A glitch in the democratic machine (1° parte)

Se dovessi scegliere uno tra i tanti aspetti che hanno caratterizzato la quasi ventennale avventura politica di Silvio Berlusconi questo sarebbe di sicuro la tendenza del giornalismo nostrano, e di riflesso dell’opinione pubblica, nel concentrarsi sulle questioni più marginali legate al personaggio e di ignorare quasi totalmente quelle più importanti.
Sono stati versati fiumi di inchiostro a riguardo delle vicissitudini giudiziarie di Berlusconi, e nei bar capitava spesso di sentire discorrere con toni elevati tra frange colpevoliste e innocentiste.
Leggi ad personam, collusioni con la mafia, prostituzione, ineleggibilità, sfruttamento di minori ed evasione fiscale sono solo alcuni (ma non tutti) degli argomenti che più hanno tenuto banco nel mondo dell’informazione, e nelle discussioni tra amici e familiari.
Che la gente comune si interessi maggiormente a quello che tutto sommato rientra nel “gossip” è per certi versi comprensibile; sono argomenti che rimangono per lungo tempo vacui e inconcludenti, e di cui è possibile discutere nelle posizioni “pro” e “contro” con la medesima enfasi di cui si parla della propria squadra del cuore. Niente riscontri oggettivi ma solo opinioni, delle quali nessuno chiede mai il conto e permette di terminare a tarallucci e vino qualsiasi discussione, con un distensivo e salvifico “abbiamo opinioni differenti, volemose bene”.

Ciò che invece risulta meno comprensibile è che la medesima distrazione avvenga nelle redazioni delle testate giornalistiche nazionali, che siano esse televisive, cartacee o online. Salvo alcuni sporadici approfondimenti praticamente tutti i media hanno seguito la telenovela berlusconiana concentrandosi sulla superficie della questione, osservandone la crosta più schifosa e purulenta ed ignorando quasi del tutto il reale problema che soggiaceva sotto la schiumetta : Silvio Berlusconi è un buon politico o no ?
E’ di questo si sarebbe dovuto discutere in questi 20 anni e non delle sue vicissitudini giudiziarie, per quanto importanti. Invece la valutazione dell’operato di Berlusconi come protagonista assoluto della vita politica italiana (capo del governo ed alternativamente capo dell’opposizione) è sempre passata in secondo piano, continuamente oscurata da una pesante cappa composta dalle sterili polemiche sulla sua vita personale e giudiziaria, tanto da far maturare ad alcuni il pensiero che molto del fenomeno sia stato costruito scientemente per tenere le discussioni sulla buccia, ed evitare così il nocciolo.

E dire i mezzi per compiere le opportune verifiche sull’operato del quattro volte Presidente del Consiglio sono facilmente alla portata di qualsiasi giornalista, sarebbe bastato un minimo di capacità di analisi e delle ricerche in archivio per avere in mano la pistola fumante, la prova inconfutabile della fallibilità di Berlusconi come politico. L’argomento che avrebbe cancellato in un solo colpo qualsiasi opinione contraria, perché un fatto accertato senza ombra di dubbio non può essere in alcun modo opinato. E forse è proprio per questo che i media hanno sempre evitato il più possibile di emettere e un giudizio inconfutabile e di ripeterlo con costanza: un giudizio lapidario per quanto corretto non potrà mai arrivare a rendere quanto anni e anni di opinionismo e gossip.
Anche nei confronti del Movimento 5 Stelle l’indirizzo dei media sembra immutato, con tanti piccoli articoli critici sparsi qui e là, ma che si limitano a colpire ai fianchi in modo poco convinto e senza mai affondare del tutto. Che sia dovuto a poco coraggio, connivenza con gli stessi elementi su cui scrivono, o semplicemente una scelta tattica per vendere più copie in realtà ha poca importanza.

Eppure anche per noi comuni cittadini privi di archivio esiste la possibilità di produrre una pistola fumante, o per meglio dire di arrivare ad una considerazione inconfutabile sulla validità politica del Movimento 5 Stelle, così come di Berlusconi, del Partito Democratico e di qualsiasi altro soggetto politico. Ad esserci di aiuto in questo compito è come sempre la logica.

 

La Prova del nove.

Molti di voi serberanno ancora il ricordo della Prova del nove, una semplice procedura matematica insegnata durante il corso di studio elementare che permette di verificare il risultato di una operazione di moltiplicazione.
La peculiarità di questa procedura è che un risultato positivo non indica necessariamente che l’operazione sia stata eseguita in maniera corretta, ma un suo eventuale risultato negativo evidenzia sempre e senza eccezioni un errore nel calcolo.
Analogamente alla Prova del nove esiste una procedura logica per verificare la validità di una serie di ragionamenti e consistente nell’accettarli nella loro interezza. Dare ragione su qualsiasi aspetto, particolare o argomento portato a favore di un determinata tesi, e alla fine tirare le somme e verificare se il risultato a cui si è arrivati è coerente con tutti gli argomenti presentati, ed ovviamente con la realtà che ci circonda.

