Creare mondi in economia

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  • Questo topic ha 33 risposte, 5 partecipanti ed è stato aggiornato l'ultima volta 9 anni, 7 mesi fa da Anonimo.
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  • #10791
    Beelato
    Partecipante

    E’ con debordante piacere che vi do quest’oggi il mio più caloroso benvenuto, carissimi ospiti alla cerimonia di premiazione del prestigioso concorso “Creare mondi in economia” istituito dalla nostra grande e possente Magrathea al cui organico da quest’oggi mi pregio di far parte, concorso che mi vede trionfatore colla mia proposta che ha sbaragliato ogni altra individualità concorrente.
    Non mi soffermo sull’immensa soddisfazione che provo nel vedervi tutti qui riuniti, miei stimati colleghi, miei onorevoli superiori e anche miei riveriti ascendenti, ai quali non posso fare a meno di rivolgere i sensi della mia grande soddisfazione per aver potuto dimostrarvi che avevo ben ragione io, quando anziché cercare d’attrarre individualità a me affini a scopo ricreativo e riproduttivo (lodevoli e gradite attività previste e richieste dalla nostra natura) mi dedicavo a progettare mondi che soddisfacessero quei requisiti di qualità che da sempre sono un vanto di Magrathea (QUALI CHE SIANO I VOSTRI GUSTI, MAGRATHEA PUO’ SODDISFARLI. E NON E’ PER VANTARCI) e nel contempo venisse incontro alle difficoltà progettuali legate alla presente contingenza che vede una situazione di crisi economica quasi in ogni settore.
    Il mio rivoluzionario progetto, infatti, non solo permetterà la creazione di nuovi mondi caratterizzati da un’enorme molteplicità di forme di vita ottenute impiegando soltanto una manciatella di tipi di atomi tra i più piccoli ed economici, ma mi permetterà di poter scegliere tra moltitudini d’individualità (attratte dall’enorme prestigio che la carica di programmatore di Magrathea comporta) quelle più adatte per gli scopi ricreativi e riproduttivi di cui sopra, e a questo punto spero vorrete permettere ch’io mi conceda un minuscolo moto di soddisfazione rivolto a chi ha finora dubitato delle mie capacità.

    Bene, e a questo punto direi che posso iniziare ad illustrarvi i punti salienti di questo mio straordinario progetto, coadiuvato non solo dallo schema di uno dei soggetti ‘tipo’ che il mio progetto permetterà di allestire, schema che vedete qui raffigurato:

    ma anche dalle ottime proiezioni tridimensionali dei nuovi tipi di mondi che il buon Slartibartfast, che da oggi con enorme soddisfazione posso chiamare mio collega, ha preparato per noi, proiezioni alle quali farò riferimento per illustrarvi con esempi pratici il mio progetto (che senza falsa modestia non esito a definire semplicemente geniale) in modo da tediarvi il meno possibile andando a descrivere la situazione a livello molecolare.
    Ordunque, mettendoci dal punto d’osservazione delle proiezioni tridimensionali che ci forniscono una rappresentazione di ciò che sarà la vita nei nuovi tipi di mondi da me progettati, (proiezioni preparate, come vi ho testé detto, dall’eccellente Slartibartfast a cui rivolgo il mio sincero grazie da collega a collega) tutti possiamo renderci conto che esistono oggetti la cui immagine speculare non è sovrapponibile all’originale, cioé che ci sono oggetti per i quali la coppia costituita da ‘oggetto – immagine speculare dell’oggetto’ è una coppia fatta da due oggetti distinti e non da un unico oggetto ripetuto identico per due volte.
    Un esempio classico di questi tipi di oggetti è costituito dalle due mani: possiamo vedere una delle due come l’immagine speculare dell’altra e notare che le due mani non sono sovrapponibili, cioé non si possono mettere a contatto in modo da farle sovrapporre in modo totale.
    Se state pensando che posso sovrapporle unendo i due palmi non state considerando che, anche se avete sovrapposto i palmi, non avete sovrapposto i dorsi, che restano rivolti uno da una parte e uno dall’altra anziché essere rivolti entrambi dalla stessa parte.
    Le mani sono, quindi, una coppia di oggetti speculari non sovrapponibili, e, tanto per usare un termine tratto dal greco, possiamo chiamarle oggetti chirali (dove, in greco, chèir significa mano), e possiamo estendere questa definizione a tutti quegli oggetti la cui immagine speculare è non sovrapponibile all’originale.
    Ovviamente, oggetti chirali saranno anche ad esempio i piedi e in generale tutti quegli oggetti (come viti, cavatappi, eliche, scarpe, guanti, e chi più ne ha più ne metta) per i quali l’immagine speculare è non sovrapponibile all’originale. Tra l’altro, mi preme farvi notare che tutti questi oggetti sono caratterizzati dal non avere un piano di simmetria, cioé dall’essere privi di un piano che li divida in due parti uguali.
    Caratteristica di queste coppie di oggetti è che i due ‘individui’ (che ho deciso di chiamare enantiomeri dal greco enantìos, opposto), pur essendo estremamente simili tra di loro, non sono tuttavia in alcun modo interscambiabili: tutti noi conosciamo il disagio che si prova quando ci s’infila per errore il guanto destro sulla mano sinistra o viceversa, oppure quando ci s’infila la scarpa ‘sbagliata’ (termine che di per sé indica efficacemente che due coppie associate di oggetti chirali (piedi e scarpe, in questo caso) non possono essere combinate a caso, ma va rispettata la combinazione corretta).

