Parassite99 ci segnala un articolo che definire succoso è riduttivo.
L’articolo si intitola “Grillo, twitter e i falsi follower: più della metà sono robot”.
Pare infatti che “Sui circa 600mila contatti del comico sul social network, il 54% sarebbero Bot, ovvero account automatizzati. Lo sostiene la ricerca condotta da Marco Camisani Calzolari, docente allo Iulm e fondatore della Digital Evaluation, società che si occupa di misurare il valore dei social media per aziende e personaggi famosi“.
Hai capito l’inghippo? Del resto questo tipo di storie è già piuttosto noto: la creazione a livello industriale di account falsi, per “gonfiare” le fila dei follower di questo o quel personaggio che ne sente il bisogno.
Si tratta di una ricerca più ampia, che non comprende solo Grillo, quindi i Pasdaran a Cinque Stelle non potranno inveire contro il complotto del Bilderberg. Lo faranno lo stesso, ovviamente, contateci.
L’articolo anticipa i risultati dello studio, in cui si dice che, dei follower di Grillo su twitter, “quelli veri sarebbero solo 164.751, il 27,4% del totale“.
Cioè solo un quarto. E il resto da dove arriva?
Beh, possiamo farci delle domande aggiuntive: chi avrebbe interesse a gonfiare l’account di Grillo? Chi ha le conoscenze e i mezzi per effettuare un’operazione simile?
Si tratta infatti di circa 400.000 contatti fasulli, di certo non può essere un buontempone.
I sospetti ovviamente cadono su Gianroberto Casaleggio.
Grillo stesso infatti non capisce niente di computer, come ci ricordano le sue affermazioni durante i suoi spettacoli, in cui sbraitava contro la tecnologia, brandendo un grosso martello. No, non sto scherzando, l’ha fatto sul serio.
Tutta questa vicenda ce ne ricorda un’altra, a firma Detestor, avvenuta sul Fatto Quotidiano.
E allora, con tutti questi problemi, perchè “la rete” è così osannata da Casaleggio & Friends?
Forse, perchè si può facilmente manipolare…
Fino a 6 o 7 anni fa certe cose passavano lisce come l’olio perchè eravamo tutti molto meno addentro al funzionamento della rete, ai sistemi che ne permettono il funzionamento, ai meccanismi che ne stanno alla base.
Adesso alla bufala che ci rifilavano secondo la quale Grillo (e Casaleggio) era un conoscitore di internet e sapeva sfruttarlo sapientemente non ci crede più nessuno.
Sappiamo tutti, grazie anche all’opera meritoria di persone come Detestor, come ci si crea un’ampio seguito (solo virtuale però), come si pilotano i sondaggi, come si fa credere di avere un ampio consenso sperando diventi una profezia autoavverante.
E’ finita l’epoca delle BIO-WASHBALL !!
Credi davvero?
Purtroppo credo che siano ancora in molti ad usarla la biocosa e a credere che funziona.
qui ce lo spiega direttamente Gianroberto Casaleggio che il 10% degli utenti internet gestisce e influenza le comunità online
http://www.casaleggio.it/2009/06/gli_influencer.php
dice anche che “il 60% degli acquisti on line viene orientato dagli influencer” e le intenzioni di voto in che percentuale vengono influenzate da questo 10%?
Di certo non ci vuole un genio della rete per creare account fasulli, basta affidarsi a qualche societa’ specializzata e pagare (ho fatto un paio di calcoli, non ho avuto modo pero’ di verificarli – sarebbe opportuno scrivere ad una di queste societa’ e farsi fare un preventivo). Credo abbia speso una cifra attorno ai 6000 euro per comprare 400.000 account senza considerare probabili sconti per cifre cosi’ importanti – ovvero il prezzo della campagna del Pizza – che poi anche quello senza dubbio era un dato fasullo, dal momento che solo per allestire il palco degli interventi di Grillo a Parma si sara’ speso sicuramente piu’ di 5000 euro). Ad ogni modo ho fatto un ragionamento. Quasi sicuramente i twitter bot comprati da Grillo sono stati venduti anche ad altre aziende. Per cui e’ relativamente possibile risalire alla societa’ che ha venduto gli account e dimostrare empiricamente e palesemente la malafede del guru. Sarebbe un bel colpo di scena!
Questo è un lavoro per detestor!
Accendete il detestor-segnale in cima all’ovile!
ecco fatto
Ahahaha oddio
Ciao Antonio, ci tengo a sottolineare che il gruppo del logo non c’entra nulla con me, è un omonimia (quando mi sono scelto questo nick il gruppo era sciolto e non sapevo che fosse esistito in passato). Sull’argomento del post, direi interessante, non mi stupisce, e rafforza la mia teoria (non provata) per cui Casaleggio sia dietro I-Side e quindi la gestione web del Fatto. Comunque aspetto con ansia i risultati provati. Senza prove se ne possono dire di tutti i colori (come fà qualcuno..)
