SNAFU!

Per descrivere quello che sta muovendo il Movimento 5 Stelle in queste ore vi cito alcuni acronimi militari abbastanza significativi: FUBAR, SNAFU.

Per capire l’oggi bisogna partire dagli ultimi giorni: che è successo ?

E’successo che Gianroberto Casaleggio e Beppe Grillo hanno messo in atto alcune mosse lungamente rimandate… per evitare problemi infatti alcune “situazioni” che erano già nell’aria sono state rimandate o posticipate fino al momento più politicamente conveniente ma poi, arrivati lì, certi nodi si sono dovuti sciogliere.

Di che parlo ? Intanto parlo dell’addio in termini non amichevoli (eufemismo) di Pizzarotti, poi c’è l’apparentamento con Farage (già programmato, ma tenuto segreto), l’espulsione formale di alcuni membri in rotta al Senato e, ovviamente, i mal di pancia post-europee.

 

Background.

Fino a qui ci siamo tutti, quel che non è andato come Grillo e Casaleggio s’aspettavano è la risonanza di questi gesti: le europee erano una grossa scommessa per Grillo, così grossa che il duo pensava che, sulle ali di una vittoria schiacciante, avrebbero avuto un periodo di “grazia” in cui, diciamo così, “rimettere in ordine l’agenda” senza troppi scossoni.

E’risaputo che cavallo che vince non si cambia, e se Grillo avesse vinto le europee, stracciato il PD e portato in EU un nutrito gruppo europarlamentare nessuno avrebbe fatto più che un borbottìo alle azioni intraprese dal capo-che-vince.

Invece Grillo non ha vinto, certi passi ha dovuto iniziare a farli lo stesso e purtroppo per lui alcuni di essi si sono dimostrate molto più onerose del previsto.

 

Il primo e più eclatante è l’apparentamento con l’UKIP su cui si  è riversato, in queste ore, anche un’indagine da parte della magistratura inglese per un brutto affare di tasse non pagate (che potrebbe costare a Farage anche un anno di carcere): L’UKIP non ha nulla a che spartire con l’immagine di sé che ha, da sempre, dato il Movimento 5 Stelle… per questa ragione non s’è fatta parola di questa strana alleanza fino a dopo il voto.

Ancora peggio, visto lo scarso risultato (non che il 21% delle preferenze sia poco, ma la flessione è vistosa rispetto alle politiche, sia in termini relativi che assoluti) ha di fatto incoronato il nemico giurato di Grillo, il PD… in queste condizioni la cosa migliore da fare, politicamente, sarebbe stata fare un minimo d’autocritica e cercare di ricompattare la base.

Grillo ha deciso altrimenti e per averla vinta ha lanciato una campagna “informativa” sull’UKIP (decisamente irritante per i suoi stessi elettori visto che Farage sappiamo tutti chi é, cos’è e come la pensa su tanti argomenti, a partire dall’ecologia) a cui è seguito un sondaggio-pagliacciata sul suo sito… una presa in giro in cui le scelte limitatissime costringevano di fatto gli attivisti a votare in massa UKIP.

 

A questo s’è aggiunta la decisione di scaricare ufficialmente (e vigliaccamente, affidando il post di benservito ad un carneade come Bugani) il sindaco di Parma, colpevole sostanzialmente d’aver deluso le aspettative e di non voler prendersi la colpa della sua incapacità di trasformare il piombo in oro. Anche quest’operazione è andata “male” in quanto gli attivisti, che per mesi hanno “coperto” le notevoli carenze del primo cittadino parmigiano non se la sono sentiti di voltargli le spalle a comando ed hanno iniziato a rispondere per le rime a Bugani ed a chi l’ha autorizzato a scrivere e pubblicare tale uscita. Non che la cosa sia finita lì, a quanto pare Casaleggio sta ancora brigando per espellerlo, ma al momento in superficie c’è calma apparente, anche perché ci s’è fatti tanto male.

