Reddito di cittadinanza… o quasi.

Come premessa vi porgo le mie scuse per due ragioni, la prima è per la mia assenza da queste pagine, dovuta a problemi di salute e la seconda è il presente pezzo perché comunque non sono nella migliore delle forme.

Ma andiamo al sodo. È tornato il reddito di cittadinanza.

A quanto pare il problema delle tessere del PD (perché nel PD c’è un problema: una proliferazione abnorme delle tessere che lascia immaginare una deformazione della democrazia interna al partito, il M5S non ha di questi problemi perché la democrazia interna loro la schifano per principio) non è bastato a tenere alto l’interesse sul Movimento 5 Stelle che quindi, in mancanza di meglio, tira fuori nuovamente il cavallo di battaglia del reddito di cittadinanza.

Ora, magari non ve ne sarete accorti ma c’è uno schema dietro al modo in cui Grillo ed i suoi vanno avanti: appena una sparata o uscita di un qualche tipo inizia a perdere mordente ed il partito rischia di perdere visibilità il capo tira fuori un argomento (fra i più gettonati gli attacchi ai nemici di sempre : il presidente della Repubblica ed il PD) ed innesca un polverone. Vero è che spesso e volentieri l’argomento non fa che provocargli grane ma altrettanto vero è che con tutti i problemi che si ritrova in questo momento è preferibile avere “problemi” piuttosto che perdere il polso del suo partito.

 

Una piccola parentesi di come siamo arrivati qui.

La precedente bagarre (quella sulla Cancellieri) si è conclusa con un voto di fiducia che ha effettivamente scagionato il ministro, reo d’aver fatto il suo lavoro di ministro anche quando questo coincideva con questioni sue personali e non con la morale forcaiola che va tanto per la maggiore (quella per cui non tutti i cittadini sono uguali davanti alla legge : chi è stato ricco e potente dev’essere trattato peggio degli altri).

La sfiducia chiesta dal Movimento è stata bellamente cassata dal parlamento (come, peraltro, la dirigenza del M5S immaginava prima ancora di presentarla) ed ha lasciato il gruppo in una posizione di un certo rilievo, con i parlamentari a cinque stelle che si stracciano le vesti perché gli altri parlamentari non si adeguano alle loro uscite (a quanto pare non avevano mai letto la definizione di “opposizione”), insomma la posizione ideale per spammare un po’di “vota per noi se vuoi che queste cose non succedano più”.

Purtroppo per loro la solita spia all’interno (probabilmente la stessa che ha rivelato il discorso di Grillo sul populismo) ha fatto sapere che c’è stata una bella riunione del gruppo senatoriale in cui si è discusso di due casi di parenti dei senatori assunti come segretari / portaborse da parte dei senatori stessi.

Torniamo un po’indietro perché la storia ha dei retroscena abbastanza divertenti: il fatto è che in queste settimane si è scoperto che un paio di senatori ha assunto come collaboratori dei parenti ed ha chiesto (ed ottenuto) che questi venissero immediatamente licenziati in quanto questo genere di condotta non è in linea con l’immagine che il M5S vuole dare di sé.

Ora, la legge vieta questo genere di assunzioni ed infatti il discorso è un po’più complicato in quanto non parliamo propriamente di “parenti” ma di conviventi, fidanzati e affini… insomma congiunti con rapporti non legalmente riconoscibili…

Di per sé sarebbe cosa di poco conto a dire il vero; avere un parente come portaborse sarà poco eclatante ma alla fine ci potrebbe anche stare (specie se si pensa che il collaboratore dev’essere persona di cui il parlamentare ha massima fiducia); le cose però si complicano quando si pensa che i parlamentari del movimento qualche mese addietro avevano sollecitato l’invio dei curriculi per selezionare dei collaboratori “in base al merito” e che molti attivisti c’avevano creduto e quei curriculi glieli avevano mandati (chissà se sono mai stati effettivamente visionati).

Ancora peggio se si pensa che, almeno di facciata, il Movimento 5 Stelle ha sempre avversato il familismo al punto di attaccare per questione di puntiglio tutti i “parenti di”.

In pratica secondo la visione del M5S chiunque abbia un parente altolocato non può avere un posto di spicco senza che ci sia per forza di cose un intercessione da parte dell’augusto familiare. Un esempio di questo modo di ragionare ?

Rimossa per questioni di copyright.

