Per andare oltre ci vuole un ponte

Buongiorno di nuovo, Stalla. Oggi volevo fare un viaggetto, che non sarà materiale, ma nel mondo delle immagini e del pensiero, di ognuno di noi. Una digressione che mi sembra buona per una domenica :), se non si ha da fare una gita.

L’occasione me la ha data l’ormai stracelebrato Oscar a Sorrentino, per un film che per la sua quasi totalità è fatto di un “non detto”, che sta nella immagini che ne costituiscono lo scheletro. Ma perché, le immagini possono essere così importanti? Quando guardiamo un serial, o un TG, non ci pare che quello che ci  si presenta alla vista, sia poi così importante; non ci appare anche quando andiamo a fare la spesa.

Eppure, è così: gli occhi registrano, così come le orecchie, e questa registrazione, fa funzionare il nostro cervello, che lo vogliamo, o no.

Allora, cosa ci dice il cervello quando vediamo una immagine, una sequenza, una struttura “percepibile dai sensi”? E’ scollegata dal pensiero astratto? Lo sappiamo tutti che no. Dunque io partirei dal “piano sequenza” finale, del film da cui stiamo prendendo il largo…cioè quella passeggiata, vista da un occhio soggettivo, verso un ponte sul Tevere; perché, un ponte? Perché, quella immagine emoziona anche chi non è romano, e magari a Roma mai c’è stato? Perché, pare sia una delle sequenze più significative, che si ricordano? E perché, qualcuno che ha preso un premio appunto per la traduzione in immagini,dialoghi e suoni, di una sensazione puramente “umana e culturale”, la ha messa alla fine, come chiosa?

Da qui partiamo , se volete, per una digressione sul simbolo. E ricominciamo da una leggenda, che è quella degli Hopi, che si chiama ‘Il Ponte dell’Arcobaleno’. La traduzione è , come sa chiunque traduca per lavoro, purtroppo fallace, e in questo caso anche dubbia per antropologi e storici…ma non ci importa, perché tale leggenda ha avuto così tanta eco, che chiunque capisce che fa risuonare qualcosa, nelle emozioni di molte persone, nel pianeta. Vi racconta che, ogni volta che ‘una era muore, e un’altra comincia’, è perché ci sono 4 cavalli, che partono per 4 direzioni diverse, e sono in gara, per ‘arrivare primi’ ; chi vincerà determinerà la qualità dell’era che verrà dopo. Uno è ‘un cavallo rosso’…significante le emozioni di base, e il puro istinto; un altro è ‘cavallo nero’, e rappresenta il potere, con i suoi giochi ( che si intendono fatui e illusori, e devianti) ; poi c’è un ‘cavallo bianco’, che rappresenta la intellettualizzazione ( ‘The Tsipras” 😉 ) con quello di non utile, che porta con se…infine c’è quello buono, che è ‘quello dorato’, cioè quello che mette in sinergia gli altri tre. Sono orientati sui 4 punti cardinali, ma ora noi lo trascuriamo, dato che un’altra suggestione stiamo seguendo. Come mai una cosa che riguarda cavalli che corrono, e punti cardinali, si chiama “Il Ponte”?

Bene…ritorniamo allora all’inizio, e guardiamolo, un ponte; ce ne sono moltissimi al mondo…ma prima di guardare quelli che si vedono, guardiamo ad altri, che non si vedono. Per farlo, ricordiamo che uno che conta molto, si chiama simbolicamente “Pontifex”: quante persone si chiedono perché si chiamo così? Eppure quel nome ha una origine ; è latina. Esisteva un “Padrone dei Ponti”, e “capo dei sacerdoti”, che era appunto Pontifex…colui che determina i ponti. La sua giurisdizione era maggiore di quella dei Consoli, e di qualunque altra carica, nel mondo romano ( che era anche quello etrusco). Lui stabiliva “Quale era La legge” , e cioè in quale modo si doveva stabilire un CONTATTO, tra le divinità, e l’uomo. Era dunque, il custode del “Codice Giuridico” , e di quella che modernamente definiremmo “La Costituzione”; quindi somigliava, se vogliamo, al nostro Presidente Della Repubblica. In questa ottica ha senso anche che sia chiamato così colui che viene investito del “Potere Vicario della Palingenesi”, che Cristo ha per i Cristiani, riportato sulla terra, con “Il Nuovo patto”, che è “Evanghelion”; ambedue presiedono alla autorità che determina se gli umani avranno felicità e pace, o caos e guerra. Infatti la civiltà romana considerava “la Guerra”, uno stato maledetto, che si poteva far nascere solo se non era possibile altra soluzione.

Ecco, perché c’è un “Pontifex”, dunque. ( Notato quanto, le persistenze storiche, contano? 😉 ).

