Programma a 5 Stelle – Istruzione

Riprendiamo con l’analisi del programma del Movimento 5 Stelle, dopo il capitolo Stato e Cittadini questa volta analizzeremo il capitolo Istruzione, date le mie incompetenze in questo campo ringrazio Raffaello Corsini per il suo contributo.

Di seguito il mio commento punto per punto riguardante il programma del Movimento 5 Stelle relativo all’istruzione. Queste opinioni sono mie personali e avete tutto il diritto di non essere d’accordo. Mi scuso fin da subito se sarà prolisso ma credo che certi temi siano così ampi da meritare qualche riga in più piuttosto che in meno.

 

Abolizione della legge Gelmini.

(Per info: http://it.wikipedia.org/wiki/Riforma_Gelmini , che per me è un buon riassunto e solo il testo della riforma universitaria sono 93 pagine.)

Ok, opinione legittima, ma non dicono che punti della legge Gelmini (d’ora in poi LG) vogliono eliminare e con cosa vogliono sostituirli. Dico questo perchè la LG è un insieme parecchio grande di atti che toccano scuola primaria di primo grado, secondaria di primo grado e secondaria di secondo grado. In pratica questi atti vanno a toccare quasi tutta l’istruzione italiana, dalle elementari all’università . Quindi credo condividiate che dire “eliminiamo la LG” è molto generico e di difficile attuazione. Quindi nella migliore delle ipotesi i Pentastellati vorranno fare un completo rollback.

Ora, non voglio mettermi a difendere la LG nel complesso, ma magari quel poco di buono che c’è dentro, tipo la standardizzazione degli indirizzi delle scuole superiori a livello nazionale non la butterei via. Inoltre fare un rollback non è immediato come su Wikipedia, che magari sembra facile, ma richiede un tempo più o meno uguale a quello della sua attuazione. Esempio pratico: nella mia università  ci hanno messo più di un anno per studiare, redigere e approvare il nuovo statuto; cosa resa necessaria dalla LG. Nel caso si tornasse alla legge precedente la LG, gli organi competenti non potranno semplicemente riprendere il vecchio statuto. Dovranno studiare la transizione, varare delle modifiche se necessarie e/o richieste e infine votarle. La cosa richiederà  diverso tempo e denaro, in questo caso come in tutti gli altri.

 

Diffusione obbligatoria di Internet nelle scuole con l’accesso per gli studenti.

Giusto, lo trovo utile. Però da quel che ne so è una cosa già  attiva, e anche alla grande. Nella mia provincia (Verona) Tutte le scuole, dalle elementari alle università , sono collegate ad Internet ed hanno almeno un aula d’informatica con dei computer connessi. Addirittura la mia vecchia scuola superiore, scuola da 400 alunni ma di provincia, aveva il wifi disponibile ovunque all’interno dell’edificio. So che in alcune scuole superiori hanno eliminato il wifi o l’hanno dotato di password per i soli docenti, cercando di evitare che orde di ragazzini cazzeggino su Facebook invece di seguire la lezione. Comunque in ogni caso se gli studenti hanno bisogno di Internet a scuola nella maggior parte dei casi ce l’hanno a disposizione. Secondo quest’articolo di Orizzonte Scuola, aggiornato al 22 dicembre 2011,  il 90% delle scuole è dotato di connessione a Internet. Il problema tende ad essere piuttosto la qualità  della connessione, ma sono fiducioso che col tempo e se parte l’agenda digitale la situazione dovrebbe migliorare.

 

Graduale abolizione dei libri di scuola stampati, e quindi la loro gratuità , con l’accessibilità  via Internet in formato digitale.

Se possibile sarebbe bello, soprattutto perchè credo che tutti siamo a conoscenza del triste fenomeno delle case editrici che stampano praticamente lo stesso libro da 10 anni ma ogni 2 anni cambiano edizione marciandoci e mangiandoci sopra.

Il problema di questo punto sta nel fatto che i Pentastellati vogliono i libri gratuiti. Ora, è vero che su Internet ci sta un sacco di materiale gratuito, ma è molto difficile trovare contenuti che per qualità  e organicità siano pari a quelli di un vero libro di testo. A questo va aggiunto che dev’essere l’insegnante a dire ai ragazzi su cosa studiare, non gli si può dire: studiati la Guerra dei Cent’Anni su Wikipedia (con tutto il rispetto per Wikipedia, sia chiaro). Un’ultima cosa: per attuare questo punto si dà  per scontato che ogni ragazzo possa comprarsi un tablet/notebook o che glielo fornisca la scuola. Il secondo caso lo escludo, che la maggior parte delle scuole non mi pare possa affrontare un simile sforzo. Nel primo caso mi si dice che comunque per ogni anno si spende in libri più di quanto costerebbe un tablet. Vero, però così tu compri solo il tablet senza contenuti (i libri) e si torna al punto di partenza: chi paga gli ebook su cui studieranno i ragazzi?

