Settimana horribilis

grillonuota

Immagine (ovviamente artefatta) tratta da Spinoza.it

 

 

Si conclude così, senza il colpo di teatro finale, la più tragica settimana del Movimento 5 Stelle.

Vi avevo lasciati, qualche giorno fa, con Grillo contestato a Genova per aver tentato di fare politica sul fango che s’è riversato in città. Di cose ne sono successe parecchie da allora, e nessuna particolarmente eclatante per il partito dell’ex comico, ma andiamo con ordine.

La prima fra tutte (probabilmente la minore dal punto di vista della rilevanza) è la cacciata a mezzo post scriptum del sindaco di Comacchio Marco Fabbri: l’allontanamento era già stato ventilato da un altra talking head del M5S, NikIlNero, che lo considerava già “fuori dal movimento” in un tweet del 15 corrente mese:

nikilnero

 

L’espulsione arriverà il giorno dopo come comunicato in calce ad un articolo il giorno successivo:

fabbri-out

 

 

NikIlNero maitre a pensar del Movimento ?

Tornando sul punto in pratica Marco Fabbri è stato espulso per aver partecipato alle provinciali. Caso strano alle provinciali ha partecipato anche Nogarin, che però non risulta né espulso né richiamato.

In questo specifico caso anziché recarsi scalzo a Canossa Fabbri si limita a scrivere un messaggio abbastanza piccato in cui ribatte colpo su colpo accusando Grillo d’aver fatto differenze legate alla sola questione politica (anche Nogarin ha votato alle provinciali, ma siccome il voto di Nogarin era “contro il PD” non ha dato fastidio a nessuno mentre quello di Fabbri, a suo dire funzionale al benessere della municipalità, è stato sanzionato in quanto riassumibile in “pro PD”), una storia non particolarmente edificante ma che spiega bene il clima che s’è venuto a creare nel movimento, clima ancora peggiore se si pensa che Fabbri era presente ad #Italia5Stelle ma Grillo in quella sede ha fatto finta di niente, espellendolo solo successivamente.

Ovviamente la cosa ha provocato ben più di un mal di pancia e, in condizioni normali, sarebbe abbastanza da provocare diversi problemi di stomaco. Questa settimana invece no perché tante e tali cose sono successe in quel Movimento che la cosa è praticamente passata in silenzio e la cito giusto per completezza.

 

La seconda è cosa di qualche giorno fa ma bisogna rivederla per inquadrarla nel giusto contesto: stando alla stampa Gianroberto Casaleggio, poco prima di #Italia5Stelle, licenzia tutto lo staff al seguito della delegazione europea del Movimento 5 Stelle (fra cui Messora e la sua ragazza/fidanzata/qualcosaldelgenere). Non c’è niente di particolarmente scandaloso in questo visto che lo staff è inquadrato con contratti estremamente flessibili, l’unica cosa che stona è la plateale assenza di una ragione per tale licenziamento “in blocco”.

Sul momento le considerazioni sono focalizzate su quanto sia “indelicato” mandare a casa più di quindici persone in un colpo solo (tanto più che in Italia si discuteva di articolo 18 e giusta causa) ma alla fine la cosa muore lì, anche perché i diretti interessati non rilasciano dichiarazioni e comunque cercano di prendere tempo.

Fast forward al 16 di questo mese: il responsabile stampa dell’europarlamento Jaume Duch in conferenza stampa annuncia: “La deputata Iveta Grigule ha lasciato il gruppo EFDD che non ha più i membri da almeno sette paesi e quindi è dichiarato sciolto”. Contestualmente arriva l’annuncio che la Grigule è stata messa a capo di una delegazione UE.

Grigule

 

Ovviamente scoppia un casino, ed ovviamente i soliti fanno immediatamente 2+2 e parlano di giochi di palazzo e via dicendo. Nella pratica la cosa è un po’più complicata visto che il partito di cui fa parte la Grigule sta andando al governo in una coalizione coi popolari in Lettonia e la Grigule ha semplicemente seguito l’orientamento nazionale riposizionandosi coi popolari ed aderendo quindi al PPE. Questo non vuol dire che probabilmente la poltrona della delegazione non le sia stata offerta come “premio” per aver mollato l’EFDD con tali pirotecnici risultati, ma c’è ben poco da criticare.

La cosa veramente strana e che mentre in Europa il casino era abbastanza pesante in Italia il Movimento 5 Stelle ha preso la cosa quasi sottogamba, lamentandosi e cercando capri espiatori ma senza andare “sopra le righe”, cosa che a dire il vero c’aspettavamo un po’tutti.

