Russia

Qui leggo molto odio verso la Russia, che non condivido perché ho conosciuto i cittadini russi, sempre vittime di governi totalitari. Quando ero in Turkmenistan, dopo il crollo dell’URSS, i russi furono scacciati. Perché in realtà nell’URSS, le repubbliche asiatiche avevano subito una colonizzazione. I russi avevano in mano tutte le strutture chiave, lasciando agli asiatici la bassa manodopera. Poco diverso dal colonialismo europeo. In Turkmenistan assistei al primo anniversario dell’indipendenza. Lì con il crollo dell’URSS sembrava che il mondo fosse pronto al libero mercato. L’allora presidente Niazov aveva promesso una Mercedes in ogni garage turkmeno. (Il Turkmenistan è uno dei Paesi al mondo con più giacimenti di gas).

Ero lì nel 1992 e non si trovava niente. Il crollo dell’URSS aveva determinato la divisione fra le sue repubbliche. Nell’URSS ogni repubblica produceva per l’intera associazione di Stati e con il crollo la rete di distribuzione venne a mancare. Le mie esperienze di allora può descrivere una situazione generale, quasi surreale. Quando arrivava un treno, i negozi di Ashgabat si riempivano di fisarmoniche, poi arrivava un treno pieno di dentifrici. Avevo solo due padelle in casa e ho dovuto aspettare mesi il treno carico di padelle. L’URSS non è crollata solo per l’idea comunista, ma è stata fallimentare la sua gestione economica, con grande accesso alla corruzione, che ne ha provocato il default. Perché economicamente è stato un default, non solo la caduta del sistema comunista. La tecnologia dell’URSS all’epoca fu molto sopravvalutata dalla propaganda occidentale, in realtà era simile all’attuale Corea del nord. Non avrebbero mai retto a uno scontro con l’Occidente, senza provocare un disastro globale. E penso che Krusciov se ne sia reso conto, quando ha ritirato i missili da Cuba.

Ero a San Pietroburgo durante il governo dell’ubriacone Eltzin. Perché la vodka non va sottovalutata in Russia. Anche letteralmente, l’acqua in russo si chiama “voda” troppo simile alla parola “vodka”. All’epoca del default le industrie di produzione di vodka, non riuscivano a soddisfare la richiesta, tanto che la importavano dalla Polonia. Al Duty shop dell’aeroporto di San Pietroburgo, ne comprai mezzo gallone per portarlo in Italia. Solo dopo essere arrivato a casa lessi la scritta: Made in Michigan-Chicago.

A fronte della svalutazione continua del rublo, circolavano i dollari. Mazzette da cento dollari nuove di zecca. Nessuno accettava dollari se non puliti e nuovi, temendo fossero falsi. Il dollaro era diventata la moneta ufficiale a San Pietroburgo. I pagamenti si effettuavano solo in dollari e in contanti, dato che le strutture bancarie non funzionavano più. A San Pietroburgo lavoravo per una società svizzera, portavamo i soldi in contanti passando da Zurigo. Un mio collega si legò attorno al corpo e sotto il maglione 750.000 dollari. La Russia del 1994 è riuscita a salvarsi solo grazie agli aiuti americani e al mercato nero dei dollari. Tutte le mazzette di dollari erano nuove, appena uscite dalla zecca USA.

Eltzin apparteneva a una famiglia ricca e quando scelse come suo successore Putin, vicesindaco di San Pietroburgo (nel periodo in cui ero lì) lo fece per salvaguardare i suoi interessi, considerandolo manovrabile. Nel frattempo Putin a San Pietroburgo s’era già creato una sua rete “mafiosa”. Vendeva legname (i cui profitti avrebbero dovuto essere elargiti alla popolazione) trattenendoli per sé e i suoi sodali. “Il clan di San Pietroburgo”. Lo stesso con il quale attualmente condivide il potere. Una istituzione simil-mafiosa che governa il Cremlino, e per questo difficile da abbattere.

Leggevo che Putin è al centro (come obiettivo killer) fra i servizi ucraini. Come altrettanto è da parte russa riguardo a Zelensky. Se mancasse Zelensky, l’Ucraina avrebbe molte difficoltà, mentre la rete mafiosa di Putin cambierebbe subito il capo.

Questa non è una guerra come altre in passato. La perdita dell’Ucraina da parte dell’Occidente comporterebbe altre invasioni da parte dell’imperialismo russo, termine usato dai pacifisti solo per gli USA, mai per la Russia, ma soprattutto la Cina che poco a poco sta conquistando il mondo. Una Russia che cerca di riscattarsi, mentre sta diventando una colonia cinese: la Cina sta prendendo accordi con tutte le repubbliche “stan” centroasiatiche ed ex sovietiche.

Come ho iniziato l’articolo, non odiate i russi, ma i loro governanti. Centinaia di migliaia di russi hanno approfittato delle frontiere aperte, prima che venissero chiuse dall’occidente, per fuggire. La Turchia è piena di russi dissidenti, che vorrebbero entrare in Europa, ma li rifiutiamo, peggio che durante la guerra fredda. Eppure la dissidenza è l’unica cosa che può far crollare il regime totalitario di quel Paese. L’Europa manca di una politica estera comune adeguata, servizi unificati e capaci di bloccare interferenze con i nostri Stati democratici, sia durante le elezioni, quanto con la propaganda.

Un tempo la CIA usava i dissidenti per cambiare governi. Noi europei non ne saremo in grado, finché non ci renderemo conto che il regime di Putin è un pericolo per l’UE.

 

 

 

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