Non è ancora il momento

Una decina di giorni fa avevo deciso che, dopo quasi quattro anni passati a cercare di diffondere il Buonsenso attorno a me e dopo più di due anni passati a cercare di far divulgazione (sia sul web che dal vivo) e dopo aver ottenuto da questi miei sforzi dei risultati decisamente risibili, era arrivato il momento di dire “basta” e di lasciare che i creduloni, gli ingenui e le persone prive di senso critico si arrangiassero da sé, ché io ne avevo abbastanza di darmi da fare per ottenere in cambio, nella migliore delle ipotesi, una blanda indifferenza venata dal fastidio, quando sono arrivati gli esiti delle elezioni presidenziali americane a farmi cambiare idea.
Sì, perché adesso, da quelle parti, è tutto un piangere e un chiedersi perché, quando, per come la vedo io, il risultato era prevedibilissimo fin dal momento in cui i democratici hanno designato la Clinton come loro candidato.
Ricordo che quel giorno ho detto al marito “Siamo fottuti: gli americani non voteranno mai una donna”, e quando lui mi ha chiesto perché dicessi una cosa del genere, gli ho risposto che un po’ c’è quella faccenda che da quelle parti le femministe d’assalto hanno talmente frastagliato i tritumbani a tutti che chissà quanti, nell’intimità della cabina elettorale, avrebbero approfittato con gioia della possibilità di una piccola ‘vendetta’ segreta, e un po’ c’è quell’altra faccenda che per molti americani la figura del Presidente è simbolica e quasi mistica, e per queste persone è semplicemente impensabile che il loro Presidente possa essere una donna.
Poi, ovviamente, me ne sono stata zittina e buona, intanto per non gufare, e poi perché in fondo in fondo speravo che gli americani riuscissero a stupirmi positivamente.
E infatti.
Per come la vedo io, i democratici hanno commesso un errore madornale candidando una donna alla corsa presidenziale, ché non hanno voluto pensare che molti americani hanno una vera e propria impossibilità ad accettare una cosa del genere; forse i democratici hanno pensato che la Clinton avesse buone possibilità dal momento che il candidato repubblicano era così impresentabile (“Piuttosto che votare Trump, voteranno qualunque cosa”, devono aver pensato, e secondo me avrebbe anche funzionato, se solo il candidato democratico fosse stato un uomo).
E invece molti americani, messi di fronte alla scelta impossibile tra un candidato impresentabile ed uno inconcepibile, cos’hanno fatto?
Una parte è andata a votare ed ha votato un candidato indipendente (la percentuale dei voti agli indipendenti in questa tornata elettorale è schizzata oltre il 4% dallo zero virgola qualcosa delle elezioni precedenti), e una parte se n’è rimasta a casa (la percentuale dei votanti è stata attorno al 50% degli aventi diritto).
E così è finita com’è finita e io non voglio, dopo il referendum e comunque andranno i risultati, dovermi rimproverare di non aver fatto tutto il mio possibile per contribuire a tenere il nostro Paese libero dalla feccia grillonza.