Con questo non voglio demonizzare il mezzo tablet, anzi. Ci sono diverse scuole che stanno sperimentando classi dove un tablet o un notebook sono il principale strumento di studio. Ma arrivare a dire quello che dicono i Pentastellati mi sembra se non arduo quantomeno molto prematuro.

Aggiungo che dall’anno scolastico 2013/2014 inizierà la graduale adozione di libri di testo in versione digitale o mista

 

Insegnamento obbligatorio della lingua inglese dall’asilo.

Idea lodevole. Peccato che mio fratello, che ora ha 17 anni, abbia studiato Inglese anche lui all’asilo. No, non era un asilo privato, era una comunissima scuola materna pubblica. Una maestra una volta a settimana usava un libro di orsetti che avevano fatto comprare per una cifra irrisoria e insegnava numeri e colori in Inglese. Si può parlare del fatto di renderlo obbligatorio per tutti (non so quanti effettivamente insegnino Inglese all’asilo) e se farlo in maniera più ‘soft‘ o più ‘hard‘. Sinceramente però non lo vedo come una priorità . Tanto più se pensiamo che l’asilo non rientra nella scuola dell’obbligo (almeno a me risulta che sia ancora così).

 

Abolizione del valore legale dei titoli di studio.

Idea con cui moderatamente concordo, perchè già  viene fatta nel privato, cominciare a farla nel pubblico potrebbe portare ad un miglioramento generale delle università  che si vedono “rimbalzati” i propri laureati nei colloqui di lavoro e nei concorsi.

A questo proposito vorrei raccontare una cosa che penso sia capitata anche ad alcuni di voi: i Pentastellati che provengono dalla sinistra del PD tendono a continuare a supportare l’idea che sia sbagliata l’abolizione del valore legale del titolo di studio. Ok, ma giusto per farglielo sapere il partito che supportano con così tanto entusiasmo propone l’esatto opposto.

 

Risorse finanziarie dello Stato erogate solo alla scuola pubblica.

Tema caro alla sinistra su cui mi si trova abbastanza d’accordo. L’unico problema è rappresentato dal fatto che allo stato una scuola privata costa, nonostante le risorse che gli eroga, meno di una scuola pubblica. Qui si pone il dilemma morale se lo stato possa in questa maniera ‘convincere‘ alcuni genitori ad iscrivere i figli ad una scuola privata oppure se chi vuole una scuola privata se la paga tutta. Sinceramente non ho una posizione ben definita su questa faccenda.

 

Valutazione dei docenti universitari da parte degli studenti.

Mi risulta si faccia già . Nella mia università (Verona) almeno da 4 anni si fa un questionario di valutazione dei professori e non credo di essere in presenza di un esperimento unico. Magari i Pentastellati vorrebbero che queste valutazioni vengano rese pubbliche, cosa che da noi non succede per motivi di privacy credo.

 

Insegnamento gratuito della lingua italiana per gli stranieri (obbligatorio in caso di richiesta di cittadinanza).

Ok però mi risulta che chi viene qua in età  scolare segua già a scuola corsi di Italiano in maniera completamente gratuita. Questo vuol dire che quando un ragazzo al compiere dei 18 anni vuol richiedere la cittadinanza italiana deve frequentare un corso di Italiano apposito? Anche se magari sono 10 anni che è in Italia e oltre all’Italiano parla anche in Romanesco? Poi non vengono definiti gli obiettivi di questo corso. Basta la frequenza? Il superamento di un esame? E che livello di Italiano richediamo per la cittadinanza, B1? C1? C2?

Come ci segnala slego l’insegnamento gratuito della lingua italiana agli stranieri si fa già nelle strutture denominate CTP (Centro Territoriale Permanente) presenti obbligatoriamente in tutta Italia: sono scuole organiche al sistema scolastico pubblico aperte a tutti (italiani e stranieri), in cui si tengono corsi gratuiti (si paga solo una piccola tassa di iscrizione) di lingua italiana. I livelli disponibili vanno da A1 (livello base, rivolto agli analfabeti totali) al C2 (livello massimo). I CTP si occupano anche dei corsi di italiano per studenti stranieri delle scuole superiori.
Per gli stranieri extracomunitari che richiedono il permesso di soggiorno CE di lungo periodo è obbligatorio già da un paio d’anni un test di lingua italiana di livello A2 (DM 04/06/2010).