(l’immagine, che si chiama “figli di mamma”, presenta una caricatura del ministro Cancellieri con in braccio il figlio, ex manager di SAI)

Ovvio, quindi, che l’argomento non fosse esattamente ben visto; meno ovvio che il responsabile per la comunicazione, Claudio Messora, abbia cercato di coprire tutto annunciando che la riunione del senato sarebbe stata “a porte chiuse” e senza streaming (decisione presa, pare, dopo due ore di riunione-pre-riunione). Ovviamente non c’è voluto molto perché si sapesse il perché di tanta segretezza, e quello che era un fatto increscioso è diventato un caso politico.

Sulla questione dello streaming c’è poco da dire, il M5S è nato parlando di trasparenza ed è diventato, subito dopo le elezioni, il gruppo più “piombato” del parlamento, al punto che ancora oggi non si sa chi pensa cosa, chi scrive cosa e chi decide cosa… sono una specie di black box parlamentare… che però continua a dire d’essere “casa di vetro”.

Ancora più tragico il fatto (noto, ma comunque assurdo) che i gruppi siano sottoposti alle pre-riunioni (ovviamente a porte chiuse) prima delle riunioni in cui si decide la “strategia” della riunione; a mio avviso a questo punto si configurano come un briefing in cui il regista (nello specifico Messora, ma forse anche Casalino) organizza “la trasmissione”… e questo vuol dire che in sé quegli streaming hanno la credibilità di una puntata di “Zoey 101” (oltre ad averci la stessa profondità).

(immaginatevi Jamie Lynn Spears con la faccia della Taverna, Crimi “abbronzato” ed il resto della compagnia)

A metterci la ciliegina sulla torta il povero Luis Orellana (pora stella) che in quella riunione al quarto punto aveva chiesto che si parlasse della linea politica del Movimento… ed ovviamente la riunione è stata aggiornata prima di arrivarci. Premio paralume per lui.

Va da sé che la reazione degli attivisti non è stata granché positiva, ed infatti si è reso necessario trovare subito un argomento “grosso” per parlar d’altro.

 

Reddito di cittadinanza V2.

Nell’attesa che si concretizzi l’oramai necessario V3day dell’1 dicembre a Genova (sottotitolo “oltre”) era quindi necessaria una pezza e quindi s’è tirato fuori un cavallo di battaglia abbastanza logoro, quello del reddito di cittadinanza.

Sì, la stessa promessa che ha animato la campagna elettorale del M5S è finalmente giunta alla quasi-soglia d’arrivo.

Dopo strombazzi ed annunciazioni di sorta finalmente qualcosa hanno fatto per davvero : hanno presentato una norma organica (con tanto di draft che potete leggere sull’Huffington post) sul reddito di cittadinanza o, per meglio dire, il cugino povero.

Il famoso reddito di cittadinanza (mai spiegato a dovere in campagna elettorale) doveva essere un reddito fisso di 1000 euro a testa (che sarebbe stato dato anche ai dipendenti pubblici ed ai pensionati, al posto dei loro stipendi e delle loro pensioni); l’attuale bozza invece è molto più modesta, ha infatti un massimale di 600 euro a persona ed integrerebbe eventuali stipendi inferiori fino a quella cifra: in pratica se ti pagano poco lo stato ci mette la differenza (e allora che senso ha lavorare per pochi soldi ?).

Il giocattolo per funzionare ha bisogno (secondo le stime del Movimento stesso nel documento in testa) di coperture per 19 miliardi di euro l’anno; per capire di che cifra parliamo diciamo che l’IRAP frutta allo stato 37 miliardi l’anno (che sono il 40% della copertura del SSN)… in pratica con quei soldi si potrebbe dimezzare l’IRAP e rilanciare l’economia alla grande… ed è da qui che si comincia a capire che qualcosa non quadra, ma andiamo con ordine e facciamo una precisazione : secondo alcuni la cifra è sottostimata; per offrire quel reddito di cittadinanza di miliardi l’anno secondo il responsabile economico del PD ce ne vorrebbero trenta.

 

Noi siamo populisti.

Sia chiaro, il M5S non è il primo partito che ha pensato al reddito di cittadinanza, è da tempo che i partiti di sinistra (più recentemente SEL) cercano di portare avanti questo genere di proposte (tant’è che Vendola ed i suoi si sono subito interessati)… solo che mentre a sinistra la proposta è pensata per ragioni “umanitarie” e “sociali” nel movimento le cose sembrano essere un po’diverse.