Nel 1994, quando ci son state le elezioni politiche ed è stato eletto Berlusconi, io ricordo che ero piuttosto incazzata e un mio collega mi disse che ciascun Paese ha il governo che si merita.
Quella volta non gli credetti, anzi mi ribellai ad una simile affermazione, ma adesso, dopo più di vent’anni, devo riconoscere che aveva ragione lui: forse che i democratici americani, che hanno scelto così male il proprio candidato presidenziale rifiutandosi di vedere le cose come stanno, non sono responsabili della sconfitta che hanno subìto?
Forse che la maggioranza degli italiani, nel 1994, non si meritava un affarista senza scrupoli che si era buttato in politica per risolvere i propri guai con la giustizia e che era riuscito ad affascinare tante persone col miraggio dei soldi facili per i furbi?
Forse che i grillonzi avrebbero buon gioco nello sfruttare la credulità, la rabbia e il timore delle persone se non ci fosse una classe politica tutt’altro che al di sopra di ogni critica?
Forse che Renzi, con la sua scriteriata decisione di ‘silurare’ Letta (che piaceva a molte persone che avevano fiducia in lui) e con la sua ancora più scellerata decisione di trasformare questo referendum in una sorta di ‘verifica’ della fiducia delle persone sulla bontà dell’operato del governo, non ha gettato lui stesso le basi per abbandonare il Paese in mano ai grillonzi?
Sì, perché ovviamente questi, sempre pronti a gettare fango su tutti quelli che non sono loro stessi, si sono buttati a pesce sulla ghiotta opportunità di infamare, di distorcere e di infangare l’operato del governo e così è andata a finire che ci son persone che voteranno No semplicemente in spregio a Renzi e persone che voteranno No per timore che le modifiche alla costituzione, combinate col nuovo sistema elettorale, portino i grillonzi al governo, e tutto questo indipendentemente dalla bontà o meno della riforma costituzionale.
Riguardo a quelli che voteranno No perché hanno dato ascolto alla propaganda grillonza so che non posso fare niente: questi ultimi quattro anni passati a prendere pesci in faccia mentre cercavo di diffondere il Buonsenso mi hanno insegnato che, per dirla con maggiore efficacia che finezza, ‘ci sono persone a cui si fa prima a metterlo in chiulo che a metterlo in testa’ (ecco, mi viene in mente un sioretto sulla sessantina, che conosco da una vita, che ha un banchetto al mercato e dal quale compro maglioni e giaccotti: l’altra settimana son passata da quelle parti e lui stava parlando con un altro sioretto e gli stava dicendo, a voce molto alta e parecchio arrabbiato, “E par cossa xe che go da lavorare, mi?? Per quei quatro… al governo, per Rensi?? I dise che semo in democrasia, ma in dittatura semo, in dittatura!!” e a me è venuto molto da ridere e stavo per intervenire e dirgli che se veramente fossimo in dittatura, fare discorsi del genere avrebbe avuto come conseguenza il suo ‘prelievo coatto’ notturno e nessuno avrebbe più saputo niente di lui, poi però ho pensato a quella faccenda lì del chiulo e della testa ed ho lasciato perdere).
Ma per quelli che voteranno No perché hanno paura che il Sì aprirebbe la strada alle orde grillonze (che mai come in questa occasione si sono mostrate in tutto il loro pernicioso squallore), per quelli sì posso fare qualcosa: intanto sono subito venuta qui ad esporre i miei dubbi ed ho trovato persone ben più ferrate di me sull’argomento che mi hanno risposto (se volete, qui, qui, qui e qui trovate qualcuna delle risposte che ho ricevuto) e, anche se il discorso di sperare di sbarazzarci facilmente dei grillonzi, se dovessero arrivare al governo, grazie alla loro totale inettitudine non mi convince particolarmente (dopotutto con ‘sto sistema ci siamo tenuti Berlusconi per vent’anni, e non mi pare che i romani che si son votata la Raggi abbiano ancora capito che tegola si sono dati da soli sul cranio) questa discussione è riuscita a levarmi la preoccupazione di favorire l’avanzata grillonza votando Sì.
Invece, quello che mi pare piuttosto evidente è che l’avanzata grillonza la favorirei eccome votando No: grazie alla ‘corbelleria’ (chiamiamola così, va’) fatta da Renzi quando ha trasformato il referendum in una sorta di votazione sull’operato del governo, votare No significa votare Sì alla feccia grillonza (e a tanta altra feccia), significa dare loro forza per sostenere le proprie aberranti rivendicazioni, significa legittimare il loro continuare a sabotare le istituzioni, e questo io non lo voglio fare e non lo farò.
Io voterò Sì perché voglio dare il mio appoggio all’attuale governo che, per quanto non sia certo ottimale, purtuttavia è sempre infinitamente migliore della feccia dei grillonzi e dei loro sodali, voterò Sì per dire alla feccia che l’aborrisco e che non la voglio, voterò Sì perché dall’estero (dove pure farebbero meglio a grattarsi le proprie rogne invece d’andare a cercare la rogna addosso a chi si lava non dico tutti i giorni ma sicuramente almeno una volta alla settimana) si guarda all’Italia e si aspetta l’esito di questo referendum, e un esito negativo potrebbe pure provocare un bel crollo dei mercati, voterò Sì perché mai come adesso è pericoloso che l’Unione Europea s’indebolisca, presa com’è tra USA e Russia, comandate da due mine vaganti che dell’Europa se ne infischiano, voterò Sì perché non voglio dovermi rimproverare di non aver fatto tutto il possibile e perché non voglio trovarmi nella situazione di quegli elettori americani che hanno disperso il loro voto oppure che non hanno votato affatto e adesso non possono ringraziare altri che se stessi per la disgrazia che si sono tirati in casa.

G.D.E.

Uddì: Se siete arrivati fino in fondo a questo articolo e se avete voglia di leggere le considerazioni ulteriori che ho fatto in seguito alla discussione che si è sviluppata, le trovate qui.

Una risposta a “Non è ancora il momento”

  1. […] ricordate quando ho scritto che non era ancora il momento di lasciar perdere la divulgazione e la diffusione del Buonsenso? Ecco, adesso invece sì. Adesso […]