po’ come ‘Il Talmud’; decisioni di accreditati, con il bollino blu, che dopo essersi scannati un po’ tra di loro ‘deducono’ cosa davvero voleva dire il Profeta, e cioè , per interposto Profeta , Dio. Di Hadith ce ne sono di prima categoria, considerati da tutti le vere parole del Profeta, e di seconda classe, considerati ‘ dubbi’.

Il problema però mica si risolve, anzi…ovviamente si aggrava.

Perchè tali ‘sapienti’, spesso erano provenienti da culture religiose, e compagini sociali, molto diverse, e con la loro cultura, interpretavano le parole ( che per molto tempo sono state trasmesse oralmente), del neonato “Kuran”.

Ogni scuola aveva la sua interpretazione; le ha tenute insieme solo la idea che esistesse “Un Califfo Unico, protettore della Umma”….sul campione del Profeta, che fu anche Capo e Combattente.

Ma dentro questa vasta compagine, che non era tradizionale araba, ma era scontata per gli altri abitanti del neonato Califfato, vive e prospera il sincretismo, esattamente come prima; si formano quindi posizioni intermedie, in cui si continuano ad accettare precetti e cosmologia preesistenti, di natura zoroastriana, o cristiana, e vi si sovrappone ‘Allah’, come nome di dio ( in effetti ‘Allah’, significa semplicemente DIO, non è un nome personale di una divinità). Queste comunità ” musulmane ma anche no”, vengono nei primi secoli in genere ben tollerate , e prosperano con usi tutti loro per secoli, soprattutto nelle zone di difficile accesso geografico, sui monti dell’Anatolia, del Kurdistan, e più ad est dell’Iran e dell’Afghanistan.

Questa molte specie di Islam, si confrontano ancora oggi, creando una coloritura religiosa a conflitti che sono anche sociali e geopolitici. Possiamo citare il caso afghano, in cui i sunniti del sud combattono da sempre contro “quelli strani” del nord, il cui Islam è pervaso di elementi buddhisti e sufi….ma nascono anche conflitti del tutto interni all’Islam stesso, con la nascita di pensieri religiosi nuovi ; tra quelli più interessanti, all’epoca nasce quella che sarà poi definito ‘sciismo’ ( Shīʻatu ʻAlī , il partito separato di quelli di Alì).

http://en.wikipedia.org/wiki/Shia_Islam

Occasionalmente la sua nascita è dovuta a competizioni dinastiche e per la supremazia del comando della ‘Umma’ , nella lite tra eredi di sangue ed eredi di autorità, nel gruppo degli ‘Amici del Profeta’…con la celeberrima storia di Alì e del figlio Hasan, morto in una operazione praticamente suicida, a Kerbela ( ed anche qui si trova tutto facilmente su wiki…è così nota la cosa, che non ci sono dubbi di ‘ affidabilità’)

A noi ora non interessano i fatti, che chiunque può reperire, ma ci interessa cosa hanno comportato; ed è la divisione di natura teologica tra ‘legato mistico del vicariato di Allah’, e ‘ Parola Scritta’.

Prima non era molto importante, mentre da quell’evento nasce uno scisma, l’unico vero ‘scisma’ nel mondo islamico, che è quello tra ‘Sciti’ e ‘Sunniti’.

Lo scita ritiene esiste un legato ‘di sangue’ , che determina l’eredità della guida dei credenti, e che l’interpretazione delle scritture, sia meno importante della loro crescita in forma ‘profetica’; è una posizione che già aveva conosciuto l’Ebraismo, ed in parte anche il Cristianesimo.

Non ritiene invece che tale ‘guida dei credenti’ debba necessariamente essere anche politica; ritiene, diciamo, che la figura religiosa pura, sia più importante del ‘capo’.

Dall’altra parte si crea ‘La Sunna’ ( la Tradizione)  , cioè l’idea che l’unica cosa davvero importante sia la guida politica, che è quindi anche etica,che lo è alla luce della interpretazione delle scritture fatte da valenti filologi e compilatori, delle leggi del kuran, e quindi della ‘Umma’ stessa.

Quello che raramente viene detto, in allegato a questa semplicistica divisione tra le due più importanti scuole di pensiero musulmano, è che aderiscono in gran parte ad una struttura sociale ed economica preesistente: è la zona persiana, a fare suo lo Sciismo, mentre è quella araba, e mediterranea ( con diverse importanti eccezioni), a fare suo il Sunnismo.

La Persia, era all’epoca della conquista araba un’area a forte complessità sociale, con una vasta ‘classe media’ artigiana e burocrate; era fortemente alfabetizzata, ed era abituata ad avere ‘ leggi scritte’ allegate ad una religione che aveva molti aspetti di natura mistica , ed una complessa cosmologia, non lontana da quella indiana; era lo Zoroastrismo, con tutte le sue evoluzioni….non ultima anche un cristianesimo con forti connotazioni dualistiche, che nell’area del Mediterraneo era considerato eretico, ed era stato perseguitato ( ma vi ritornerà nel Medioevo, con Il Catarismo).

Queste popolazioni, hanno dunque fatto proprio si l’Islam…ma imponendogli varianti… e ribellandosi da sempre alla sovrapposizione di una casta ‘araba’, alla loro preesistente casta di potenti, che parlavano la loro lingua, e la scrivevano nel loro alfabeto.