Come ha spiegato Grillo il M5S parla alla pancia degli elettori; la “prima direttiva” del Movimento è semplicemente quella di raccattare voti e, come si è già visto in campagna elettorale, il concetto del “dare un reddito a tutti” è un buon modo per ottenere voti.

Insomma, sempre per citarlo, la cosa importante è parlare alla pancia degli elettori… e cosa c’è di meglio, per solleticare la pancia degli elettori, di promettergli un bel reddito “gratis” a spese dello Stato ?

Probabilmente la proposta non sarà allettante per chi ha già un reddito ma per le moltitudini che non guadagnano il piatto è invitante, e stiamo parlando di una fetta dell’elettorato che, essendo particolarmente disagiata, è disposta ad attaccarsi a tutto ed a sostenere chiunque e qualsiasi cosa pur di riuscire a migliorare la propria condizione.

Alla fine probabilmente non se ne farà nulla (per questioni che spiegherò più avanti) ma intanto il product placement del Movimento 5 stelle in chiave “reddito di cittadinanza” un minimo di pubblicità la farà, e probabilmente terrà insieme, almeno per un altro po’, questa macedonia populista a corto di argomenti.

 

E i soldi ?

Stando a quanto viene annunciato urbi et orbi i soldi per questa riforma epocale (che pure c’è in alcuni paesi del mondo) verrebbero da varie fonti, innanzitutto dalla Chiesa con l’introduzione dell’IMU per le proprietà degli enti religiosi (ma l’IMU non dovevano abolirla ? la reintrodurranno solo per la Chiesa ?) hanno cambiato idea, coi tagli alla casta (solito ritornello), con il taglio ai fondi per le forze armate, le pensioni d’oro e… un aumento dei proventi dai giochi.

Per intanto : Sono solo io a notare questa cosa ? Ma non erano loro quelli che hanno strombazzato più forte per aver quasi ottenuto la moratoria sui giochi d’azzardo ? Ora addirittura finiscono per fare cassa su quella che loro stessi definiscono una piaga ? Come faranno a battersi (coerentemente con le loro uscite) per l’abolizione del gioco d’azzardo se ne hanno bisogno per finanziare i loro stessi disegni di legge ?

Lasciando perdere le uscite incredibili presenti nel DDL che contengono pezzi tipo “la parte dei rimborsi ai partiti non ancora erogata va accantonata” (per la serie : avete iscritto a bilancio la cifra che vi spetta ? non ve la diamo più, marameo!) traspare in modo evidente la volontà di ripresentare alla chetichella tutti i punti che non sono riusciti a portare avanti in altro modo, inclusa l’abolizione dei contributi all’editoria ed ai mezzi d’informazione (come le radio “sociali” che non hanno scopo di lucro).

C’è anche il famoso taglio alle pensioni d’oro che però è inapplicabile per principio… e non perché lo dico io ma perché la corte dei conti ha stabilito (e la consulta ha confermato) che è incostituzionale tassare o rimodulare, a posteriori, un diritto acquisito come la pensione in base agli articoli 3 e 53. Insomma, non è che i governi non c’abbiano provato a tagliare le pensioni d’oro, e che farlo è incostituzionale ed a meno di non cambiare la costituzione (e non lo fai con un DDL) non la spunti.

C’è una bella patrimoniale sui grandi patrimoni, una cosa non molto pubblicizzata (per ovvi motivi) in cui si sostiene che con i proventi di una tantum (la patrimoniale la fai UNA volta, non ogni anno… altrimenti non è una patrimoniale: è una tassa) si può finanziare un operazione che dovrebbe produrre un gettito annualmente.

C’è (grazie a TDM che me l’ha fatto notare) questo:

87. Le dotazioni finanziarie iscritte nello Stato di previsione del Ministero della Difesa a legislazione vigente, per competenza e per cassa, per ciascuno degli anni del triennio 2014-2016, ivi inclusi i programmi di spesa relativi agli investimenti pluriennali per la difesa nazionale, sono accantonate e rese indisponibili su indicazione del Ministro della Difesa per un importo non inferiore a 2.500 milioni annui, per essere riassegnate all’entrata del Ministero dell’economia e finanze.

