Perche’ siamo ignoranti?

Bella domanda.
Ci sarebbe da scrivere un articolo lungo quanto la Treccani sull’argomento, ma mi concentrero’ su un punto solo.
Badate bene pero’: l’ignoranza e’ una piaga estremamente diffusa nel mondo e non ne e’ affetta solo l’Italia. Provate a guardare questo video, in cui degli Americani devono identificare degli stati famosissimi su una cartina muta.

Questi eleggono uno degli uomini piu’ potenti del mondo e il loro paese vanta il livello tecnologico forse piu’ avanzato del mondo. Ci sono tanti video correlati a quello, potete divertirvi a guardarli tutti.

In questo articolo voglio parlare di scuola.
Mi piacerebbe che nei commenti potessimo discutere dell’impostazione della scuola e di come farla funzionare meglio.

In molti parlano di come funziona e non funziona, eccellenze e scandali, fondi e mancanza di essi e quant’altro.
Io vorrei parlare della scuola ideale. E per scuola parlo di tutto l’impianto educativo che una persona riceve tra i 6 e i 19 anni.
Questo perche’, a mio parere, la scuola Italiana funziona piuttosto male, e’ inefficiente e non offre un’istruzione adeguata a un gran numero di cittadini, come invece dovrebbe essere.
Il problema generale che rilevo non e’ la qualita’ dell’istruzione in se’: se una persona vuole studiare e ha le capacita’ per farlo, la scuola Italiana e’ estremamente valida. Io ho fatto le scuole pubbliche e sono estremamente contento della qualita’ degli insegnamenti ricevuti in praticamente tutte le materie.

Il problema che rilevo e’ invece l’istruzione “generale” della popolazione, ovvero la media dell’istruzione risultante dall’aver frequentato il sistema educativo. Per cultura personale, posso parlare in dettaglio solo del sistema Italiano (pur conoscendo accenni di altri sistemi), ma devo dire che questo problema e’ comune a tutti i paesi, chi piu’ chi meno.

Non faro’ quindi paragoni con il “modello” di questo o quel paese, ma mi limitero’ ad immaginare un sistema scolastico che funzioni (almeno in Italia) e che massimizzi la cultura del Paese in cui viene applicato.
Un’altra priorita’ che ritengo importante e’ anche dare la possibilita’ a tutti gli studenti di ottenere il massimo dall’esperienza scolastica, e che questo massimo sia definito come il massimo apprendimento consentito dalle loro capacita’.

C’e’ quindi bisogno di fare una premessa possibilmente spiacevole per alcuni ma che in ogni caso va necessariamente fatta: le persone non sono tutte uguali. Le persone hanno diversi gradi di intelligenza e diverse capacita’. Ci sono persone piu’ intelligenti, che quindi hanno la capacita’ di apprendere di piu’ in un dato periodo di tempo, e persone meno intelligenti.
Sia ben chiaro: questa e’ una realta’ innegabile e, tanto per fare un esempio, nel sistema Italiano e’ gia’ considerata. Gli Istituti Tecnici sono votati ad imparare un mestiere (detto rozzamente) per l’impiego immediato, mentre i Licei sono sostanzialmente preparatori all’universita’ e a ulteriori studi di piu’ alto livello.
Questo non dev’essere un fatto discriminante, ma e’ semplicemente il prendere atto di circostanze biologiche che ci rendono differenti.
Un altro effetto di queste differenze sono i “talenti”, ovvero predisposizioni per particolari operazioni o lavori. Il musicista potrebbe essere una capra in matematica, lo scienziato potrebbe essere diffidato dalla questura dal suonare un violino vita natural durante, un giornalista potrebbe non sapere cos’e’ l’onesta’ e diventare gril… ehm… vabe’, questa e’ un’altra storia.

La scuola deve quindi assolutamente prendere atto di queste differenze ed adeguarsi il piu’ possibile per massimizzare la cultura, e quindi in questo modo anche la realizzazione personale, di tutti i cittadini.
E badate bene (ci tengo a ribadirlo): non basta che la media della cultura sia piu’ elevata, ma l’obiettivo e’ che tutti abbiano la cultura migliore che a loro sia possibile ricevere e comprendere.

Detto questo, scrivo schematicamente come dovrebbe essere la scuola dell’obbligo. L’intervallo è lo stesso attuale: si inizia a 6 anni e si finisce nell’anno in cui si compiono i 19.