Come la Prova del nove questo tipo di analisi (largamente utilizzato nel debunking) non è in grado di accertare con sicurezza la validità di un discorso o di una serie di ragionamenti, ma se correttamente eseguita permette di evidenziarne senza ombra di dubbio le eventuali falle e la conseguente invalidità.
Dare ragione a tutte le argomentazioni prodotte permette di evitare di venire distratti dai vari aspetti opinabili che porterebbero il discorso ad arenarsi su posizioni contrastanti e difficilmente conciliabili, inoltre taglierebbe “le gambe” alle accuse di pregiudizi o partigianeria che immancabilmente permeano in questo tipo di discussioni.
Alla fine raramente c’è una via di scampo: le presenza di falle all’interno di una serie di ragionamenti produrrà per forza di cose un certo numero di incongruenze, e queste saranno tanto più gravi e numerose tanto profonde sono state le falle iniziali.
Anche i tentativi di riavvolgere il discorso per tentare di correggere argomentazioni precedenti sarà destinato a fallire, producendo ulteriori incongruenze a cascata e il conseguenze incartamento di tutta la dissertazione.
E’ bene ricordare per l’ennesima volta che una apparente congruità del discorso non è significativo della sua validità, benché molto probabile, ma una o più incongruità gravi lo invalidano senza appello.

 

L’unto dal signore

Proviamo ora ad applicare questo metodo al capo di Forza Italia, Silvio Berlusconi, dando per scontata tutta la mitologia che lo vorrebbe infallibile.
Molto del consenso di Berlusconi è infatti legato al mito, quasi mistico, che lo illustra come l’uomo della provvidenza, il salvatore della patria ed unico baluardo rimasto a contrastare l’avanzata dei comunisti cattivi e divoratori di infanti.
Se l’uomo dietro al mito non è riuscito nell’intento di traghettare l’Italia verso la nuova Età dell’Oro la colpa infatti non sarebbe sua, ma delle continue resistenze interne del partito, di un parlamento pleonastico, lento e inadeguato alla sua leadership e di una costituzione troppo vincolante che limita eccessivamente i poteri del Presidente del Consiglio. Lo scenario e il suo pensiero sono ben noti, così come i suoi numerosi tentativi di accentrare il maggior numero di poteri nelle mani di una sola carica istituzionale, carica che poi lo avrebbe visto come ovvio protagonista.
Bene, diamo ragione all’uomo infallibile. Mettiamo pure che Berlusconi abbia l’intelligenza e le capacità di trasformare questo paese, e che la costituzione rappresenti un ostacolo da rimuovere. Accettiamo che solo lui sia in grado di abbassare le tasse mantenendo inalterati i servizi, creare occupazione, aumentare le pensioni e renderci tutti felici e contenti. Consegniamo quindi le chiavi della democrazia a questo sant’uomo, rimanendo sereni e scevri da ogni preoccupazione diversa dal riuscire fischiettare allegramente “Do you believe in magic” dei Lovin’ Spoonful.

Ed ora tiriamo le somme : abbiamo un paese di cittadini felici, la disoccupazione, la malasanità e gli errori della giustizia sono un ricordo; il cancro è stato sconfitto (sì, ha promesso anche questo), i poveri non esistono più, gli indagati hanno un processo giusto, breve ed esiste la certezza della pena per i condannati. Tutti gli italiani sono contenti e tessono le lodi del salvatore del paese, che utilizzando i poteri pressoché assoluti di cui è investito dispensa leggi giuste e giudizi salomonici.
Sino a qui sembra tutto perfetto, tranne per un particolare che potrebbe sfuggire ai meno attenti. Nella sua perfezione Silvio Berlusconi è pur sempre un essere umano, e come tale soggetto ad una peculiarità da non sottovalutare : la mortalità.
Come tutti gli appartenenti al regno animale anche per l’uomo più illuminato del pianeta prima o poi giungerà il momento di lasciare questa valle di lacrime, ed il suo successore si troverà ad ereditare il medesimo potere pressoché assoluto pur senza possedere le altissime qualità di colui che lo ha preceduto. Non solo, a prendere il potere a questo punto potrebbero anche essere gli odiati comunisti o addirittura il grande nemico del popolo Massimo D’Alema, che si ritroverebbe in mano le chiavi per trasformare l’Italia come meglio desidera, stravolgendo tutto il duro e illuminato lavoro compiuto sino a quel momento.