Allora adesso dovrebbe essere chiaro, perché “un ponte”, è significativo; e dovrebbe essere anche chiaro perché spesso sia così carico di emozioni. Qindi adesso possiamo farci un viaggetto nella parte architettonica e scenografica: come lo fanno “un ponte”, nel mondo? Cosa ci dice, della forma mentis di chi lo ha concepito? Coma fa a ‘andare oltre’ , qualcuno nel mondo, che è deputato ( nome noto), a farlo, per ottenere lo stato “giusto”, che è accordo e pace? Provo a inserirne qualcuno.

Vediamone prima uno europeo, ma non mediterraneo; il Ponte Carlo, a Praga, che molti di voi avranno visto.

Si tratta di valicare ( parola molto significativa) , un fiume, come il Tevere, e simile per caratteristiche…mica è il Rio delle Amazzoni, insomma: come lo ha fatto un europeo in quell’area? Comincia così: torre-ponte e finisce con lo stesso tipo di porta. In mezzo c’è una decorazione ( in origine una serie di spiriti apotropaici), che ‘suona’ così: statue  ponte carlo . Sono statue che ci dicono: stai attento che “Il Potere” , è armato e sacro, e quindi quando “oltrepassi”, sei soggetto al medesimo…quindi “comandiamo Noi, che a differenza di te siamo stabili, eterni e sappiamo quello che facciamo. Tu sei fuori dal nostro mondo, ma noi ti proteggiamo”.

Ma altrove, come è fatto, un ponte? Prendiamone un altro che ci servirà per fare diversi paragoni. Sappiamo che ‘Il Ponte’, rappresenta “La Legge e Il Potere”. Prendiamo ad esempio quelli , famosi per tutti , della Madison County, negli USA. Sono patrimonio federale. roba grossa :). madison county cosa ci dice? che qui niente statua, niente di niente. Non ci sono porte, e c’è solo una corazzatura contro le intemperie e le alluvioni. Qui non c’è nessuno che oltrepassa, sotto la protezione di un Potere Sacro…c’è solo qualcuno che “di là” ci deve andare, perché deve commerciare. E’ così diverso dal ponte di Brooklin? No, vero? brooklin bridge Ambedue ci dicono che “un ponte si deve fare, e non è neanche detto debba essere fatto da un Sacro Pontefice”; “qui sta a mettese d’accordo tra uguali”, dicono ambedue questi ponti. Invece cosa ci dice, un ponte come quello evocato, dal film di Sorrentino? Eccolo: ponte roma castel sant'angelo e ancora, in paragone con quello di Praga: ponte di castel san'angelo . Anche qui ci sono le statue che “ammoniscono e proteggono”…ma come sono? Cosa dicono? Sono tutte improbabili fisicamente, e “monumentali”, ma sono molto meno “ieratiche”, e sembra ci dicano: tutto è una finta, un teatro esistenziale…e dunque? Stai lì sotto? Allora fai finta che vada tutto bene (che ti conviene), perché domani, puoi essere anche sugli spalti del castello cui stai andando incontro, mentre cammini su questo ponte. Ma contemporaneamente dicono : “guarda, gioca pure a bingo…però adesso lo sai, che anche a noi Protettori, ci tocca stare in queste pose che sono dinamiche, ma assurde! hai capito cosa è ‘Il Potere e La Fama’?”.

Eppure tutti questi, sono “ponti”…quindi fatti da “pontefici”, no?

Perché, ce ne è solo uno, che ci dice “il ponte è in se stesso una illusione”?

Ed è proprio quello che non è fortificato. Curioso, vero? Quello, però, è diventato un simbolo legato a Roma, e alla Italia come Nazione, in una fascinazione che giustamente da sempre esiste, verso il “disincanto”, che è tipico della nostra tradizione filosofica…e che altre tradizioni europee, non hanno o hanno molto meno ( come si vede dal pur molto evocativo, ponte Carlo di Praga…che tanto somiglia al nostro ponte di Castel Sant’Angelo).

Ora torniamo però, dopo questa digressione “alla sanfasò” ( ce lo devo mettere, lo sapete 😉 ), al concetto di “ponte” che il nostro cervello , che lo vogliamo o no, contiene.

Ne abbiamo altri, di ponti da citare…e lo sappiamo che tale oggetto metaforico, serve a “oltrepassare”, quindi ad “andare oltre”( ricorda qualcosa?)…perché ci sono anche ponti non materiali…se non per chi ne ha fatto un business, sfruttando, come tutto sfrutta, la capacità di metaforizzare del cervello umano; un esempio, è questo:

http://www.scientology.it/faq/background-and-basic-principles/what-is-the-bridge-in-scientology.html

Lecito dirsi…e adesso?

Adesso chiediamoci , come sarebbe “un ponte”, inteso come “contatto, Foedus, ed evoluzione tra umani” ( abbiamo visto, che è così), creato dal populismo che sta attualmente cercando di occupare la scena della vita politica, e non solo della nostra nazione; è per caso un ponte come il Ponte Carlo? come il ponte della Madison County ( è quello che vogliono farci credere gli stellatissimi)? E’ come il ponte che ha fatto da simbolo alla Roma di Sorrentino? ( no, quello è proprio l’ultima opzione).