  • 7 anni di scuola primaria (6-12 anni)
    Di questi 7 anni, i primi 3 sono introduttivi e non hanno voti. I giudizi vengono dati solo in forma “sì, no, bene, etc.”, di modo da abituare il bambino a riconoscere gli errori e a correggerli. La qualita’ del lavoro viene incoraggiata il piu’ possibile e l’obiettivo e’ quello di rendere la scuola e l’apprendimento un’esperienza gradevole e motivante per i bambini.
    Dal quarto anno i bambini iniziano a ricevere giudizi, che verranno introdotti gradualmente e spiegati, di modo che il giudizio venga vissuto piu’ come un “feedback” del lavoro svolto e non come un giudizio personale.
    L’obiettivo generale della scuola primaria dev’essere: l’impartizione delle nozioni di base (lingua Italiana e Inglese, aritmetica, scienze, storia, etc.); la motivazione e la trasmissione dell’apprezzamento per lo studio e la comprensione del perche’ si studia (ah, se maestri e professori lo spiegassero… quanto migliorerebbe di colpo la scuola anche senza riforme).
  • 6 anni di scuola superiore (13-19 anni)
    La scuola superiore e’ divisa in due tipi: istituti tecnici e licei.
    A loro volta sono di vari tipi, secondo la divisione attuale in Italia. Istituti tecnici e licei non cambiano nella sostanza rispetto a ora (i programmi sarebbero da rifare comunque, ma non entro nel dettaglio).
    Di questi 6, 1 anno è introduttivo e avrà già i moduli caratteristici del tipo di scuola superiore scelta (es. fisica nel liceo scientifico, elettrotecnica per i periti, etc.). Durante questo anno è possibile cambiare tipo di scuola senza ripetere l’anno e trasportando i voti ottenuti fino a quel momento. La bocciatura in questo anno avviene solo per casi gravi (lacune nelle conoscenze di base o comportamento incompatibile con la scuola), mentre negli altri casi viene sconsigliata la frequenza e consigliata una scuola più adatta. Sono previsti corsi di recupero per chi voglia continuare nella stessa scuola, come se si fosse ricevuto un “debito formativo”, con un esame non vincolante al termine di esso.
    L’obiettivo del primo anno è quindi rinsaldare le conoscenze di base (es. Italiano, matematica, etc.) e indirizzare al meglio gli studenti, correggendo eventuali errori di indirizzo commessi nel passaggio da scuola primaria a superiore. Vengono organizzati open day dalle scuole superiori per accogliere gli alunni dell’ultimo anno della primaria e i loro genitori, per spiegare i programmi e le caratteristiche della scuola.
  • Esami di Stato sia per scuola primaria che per superiore. Lingua inglese dal primo anno di primari
  • La scuola media è eliminata e ci faccia il piacere di non tornare mai più, che fa solo danni.

L’obiettivo di questo tipo di scuola è di lasciare indietro meno persone possibili. Uno degli enormi problemi degli studenti Italiani è la quantità di studenti svogliati, che se ne fregano dello studio, che “vogliono andare a lavorare” per poi finire disoccupati o sfruttati, e molto altro ancora.
Una delle cause di questo problema è, a mio parere, l’organizzazione del programma scolastico. Pensate ai dati di qualche anno fa: la scuola elementare Italiana era tra le migliori d’Europa. Allo stesso tempo, la scuola media era tra le peggiori.

E il motivo è semplice: gli alunni di 11 anni iniziano la fase pre-puberale.
Iniziano ad essere pieni di ormoni ed irrequieti, aggressivi e insicuri. Inoltre, alcuni crescono prima altri dopo, sviluppandosi fisicamente e intellettualmente in anni diversi. E quindi cosa facciamo? Li rimuoviamo dalla classe in cui sono cresciuti e li sbattiamo con degli sconosciuti e con altri insegnanti. Non solo, ma il programma che hanno studiato in 5 anni viene complicato e compresso in 3.
Il risultato è che si crea un mare di studenti “problematici” che non hanno nessuna intenzione di studiare. Questo, aggiunto alla credenza popolare idiota che “il pezzo di carta non serve a niente, vai a lavorare che almeno guadagni soldi”, distrugge la gran parte degli studenti.

Sì, la gran parte.

Chi sopravvive a questi tre anni di giungla va al liceo, gli altri vengono gettati nella pattumiera degli istituti tecnici (edit: non intendo che sono pattumiera di per sè, intendo che sono utilizzati e spesso considerati come tali). Ovvio che non è così per tutti e questa è una generalizzazione, ma è una generalizzazione perchè il trend è decisamente quello. E’ un dato, non c’è niente da fare (edit: nel senso che è una situazione pessima in cui versa la scuola Italiana, non nel senso che non c’è niente da fare).

E allora ecco questa proposta di riforma della scuola “made in Caproni”.
Magari può partire una discussione edificante.

A voi.

PS: tutto è nato da questo articolo di Michele Boldrin e discussione nell’area commenti del precedente articolo.
Qui invece un articolo sul sistema scolastico Finlandese.

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