Italiano, parlo con te

E cosi’ ci risiamo.

Il Popolo Sovrano, vox populi vox dei, laggente che tutto sa e su tutto pontifica, il popolo della rete e chi piu’ ne ha piu’ ne metta, ha votato.

E, come al solito, ci risiamo.

Dopo pochi anni di governi sghembi, di piccoli passi avanti, di piccole riprese che stentano, il Popolo Sovrano ha deciso che e’ ora di cambiare. E’ ora di volti nuovi, di idee nuovi, di approcci moderni.

Il popolo sovrano ha deciso che e’ ora di Gigi lo Steward e Matteo il Ruspatore.

E gia’ cosi’, capite che non stiamo andando bene.
Ma lo capite voi. Lo capite voi che riuscite a leggere queste righe, queste frasi.
Lo capite voi che sapete cos’e’ la sintassi, che significa la semantica.

Ma non loro.
Eh no, loro no.

Per chi sta gia’ sbuffando dicendo “ohibo’ il solito elitarista di sinistra”, vi fermo qui e gia’ vi rispondo.
Saro’ anche “elitarista” (qualunque cosa voglia dire), ma rispetto le persone con titolo di studio minore, intelligenza minore e quello che volete.
Pero’ quello che non rispetto sono le stronzate di calibro apocalittico come queste, del calibro de “prima aspettiamo le epidemie, poi facciamo i vaccini”.
Votare per gente come “l’impresentabile” dei 5 stelle (neanche mi ricordo il nome di quella nullita’) che correva contro Minniti non e’ “una scelta politica”, “un’idea diversa”, “un’opinione da rispettare”.

No, e’ semplicemente una stronzata mostruosa, che nel mondo perfetto e ideale farebbe perdere il diritto di voto a tutti quelli nel raggio di 100 chilometri dall’epicentro del fatto.

Detto questo, prevengo anche un’altra obiezione che sento in questi giorni: “eh ma se continui a dare degli idioti a quegli altri, non vi voteranno mai”.
Ora: vi risulta che io sia un politico? Vi risulta che io sia candidato? No, sono una persona normale e non e’ il mio lavoro baciare il culo agli elettori per farmi votare da loro.
All’analfabeta disoccupato non vado a dire “eh e’ colpa dell’Euro”, “e’ colpa della Boldrini”, “e’ colpa degli immigrati che ti rubano il lavoro” e altre stronzate. No: se gli immigrati ti rubano il lavoro pur non avendo neanche la licenza elementare e senza sapere la nostra lingua evidentemente il problema sei tu, non gli immigrati.

Quindi semplicemente diro’ la mia opinione, e la diro’ senza troppi peli sulla lingua.

Italiano.

Si’ tu, Italiano.
Parlo con te.

Si’, tu, con a malapena il diploma delle superiori e promosso a calci, che non ha la piu’ pallida idea di cosa fare nella vita, senza capacita’ spendibili in qualunque attivita’ o azienda che non sia quella del lavaggio gabinetti.

Tu, Italiano che non sa non solo ne’ leggere ne’ scrivere, ma ormai nemmeno parlarlo, l’Italiano.
Quello che si fa rubare il lavoro da immigrati semi analfabeti cresciuti in zone di guerra dove la scuola piu’ vicina era un cumulo di macerie fumanti.

Tu, Italiano che non sa un cazzo di economia, ma sa tutte le formazioni delle squadre di calcio dal 138 Avanti Cristo a ieri mattina. Che non sa un cazzo di come funziona un vaccino, ma sa esattamente quanti peli ha sul culo ha la Belen. Che non sa uno straccio di Inglese, ma al bar, tra un bianchino e l’altro pagato coi soldi di mamma, ci spiega che potremmo vivere di turismo internazionale.

Tu, Italiano che dice di voler “salvare la ricerca” e “far tornare i cervelli in fuga” e poi condivide fake news che anche un lobotomizzato capirebbe che sono false. Che si lamenta dei politici disonesti e poi non fa mai un cazzo di scontrino o va in giro in Cayenne pur risultando nullatenente. Che si riempie la bocca di “popolo sovrano” e poi acclama Putin come Zar d’Europa.

Tu, Italiano.
Lo sai qual e’ il problema dell’Italia?

Tu sei il problema.

Si’, tu.

E lo sai perche’ sei il problema?
Non e’ solo perche’ sei ampiamente imbecille, ma perche’ te ne vanti pure.
E non solo te ne vanti, ma voti in maniera imbecille, per poi pure lamentarti delle conseguenze.
Lo schifo che fa l’Italia ora e’ diretta conseguenza di decenni di politiche imbecilli di politici imbecilli.
Eh si’, i politici. Quelli che tu odi tanto.

Ma la domanda che non ti fai mai, caro imbecille, e’ questa: chi li ha eletti?
Eh si’, perche’ lo sai cosa significa “democrazia”, tu che te ne riempi tanto la bocca?
Significa “governo del popolo”.

Ripeti con me: “governo del popolo”.

Ovvero: e’ il popolo a governare.
E hai assolutamente ragione: se una cosa va male, e’ colpa del governo.
Solo che siamo in democrazia, caro imbecille. Il governo sei tu. Tu e tutti i tuoi compatrioti ugualmente ritardati.
Il motivo per cui l’Italia va male sono le scelte imbecilli che gli Italiani, come popolo, come insieme di individui con nome e cognome, hanno preso in questi decenni.
Scelte imbecilli, politiche da ladri e scriteriati. Eravate contenti, cari imbecilli, di andare in pensione a 55 anni, eh? E ora sono cazzi amari per tutti, anche per te e per i tuoi figli imbecilli e disoccupati.
Cosi’, giusto per fare un esempio che li riassuma tutti.

Ah, ma tu dirai: “e’ tutto un complotto, sono tutti d’accordo per non farci dire la nostra”.
E come no? Forse non ti sarai accordo che e’ sempre la solita cazzata che ti ripeti, perche’ al referendum del 4 dicembre hai votato NO, contro il governo, e hai vinto. E ora hai votato regolarmente, senza problemi ne’ brogli e il governo ha perso. Tanto per fare due esempi recenti. Senza contare l’esempio della pensione a 55 anni di prima, perche’ non ho mai visto nessuno piangere per aver ricevuto la pensione cosi’ presto… o sbaglio?

Quindi, hai visto? Hai tu il potere.

E chi hai eletto, con questo potere? Gigi lo Steward e Matteo il Ruspatore.
E bravo imbecille.
Ma e’ inutile che io ti spieghi il perche’ e il percome sia una scelta imbecille. Non c’e’ modo che io te lo possa spiegare in maniera da farmi capire, ne’ perdero’ tempo cercando di convincerti.
Lo capirai, te ne accorgerai. Forse.

Te l’ho detto, io non sono un politico e in Italia nemmeno ci vivo, quindi puoi veramente rovinarti come vuoi. Non ho tempo ne’ voglia di spiegare, e le ragioni sono facilmente reperibili ovunque, ovviamente a patto di saper usare un minimo di cervello. Ergo, come vedi, e’ inutile spiegarti.

Anzi, forse un modo c’e’ per spiegarti.

I cartoni.

Si’, i cartoni. Magari quelli li capisci.

Imbecille.

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