26 risposte a “Greggi virtuali”

  1. Antonio Inoki ha detto:

    Fino a 6 o 7 anni fa certe cose passavano lisce come l’olio perchè eravamo tutti molto meno addentro al funzionamento della rete, ai sistemi che ne permettono il funzionamento, ai meccanismi che ne stanno alla base.
    Adesso alla bufala che ci rifilavano secondo la quale Grillo (e Casaleggio) era un conoscitore di internet e sapeva sfruttarlo sapientemente non ci crede più nessuno.
    Sappiamo tutti, grazie anche all’opera meritoria di persone come Detestor, come ci si crea un’ampio seguito (solo virtuale però), come si pilotano i sondaggi, come si fa credere di avere un ampio consenso sperando diventi una profezia autoavverante.
    E’ finita l’epoca delle BIO-WASHBALL !!

    • Emmanuel Goldstein ha detto:

      Credi davvero?

      Purtroppo credo che siano ancora in molti ad usarla la biocosa e a credere che funziona.

  2. Caprone ha detto:

    qui ce lo spiega direttamente Gianroberto Casaleggio che il 10% degli utenti internet gestisce e influenza le comunità online
    http://www.casaleggio.it/2009/06/gli_influencer.php

    dice anche che “il 60% degli acquisti on line viene orientato dagli influencer” e le intenzioni di voto in che percentuale vengono influenzate da questo 10%?

  3. Parassite99 ha detto:

    Di certo non ci vuole un genio della rete per creare account fasulli, basta affidarsi a qualche societa’ specializzata e pagare (ho fatto un paio di calcoli, non ho avuto modo pero’ di verificarli – sarebbe opportuno scrivere ad una di queste societa’ e farsi fare un preventivo). Credo abbia speso una cifra attorno ai 6000 euro per comprare 400.000 account senza considerare probabili sconti per cifre cosi’ importanti – ovvero il prezzo della campagna del Pizza – che poi anche quello senza dubbio era un dato fasullo, dal momento che solo per allestire il palco degli interventi di Grillo a Parma si sara’ speso sicuramente piu’ di 5000 euro). Ad ogni modo ho fatto un ragionamento. Quasi sicuramente i twitter bot comprati da Grillo sono stati venduti anche ad altre aziende. Per cui e’ relativamente possibile risalire alla societa’ che ha venduto gli account e dimostrare empiricamente e palesemente la malafede del guru. Sarebbe un bel colpo di scena!

    • Antonio Inoki ha detto:

      Questo è un lavoro per detestor!

      • Pallacorda ha detto:

        Accendete il detestor-segnale in cima all’ovile!

        • Antonio Inoki ha detto:

          ecco fatto

          • Pallacorda ha detto:

            Ahahaha oddio

          • Detestor_banned194 ha detto:

            Ciao Antonio, ci tengo a sottolineare che il gruppo del logo non c’entra nulla con me, è un omonimia (quando mi sono scelto questo nick il gruppo era sciolto e non sapevo che fosse esistito in passato). Sull’argomento del post, direi interessante, non mi stupisce, e rafforza la mia teoria (non provata) per cui Casaleggio sia dietro I-Side e quindi la gestione web del Fatto. Comunque aspetto con ansia i risultati provati. Senza prove se ne possono dire di tutti i colori (come fà qualcuno..)

          • Antonio Inoki ha detto:

            Hai fatto bene a dirmelo, ho aggiornato il detestor-segnale!

          • Detestor_banned194 ha detto:

            Ah ah ah! Così va meglio, e fà anche più ridere di quell’altro!

          • Antonio Inoki ha detto:

            E tu mi confermi che funziona, soprattutto!

          • Caprone ha detto:

            Detestor tu che sei il vendicatore dei bannati del fatto quotidiano, come faccio a farmi sbannare? non so neanche per quale motivo sono stato bannato

          • Detestor_banned194 ha detto:

            Non puoi farti sbannare, se no saresti tu il moderatore del Fatto, e non Valentina Gorla. Comunque, quando mi bannano, io faccio così: mi loggo, vado su edit profile, cambio il mio nick da Detestor a Detestor_banned192 (sì, è un numero progressivo e sì, sono stato bannato 192 volte). Poi mi sloggo e creo subito dopo un nuovo account col nick Detestor, ci metto la faccia di Pliskeen e rieccomi come nuovo! A volte però ti bannano anche l’IP, allora se hai una connessione con IP dinamico stacchi e riattacchi la connessione, altrimenti usi Tor (come faccio io).