Solo che dai bilanci del ministero parrebbe che quei 2.500 milioni sono la parte in “conto capitale” (ovvero il denaro che il ministero ha a disposizione per fare spese), va da sé che il ministero della difesa si troverebbe senza capitali spendibili (rimarrebbe coi soli soldi per le spese correnti : pagare gli stipendi ai militari, la benzina ai carabinieri e via dicendo) e sarebbe costretto a chiudere i progetti in corso per, ad esempio, gli F-35 e le fregate FREMM (che sono navi prodotte in italia dall’italiana fincantieri e che danno lavoro a maestranze italiane). Questo oltre l’ovvia questione che i fondi in conto capitale verrebbero di fatto usati per spese correnti, che è tutto fuorché regolare.

Andando a guardare il DDL nel dettaglio poi le sorprese non mancano; la buona parte degli interventi rincara tasse e trattenute sulle operazioni finanziarie, ma c’è anche l’emendamento che cambia la destinazione dell’8×1000 e quello che sopprime la cassa integrazione in deroga.

Il bello è che di tutto questo non è spiegato neanche quale sia l’effettiva copertura perché, gira e rigira, non c’avviciniamo neppure lontanamente alla cifra richiesta… secondo Fassina sommando il tutto stiamo intorno ai quattro miliardi, ben lontani dai 19 preventivati dal M5S e dai 30 necessari secondo altre fonti.

 

In pratica quello presentato dal M5S è l’equivalente di un decreto omnibus, un minestrone con tutte le sparate che hanno reso famigerato il movimento di Beppe Grillo, solo che alla fine c’è che i soldi vanno al reddito di cittadinanza, l’ennesima proposta di legge con sopra scritto “colpite qui” al solo scopo di potersi piangere addosso, di poter frignare “C’abbiamo provato. I soldi volevamo darveli. Non ce l’hanno fatto fare perché…” ed infilarci dentro di nuovo i loro cavalli di battaglia : l’abolizione dei rimborsi elettorali, gli F35, le pensioni d’oro e via dicendo.

Lasciamo perdere anche il metodo (macchiavellico) in cui dovrebbe decidere chi ha diritto a tale reddito, lasciamo perdere l’assurdo meccanismo per cui chi ha diritto a questa retribuzione dovrebbe vivere in un universo parallelo in cui c’è una domanda incredibile di lavoratori e gli uffici di collocamento ricevono quotidianamente centinaia di richieste per migliaia di persone (dal lavascale al chirurgo… perché i chirurghi si assumono tramite ufficio di collocamento, sappiatelo !), lasciamo perdere una stesura così grossolana che come paradosso chi ha la pensione minima ha una trattenuta di “solidarietà”… lasciamo perdere tutto il resto… ma è possibile presentare una tale straccionata (perché di questo si tratta, di una proposta stracciona fatta mettendo insieme spizzichi e bocconi della loro propaganda) e non vergognarsi ?

È possibile tirare fuori una cosa del genere, sapendo che è inattuabile, ed avere il coraggio di sbatterla in faccia all’elettorato ?

È possibile avere tanto pelo sullo stomaco da provare a prendere in giro gli italiani (perché quello stanno provando a fare) per scopi bassamente propagandistici ed elettorali ?

 

Oltre: il V3.

Ora il tutto si sposta sulla cosiddetta “piattaforma” dove i grillini potranno discutere la norma… peccato che come oramai è noto tale sistema non permette di fare assolutamente nulla di questo, è solo la versione custom di un forum in cui al massimo si fanno e si votano le proposte di emendamento / rettifica (e poi “non si sa chi” decide che fare o non fare in base al gradimento).

Per “non discutere” la norma in piattaforma se ne andranno almeno un paio di settimane, quanto basta per avere un temporaneo “boost” elettorale in occasione delle regionali in Basilicata (una regione in cui il reddito di cittadinanza ha sicuramente presa) che si terranno fra il 17 ed il 18 di questo mese e che vedono il M5S in evidente difficoltà.

Eventualmente anche questo tormentone passerà: o il Movimento deciderà di non depositare ufficialmente il disegno di legge (per evitare che i media ci diano un occhiata troppo approfondita) adducendo le solite scuse di circostanza (da “i tempi non sono maturi” a “non c’è unanimità di vedute” passando per “se lo presentiamo prendiamo percentuali da prefisso telefonico”) o andrà a muso duro a farselo affondare in aula, in modo da poter capitalizzare sulla bocciatura.

Se gli va bene comunque durerà abbastanza da arrivare al famigerato V3day, la “festa” del Movimento in calendario per il primo dicembre in cui Grillo farà l’ennesimo bagno di folla nella sua Genova e, con un po’di fortuna, riuscirà nuovamente a spostare l’attenzione su altro. Ad esempio potrebbe preannunciare il fallimento dello stato italiano entro il 2014… anche se oramai quello del “default prossimo venturo” non è più un annuncio, è un rito.