 

Peggio ancora, comunque, è l’incapacità di Grillo di fare autocritica… per quanto psosa sembrare una cosa di minore importanza la verità è che anche in un partito tendente al settarismo è importante valutare le sconfitte per ripartire, qualcosa che Grillo non è riuscito a fare. Non basta mastiare un Maalox per ricompattare una base sfiduciata e se l’indomani te ne esci con l’ipotesi di brogli (quando il tuo diretto avversario ha preso il doppio dei voti) è facile che molti comincino a pensare che qualcosa che non va c’è, anche più di qualcosa.

 

A questo si aggiunge il registro della comunicazione che continua ad essere stopposo, pesante, supponente e trofio… insomma, non sembra che il Movimento 5 Stelle sia destinato ad invertire la tendenza al ribasso, specie ora che ci sono abbastanza senatori espulsi da poter formare un loro gruppo senatoriale, che potrebbe fare da contraltare al M5S “istituzionale” e peggiorare ulteriormente la situazione per i due leader.

 

In ultimo, ma sicuramente più importante di tutto il resto, c’è l’esito di queste europee che incoronano Renzi non solo come Presidente del Consiglio e segretario del PD ma come uomo che sta effettivamente riunificando il paese. Un PD con il 41% è un PD vincente, e dopo tante bastonate un PD vincente che attira voti e non si danna sul “dove stiamo sbagliando” è la cosa peggiore per un Movimento che punta tutto sul far apparire come inconcludenti i suoi avversari.

Manco a farlo apposta Renzi c’ha messo meno di una settimana a tirar fuori l’ennesimo pacchetto di riforme ed a togliere dalla stanza dei bottoni gli ultimi giapponesi del PD “pre Renzi”  che cercano di sabotarlo (mi riferisco a Mineo).

 

 

Eccoci qui.

Qui c’è il punto. Nel M5S, ovvero in un tavolino a cui sono sedute due persone (Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio) ci s’è resi conto che tutto è destinato a peggiorare… anche e soprattutto a livello di consensi.

Peggio ancora, ci s’è resi conto che “saltato” Mineo e con Renzi “a forza piena” l’Italicum non è più una lontana possibilità, è vivo e presente… e se non ci si organizza arriverà presto in porto (comprese le misure che riportano in auge il bipolarismo), e questo non può essere tollerato.

Cosa fare quindi ?

Approfittare della fronda interna per cercare di spaccare il partito vincente (in cui alcuni malpancisti cercano ancora di opporsi) per fare arenare la legge elettorale, mettere in crisi le alleanze del PD e, se possibile, iniziare a far passare l’idea che il Movimento 5 Stelle sta cambiando registro.

 

E quindi ecco l’insolita proposta di Grillo: “noi abbiamo la nostra legge elettorale, se Renzi è interessato possiamo parlare a partire da quella”. Una bella polpettina avvelenata.

Faccio giusto un conto : il PD al senato ha 108 senatori, il Moviemnto 5 Stelle ne ha 40 (erano 54 ma 14 sono stati “democraticamente” espulsi o se ne sono scappati) e la maggioranza è di 160 voti almeno… questo vuol dire che anche se, per una incredibile combinazione astrale il PD decidesse di fare la legge elettorale col M5S mancherebbero sempre almeno 12 senatori “decisivi” da andare a pescare… dove ? E non tengo neanche conto di eventuali franchi tiratori.

 

Rapida analisi.

Lasciamo lì la fantaproposta… ma la legge elettorale “votata da 250.000 persone” (hanno fatto sette o otto votazioni, sommato i votanti di tutte queste e la somma è 250.000, un po’come dire che alle elezioni in italia votano tre miliardi di persone perché dalla fondazione della Repubblica ad oggi il numero complessivo di voti è quello) l’avete vista ?

E’un proporzionale.

Attualmente la legge elettorale (il Porcellum “raddrizzato” dalla Corte Costituzionale) è un proporzionale.

Qual’è l’utilità di passare da un proporzionale ad un proporzionale ?

La riforma costituzionale, di cui fa parte anche la legge elettorale, mira a spostarci verso un monocameralismo, e comunque ad abbandonare il bicameralismo perfetto. L’Italicum va verso il monocameralismo.

La legge elettorale del Movimento 5 Stelle è pensata per il bipolarismo perfetto.