 

Accesso pubblico via Internet alle lezioni universitarie.

Che abbiano idea i Pentastellati di quanti fantastilioni di Euro servirebbero per fare ciò? Accesso pubblico via Internet a tutte le lezioni vorrebbe dire telecamera + banda in uscita + manutenzione + varie ed eventuali. Magari ha più senso che chi può faccia come hanno cominciato a fare il MIT e qualche altra università  nel mondo che carica alcune lezioni di alcuni corsi su youtube. Dico questo perchè poi, con tutta la buona volontà , non credo ci sia la coda di gente che vuole seguire le lezioni di economia all’Università  dell’Insubria (non me ne vogliano ma è la prima che mi è venuta in mente).

 

Investimenti nella ricerca universitaria.

Sono d’accordo, l’Italia spende troppo poco nella ricerca. Però almeno qualche spunto su dove vogliono prendere i soldi e su come desiderano investirli lo troverei lodevole.

 

Insegnamento a distanza via Internet.

La sottolineatura di insegnamento è presente nel programma originale (don’t ask). Comunque sinceramente non capisco cosa intendano. Che ogni università  deve avere un CEPU parallelo? In ogni caso guardate un paio di punti sopra per vedere la mia opinione in materia.

 

Integrazione Università /Aziende.

Sono d’accordo, è vero che le università  italiane per quanto si sforzino sono poco legate al mondo del lavoro. Però non mi dicono per niente come vorrebbero migliorare questa integrazione.

 

Sviluppo strutture di accoglienza degli studenti.

Sinceramente non capisco cosa intendano. Vogliono più residenze universitarie? Perchè altrimenti  non capisco che cosa vogliano dire.

 

Conclusioni sparse.

Il programma mi sembra pieno di buone intenzioni, ma senza la minima idea di come applicarle. Non si toccano molti punti tipo criteri qualitativi nella selezione dei professori universitari e superiori (a questo proposito mi permetto di consigliare il sito del ROARS che si propone di approfondire il tema), ora di religione, graduatorie, concorsi pubblici, etc. che per conto mio almeno un accenno l’avrebbero meritato. Questo programma mi da l’impressione di una lista d’intenti più che di un programma vero e proprio; una cosa del tipo: se ci voti faremo più o meno quelle cose là, quando ci toccherà  penseremo a come farle. Sinceramente non la vedo una cosa rassicurante.

Inoltre a mio parere qua manca un punto fondamentale negli investimenti nell’istruzione: l’edilizia scolastica. Molte scuole a livello di edifici stanno messe male, alcune coi muri a pezzi (abbastanza letteralmente), però qua non vedo nessuna proposta a riguardo. Essì che tutto sommato mi pare abbastanza prioritario. Idem per i laboratori. Ho capito che parlare di Internet è sempre più facile e più bello, ma spesso i professori devono dannare coi bilanci scolastici per comprare i materiali per i laboratori di chimica, fisica, elettronica, etc.

La mia conclusione è che non vorrei demonizzare tutto, in questo programma ci sono dei punti condivisibili, ma non dicono mai come vogliono raggiungerli. I Pentastellati in passato come adesso hanno sempre criticato i programmi degli altri, ultimo in ordine di tempo l’accordo sottoscritto da PD+SEL+PSI, dicendo che è lungo, inutile, fumoso, etc. Sinceramente però, io mi fido di più di questo tipo di documenti perchè c’è scritto nero su bianco cosa vogliono fare e come lo vogliono fare. Così poi in futuro potrà controllare se le mie aspettative e quel programma saranno rispettati o meno.

Leggendo il programma del M5S, invece, ho avuto non solo l’impressione di un qualcosa fatto di corsa e in maniera non organica. Quello che più mi ha colpito è che sembra un programma fatto apposta per, parafrasando Luttazzi, venire incontro alle limitate capacità  mentali degli elettori Pentastellati. Poche idee semplici da capire, a prova d’idiota. Buona parte sono frasi ad effetto che usano anche gli altri partiti, è vero, ma questi ultimi solo per la pubblicità, non per i veri piani d’intenti.

Raffaello Corsini

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