Il Caprone Medio

Ospitata temporaneamente da Le Storie Di Nonna Capra, ecco infine la rubrica culturale Il Caprone Medio: non un tedioso approfondimento diretto da i soliti professoroni, Il Caprone Medio è uno come noi, quattro zampe per seguire il Leader Capra, orecchie pelose per assimilare i suoi diktat, bocca bavosa per brucare rumorosamente e corna sporgenti. Sì, le corna sono solo le corna.

Comunque Il Caprone Medio sarà l’approfondimento culturale di cui tutti i caproni sono obbligati a servirsi, poiché nulla è più veritiero delle semplici parole del caprone qualunque, di colui che esamina la realtà empirica con lo spirito critico derivato dall’esperienza.

Bando ai belati dunque, e introduciamo l’argomento di oggi: Il Cimitero Di Praga.

Romanzo complesso e complessato, un’opera mastodontica, colossale, infinita( almeno paragonata al nostro programma ) frutto della sopraffina e contorta mente di Umberto Eco. Normalmente Il Cimitero Di Praga è oggetto di riflessioni boriose condotte dai soliti so-tutto-io che la televisione di stampo berlusconiana-fascio-corrotta-rothschildiana-sionista ci continua a vomitare addosso. Ma grazie alla nostra nuova rubrica sarà Il Caprone Medio a risponderci e a delucidarci sulle questioni e le curiosità che questo monumento alla cultura italiana non smette mai di offrire.

Ecco dunque l’intervento di un caprone qualunque, intervistato da me medesimo:

Prima di tutto buongiorno.

( belato )

Cominciamo dal principio, le sta bene?

( belato d’approvazione )

Benissimo, come si apre il romanzo di Eco?

Il romanzo del grande Umberto Eco si apre come ogni romanzo che si rispetti. Con una mano. Di solito la sinistra va sotto, e con la destra si apre, ma non è obbligatorio per una buona lettura. Bisogna far bene attenzione all’intestazione, al titolo del libro, perché se fatto in fretta e furia si rischia di aprirlo al contrario e sbirciando qualche secondo di troppo rischieremmo di rovinarci il finale.

Molto bene, molto bene. E ci dica Caprone Medio, dove si svolge la vicenda?

Praga. È una città.

Ci sono delle parti dell’opera che le sono risultate ostiche?

Circa a metà libro. Quel coso è gigantesco, saranno settemila o diecimila pagine, a metà non riuscivo a tenerlo aperto. Sul serio, non ci stava, le pagine si piegavano verso l’interno e deformavano le lettere, un paio di capitoli li ho strappati e letti a parte.

Direi che possiamo concludere con un ultima domanda, certamente la più sentita dai nostri lettori.

( rutto, seguito da un belato di approvazione )

Reputa questo romanzo una lettura utile?

Più che utile. Quello è un mattone, ma non lo dico tanto per scherzare. Avevamo un buco in bagno, è scoppiato un tubo, cose così, e papà che è muratore mi ha chiesto – Allora Goffredo, li vai o no a prendere i mattoni in garage? –
– Eh, pà, sono finiti. –
– Nessun problema, hai mica Il Cimitero Di Praga? –
– Che ti sembro un becchino? –
– Capra! Il romanzo, il libro, quello di Eco! –
– Non ti sento, c’è l’eco! –
– Umberto Eco! –
– Si è profondo l’eco, infatti non capisco una mazza! – E così via.
Fatto sta che è un ottimo mattone, così il giorno dopo ne ho ordinati settemila, ed Eco mi ha addirittura mandato una lettera di ringraziamenti scritta di pugno. Cioè: l’ha scritta con la penna, mica ha preso a pugni il biglietto.

P.S.: chi è il bravo caprone che riconosce da dove è stata presa l’erotica immagine di questo post?

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