I forc(hett)oni

Lo so, questo pezzo doveva essere pubblicato prima ma quando si tratta di eventi “liquidi” in continua evoluzione è naturale ritardare per voler cogliere quell’ultimo spin, quell’ennesimo scampolo, quel dettaglio che magari, da solo, ti cambia la notizia.

La notizia più eclatante del giorno è stata comunque che i leader dei forconi hanno chiesto d’incontrare Berlusconi, hanno discusso con la Santanché ma alla fine non se n’è fatto nulla, ufficialmente perché Berlusconi non vuole aggravare la situazione, ufficiosamente (stando alle sue stesse dichiarazioni) perché vuole che glielo chieda il governo.

Oggi il pregiudicato in attesa di scontare la pena torna all’attacco dicendo che se lo arrestano ci sarà la rivoluzione; leggetevi il mio pezzo precedente, unite i puntini e ditemi se le cose non sono collegate in qualche modo.

 

Li hanno chiamati tutti.

Avevano bisogno di fare numero e quindi li hanno chiamati tutti, tutte le sigle, tutti gli amici, tutti quelli che potevano avere qualche “uomo” da mettere in campo. Tutti tutti tutti.

Ci sono le adesioni entusiaste di Forza Nuova (che quando c’è da menar le mani non la mandano a dire a nessuno) e di tutti i partitini, movimentini e centri sociali con la statuina del duce al seguito… ci sono i centri sociali vicini ai NoTAV (fra cui Askatatsuna, che in queste ore è criticato dai simpatizzanti per aver condiviso la piazza coi “fasci”) e ci sono finanche gli ultras delle principali squadre calcistiche (che, notoriamente, quando c’è da far casino sono sempre pronti a scendere in piazza).

La parola d’ordine era far casino e casino hanno fatto e stanno facendo.

 

Cosa succede ? Succede che i tanti che per un decennio almeno hanno prosperato sotto l’egida del centrodestra berlusconiano hanno paura, ed hanno deciso di creare il caos: dopo aver fatto scempio del paese con Berlusconi (quello che continua a credersi il Luigi XIV di “apres moi le deluge”) i tanti amici più o meno presentabili di quella destra si sono dati appuntamento nell’anniversario del fallito golpe Borghese per tentare di destabilizzare nuovamente il paese… quanto basta per riuscire nuovamente a rendere rilevante il loro patrono e, con un po’di fortuna, le loro questioni personali.

Così uno dei capoccia della Lega Nord Lazio (in Jaguar, ma non era sua, ed anche l’autista… era solo un amico che gli ha dato un passaggio) contatta Ferro dei forconi e si prepara a dare battaglia; alle armi anche un autodefinitosi “imprenditore” di Latina (che, basta cercare, è anche un ex consigliere comunale del centrodestra di Sezze) e tanti altri che, a grattar via il primo strato di vernice fresca, sono tutti di colori molto scuri, tendenti al nero.

Ma serve manovalanza per fare casino… e allora ? E allora si arruolano i disoccupati, i pregiudicati ed anche i delinquenti comuni (come segnalano le questure), nel caso pagandogli la trasferta (come si chiede un giornalista di La Stampa che riconosce accenti “strani” fra i manifestanti) e magari pure il treno per spostarsi; si mandano a creare il malcontento: la parola d’ordine è “destabilizzare”.

 

Si mandano nelle piazze delle città ad intimare la chiusura dei negozi minacciando gli esercenti di bruciargli il negozio, magari mentre ad attorniarli sono sei o sette belli grossi (ed ovviamente il disgraziato che può fare ? chiude), tanto l’intimidito non s’azzarderà a denunciare per paura di una ritorsione.

Si mandano sugli scorrimenti veloci, a rallentare il traffico con la scusa strumentale di dargli un volantino, ed intanto il traffico si ferma e si formano interminabili code. E se c’è un ambulanza con sopra un moribondo ? sciopera anche lui.

Si mandano nei supermercati ad impedire alla gente di far la spesa; in un ipermercato è stata lanciata una bomba carta per ritorsione visto che dopo due giorni di serrata avevano deciso di riaprire i battenti mentre in un altro c’era la squadraccia coi buttafuori che “dissuadevano” gli avventori. La gente farà lo sciopero… della fame.