    Bene, passiamo ora a vedere come sia possibile sfruttare a livello molecolare questa caratteristica degli oggetti.
    Se decidiamo di utilizzare il carbonio come atomo di partenza per costruire molecole, vediamo subito che quando l’atomo di carbonio si lega ad altri atomi per formare delle molecole andrà a formare quattro legami (“Perchè proprio quattro?” potreste chiedervi voi. E io vi risponderei che è a causa del numero di elettroni che il carbonio ha disponibili per formare i legami, numero di elettroni che naturalmente è una caratteristica di ciascun atomo).
    Bene, se un atomo deve formare quattro legami equivalenti tra loro con quattro altri atomi, c’è un unico modo in cui può disporre nello spazio questi quattro legami in modo che siano equidistanti tra loro (non dimentichiamo che i legami son fatti da coppie di elettroni e quindi in pratica abbiamo quattro cariche elettriche dello stesso segno che ovviamente tenderanno a stare il più possibile lontane tra loro).
    La geometria ci dice che l’unico modo in cui questi quattro legami si possono disporre nello spazio in modo da essere equidistanti è il tetraedro:

    Guardando l’immagine di sinistra (che rappresenta una struttura ch’è quella che viene utilizzata nei chiodi a quattro punte usati nei vecchi film di avventura: in qualunque modo li si butti ci son sempre tre punte rivolte verso il basso ed una rivolta verso l’alto) si può immaginare la palletta centrale come l’atomo di carbonio e le quattro alle estremità come i quattro atomi ad esso legati.
    A questo punto, se noi immaginiamo di legare al carbonio centrale quattro atomi che siano diversi tra loro otteniamo una struttura tridimensionale che non ha alcun piano di simmetria che la divida in due parti uguali, e quindi otteniamo un oggetto chirale che esisterà come coppia di enantiomeri, cioé la coppia costituita dall’oggetto stesso e dalla sua immagine speculare non sovrapponibile.
    Alla base del mio innovativo progetto per la costruzione di mondi d’enorme molteplicità delle forme di vita ad un costo sostenibile c’è questo fondamentale principio geometrico: basandomi su molecole chirali ho potuto creare molteplicità e selettività con pochi tipi economici di atomi, e adesso vi mostrerò in che modo.
    Ho progettato forme di vita basate sulla chimica del carbonio e m’accingo ora ad illustrarvi alcuni esempi di come si possano usare i principi che vi ho appena descritto per differenziare le forme di vita.
    In questi miei nuovi, innovativi mondi, le forme di vita saranno costituite da svariati tipi di molecole, tra le quali un ruolo fondamentale è svolto da macromolecole chiamate proteine che ho ottenuto legando in sequenza delle unità costituenti chiamate amminoacidi (in pratica, possiamo vedere una proteina come una specie di ‘collana’ che si ottiene legando l’una di seguito all’altra delle ‘perle’ che sono gli amminoacidi).
    Ciascuna di queste unità costituenti, ciascuno di questi amminoacidi, altro non è che un carbonio tetraedrico con quattro sostituenti diversi tra loro, e quindi altro non è che una molecola chirale che quindi esiste come coppia di enantiomeri, ne potete vedere un esempio in quest’immagine, che tra l’altro offre un bel richiamo al discorso sulle mani che abbiamo appena fatto:

