La storia dell’Uomo che cercava il Pronto Soccorso

La conoscete la storia dell’Uomo che cercava il Pronto Soccorso?
Se non la conoscete ve la racconto io.

C’era una volta un Uomo che doveva portare la sua Donna al pronto Soccorso perché la poverina era stata colpita da malora intestinale così intensa che tutto quel che avrebbe potuto ingoiare per far passare la faccenda non riusciva a soggiornare al suo interno per un tempo sufficiente a fare effetto.
E però c’era un problema: il Pronto Soccorso era stato spostato dall’ultima volta che l’Uomo c’era andato e le indicazioni puntavano in direzione opposta a prima, ma l’Uomo, che non le aveva viste, si ostinava ad andare dove il Pronto Soccorso era sempre stato, incurante degli avvertimenti della Donna.
Ora non vorrei che pensaste male dell’Uomo: egli voleva assai bene alla Donna (caspita, eran più di vent’anni che vivevano assieme, amandosi, volendosi bene e sopportandosi!) ed era molto preoccupato per lei e proprio per questo motivo la voleva portare a destinazione il prima possibile, ma aveva questo brutto vizio d’incaponirsi a non volersi arrendere all’evidenza.
E così disse “Fammi provare” e proseguì per la sua strada, mentre la Donna, cui la familiarità di una vita con questo tipo d’atteggiamento aveva procurato una pazienza che in confronto Giobbe era un dilettante (per una ‘fortunata’ coincidenza, anche il Padre della Donna aveva questa propensione ad intestardirsi a negare il dato di fatto) non perse tempo a cercare di convincerlo, ma si dedicò invece all’impegnativo compito di tenere a bada le viscere in subbuglio.
Così, quando arrivarono dove ci sarebbe dovuto essere il Pronto Soccorso e videro che invece lì ci avevano messo l’Obitorio, nessun “Te l’avevo detto” uscì dalle labbra dell’eroica Donna, che si limitò ad esalare flebilmente che, anche se si sentiva assai malconcia, probabilmente l’Obitorio rappresentava una scelta quanto meno prematura.
A quel punto l’Uomo, messo brutalmente di fronte alla realtà, non potè fare altro che girare l’auto e dirigersi alla volta del Pronto Soccorso, stavolta quello vero, però.

Quello che è successo in febbraio alle elezioni politiche mi ricorda tanto la storia di quell’Uomo: troppe persone che stavano cercando il Pronto Soccorso si son trovate davanti all’Obitorio, e in molti casi non è neppure stato del tutto per colpa loro.

E già, perché troppe persone han creduto alle false indicazioni di uno spregevole mestatore che ha fomentato e sfruttato la loro giusta ira e la loro comprensibile preoccupazione per come stavano andando le cose per far loro credere che il Mo’ Vi Mento fosse l’unica soluzione possibile.
E quando queste persone si son trovate davanti all’Obitorio, l’ignobile guitto, assieme al suo delirante compare, si è affrettato ad alzare un gran polverone di fuffa perché non si riuscisse a leggere che sull’edificio c’era scritto Obitorio e non Pronto Soccorso.
Per fortuna una parte delle persone s’è accorta lo stesso di quel che aveva fatto dandogli il proprio voto: le persone con un po’ di buonsenso e di spirito critico, quelle che avevano voluto manifestare la loro protesta per l’andamento delle cose e che avevano sperato in un cambiamento positivo, si sono rese conto abbastanza presto che avevano commesso un enorme errore e che avevano gravato il nostro povero Paese di un grosso problema in più, ma ormai il guaio era fatto.

Però davanti all’Obitorio continua a rimanere ancora troppa gente, tutti quelli che non riescono ad ammettere di aver combinato un grosso guaio e che vogliono a continuare a credere a qualcosa perché vogliono che quel qualcosa sia vero.