Perché i due eventi sono correlati ? Perché con l’uscita della Grigule l’EFDD è sciolto a norma di regolamento, ed al più può essere rifondato quando (se) si troverà qualche MEP di un paese diverso dai sei che gli erano rimasti in rappresentanza e questo significa che il Movimento 5 Stelle “europa” va fra i non iscritti a nessun gruppo europeo (l’equivalente del gruppo misto), una specie di limbo in cui i parlamentari non ricevono finanziamenti per lo “staff” ed hanno un incisività minore. E qui si torna a quel licenziamento: quando ci sono stati i licenziamenti di quei quindici e più membri dello staff nessuno si capacitava del perché, ma se nell’aria c’era il sentore che l’EFDD sarebbe stato sciolto di lì a poco tutto avrebbe avuto un senso, anche solo per evitare che i licenziamenti coincidessero con la funesta notizia della chiusura del gruppo di Farage.

Ovviamente è una mia speculazione ma a questo punto possiamo pensare che mentre il Movimento faceva la sua bella festa a Roma Casaleggio e Grillo già sapevano che i propri europarlamentari stavano per essere “neutralizzati” a Bruxelles… e non hanno detto nulla per non fiaccare gli animi degli accorsi. Sarebbe una cosa molto brutta ma non sarebbe la prima volta che il duo ritarda notizie cruciali (tipo l’apparentamento con Farage, per restare in ambito europeo) al solo scopo di non urtare troppo il proprio consenso.

Nel merito per come sono messe le cose se già prima gli europarlamentari del Movimento 5 Stelle erano ininfluenti ora, ridotti ad esponenti del “gruppo misto” europeo diventano del tutto irrilevanti, ed ovviamente i grillini (capofila il neodisoccupatoo Messora) hanno capito la cosa e sono scesi sul piede di guerra contro la Grigule, contro il PPE (che ha accolto l’ex membro) e contro tutti quelli che stanno “in maggioranza” in UE, colpevoli a loro dire d’aver organizzato una trappola per colpire proprio loro e sciogliere l’EFDD.

Qui due parole vorrei spendercele: innanzitutto l’EFDD è una presa in giro plateale ed anche Grillo l’ha ammesso, gli appartenenti al gruppo non hanno assolutamente una visione comune della cosa europea e non hanno unità d’intenti, già solo per quello sarebbe stato giusto sciogliere l’accrocchio.

Grazie all’interpretazione letterale del regolamento gli è stato permesso di esistere (e di succhiare soldi alla comunità: oltre 5 milioni di euro l’anno) e quel grumo è diventato un coacervo di gente che nessuno vorrebbe incontrare di notte (strano a dirsi: il M5S è quello più pulito là dentro) e per riuscirci hanno dovuto tirare dentro anche la Grigule che con l’EFDD non ha assolutamente nulla da spartire. Ora che la lettone se ne va i grillini si lamentano ma hanno ben poco da piangere di “mancata democrazia” vista la formazione e l’inconsistenza dell’ex gruppo. E questo è solo il meno, la parte più tragica è il continuo piagnucolare di trappole e corruzione: bimbi, stiamo parlando del Movimento 5 Stelle, il Movimento che non ha mai fatto segreto di usare tutti i mezzi, anche quelli più sporchi per mettere in difficoltà gli avversari, dalle proposte irricevibili ai voti “contro” pensati proprio per tentare di “spaccare” gli avversari.

Loro si lamentano delle trappole ?

A posizioni invertite il Movimento 5 Stelle sarebbe stato il primo a provare di minare gli avversari (anzi, per dirla col loro vocabolario: i nemici), l’abbiamo visto di recente con Nogarin che ha ammesso candidamente d’aver votato “contro” la coalizione PD alle provinciali giusto per mettere in difficoltà quel partito (non per uno scopo politico quindi ma  giusto per mettere in difficoltà l’avversario) e dovremmo piangere perché forse (e sottolineo “forse”) gli hanno fatto provare la loro stessa medicina ? Il M5S avrebbe fatto la stessa cosa, con l’aggiunta di mettersi a favore di camera e di dirlo sguaiatamente (come s’addice a Grillo od ai vari Di Battista), si godano i frutti del loro stesso modo di fare, questi genietti arrivati in politica la settimana scorsa e convinti d’essere più furbi degli altri.

E sapete qual’è la cosa più “divertente” ? Da veri “testa dura senza paura” i parlamentari del Movimento 5 Stelle anziché “rimettersi in gioco” cercando d’entrare in un altro gruppo parlamentare (come quello dei verdi, che è più apprezzato dalla base) insistono nel voler riformare l’EFDD.

 

E questa era la seconda “news”, ma anche questa non è la più “grossa” di questi giorni, infatti in questi giorni è avvenuto qualcosa di potenzialmente più importante anche se molto meno pubblicizzato dai media: diversi parlamentari del Movimento 5 Stelle in quel 16 che è diventato in assoluto il giorno più nero del Movimento (se non altro dall’inizio dell’anno a questa parte) sono arrivati alle mani ed a fermarli è stato solo l’intervento dei loro colleghi e dei commessi intervenuti che si sono frapposti fra le due fazioni opposte.