…e poi camion bloccati nei raccordi, inseguimenti a chi osa non aderire alla protesta, copertoni squarciati, merci rovesciate dai pianali… pestaggi, ingiurie, intimidazioni, distruzione di beni e quant’altro.

Questo un lato della protesta, l’altro i figuri mandati nelle zone più “in”, firmati da testa a piedi che urlano e si agitano a favore di telecamera perché “non si arriva a fine mese” (e forse il problema è che vanno in negozi d’abbigliamento un po’cari, ma guai a farglielo notare).

Le rivendicazioni ? Tutte e nessuna, non sanno neanche loro cosa vogliono perché i capi (in genere in un presidio c’è sempre uno “che sa di più” mentre gli altri sono manovalanza) non si premurano di dirglielo, e poi che gli frega ? la protesta è perché fa tutto schifo, e quindi va bene tutto: si protesta per protestare, se non protesti è perché per te va bene tutto, e allora vaffanculo, sei un servo!

Chi gli crede ? Non molti, ma visti i modi è meglio non contraddirli… per intanto a partecipare alle manifestazioni sono principalmente le scolaresche (felici di poter far sega a scuola) ed i grillini che, caricati a molla di odio verso le istituzioni, sono naturalmente spinti ad aderire (quando sentono “tutti a casa” scattano sull’attenti).

 

A Milano marciano verso il centro storico: una lunga colonna di trattori con gli autisti che hanno in testa solo un idea: vogliamo i soldi delle quote latte, a Torino invece i tifosi del Torino e della Juventus urlano “no alla tessera al tifoso”.

Sì, ma a chi vogliono fare la guerra ? Di certo non alla “casta”, tanto cara all’altro populista… quelli sono al sicuro nei palazzi ben difesi dalla polizia, ed a loro dalla “casta” non gli ha fatto nulla di male, dalla casta hanno avuto solo tanti (troppi) favori.

La guerra si fa alla popolazione.

 

Lo so, è difficile descrivere organicamente quest’accozzaglia di notizie ed eventi ma quel che si vede da fuori è questo.

La situazione è tesissima per molti italiani in questo momento ma al di fuori di qualche sporadico disgraziato che si accoda perché finisce per credere agli slogan (o perché ha tempo e voglia di far casino) l’adesione è stata veramente minima, tant’è che spesso e volentieri i manifestanti sono “importati” da comuni limitrofi.

Qualcosa non è andato per il verso giusto… in Sicilia la prova generale era stata un successo perché la geografia gli aveva permesso di paralizzare una regione chiudendo UNA strada e chi doveva far qualcosa (il governatore Lombardo) li ha lasciati fare, qui invece non è stato possibile paralizzare l’intero paese; da qualche parte qualcosa sono riusciti a fare ma la protesta non ha attecchito e la gente anziché seguirli entusiasta li ha solo guardati male e si è allontanata lanciando una muta imprecazione.

 

Sono solo loro a manifestare in queste ore… quelli che stanno in piazza sono quelli che non vogliono perdere le rendite di posizione che anni in difesa del centrodestra gli hanno garantito e quelli che, da sempre, sono disposti a protestare per qualsiasi bandiera, non per un ideale o per qualcosa (visto che questa protesta un ideale non ce l’ha) ma per sfogare la loro rabbia.

 

Perché ora ? Perché ora una certa destra è definitivamente fuori dai giochi, emarginata e costretta all’impotenza dalla nuova creatura di Alfano in un governo che tutto sembra fuorché debole; i tanti che per anni hanno potuto spremere lo Stato o trattare condizioni di favore in cambio di voti e quieto vivere si vedono con le spalle al muro.

Davanti ad un futuro in cui per lo Stato non può più spendere e spandere ed in cui i governi non hanno alcun interesse né ad avvantaggiarli né ad opporsi all’UE per difendere i loro redditi di posizione ed ingiustizie cristallizzate da decenni di immobilità loro hanno perso il loro potere contrattuale.

 

Politicamente.

Letta ieri ha preso la fiducia alla camera (scontata) ed al senato (con numeri addirittura maggiori rispetto a quella di qualche settimana addietro): il centrosinistra e la nuova destra hanno, finalmente, i mezzi per poter “andare oltre”: liberarsi dei tanti parassiti e mandarini che hanno prosciugato le casse e la dignità del paese.