La domanda, che è, “che ponte farebbero?”, rimane stranamente inevasa. Se vogliamo essere buoni, abbiamo la prima opzione, ed è simbolicamente questa: ponte di barche .

Riguarda “i dissidenti” e “gli espulsi”: un ponte di barche è fatto per non durare, e si fa tra due realtà che non vogliono fare patti veri. Si fa per fare passare truppe, per occupare una terra che si considera “straniera e ostile”. Qualcuno lo dica a Civati, perché è la perfetta metafora del “ci occuperemo delle proposte punto per punto”, ma “non passa lo straniero ( zam zammm! 😉 “.

Pare invece che il corpo stabile della armata grillina sia ben lungi da “fare ponti”; preferisce bombardare e guadare, e non fa dunque “pontefici”….non crede al ” Foedus”;  non crede, alla convivenza pacifica e allo scambio.

Difficile, capire coma possano non crederci, pur pensando a una società collettiva rigenerata da “Un Nuovo”, la cui apparente base propagandistica è “la democrazia partecipativa, o Dal Basso”.

Gaia? NO…non Gaia.

Pare di più un ricordo, che viene dal 102 A.C.

Siamo ancora nella Roma repubblicana ( e le notizie, solo da lì, sono state tramandate…con tutte le ambiguità che il caso comporta). Cosa succede? Giunge alla Repubblica Romana ( quella che aveva “Il Pontifex” , ed era abituata a fare “Foedera”, che erano accordi, anche se spesso erano accordi capestro), la notizia che una fantomatica popolazione sconosciuta, proveniente ( ma non si sa), dalle terre del Nord, adesso Sassonia, Danimarca, nordest della ‘Germania’ sta migrando in massa verso il sud, donne vecchi e bambini compresi. Cosa diamine succedeva? Succedeva che c’era stata una carestia, e cominciava l’invasione dei Germani del futuro…e quindi questi non avevano un posto dove stare senza rischi, e migravano verso l’unico luogo protetto, e con cibo e lavoro, che esisteva nel mondo che conoscevano, cioè la Federazione Romana, che comprendeva anche il sud della attuale Francia ( sempre “federata” e non “provincia”).

Erano proprio i celtiromani del sud della Francia, che avevano dato l’allarme…fifa blu di una invasione di questi sconsiderati, disperati, di cui si raccontava che “volevano prendersi le terre di tutti”.

Arriverà a difendere i Foedera coi celti, un generale romano il cui nome è rimasto nella storia; era Mario.

I suoi soldati avevano paura, perché si era sparsa la voce che questi barbari erano “non umani”, e sapevano trasformarsi in bestie feroci invincibili, nude e pelose, nel corpo a corpo. Come fece, Mario, a ottenere una vittoria che fu strage, e rimase nella storia? Perché lo ricordo ora? Perché quei barbari, che erano ‘I Cimbri e i Teutoni’ ( così li si ricorda, ma c’erano molte tribù diverse, con diversi nomi), pur se desiderosi di entrare a far parte del “Patto con i Romani” ( era quello che cercavano, ed era “il Foedus”), non sapevano fare i ponti.

Rimasero bloccati , premendo sempre più affamati, sulle rive del Rodano…mentre Mario, erede della tradizione del “Pontifex”, i ponti, li sapeva fare…. così, li fece, i ponti.

Li fecero i suoi ingegneri ( che avevano “l’ingenius”, che poi significa “essere protetto da un Genius, e condividerne il sapere sacro”). E passò OLTRE: Cimbri e Teutoni, che avere un Pontifex manco sapevano cosa significava, furono sterminati senza alcuna speranza, in una carneficina senza fine, dalla battaglia che così si creò, dopo molti eventi, che è nota come ‘Acquae Sextiae’.

Il ponte, che aveva caratteristiche di sacralità, aveva tolto la paura dalle truppe romane…Così come “la mancanza del ponte”, aveva impedito a Cimbri e Teutoni di farsi conoscere dai celti del Sud della Francia…e aveva impedito la nascita di una possibile sinergia, tra Celti e Germani. Dovrebbe essere chiaro, quanto la capacità di ‘fare ponti’, sia importante, per la umana convivenza.

E quanto sia destinato a morte certa chi non sa farne, PER CONSUNZIONE, se dall’altra parte c’è chi invece si. :).

P.S: NON è modo arzigogolato di dire : il populista giacobino, non ha speranze. Le ha avute eccome, ma è sempre dipeso dalla staticità pigra e distratta, di chi e ‘Pontifex’, ma non fa più ponti.

Era digressione domenicale…perdonate l’arzigogolo? 😉

 

Edit: parziale rettifica .Il ponte sul Rodano, che respinse la pressione germanica verso la Francia, e più stabile, fu fatto da Cesare, e si trova “ollain” . E’ vero tuttavia che il primo ‘ponte’ fu fatto dalle legioni di Mario. E’ altrettanto vero che alla fine le popolazioni migranti, oltrepassarono il Rodano,ma ‘alla disperata’.

 

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