La terza via

Con Berlusconi oramai avviato verso le patrie galere (o quasi, diciamo ai patri domiciliari) i parlamentari del PDL si stanno dando da fare per cercare di salvare l’unico essere che da un ventennio riesce ad assicurargli seggi parlamentari in quantità. L’ultimo tentativo è stato giusto ieri con Schifani e Brunetta che vanno da Napolitano a cercare un modo per restituire al presidente del milan l’agibilità parlamentare; ovviamente il risultato è stato tutt’altro che lusinghiero.

Neanche Berlusconi ha molta voglia di lasciare il parlamento e consegnare ad altri il destino delle sue società per cui se i parlamentari del centrodestra si sono lanciati in un “desperate tour” lui a giorni alterni minaccia di far cascare il governo per negoziare una fantomatica riforma della giustizia che si pronuncia più o meno “salvacondotto”.

Fortunatamente Epifani ed il PD in un raro momento di lucidità hanno fatto sapere che per quanto possano essere responsabili e masochisti non sono poi così scemi per cui alla peggio sono disposti a cercare altre maggioranze o tornare alle urne piuttosto che lasciare campo libero a Berlusconi su quel versante (e, stranamente, anche Renzi è daccordo!).

 

Indovinate chi si è fatto avanti in questo frangente ? Il disturbatore ufficiale di questa legislatura: il Movimento 5 Stelle.

Beppe Grillo durante la sua vacanza in sardegna (che i novembrini leggono come “tour delle locazioni balneari per fare proselitismo fra i senzadio che frequentano luoghi da 5000 euro a notte”) ha annunciato che sarebbe difficile non dare la fiducia al PD in questo frangente limitatamente ad una riforma della legge elettorale ed al pensionamento a divinis di Berlusconi.

È tutto ok quindi ? Ma neanche per sogno, a stretto giro di posta (cioè il tempo d’arrivare a casa e ricevere la solita telefonata da parte di Casaleggio) arriva la smentita in chiave “PD e PDL sono uguali, io non li voterei mai” (ed ovviamente, essendo il Movimento 5 Stelle una sua protesi questo vale per tutti).

Anche questa volta la gente non sembra apprezzare il niet (che si ripresenta, sempre uguale, ogni due mesi circa e chiude la porta ad ogni possibilità di fare qualcosa di buono per il paese) ed anche questa volta lo spin doctor è costretto a tirare fuori la solita scusa per giustificare l’aventino.

Questa volta il pannicello caldo, lanciato dal senatore Cotti, si chiama la terza via, ovvero un favoleggiato governo di personalità terze della società civile che nulla hanno a che spartire con la politica. In pratica l’ennesimo governo tecnico… alla faccia delle idee innovative.

il Sen.Cotti, proponente della “terza via”

Questa uscita non è diversa da quando Grillo, trovandosi costretto ad andare dal Presidente della Repubblica ad indicare qualcuno per il ruolo di Presidente del Consiglio semplicemente si rifiutò di farlo annunciando “un governo a cinque stelle” (gli ermeneuti del movimento ci spiegarono dopo che “a cinque stelle” non è “di cinque stelle” e che quindi si intendeva un governo di personalità di alto profilo ed esterne alla politica anche lì). Manco a farlo apposta anche allora a Napolitano non diedero l’unica cosa che gli serviva ovvero il nome del Presidente del Consiglio preferendo piuttosto passare ore a sciorinare la lista dei punti secondo loro necessari per formare un governo.

La storia si ripete perché anche in questo caso la terza via è un favoleggiato regno dei grandi della società civile senza manco un nome, il tutto con la simpatica postilla implicita (già usata l’altra volta) del “votateci e noi vi daremo i nomi”, come a dire “a scatola chiusa”.

Vedete… è una riedizione dello stesso schema presentato alla nomina del Presidente della Repubblica; dovendo scegliere che fare si fa terzismo per non scontentare nessuno e cercando di mettere i bastoni fra le ruote del vero nemico: il Partito Democratico. La mitologica terza via è solo l’ennesima reincarnazione dell’ “ottuagenario scongelato” (cit.Beppe Grillo) pensata per mettere in difficoltà il PD senza però chiudere definitivamente le porte, promettendo “praterie della maggioranza” (qualsiasi cosa esse siano) in una chiave impossibile… ovvero dare fastidio.

Più passa il tempo più è chiaro che la posizione di Grillo è semplicemente quella di complicare il più possibile la vita al PD mentre lo si accusa di non fare quello che gli si vuol rendere impossibile… ovvero rendergli impossibile mollare il PDL e, contemporaneamente, accusarlo di essere colluso col PDL stesso

Fortunatamente non è così facile prendere in giro gli elettori (ripetutamente), se la prima volta possono esserci anche cascati ora stanno iniziando a rendersi conto del giochino (meschino) del genovese volante al punto che finanche Civati (recordman in quel campo) ha iniziato a vedere con diffidenza le “aperture” del movimento.

 

In sintesi se ci fosse bisogno di dirlo chiaro e tondo la situazione è questa: Grillo non ha alcuna intenzione di mandare Berlusconi in carcere e non farà nulla per semplificare la vita al PD in tal senso, le sue aperture sono strumentali alla ricerca di visibilità ed alla volontà di screditare il Partito Democratico.

Per nostra fortuna oramai non se lo fila più nessuno ed il PD su questo specifico argomento ha le idee chiare (e, per una volta, il supporto del Quirinale) quindi Berlusconi possiamo allegramente salutarlo… ma non certo grazie a Grillo ed ai suoi sottoposti.

 

G.D.E.

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