I troll

Vediamo di partire col piede giusto: ogni posto è quello che la gente ne fa.

Come un paradiso terrestre può diventare un posto orribile se chi ci abita lo rende tale così un posto bruttarello può diventare molto bello se chi ci vive s’impegna.

So che queste parole messe in questo modo sanno di falso e posticcio ma per quel che ho avuto modo di costatare è così, a patto d’impegnarsi. Il problema semmai è che gli esseri umani non sono tutti uguali e se pure ci sono quelli che si sacrificano, lavorano e si sforzano per migliorare i luoghi in cui vivono e che frequentano è inevitabile che ci siano anche quelli che se ne fregano allegramente e rendono la vita più difficile a tutti.

Questa cosa è vera quando si parla di rifiuti, è vera quando si parla di condomini ed è vera quando si parla di internet.

Lo so che al momento l’argomento caldo è il terremoto e probabilmente penserete che discutere di internet sia secondario e, devo dire la verità, la tentazione d’affrontare quell’altro argomento m’era venuta… alla fine però ho resistito per un paio di motivi:

il primo è che il terremoto è stato una sciagura vera, con vite spezzate e distruzione; davvero una cosa troppo importante ed emotiva per pontificarne in rete dando patenti come l’ultimo degli idioti imbucati nella cantina di mamma che dal profondo del nulla che è la sua vita si mette a criticare tutto e tutti, inclusi quelli che in questi giorni stanno facendo i salti mortali per salvare, se non le vite delle persone la vita di quei centri, affinché non diventino dei cumuli di roccia abbandonati con una targa del tipo “una volta qui c’era un paese”.

il secondo è che internet ci sta precipitando in una spirale di odio, opposizione (anche fra gente che, di viso, riuscirebbe a sopportarsi benissimo) e violenza così virulenta tale che non si può più far finta di nulla visto che sta avvelenando la vita ed i rapporti di tutti noi.

Partiamo quindi dalla prima considerazione: internet non è cambiato e non è peggiorato (non di molto) negli anni. E’sempre stato un posto di grandi libertà in un modo o nell’altro, ci sono sempre stati conflitti accesi, alterchi e discussioni folli… il punto è che una volta non ci si faceva problemi a dire che la rete non è democratica ed ad usare mezzi che, in un modo o nell’altro, impedivano che s’arrivasse agli eccessi odierni. Sì, avete capito bene: è il correre dietro al democratico “tutti hanno diritto ad esprimere la propria opinione” che ha reso l’internet in cui state voi un posto orribile.

Le opinioni non hanno tutte lo stesso valore e le persone non hanno tutte il diritto d’esprimerle, non a prescindere e non indipendentemente da quali siano: se una persona è offensiva, violenta, cattiva è giusto che questa persona venga allontanata e che le venga tolta la possibilità d’interferire col normale dibattito, perché altrimenti quello che succederà è quello che vediamo sempre più spesso: avvelenerà il dibattito, impedirà lo scambio d’idee e trascinerà nel fango qualsiasi discussione.

Agli albori era tutto meno “violento” perché le persone erano poche e motivate solo dalle proprie idee (a volte strampalate, ma comunque genuine), oggi invece la massificazione di internet ha portato tanta gente (più e meno buona) ad usare mezzi molto sporchi (gli influencer, la radicalizzazione delle idee, l’uso sistematico di bufale, disinformazione e comportamenti da setta) per cercare d’influenzare l’opinione pubblica per fini che vanno dal ritorno politico alla propaganda passando per il lucro, e ci stanno riuscendo.

Questo è effettivamente un peggioramento ma la rete in sé non è cambiata da allora: gli strumenti e le pratiche che c’erano allora ci sono anche adesso e non è difficile, volendo, migliorare “la propria rete” e quella di chi ci sta intorno.

 

E qui c’è la seconda considerazione: internet non è “piatta”, ci sono diversi livelli, isole e spazi che sono “repubbliche”, “monarchie”, “anarchie” o “dispotismi” a sé. Su questo sito ad esempio possono scrivere solo gli utenti che sono stati considerati validi e più o meno ognuno di questi ha modo d’esprimersi e, se vuole, postare i propri articoli come sto facendo io adesso.

Non è una democrazia e non ha pretesa di esserlo… però funziona, e non è l’unico posto così. Un qualsiasi sito è libero d’adottare i metodi che ritiene più corretti per assicurare una “buona esperienza” per chi li frequenta. C’è chi ci riesce (immodestamente parlo di questo posto, dove i commentatori sono abbastanza soddisfatti dell’esperienza), chi non ci riesce, chi se ne frega, chi lavora per il bene comune e chi in qualche modo invece “spinge” per peggiorare l’esperienza (per ragioni varie, non ultima pilotare il malcontento e l’indignazione). Il punto è che ogni sito è storia a sé e non si può parlare di “internet” come se fosse d’un unico monolite: scegliere dove stare e come starci è la prima cosa.

Certo ci sono i troll, sono tanti e spesso sono una piaga… però non sono imbattibili, basta volerlo ed i troll s’allontanano o si rendono inoffensivi. Se e come farlo dipende, sito per sito, da chi amministra ed in parte da chi frequenta quei siti.