 

Dove andiamo ?

Questa è la parte che di solito dedico alle mie considerazioni in merito ed invero in questi giorni di considerazioni (peraltro poco carine) ne ho fatte tante, forse anche troppo.

Dove vogliamo andare ?

Ho letto gente che avrebbe voluto vedere il sangue di Giulia Ligresti non perché ha commesso un reato (e molti italiani non sanno neanche quale) ma perché “Ligresti” e quindi ricca (o ex-ricca), abbiente e casta… altro che il carcere duro o la detenzione, alcuni sembravano desiderosi di andare oltre e tornare ai bei metodi del ceppo con la mannaia.

Ho letto che il gesto ministro che non mi sento di condannare perché si è comunque attenuto strettamente al suo mandato – e questo in Italia è considerato un peccato mortale – è stato strumentalizzato, motteggiato, attaccato da più parti e persino Renzi (che probabilmente sarà il prossimo segretario del PD) si è scagliato contro la decisione (irreprensibile) di Letta e di Epifani di sostenere il guardasigilli.

Vedo che Grillo continua ad usare (in modo sempre più disperato e “tattico”, con sempre meno “strategia”) i soliti metodi populistici e che c’è ancora qualcuno che gli va dietro (sempre meno a quanto suggeriscono le urne) eppure non trovo nessuno slancio veramente nuovo nella politica di questi mesi.

Berlusconi ed Alfano continuano un minuetto di sotterfugi per cercare di defenestrarsi a vicenda (la vincerà Alfano, ma solo perché Berlusconi è già fuori dai giochi), Letta continua a tirare avanti un governo che oramai gira con la bandiera del “ha da passà a nuttat” nella speranza che Berlusconi se ne vada castrando l’anima “rivoltista” del PDL ed il PD è entrato in fibrillazione in vista del congresso.

SEL e abbastanza ferma su sé stessa anche a causa della posizione “da cuscinetto” fra il PD (di cui è il naturale prolungamento a sinistra) ed il M5S (che per qualche ragione sconosciuta continua ancora a considerare come una specie di “compagni che sbagliano”), la Lega nord tende a scomparire (in questi giorni hanno arrestato il sindaco di Adro, il reato contestato è quello che i leghisti chiamerebbero mafiosità meridionale) e Scelta civica oramai è un gruppo misto XL.

In tutto questo uno s’aspetterebbe una spinta in avanti, una direzione… invece c’è un clima di staticità incombente, finanche il M5S si è ridotto ad una versione caricaturale della già pagliaccesca partito Lega Nord: gente che fa casino solo per far sapere ai “suoi” che ci sono ancora.

E a noi che resta ? La speranza di un futuro migliore, della cacciata definitiva di Berlusconi e la consapevolezza che tanto il paese quanto la classe politica è stata rovinata dalla degenza del presidente del Milan in parlamento. Ora ci sarebbe da rifondare la classe politica, le istituzioni e gli italiani.

Ci sarebbe da riportare la legalità, il concetto di “cosa pubblica” non come di “cosa di tutti” ma come “cosa DA tutti” e che come tale è anche mia, bisognerebbe tornare a ragionare seriamente di economia, di politica e di soldi pubblici… smettere di credere che basti una leggina per pagare stipendi per tutti, che ci sia la fonte energetica che ci salverà tutti dietro l’angolo che però non ci danno perché guadagnano di più inquinandoci… dobbiamo smettere di essere gli “italiani” dei vari Drive In.

Non so se ne saremo capaci, troppa gente è diventata incapace di ragionare al di fuori del suo ambito personale, non c’è neppure una visione del “se il paese in cui vivo se la passa bene per logica conseguenza me la passerò un po’meglio anch’io”, c’è solo il gretto “devo cercare di avere qualcosa di più”, ” chi mi da qualcosa di più ?”, “chi offre di più ?”. È deprimente vedere come il paese che ha dato vita ad alcuni dei più grandi uomini della storia sia ridotto a questo ma questo ci resta, questo siamo e con questo dobbiamo tirare avanti. Proviamo a fare del nostro meglio perché altro da fare non c’è.

In alto i cuori: segue quadri, fiori e picche. Il piatto piange.

 

G.D.E.

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