Berlusconi si trova sempre più solo mentre il suo partito (Forza Italia), reduce dalla scissione alfaniana, rischia di scindersi nuovamente a causa di diversi membri non del tutto sicuri di volersi chiudere all’opposizione.

La Lega nord è impegnata nello svecchiamento dei suoi vertici: le primarie incoronano Matteo Salvini come nuovo segretario ma il “quasi giovane” leghista non convince granché ed i pochi sopravvissuti alla purga maroniana decidono di abbandonare il partito; è per questo che due dei senatori (fra cui Calderoli) non votano contro la fiducia a Letta.

Con una situazione politica così tragica per quella che fu la destra al potere dal 2001 in poi molti vedono la lama del rinnovamento che si avvicina, ed il bubbone, ovviamente, cerca di resistere al bisturi.

Non credo che Letta ed il suo governo possano fare chissà cosa ma se finora a disinnescare i tentativi di riforma che ci chiede l’Europa ed il buonsenso c’era il “ricattabile” (ipse dixit l’ambasciatore USA) Berlusconi ora le cose sono cambiate e per alcuni in ballo c’è veramente troppo per non provare un ultima disperata difesa.

La questione non è impedire che questo o quell’orticello vengano “toccati”, il problema è generale… è di visione.

Il vero rischio non è la strenua difesa di questa o quella categoria, il rischio è che la gente inizi a notare dei vantaggi da una gestione più assennata della cosa pubblica, che gli elettori inizino a chiedere una politica responsabile e matura; un pericolo serio per chi con le piccole divisioni, i dispettucci e la prevaricazione c’ha sempre prosperato.

Cosa succederebbe se anziché parlare di scandali e di gossip i politici parlassero di cose veramente importanti ? cosa succederebbe se si mandasse in cantina il vociare starnazzante dei portavoce selezionati in base ai decibel e si cominciasse a discutere pacatamente di cose serie lasciando che gli italiani si facciano un idea di cos’è l’amministrazione pubblica ? Le trasmissioni pollaio (da La gabbia a Servizio pubblico) chiuderebbero ed i politici dovrebbero iniziare a valere qualcosa sul serio anziché contare solo sulla loro capacità di dire “vuie” e “nuie” ad una lunga lista di “avemo fatto” e “avete fatto”.

Per questo è questo il momento in cui i forconi vorrebbero marciare su Roma al grido di “tutti a casa”: perché per loro tutto va bene, tranne la normalità.

Qualche giorno addietro volevano una giunta militare, poi il controllo diretto da parte del popolo, ora nuove elezioni… la verità è che non lo sanno neanche loro cosa vorrebbero, sono la semplice espressione del “tutto ma non questo” dove “non questo” è quel tornare ad essere un paese civile, europeo nella cultura e nelle leggi che concede solo a chi ha ragione a chiedere e nega a chi non ha diritto d’avere.

Non ci riusciranno: la questura ha iniziato a segnare nomi, le responsabilità iniziano ad emergere e quando passerà la mareggiata le forze dell’ordine li andranno a prendere, con calma. Anche i servizi hanno deciso, con la massima discrezione, di cominciare a capire quali sono le trame.

Per intanto si lascia che si sfoghino, machiavellicamente si aspetta che la gente li riconosca per quel che sono… affinché quando arriverà la risposta dell’ordine costituito dalla popolazione non si alzerà una protesta contro la repressione ma un applauso, perché i facinorosi sono stati ricacciati da dove vengono e dove meritano di stare e la gente potrà riprendere a vivere la propria vita.

Tutto già visto, anche in Sicilia i forconi provarono a fare “la storia” con rivendicazioni prive di senso, minacce e copertoni squarciati ai trasportatori che osavano opporsi… alle urne presero meno dell’1%; sarà così anche questa volta.

 

E visto che chi si dice antifascista anziché rispondere a questa gente sembra affascinata dalla piazza lo diciamo noi per loro: contro i fascismi ora e sempre resistenza.

 

G.D.E.

 

PS : Ho scritto questo pezzo a memoria, a mente. Se c’è qualche imprecisione o errore fatemelo presente nei commenti. Grazie.

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