La notizia in sé riguarda un alterco di poco conto fra il senatore Airola (nuovo capogruppo al senato) ed e la deputata Bechis, ma s’è allargato ad altri esponenti che sono corsi a difendere la Bechis. Il punto è che al di là dei (futili) motivi è tornata ad emergere una spaccatura fra i parlamentari del Movimento, una polarizzazione in cui da una parte ci sono i più “fedeli” ed oltranzisti e dall’altra i meno entusiasti.

Gli eventi di questi giorni non hanno fatto altro che scaldare gli animi ed ovviamente ci si mettono anche quelli che non hanno niente di meglio da fare che farsi vedere a buttare sale sulle ferite:

bimbetto

…è ovvio che il risultato è facile da immaginare, la pressione sul gruppo è destinata a salire e presto o tardi scoppierà l’ennesima resa dei conti.

 

A questo proposito un altro evento degno di nota è che al Senato s’è votato per ritardare di un anno l’entrata in vigore del pareggio di bilancio.

Di per sé la cosa non sarebbe così rilevante se non fosse che quel voto era determinante per la tenuta del Governo e fra assenze e ritardi il numero è stato raggiunto solo perché il lungamente espulso (dal M5S) senatore Orellana ha votato a favore. Probabilmente il numero sarebbe stato raggiunto comunque (qualche senatore ha preferito non votare pur riservandosi il diritto di cambiare idea l’ultimo minuto) ma il risultato netto è stato che indirettamente Orellana ha tenuto in piedi il governo: apriti cielo!

Non mi soffermo sul punto, dico solo che Orellana fa notare come il programma del Movimento preveda l’abolizione del pareggio di bilancio in Costituzione, difficile attaccarlo per essersi opposto a qualcosa che il M5S vuole eliminare… e questo senza contare il fatto che non esiste il vincolo di mandato e quindi un senatore è libero di votare come gli pare senza dover rispondere al proprio (ex) partito di riferimento (cosa che, incidentalmente, dice anche il bistrattatissimo programma del M5S).

Secondo gli esponenti Movimento (a partire da alcuni suoi finissimi frontman come Di Battista) il fatto che un senatore eletto dal M5S abbia sostenuto il governo sarebbe una specie di “lesa maestà” e giù attacchi e male parole. Nella pratica come sappiamo non fosse stato per Orellana probabilmente il voto a favore alla peggio l’avrebbe dato qualche Crimi visto che se casca il governo al prossimo giro il M5S questi numeri in aula se li scorda (e lo sanno)… resta il fatto che l’evento in sé ha rinfocolato l’insofferenza verso i fuoriusciti ed i dissidenti in sé. Metteteci pure il post sopra del Bruno Sacchi edizione 2014 (Marco Colarossi) ed avrete il quadro completo… la tensione nel M5S al Senato ed in generale in Parlamento si taglia col coltello.

 

Altro argomento, stesso refrain: Manovra di stabilità. Il governo ha presentato la legge di stabilità (il cui testo non è ancora stato ultimato ma di cui si conoscono a grandi linee i contenuti): la norma che prevede un certo numero di tagli (che non piacciono esattamente a tutti, a partire dalle regioni, ma di questo si parlerà in un altro pezzo) e diversi incentivi e provvedimenti.

Qual’è il problema ? Il problema è che, al di là delle tante critiche alla manovra a capitolo “dare” ci sono un paio di cose che sconfinano nettamente nella sfera Movimento 5 Stelle andando nuovamente a colpire il partito di Grillo dove fa più male: nelle sue promesse.

Cosa voglio dire ? Semplicemente Grillo ultimamente ha usato alcune particolari critiche per colpire il governo, fra esse una è il fatto che gli 80 euro (da sempre visti come “mossa elettorale” o “mancetta”) sarebbero stati limitati nel tempo: la manovra stabilizza quel bonus sbugiardando mesi di propaganda in modo netto.

A questo s’aggiunge una riduzione dell’IRAP, una scelta che fa suo il “toglieremo l’IRAP” promesso (a porte chiuse) agli imprenditori da Casaleggio durante la campagna elettorale 2013.

E’ovvio che questi due provvedimenti (in assoluto le più pubblicizzate) sono un entrare a gamba tesa sul Movimento, e si tratta di qualcosa a cui il Movimento non ha modo d’opporsi: Renzi sta attaccando di punta Grillo colpendolo nelle sue promesse e nei suoi proclami, togliendogli gli strumenti per fare campagna elettorale.