 

Terza considerazione: se internet è il mondo è un mondo in cui si può andare dalla Scozia alle Filippine in una frazione di secondo con un click. Se un posto è mal frequentato o mal amministrato nessuno vi obbliga a starci, a leggere i commenti, a relazionarvi con chi “lo frequenta”… la cosa migliore da fare in quel caso è mollare quel sito ed andare altrove. Spesso è scomodo ma i troll campano dello scoramento delle persone per bene (cioé voi) quindi il modo migliore per liberarsene è e resta sempre lo stesso: farli morire di fame.

Non state dove stanno loro, fate finta di non vederli, non parlate di e con loro…

 

Quarta considerazione: ci sarà sempre qualcuno che entrerà a gamba tesa e cercherà di tramortirvi con un flusso d’informazioni, link, male parole e quant’altro. Per i troll il modo migliore per “vincere” qualcuno su internet è quello di seppellirlo (e spesso per farlo lavorano in gruppo), per questo cercheranno di farvi sentire ignoranti (“informati!”, “studia!”), inadatti o d’accomunarvi al peggio della razza umana (offendendovi per le vostre scelte o posizioni).

Non cascateci: il loro “gioco” è farvi arrabbiare, costringervi a rispondere e poi seppellirvi esponendovi al pubblico ludibrio dei suoi simili. Il vostro rispondergli è la loro linfa. Evitateli e basta: se non riescono ad avere la vostra attenzione hanno perso.

 

Per tutto il resto nulla è meglio della polizia e d’un uso oculato del mezzo.

Tantissimi troll mi rinfacciano continuamente d’usare un nick e non il mio vero nome; è voluto. Anche cercando approfonditamente non è facile risalire alle mie vere generalità: fatelo anche voi.

C’è sempre quello che cerca di sapere chi siete, dove abitate e che faccia avete… probabilmente non verrà mai a casa vostra a disturbarvi (internet è piena di leoni di tastiera che nella vita reale si spaventano anche della loro stessa ombra) ma questo non gli impedirà di rendervi la vita difficile postando i vostri dati personali nei posti più impensabili, usare le vostre foto nei modi più sordidi ed in genere fare un bel dossier su di voi semplicemente per sbattervelo in faccia alla prima occasione per il solo piacere di provocarvi.

Solo le personalità pubbliche con un minimo di notorietà dovrebbero usare le proprie generalità e questo perché sono già note ed è estremamente difficile falsificare un qualcosa che riguarda una personalità pubblica. Per tutti gli altri: usate pseudonimi, non mettete le vostre foto e ciclicamente seminate dati personali falsi (fingete di farvi scappare che vi chiamate in un altro modo o che vivete da un’altra parte) in modo da depistare un eventuale troll.

dossier

Un tizio che fa ricerche sul nominativo per cercare di rinfacciare qualcosa (cosa ?) all’interlocutore

 

sitipercani

Unsuccessful troll is unsuccessful

So che vi sembrerà esagerato ma c’è gente (senza una vita) che non si farà problemi a cercare i vostri messaggi passati e che farà ricerche sui vari siti usando quel poco che ha in cerca di scoprire chi siete… e voi potreste anche non venirlo a sapere fino a quando non è troppo tardi; è meglio essere paranoici che ingenui.

Enrico Miceli

Un tizio che cerca di spaventare l’interlocutore esibendo dei dati privati (di chi ?)

Internet è un mezzo senza rete di sicurezza e l’anonimato dei troll crea favorisce i comportamenti peggiori… per quanto possa sembrare divertente usare internet senza pensarci troppo risalire a chi siete è un attimo ed alcune piattaforme (come Facebook) sono pericolosissime.

Se proprio volete usare i social media usate due browser distinti (tipo Chrome e Firefox), in uno registrate la vostra vera identità e limitatevi ai siti “sicuri”… nell’altro usate uno pseudonimo, e tenete ben presente che dovete sempre tenere i due ambiti completamente staccati. Ricordate: abbandonare una “persona” (un’identità anonima) è abbastanza facile mentre la vostra identità reale è una: se “la date via” potenzialmente è per sempre.

 

Un’ultima cosa: non pensiate di poter vincere con un troll/influencer/propagandista.

Questa gente segue la sua personale agenda e non è su internet per scambiare opinioni: al massimo vuole intortarvi con le sue ma non è disposto a credere a nulla di quello che potreste dirgli per cui se vi va di dibatterci (per puro spirito polemico) fate pure ma rinunciate in partenza all’idea di convincerlo d’alcunché e tenete presente che ogni “cortesia” da parte vostra non sarà in alcun modo ricambiata.

I troll per lo più scrivono perché s’aspettano che qualcun’altro legga (e, spesso e volentieri, per sfogare le proprie frustrazioni), ogni volta che vi dimostrate possibilisti con uno di essi questo ne approfitterà per “dimostrare” d’aver ragione (e per indicare che avete torto, c’è pure chi si salva i singoli messaggi per rinfacciarveli in seguito) quindi se state perdendo tempo a dibatterci sappiate che non vi porterà mai da nessuna parte.

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