Hai fatto bene a dirmelo, ho aggiornato il detestor-segnale!
Ah ah ah! Così va meglio, e fà anche più ridere di quell’altro!
E tu mi confermi che funziona, soprattutto!
Detestor tu che sei il vendicatore dei bannati del fatto quotidiano, come faccio a farmi sbannare? non so neanche per quale motivo sono stato bannato
Non puoi farti sbannare, se no saresti tu il moderatore del Fatto, e non Valentina Gorla. Comunque, quando mi bannano, io faccio così: mi loggo, vado su edit profile, cambio il mio nick da Detestor a Detestor_banned192 (sì, è un numero progressivo e sì, sono stato bannato 192 volte). Poi mi sloggo e creo subito dopo un nuovo account col nick Detestor, ci metto la faccia di Pliskeen e rieccomi come nuovo! A volte però ti bannano anche l’IP, allora se hai una connessione con IP dinamico stacchi e riattacchi la connessione, altrimenti usi Tor (come faccio io).
Ma non devi avere anche un diverso indirizzo e-mail cui riferire il tuo account?
Altrimenti credo sia facile per loro bannare tutti gli utenti che hanno l’account registrato a tizio@caio
Beh, la mail te la inventi sempre nuova basta che sia nella forma [email protected] . Tanto mica ti devono scrivere, giusto?
Caro Capro Parassite perché malafede? il numero di followers (indipendentemente da se siano reali o meno) influenza i trend di crescita di un account (sia in termini di followers che di influenza in generale). È prassi comunissima per chi ha visibilità pubblica…
Temo anch’io che sia prassi comunissima, ma ciò rende la questione ancora più grave.
Fa una bella differenza se i followers sono reali o meno, perchè quelli virtuali te li crei tu come ti piacciono e se sulla base delle scelte di queste masse virtuali influenzi quelle reali, non si può certo dire che sei in buonafede.
Si sa che i componenti di un gregge tendono a fare tutti le stesse cose, che non sono necessariamente le più sensate o le migliori e più vantaggiose per loro.
Sarebbe come se un pastore maremmano istigasse sadicamente tutte le pecore che sta sorvegliando a gettarsi in un lago dove miseramente annegheranno….
Per fortuna noi siamo capre e dei pastori maremmani ce ne impippiamo.
I pastori maremmani li prendiamo a cornate!
Eh si, non hai torto, ma e’ un trucco; esagerando, e’ un po’ come manipolare le elezioni. I veri followers sono il frutto delle tue fatiche e delle tue idee; i fake, sono appunto manipolazione, perche’ quella classifica sarebbe dovuta essere diversa. Poi non si discute che sia prassi consolidata. Pero’ piu’ che prassi si tratta di malcostume.
È uno strumento di marketing, ma ti posso concedere anche che è un trucco… tra l’altro spesso poco utile in termini di influenza, dato che genera poche interazioni ed è facilmente individuabile. Lo ho visto usare talmente tante volte che non ci faccio nemmeno più caso… tra l’altro di per se è opinabile che dei followers che non interagiscono abbiano un potere di influenza, altrimenti con quel poco che costa… Servono a fare numero questo si… a far vedere chi ha le corna più lunghe, e quindi qualcuno penserà oh che capra dalle corna lunghe.. Ma alla fine sul web, “Content is King” chi ha dei contenuti appetibili (anche se non condivisibili) si fa un seguito… senza contenuti il numero di followers è inutile…
sarà prassi comunissima ma mi ricorda quando il PDL tesserava anche i morti per far vedere che avevano tanti iscritti.
Quando saranno abbastanza lanceranno la democrazia dal basso (bot inclusi).
L’ideona di comprare utenti finti vale anche per Di Pietro, che fino al 2010 era cliente dello stesso Casaleggione; si noti la regolarità del numero degli iscritti.
http://twittercounter.com/compare/beppe_grillo/Idvstaff/3month/followers
Mi permetti di ridere quanto sento dire che il “tal politico ha postato su twitter” o, tipo ieri, “Pasquale Cascella, capo ufficio stampa del Quirinale ha detto su twitter”. Ma ve li vedete questi che usano twitter e che diffondono così i messaggi alla nazione? Sono ridicoli e non se ne rendono conto. Sappiamo benissimo che non sanno nemmeno cosa sia. Son diventati tutti Obama de noantri adesso.
Questa regolarità direi che è la prova definitiva…c’è perfino lo stesso numero di nuovi follower per unità di tempo, per lunghi periodi.