Sono gli intelligenti idealisti senza spirito critico, quelli che prendono in esame qualunque teoria senza avere il filtro degli anticorpi contro le fregnacce, quelli che “bisogna stare con la mente aperta” (sì, ma non al punto che il cervello caschi per terra, come dice Piero Angela).
Per loro, il Mo’ Vi Mento continua ad avere credibilità, le surreali esternazioni del proprietario del marchio vengono ingoiate come fenomeno folkloristico e le indegne intemperanze dei suoi rappresentanti più in vista vengono liquidate con una scrollata della testa ed un sorriso (“Ma sì, sono giovani ed inesperti, si faranno”, come se fosse mai possibile che individui di quella sorta riescano a trasformarsi in persone intelligenti e responsabili, come se si potesse ottenere olio dai sassi e sangue dalle rape).

E poi, davanti all’Obitorio ci sono soprattutto loro, i grillos (copyright Helenio, grazie!), torme di mediocri rancorosi e di nullità velleitarie, quelli che credono d’aver diritto ad un trattamento di favore da parte della vita solo perché son venuti al mondo, quelli che son convinti che il Paese dei Balocchi esista davvero e se non l’hanno ancora trovato è perché c’è un complotto (gombloddo!!11!!) che li tiene lontani.

E adesso come facciamo a far vedere a quelli che non lo vogliono capire che sono fermi davanti all’Obitorio?

Ché l’impresa è ardua ma necessaria, se vogliamo che il nostro Parlamento venga ripulito da quest’avvilente rappresentanza del partito (pardon, movimento) degli scarti, da questa collezione d’incapaci boriosi e prepotenti, da questa raccolta d’ingenui velleitari e creduloni.
Basta guardarli per vedere gli individui dei quali costoro sono i degni rappresentanti: i professori che nessun genitore vorrebbe mai per i propri figli, perché dicono in classe che tanto loro stan lì solo ad aspettare la pensione, gli studenti che nessun docente vorrebbe mai, perché vengono 257 volte a far l’esame e l’ultima volta son preparati ancor meno della prima, ma sperano di riuscire a passare per sfinimento del docente, oppure i tizi che fanno lo slalom in bicicletta sui camminamenti pedonali rischiando d’arrotare i passanti e sfoggiando l’aria arrogante di chi ha diritto di farlo perché sta usando un mezzo ecologico (già, perché invece chi va a piedi consuma come un Leopard e inquina peggio di una Zhiguli, vero?).

Certo, quelli che van dietro al guitto malefico perché il tizio ha procurato loro qualcuno da incolpare per la loro esistenza squallida e li ha illusi che finalmente non saranno più gli sfigati di turno, ma anzi potranno vendicarsi di chi li ha sempre disprezzati e presi in giro, quelli lì saranno ben difficili da convincere della realtà, ma confido che ci sia speranza per gli altri, quelli che sono troppo orgogliosi per ammettere d’aver fatto un gigantesco errore, ma che sono comunque dotati del ben dell’intelletto.
Costoro dovranno prima o poi affrontare la realtà e capire che, se restano dove sono, verranno fatalmente accomunati agli altri, alle masse decerebrate che s’aggirano pel web prone ai comandi dei guru (tra l’altro, conosco più di una persona che avrebbe motivo d’arrossire fino alle orecchie ed oltre leggendo la prima di queste due barzellette).

E allora, se vogliamo liberarci del movimento degli scarti, dei suoi guru, dei suoi rappresentanti e dei suoi sostenitori, dobbiamo darci da fare un po’ tutti e cercare di far capire a più persone possibile che

Chi ha votato per Grillo ha fatto come quello che voleva andare al Pronto Soccorso e invece s’è trovato all’Obitorio.
E quelli che continuano a credergli e restano là non hanno ancora capito che quello non è il Pronto Soccorso e che quelle che vedono passare non sono Ambulanze.
Quelli sono Carri Funebri.

G.D.E.

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