E se anche, per qualche ragione, tale legge elettorale andasse bene e fosse votabile e con una maggioranza solida dietro (e non ce l’ha, anche perché dubito che il Movimento 5 Stelle non la farebbe saltare, con una scusa, alla prima occasione) resta il punto che la “preferenza negativa” (introdotta senza “voto della rete”) è palesemente incostituzionale ed è una porcata così grossa che in confronto il Porcellum V1 di Calderoli è alta politica… anzi è ALTISSIMA POLITICA.

 

Considerazioni.

La “preferenza negativa” è quella in cui oltre a dare un voto ad una persona (tu chiamalo, se vuoi, “like”) dai anche una preferenza negativa che in pratica “sottrae qualcosa” ad un partito indicato, il “dislike”.

L’idea delle democrazie è che ogni persona vale un voto e così s’inficia il voto di qualcuno “scalandogli” il voto di un’altra persona… ad occhio niente di neanche minimamente accettabile, ma a che serve questo ?

Semplicemente, visto come ragiona, vota e fa campagna elettorale il M5S la ragione è semplice… Grillo s’aspetta di fare una campagna elettorale CONTRO il PD e s’aspetta che altrettanto faccia Forza Italia e qualche altro partito (tipo la Lega Nord e Fratelli d’Italia).

E’facile immaginarsi che chi non vota il Partito Democratico si troverà quindi a dare il dislike al Partito Democratico e… voilà… ecco la legge elettorale che affossa il peggior avversario del Movimento 5 Stelle.

 

A Gianrobbé, ma credi che c’avemo scritto in fronte Jo Condor ?

 

E’ovvio che questa legge elettorale non è ricevibile, e non è ricevibile per tantissimi motivi che vanno dai rilievi formali a quelli sostanziali, passando per valutazioni politiche e di tempismo.

Renzi ha aperto al Movimento 5 Stelle all’inizio del 2014 per fare una legge elettorale congiunta e Grillo ha risposto “chiudi pure”. Ora non solo è Grillo ad aprire ma s’aspetta pure che la base di discussione sia quella di una legge che ha già confezionato lui in casa sua in modo ben meno che democratico (checché ne dicano i suoi ed i giornalai di reggipetto in stile Scanzi).

 

Il no è evidente e verrà scodellato, in una chiave o nell’altra, dal segretario del PD (che in queste ore ha più e più sponde sulle quali giocare per l’Italicum, senza doversi abbassare all’irricevibile Giannulum), la questione è solo sul come farlo arrivare a destinazione per evitare che Grillo faccia la vittima e dica, al solito suo: “visto ? noi volevamo accordarci ed è stato lui a sbatterci la porta in faccia”… che, ad occhio e croce, è la vera ragione per cui il duo maraviglia ha presentato la proposta.

 

Stando così le cose l’unica domanda che mi sento di fare è : ma attivisti e simpatizzanti grillini (quelli che ancora non sono scappati a gambe levate) non se lo sono ancora chiesto quando s’è tenuta la votazione per il cambio di posizione ?

No perché al mio paese il Movimento 5 Stelle ed i suoi evangelisti sono sempre stati adamantini sul “nessun accordo con nessuno”, quindi immagino che il dietrofront sia stato molto discusso e votato, no ?

In chiusura una considerazione semplice: qualcuno (fra cui chi ha il suo interesse nel volerci credere, tipo Mineo, Civati e qualche altro) potrebbe pensare che questo cambio di politiche sia una maturazione, una crescita del Movimento 5 Stelle. Beh, non lo è, è l’ennesima polpettina avvelenata tirata ai democratici più boccaloni, nella speranza di compromettere la struttura interna.

Il Movimento 5 Stelle non è democratico, non lo è mai stato e non lo è ora… soprattutto ora, con Grillo che si rimangia quel “mai alleanze” senza neanche chiedere alla base.

Il Movimento 5 Stelle è un’emanazione delle volontà dei due capi, ed i due capi si sono messi la pelle d’agnello perché in questo frangente pensano che gli possa far gioco… ma restano sempre lupi ed appena saranno nuovamente in condizione di poter far male tireranno fuori nuovamente le zanne e riprenderanno a mordere.

Non che ci sia bisogno di dirlo: è sottinteso, oramai li conosciamo.

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