Ed ecco che l’intero impianto si disfa miseramente. I limiti dei poteri che la nostra costituzione assegna ai vari organi dello stato non esistono per via di qualche vezzo dei nostri padri costituenti; ed è vero che rallentano il percorso legislativo ma sono indispensabili per preservare la nostra democrazia. Senza di essi esisterebbe un rischio concreto di deriva verso una dittatura democratica, che rappresenterebbe il primo passo per il totalitarismo.
Sono insomma come le fondazioni di un edificio. Costruirle è costoso, prende un sacco di tempo e agli occhi di un profano sono assolutamente inutili; ma senza di esse l’edificio correrebbe il rischio di sprofondare lentamente nel terreno a causa del suo peso, con buona pace di chi preferirebbe non realizzarle per riuscire costruire più velocemente.
In parole povere concentrare tutto quel potere nelle mani di una sola persona non è per niente una buona idea, neppure se questa persona è la più capace e intelligente del pianeta.

Oltretutto il solo fatto di proporlo getta una luce inquietante sulle reale intenzioni e sulle effettive capacità sovraumane di Silvio Berlusconi. Possibile che l’essere umano più illuminato del globo terraqueo sia così poco lungimirante da non rendersi conto di un simile pericolo ?
I casi sono solo due e non si escludono mutualmente : O Berlusconi non è poi così illuminato come vorrebbe far credere o molto semplicemente possiede una spropositata brama di potere.
In entrambi i casi è palese che un progetto politico che proponga un simile sbilanciamento dei poteri a vantaggio di una sola persona è fallimentare e pericoloso per il paese. Indipendentemente dalla bontà della persona, dalle idee proposte e dal capitale umano messo a disposizione.
Tornando all’esempio precedente sarebbe come realizzare un grattacielo avveniristico, con tecniche di costruzione all’avanguardia e incorporante tecnologie futuristiche. Ma essendo privo di fondamenta tutta quella meraviglia sarebbe destinata ad affondare irregolarmente nel terreno, perdere stabilità strutturale e infine crollare.
E’ un progetto destinato a fallire senza possibilità di appello, esattamente come la visione politica di Berlusconi, indipendentemente da qualsiasi altro fattore.

Ogni opinione sui meriti dell’individuo, sulle idee e sull’effettiva possibilità che possa portare il nostro paese ad un nuovo Eden è quindi del tutto inutile; il pericolo concreto che seguendo il suo progetto l’Italia conosca di nuovo un periodo di totalitarismo è sufficiente per chiudere ogni altra discussione.

 

Il grande perseguitato

Un secondo tema su cui l’opinione pubblica e i media si sono sempre divisi riguarda la vita giudiziaria di Berlusconi. Santo o peccatore ? Perseguitato o criminale ?
Va detto che il capo di Forza Italia è riuscito a collezionare un nutrito numero di procedimenti a suo carico, e con una discreta varietà di reati contestati. Tra i più conosciuti ricordiamo i numerosi casi di falso in bilancio, frode ed evasione fiscale, corruzione semplice e in atti giudiziari, finanziamento illecito, riciclaggio di denaro, diffamazione e persino rivelazione di segreti di ufficio e prostituzione minorile. Nel merito di detti processi Berlusconi si è sempre professato innocente, accusando la sinistra ed i giudici politicizzati di avere ordito un gigantesco complotto giustizialista al fine di eliminarlo dalla scena politica, in quanto (a detta sua) incapaci di sconfiggerlo alle urne.

Per difendersi da questo complotto è stato costretto, suo malgrado, ad utilizzare i poteri a sua disposizione come Presidente del Consiglio e capo della forza di Governo per promuovere degli atti legislativi, in seguito chiamati “leggi ad personam”, volti a scongiurare il predetto complotto. Tali atti hanno garantito a Berlusconi il proscioglimento o la prescrizione per molti dei suoi processi, di fatto salvandolo dal carcere e dall’oblio politico.
I fatti sono noti a tutti, perciò è del tutto inutile perdere tempo a riepilogarli ulteriormente, proviamo pertanto ad applicare la nostra “Prova del nove” ed esaminare il risultato.

