Incontro con Churyumov–Gerasimenko

Vorrei farvi distogliere lo sguardo per qualche minuto, solo qualche minuti, dai problemi terreni: la crisi economica, la crisi del PD, gli operai in piazza e le manganellate della polizia. Vorrei farvi distogliere lo sguardo per poterci concentrare un momento verso le stelle sopra di noi.

Settimana prossima sarà tentata una impresa senza precedenti, una impresa che, se vivessimo in un’epoca nella quale le persone rimanessero incantate dall’esplorazione spaziale, potrebbe essere ricordata come lo sbarco sulla Luna.

Giovedì 12 Novembre tenteremo di fare atterrare una sonda su una cometa.

Oltre il futuro

Per darvi un’idea della portata di questa impresa ho deciso di ripescare un classico della fantascienza “Incontro con Rama” di Arthur C. Clarke. Come ben saprete Clarke ha sempre scritto della fantascienza fisicamente plausibile, e per questa ragione i suoi testi possono essere letti come delle profezie: incontro con Rama è un libro del settembre 1969, scritto sull’onda emotiva della missione Apollo 11, nella quale viene descritta una missione che per molti versi potrebbe ricordare quella attualmente in corso, con una importante differenza: nel libro di Clarke si suppone che a esplorare lo spazio siano gli umani, ma nella realtà saranno le sonde. Il primo capitolo del libro si apre con una serie di predizioni: vediamo come la realtà si paragona alla fantascienza:

Giunti ormai nel 2130, i radar installati su Marte scoprivano in media dodici asteroidi nuovi al giorno.

Non abbiamo ancora radar su Marte, ma già dal 2010 siamo in grado di trovare dozzine di asteroidi ogni giorno grazie al telescopio orbitale WISE.

la Guardia Spaziale seguiva le tracce di circa mezzo milione di asteroidi.

Secondo i dati dell’8 ottobre seguiamo 658.859 asteroidi, 11.703 dei quali con un’orbita che passa dalle nostre parti: quello che Clarke sottovalutava è quanto la rivoluzione informatica avrebbe accelerato l’analisi del cielo.

Nemmeno nel ventiduesimo secolo era ancora stato scoperto il sistema per evitare che scienziati di una certa età e di idee retrograde occupassero posizioni amministrative d’importanza capitale.

Su questo punto temo che le cose non siano molto diverse.

La missione Rosetta

Lasciamo da parte le opere letterarie e parliamo un momento di questa missione: Rosetta è una sonda dell’Ente Spaziale Europeo lanciata nel 2004 con l’ambiziosa missione di intercettare e inseguire una cometa nel suo viaggio intorno al sole, e nel processo tentare anche l’atterraggio di una sonda d’esplorazione. Il nome Rosetta è riferito alla stele di Rosetta nella speranza che lo studio della cometa ci possa dare la stessa capacità di decifrare i misteri ancora celati riguardanti la formazione dei pianeti e degli elementi che rendono possibile la vita.

Tentare l’atterraggio

La parte più ambiziosa della missione è certamente il tentativo di atterraggio. Nella progettazione di Philae, il lander, si son dovute effettuare parecchie supposizioni sul materiale e la condizione della zona di atterraggio: infatti la cometa era naturalmente troppo distante per essere osservata da vicino. Inoltre il lander è stato progettato per funzionare completamente in automatico dato che non c’è alcuna possibilità di un controllo diretto a causa del ritardo di comunicazione. La sonda, progettata e costruita in europa, è sostanzialmente una scatola con degli arpioni per cercare di ancorarsi alla superficie e non rimbalzare. Non c’è alcuna certezza dell’esito di questa missione: e questo è uno degli elementi che la rende epica.

Atterrare sulla testa del paperotto

La cometa vista da vicino ha una forma molto strana: ricorda un paperotto giocattolo. Il luogo scelto per l’atterraggio è proprio in cima alla testa di questo immaginario papero spaziale (sì, io la cometa l’avrei chiamata Howard). Anche il punto scelto per l’atterraggio ha un nome riferito all’Egitto: Agilkia, ovvero l’isola dove è stato trasferito il tempio di Philae (da cui prende il nome il lander) in seguito alla costruzione della diga di Assuan.

comet-67p-churyumov-gerasimenko[1]

Tutto pronto per lo sbarco

Rosetta ha già completato le manovre di allontanamento e ora si trova sospesa a 22km dalla superficie, da questa altitudine il 12 Novembre alle 7 di mattina punterà direttamente verso la cometa, e alle 10:00 sgancerà la sonda. Da quel momento la discesa durerà 7 ore per un atterrare quindi attorno alle 17:00.

Non ci rimane altro che aspettare quindi, e se volete, seguire in diretta gli eventi del 12 Novembre attraverso il sito dell’ESA.

Per ora ecco un riassunto di quanto è avvenuto finora, e una dimostrazione della manovra di atterraggio che potrebbe essere ricordata come la prima partita a freccette sulla Stazione Spaziale Internazionale.

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