          • Antonio Inoki ha detto:

            Ma non devi avere anche un diverso indirizzo e-mail cui riferire il tuo account?
            Altrimenti credo sia facile per loro bannare tutti gli utenti che hanno l’account registrato a tizio@caio

          • Detestor_banned194 ha detto:

            Beh, la mail te la inventi sempre nuova basta che sia nella forma [email protected] . Tanto mica ti devono scrivere, giusto?

    • Capro Espiatorio ha detto:

      Caro Capro Parassite perché malafede? il numero di followers (indipendentemente da se siano reali o meno) influenza i trend di crescita di un account (sia in termini di followers che di influenza in generale). È prassi comunissima per chi ha visibilità pubblica…

      • Antonio Inoki ha detto:

        Temo anch’io che sia prassi comunissima, ma ciò rende la questione ancora più grave.
        Fa una bella differenza se i followers sono reali o meno, perchè quelli virtuali te li crei tu come ti piacciono e se sulla base delle scelte di queste masse virtuali influenzi quelle reali, non si può certo dire che sei in buonafede.
        Si sa che i componenti di un gregge tendono a fare tutti le stesse cose, che non sono necessariamente le più sensate o le migliori e più vantaggiose per loro.
        Sarebbe come se un pastore maremmano istigasse sadicamente tutte le pecore che sta sorvegliando a gettarsi in un lago dove miseramente annegheranno….
        Per fortuna noi siamo capre e dei pastori maremmani ce ne impippiamo.

      • Parassite99 ha detto:

        Eh si, non hai torto, ma e’ un trucco; esagerando, e’ un po’ come manipolare le elezioni. I veri followers sono il frutto delle tue fatiche e delle tue idee; i fake, sono appunto manipolazione, perche’ quella classifica sarebbe dovuta essere diversa. Poi non si discute che sia prassi consolidata. Pero’ piu’ che prassi si tratta di malcostume.

        • Capro espiatorio ha detto:

          È uno strumento di marketing, ma ti posso concedere anche che è un trucco… tra l’altro spesso poco utile in termini di influenza, dato che genera poche interazioni ed è facilmente individuabile. Lo ho visto usare talmente tante volte che non ci faccio nemmeno più caso… tra l’altro di per se è opinabile che dei followers che non interagiscono abbiano un potere di influenza, altrimenti con quel poco che costa… Servono a fare numero questo si… a far vedere chi ha le corna più lunghe, e quindi qualcuno penserà oh che capra dalle corna lunghe.. Ma alla fine sul web, “Content is King” chi ha dei contenuti appetibili (anche se non condivisibili) si fa un seguito… senza contenuti il numero di followers è inutile…

      • Caprone ha detto:

        sarà prassi comunissima ma mi ricorda quando il PDL tesserava anche i morti per far vedere che avevano tanti iscritti.

  4. ConteZero76 ha detto:

    Quando saranno abbastanza lanceranno la democrazia dal basso (bot inclusi).

  5. fcoraz ha detto:

    L’ideona di comprare utenti finti vale anche per Di Pietro, che fino al 2010 era cliente dello stesso Casaleggione; si noti la regolarità del numero degli iscritti.

    http://twittercounter.com/compare/beppe_grillo/Idvstaff/3month/followers

    • Antonio Inoki ha detto:

      Mi permetti di ridere quanto sento dire che il “tal politico ha postato su twitter” o, tipo ieri, “Pasquale Cascella, capo ufficio stampa del Quirinale ha detto su twitter”. Ma ve li vedete questi che usano twitter e che diffondono così i messaggi alla nazione? Sono ridicoli e non se ne rendono conto. Sappiamo benissimo che non sanno nemmeno cosa sia. Son diventati tutti Obama de noantri adesso.

    • Pallacorda ha detto:

      Questa regolarità direi che è la prova definitiva…c’è perfino lo stesso numero di nuovi follower per unità di tempo, per lunghi periodi.