Fecero dunque loro il portato egalitarista islamico, ma lo interpretarono nel modo più estremo, perchè là un ‘proto proletariato’ esisteva già eccome…e spesso sapeva anche leggere e scrivere; era gente che era in lotta da un bel po’ con il potere sasanide, che li vessava di tasse, ed aveva anche istituito un sistema di feudalità della gleba legato alla religione ( il sacerdote era spesso feudatario ed aveva il controlo della tasse, e poteva fare uso di questo duplice potere per emarginarti) , e quindi per loro Islam fu un sinonimo di “Liberazione”.

Ma rimasero sempre ‘diversi’ ; nei secoli fu infinita la quantità di rivolte che il Califfato , prima Omayyade, poi Abbaside, dovette sedare nella zona, versando molto sangue.

Nell’area mediterranea, invece, si crearono molti picco ‘Islam’ locali, fedeli al califfato , che allora era ancora Omayyade, ma venati di altre concezioni, anch’esse per nulla arabe. Vediamo quindi nascere un Islam  per nulla fedele al diktat dellla unicità delle forme di Dio, con la nascita precocissima di culti di ‘Santi’ , che hanno le loro venerate tombe, e cui si rivolgono preghiere, e culti di forma sciamanica, che prevedono il richiamo di spiriti assortiti ( cosa che Maometto si era preso la briga di vietare inequivocabilmente), in una commistione, come sopra accennato,  tra cristianesimo , zoroastrismo, paganesimo e Islam, che tutt’ora si potrebbe vedere , se solo potessimo andare in Siria…dove esiste ad esempio uno dei più grandi santuari mariani del mondo, in cui pregano a fianco zoroastriani ( quelli ci vanno ma nessuno li cita mai, chissà perchè…:) assortiti, cristiani di tutte le razze, e musulmani di tutte le sorte, e tutti fanno riti poco ‘ortodossi’ , per la loro apparente religione.

http://www.mariadinazareth.it/www2005/santuari%20mariani%20nel%20mondo/la%20madonna%20di%20saidnaya.htm

E’ per questa serie di concause, che ci appare solo ora, che esistono sacche di ‘Yazidi’ ( sono manichei, di tradizione zoroastriana), e di berberi soltanto vagamente infarinati di Islam, che poi saranno nella storia, ‘I Tuareg’, che erano tantissimi, e non si chiamavano soltanto così… che mai hanno accettato la teologia islamica, ma se la sono occasionalmente fatta piacere, mantenendo riti ed abitudini del tutto estranee al mondo originario da cui veniva quella religione e mentalità, che era ‘arabo’.

In tutto questo sproloquio…cosa c’entrano i salafiti, cosa sono gli hanbaliti? , ‘ndo stanno i sufi? , cosa è il velo? il Califfo ha senso di esistere? che cose sono i Wahabiti?  perchè mai esiste una ‘Sharia’, e cosa è ? che cosa pensano i fondamentalisti? perchè l’Islam ha una perverso fascino, anche in occidentali educati alla ‘razionalità’ , benchè magari di famiglia latamente musulmana? come mai i musulmani indiani sono incavolati solo son gli hindu, e non ce ne sono tra gli adepti della nuova Jihad? che c’entrano i talebani? che  c’entrano gli asiatici, e quando c’entrano ‘li Turchi’? e i Sufi, quando arrivano i Sufi?

Se vi interessa, calma che ci arrivo…questa puntata era solo ‘didascalica’, e spero che non sia stata troppo noiosa.

 

Ma prima di lasciarvi, inserisco qualche immagine, che ci  possa aiutare a comprendere anche in via intuitiva, che differenza c’è tra Islam ‘arabo’, e islam ‘non arabo’; e vi chiedo di guardare che forma danno allo spazio sacro, le culture musulmane africane, quelle del Mediterraneo Orientale, quelle della Anatolia, quelle persiane, e quelle centrasiatiche . Direi che sia molto più significativo di molte parole.

la-mecca-arabia-saudita La Grande Moschea, La Mecca

kairouan-01 La Moschea Grande di Kairouan, in Tunisia, che per i musulmani africani vale quanto La mecca, come ‘Pellegrinaggio sacro’.

Samara_spiralovity_minaret_rijen1973 Il Minareto della Moschea di Samarra, in Iran ( ma lo aveva visto, Brueghel?)

Shaw or Imam Mosque in Imam Square in Esfahan Iran Parte del grande complesso della Imam Mosque, ad Isfahan, che è collegato alla piazza più famosa del mondo Islamico persiano, con le due Madrasse

isfahan porta  uno dei portali di ingresso, capolavoro dell’arte decorativa islamica….e significativo della concezione di ‘ Moschea luogo di unione del credenti’.

moschea damasco interno l’interno della Moschea Omayyade di Damasco

moschea blu …e quello, ben diverso nella concezione dello spazio ( e quindi anche di Dio) , della Moschea Blu di Istanbul.

 

un capitolo a parte, meriterebbe , un excursus sulla architettura islamica…ma non so se interessa 🙂

Au Revoir.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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