Silvio Berlusconi è innocente ? Vero. E’ un perseguitato politico ? Verissimo. Esiste un complotto ordito dalla magistratura politicizzata di stampo comunista per estrometterlo dalla vita politica ? Impossibile negarlo. E’ quindi lecito che utilizzi tutte le possibilità in suo possesso per salvarsi e neutralizzare il complotto inscenato ai suoi danni ? Lecitissimo.
Anche qui tutto scorre liscio; se Silvio Berlusconi è vittima di questo incredibile complotto è nel suo diritto difendersi e preservare il proprio onore, libertà, ed ovviamente la sua carica politica.
Ma riflettiamo un attimo. Il nostro paese è popolato da 60 milioni di abitanti, dei quali una piccola, piccolissima parte è composta da cittadini che si sono macchiati di reati a vario titolo, ai quali corrisponde una seconda parte, almeno pari, di cittadini vittime dei reati contestati ai primi.
All’interno di questi gruppi di rei e di vittime esistono in minima parte degli innocenti condannati ingiustamente, colpevoli che riescono a sfuggire dalle maglie della giustizia, ed ovviamente delle vittime a cui non viene riconosciuta giustizia.
Berlusconi è solo uno di questi di 60 milioni, per quanto potente e importante possa essere, e i suoi diritti non possono scavalcare quelli di tutti gli altri italiani.

Le leggi ad personam che il suo governo ha varato non hanno avuto valore solo per lui, ma per tutto il paese, e ciò ha significato la cancellazione o la prescrizione di numerosi altri processi con conseguente impunità degli imputati ed il mancato riconoscimento della giustizia alle loro vittime.
A questo punto l’innocenza del capo di Forza Italia e l’esistenza o meno di un complotto a suoi danni diventano elementi del tutto marginali. Colpevole o innocente che sia Silvio Berlusconi ed il suo governo hanno salvato dal carcere centinaia, se non migliaia di criminali veri e presunti, e lasciato le loro vittime prive della possibilità di avere giustizia. E’ un comportamento inaccettabile per qualsiasi cittadino italiano, e diventa ancora più inaccettabile nel momento in cui questo comportamento viene dal capo del governo; ovvero da una carica che dovrebbe legiferare nel rispetto dell’intero popolo italiano, e non distorcere il sistema giudiziario per i propri interessi, per quanto legittimi essi possano essere.
Ogni discussione su questo tema è pertanto completamente superflua, e la divisione tra colpevolisti e innocentisti è buona giusto per le chiacchiere al bar. In entrambi i casi Berlusconi si è macchiato di una colpa ben più grave di quelle che in questi anni gli sono state contestate nei tribunali: ovvero utilizzare per proprio tornaconto i poteri conferitigli, e senza alcuno scrupolo dei danni che le sue azioni avrebbero inflitto ai cittadini italiani.

Le conclusioni di questo piccolo banco di prova sono eloquenti.
Nonostante abbiamo dato per scontata l’innocenza così come le altissime capacità di Silvio Berlusconi i risultati ci hanno mostrato l’incompatibilità del progetto politico di Forza Italia con un qualsiasi modello di democrazia, e la tendenza del suo capo nel perseguire fini personali al posto di quelli pubblici senza porsi problemi riguardo ai danni prodotti verso la collettività. Berlusconi è senza ombra di dubbio inadatto a governare o ad assumere posizioni di potere in un qualsivoglia stato democratico.
L’idea spesso portata all’attenzione dell’opinione pubblica che Silvio Berlusconi sia l’unica alternativa agli altri partiti, o comunque meglio di loro, è del tutto priva di qualsiasi fondamento. Al contrario, Berlusconi e Forza Italia non rappresentano nessun tipo di alternativa valida poiché inadatti al ruolo che si prefissano.
Sarebbe come se un malato di Parkinson millantasse un complotto ordito ai suoi danni, esibendo nel contempo le sue straordinarie doti intellettive ed enorme cultura nel tentativo di venire assunto al ruolo di artificiere. E’ scontato che le supposte doti o l’esistenza o meno di un complotto siano elementi del tutto ininfluenti davanti all’esistenza della sua malattia; un malato di Parkinson non possiederà mai la manualità necessaria per svolgere il lavoro di artificiere, poiché rappresenterebbe un pericolo per la propria e l’altrui incolumità.

Nello stesso modo sono del tutto ininfluenti le supposte doti di Silvio Berlusconi o l’esistenza o meno di un complotto ai suoi danni, giacché abbiamo dimostrato come un suo coinvolgimento nella vita politica italiana sia dannosa per la democrazia e per la collettività. Tutto il resto sono solo chiacchiere utili per confondere l’elettorato e tenerlo in un costante limbo opinionistico, come in una infinita partita a tennis giocata tra due avversari incapaci di prevalere l’uno sull’altro, e che si limitano a ribattere di continuo la palla verso il campo opposto senza che nessuno prenda un punto.

 

Nella seconda parte proveremo ad applicare la Prova del nove al Movimento 5 Stelle, il nuovo soggetto politico su cui vertono oramai molte delle discussioni più vivaci e contrastanti all’interno dei media, sulla rete e nella vita di molti italiani.

Alla prossima puntata.

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