 

A questo si somma una certa instabilità del mercato: fluttuazioni innestate da una catena d’eventi (alcuni originatesi in Europa, altri esteri) hanno portato ad un crollo delle borse e rapido rialzo dello spread. Ovviamente chi sappiamo noi s’è subito buttato a pesce sulla cosa annunciando “la fine dell’euro” e via dicendo. Niente da fare, le fluttuazioni si sono rivelate tali e se è vero che lo spread è arrivato a toccare i 200 punti è altrettanto vero che lunedì riaprirà intorno a quota 160: la fine del mondo è rimandata. Ennesima “illusione” pompata dai grillini (in questo periodo disperatamente a corto d’argomenti ed in crisi nera) che s’infrange davanti alla triste (per loro) verità.

 

E’in questo “clima” da ottovolante (in una fase di down profonda) che il 16 Marco Travaglio si presenta da Santoro per l’ennesima puntata di Servizio Pubblico.

La puntata è incentrata su Genova, in studio ci sono alcuni degli “angeli del fango” ed in collegamento esterno c’è Burlando, governatore della regione Liguria. Il titolo è lapalissiano “tutta colpa di Grillo ?”.

Ovvio che la puntata è a senso unico, l’idea di base è quella di trovare qualcuno a cui affibbiare un sacco di pietre con su scritto “colpa” ed il faccione del governatore del PD sul maxischermo è perfetto allo scopo, manca solo il bersaglio sulla fronte. Va in scena tutto, le contestazioni a Grillo e le storie di TAR… alla fine però qualcosa s’inceppa e dopo la rituale tirata in solitaria di Travaglio (che tradizionalmente richiede uno spazio tutto suo e senza interruzioni per leggere la sua Verità rivelata) uno dei ragazzi in studio gli fa notare un errore logico (e numerico) nella sua ricostruzione.

Il dato è questo: i canali di sfogo per i torrenti sono fatti per una certa portata d’acqua, ed anche i lavori d’ampliamento avrebbero aumentato tale portata di poco, non abbastanza per reggere il carico d’acqua che, dati alla mano, ha travolto Genova. Travaglio non riesce ad incassare per bene e dopo uno scambio di battute accusa il colpo, tenta d’attaccare Burlando, se la prende anche coi ragazzi e viene ripreso seccamente da Santoro (che ha passato l’intera serata a contenere il debordante condirettore del Fatto Quotidiano).

A questo punto l’impensabile : Travaglio livido si alza e se ne va. L’indomani scriverà un pezzo piccatissimo.

Che è successo ?

Niente di ché, semplicemente Travaglio sconta la pressione posta sul Movimento e su Grillo (di cui è una specie di quinta colonna), e non ha tollerato il fatto che la sua ricostruzione (Travaglio è cintura nera di ricostruzioni che danno la colpa a chi dice lui) sia stata apertamente contestata. Non dico altro perché altro da dire non c’è, la sua “uscita” è stata così improvvida che da giorni è sotto il fuoco di più o meno tutti i giornalisti, da Facci a Merlo.

 

Ed eccoci qua, scusate se sono stato abbastanza sintetico ma già così è venuto fuori un poema ed onestamente già tre ore di lavoro di domenica mattina per un pezzo credo siano abbastanza: chiudiamo qui e tiriamo le somme.

Il Movimento 5 Stelle ha iniziato la settimana scorsa con una festa (poco) riuscita, il M5Pride, ed a distanza di una settimana si ritrova già più in debito d’ossigeno. La settimana orribile del Movimento ha visto tanti e tali eventi che alla fine il loro peso è minore solo perché sono così tanti e così diversi che singolarmente perdono di rilevanza ed assumono un significato solo nel loro insieme : il Movimento 5 Stelle ha l’acqua alla gola e non sembra in grado di voltare pagina. In Europa ha raccolto figuracce su figuracce e continua ad insistere sull’EFDD, su Farage. In Italia i parlamentari fuoriusci cominciano ad emanciparsi dalla “sudditanza psicologica” a Grillo e quelli “dentro” sono di nuovo tesi come corde di violino.

Al di fuori di questo c’è un paese che, pur con diverse difficoltà, va avanti. C’è una classe politica (sia in Italia sia in Europa) che, lungi dall’essere formata da burocrati incapaci, è perfettamente in grado di tener testa a Grillo ed alla sua “guerriglia parlamentare” ed anzi, dopo averlo marginalizzato, ha iniziato a rispondergli colpo su colpo ed a portare avanti i propri attacchi: mentre il Movimento è ancora alle prese con la “disciplina di partito” (vedasi Comacchio) e con le beghe interne s’avvicina l’ennesima sconfitta: le prossime regionali sono alle porte e mai come oggi Grillo pare debole. Finanche Salvini è ad un passo dal superarlo come gradimento.

Oh, e pare che Napolitano abbia spezzato l’empasse sulle nomine della consulta.

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