Le mirabolanti inchieste del Caprone Medio

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Tornano le grandi inchieste del Caprone Medio, l’unico vero rappresentante del volere del gregge (anche se sempre prono al Leader Capra), il Caprone Medio non ha pregi né difetti, ma ha due lauree e due corna WiMAX, con le quali resta costantemente aggiornato sui belati del suo amato leader.

Al Caprone Medio non gli interessa di andare in TV o in radio, lui non intervista i politici, i potenti, i servi delle banche e delle multinazionali di latte Mukki, lui intervista soltanto il gregge duro e puro, quello che vuole destabilizzare il pastore per prenderne il posto (cioè: sempre se il Leader Capra non cambia idea, in tal caso giustificherà il tutto con una serie di frasi con le parole “rete”, “democrazia diretta”, “uno vale uno”, “tigre contro tigre” ripetute decine di volte).

Oggi il nostro caprone ha voluto decodificare un po’ gli umori della stalla, sempre più popolosa e stretta, dopo la straordinaria vittoria (o quasi) alle elezioni 2013.

Cachemire in spalla la prode capra parte di primo mattino col suo camper (il mezzo mobile ufficiale dei caproni), la musicassetta è bloccata su Ma Baker di Boney M, ma questo non lo ferma, perché niente ferma un gregge intestardito. Tranne un cane che abbia molto forte, ma se non ci fosse lui la rivoluzione caprina sarebbe stata violenta e fascista, grazie a lui invece è solo fascista.

Arrivato alla stalla tutto appare tranquillo. I caproni non hanno festeggiato con birra e liquori, non si sono dati alla pazza gioia come quando cadde Berlusca, il pastore tozzo e grasso e che sa di plastica della stalla poco più a destra (o era a sinistra?), hanno al massimo belato felicemente per la sconfitta di Bersano, il pastore torvo sempre scuro in volto che fonti alquanto attendibili da Firenze dicono che porti rogna, e i suoi smacchiatori a basso prezzo non funzionano tanto bene sulla pelliccia di giaguaro.

Nessuna luce psichedelica, niente petardi, non una capra disinibita dall’estasi della vittoria, tutto scorreva come al solito, qualche banchino qua e là (vuoto senza la presenza in loco del Leader), tutti seduti a guardare i loro computer, cliccano sul sito del leader, poi su qualche forum di dubbia utilità, insultano Scaruffi e la Bindi, e si aggiornano sugli ultimi video di Backroom Casting Couch (roba concettuale, ricorda alcuni film di Werner Herzog).

Ecco alcuni commenti a freddo sulla vittoria e sulla strategia da perseguire secondo il gregge segnalati dal Caprone Medio:

<<È stata un grande vittoria, perchè è arrivata dal basso! Insomma, Bersano è stato scelto dall’alto (dalle banche, senesi e sioniste) il Berlusca non lo vota mai nessuno, ma si firma le schede tutte lui e la mamma (che non è morta, al contrario di Paul McCarteny!)>>

<La loro sconfitta è più importante della nostra vittoria! Anzi: la vittoria è più importante della sconfitta! La loro. No, aspetta, un attimo: la vittoria è sopra la sconfitta, giusto? Cioè, si vince e si perde, come partito abbiamo vinto, ma loro sono più forti come coalizione, però governiamo noi, ma non possiamo, allora fanno il governissimo però no, e quindi…>>

<Vogliamo Dario Fo presidente, una mamma qualunque all’economia e Giulietto Chiesa per gli affari esteri!>>

<Che rompi balle che siete! Comunque ora che siamo in Parlamento ci adegueremo un po’ al linguaggio ipocrita del politichese, perché c’è una buona parte della popolazione che è scema e non capisce. Infatti la nostra prossima manifestazione sarà la Passeggiata Su Roma.>>

Non è una questione di credere o no se esiste l’Aids o il signoraggio, se il metodo Di Bella funziona o le Biowashball sono state concepite per un torneo di bocce a Villagrazia Di Carini, il fatto è che Beppe dice quello che il popolo vuole sentire.
Un attimo. Ma esattamente cos’è che vuole sentire il popolo?
Che non è colpa nostra se il paese va a rotoli, è colpa loro!
Già…

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