    Ciascuno degli amminoacidi (sono in tutto una ventina) che ho usato per costruire l’infinita quantità e varietà di proteine che caratterizzano la strabordante quantità di forme di vita dei mondi che ho progettato, è fatto di un atomo di carbonio centrale a cui son sempre legati un idrogeno (H) un gruppo carbossilico (COOH) ed un gruppo amminico (NH2), ciò che differenzia questa ventina di amminoacidi l’uno dall’altro è il gruppo R, che è comunque costituito da gruppi di atomi piuttosto piccoli (come carbonio ed idrogeno, in alcuni casi anche azoto e/o ossigeno, più raramente zolfo).
    E’ il tipo di gruppo R che caratterizza l’amminoacido e lo rende diverso dagli altri, e qualunque sia il gruppo R presente, l’amminoacido sarà una molecola in cui il carbonio centrale è legato a quattro gruppi diversi tra loro e quindi sarà una molecola chirale, e quindi ciascun amminoacido esisterà come coppia di enantiomeri.
    A questo punto apro una piccola parentesi per far notare che in un unico caso potrò avere un amminoacido non chirale, ed è il caso in cui il gruppo R sia un idrogeno (H): in quel caso, infatti, i quattro sostituenti non son più tutti e quattro diversi tra loro e la molecola risultante avrà quindi un piano di simmetria (quello che ‘taglia’ in due la molecola passando per i gruppi COOH ed NH2) che la divide in due parti che, se R=H, saranno uguali.

    Bene, a questo punto io dispongo di una ventina di amminoacidi (ciascuno dei quali, tranne uno, esiste come coppia di enantiomeri), e adesso vi mostrerò come sia possibile con così pochi (ed economici!) elementi costitutivi creare mondi in cui le forme di vita siano differenziatissime, e vi dirò che son piuttosto fiero del mio progetto di cui anche la commissione giudicatrice che mi ha premiato ha riconosciuto l’indubbio valore.
    Intanto, il modo col quale i vari ammioacidi si legano assieme è di per sé geniale, ché il legame che li unisce è così resistente che i vari tetraedri che compongono la catena proteica non riescono a ruotare liberamente l’uno rispetto all’altro e son costretti ad assumere una disposizione rigida nello spazio.
    Immaginate infatti che la ‘collana’ che costituisce la proteina sia composta da una successione di tetraedri che potranno essere di una ventina di tipi (sono i venti amminoacidi, i tetraedri che ne rappresentano la struttura saranno diversi l’uno dall’altro in base al gruppo R che contengono), legati l’uno all’altro per mezzo di ‘sbarrette’ rigide che uniscono un vertice di un tetraedro col vertice del tetraedro successivo (è il legame tra gli amminoacidi, si chiama legame peptidico) ed impediscono ai tetraedri di ruotare l’uno rispetto all’altro.
    In questo modo la catena della proteina assumerà una forma non casuale né mutevole, ma al contrario piuttosto rigida e dipendente dal tipo e dalla sequenza degli amminoacidi che la compongono, e che già di per sé non presenterà un piano di simmetria e che quindi sarà essa stessa chirale.
    Se consideriamo infatti l’unico amminoacido non chirale (quello nel quale R=H) ed immaginiamo di legare l’una all’altra tante molecole uguali di quello stesso amminoacido, vediamo che la catena che otteniamo si dispone a formare un’elica e quindi una struttura senza piani di simmetria e quindi di per sé chirale e quindi esistente come coppia di enantiomeri nonostante nessuno degli amminoacidi che la compongono sia chirale.
    Voi capite bene che con queste premesse la moltepicità di prodotti che posso ottenere è enorme.
    Mi son anche preso la briga di progettare le proteine utilizzando soltanto uno dei due enantiomeri possibili per ciascun amminoacido, ed ho deciso di usare solamente l’enantiomero che chiamerò L, e quindi tutte le proteine delle varie forme di vita contengono soltanto L amminoacidi (tranne che nel caso del veleno di alcuni serpenti o nelle tossine di alcuni funghi, giusto così per dare un po’ di movimento alla faccenda).
    Ecco che allora con soltanto 20 amminoacidi o poco più, per di più fatti usando atomi piccoli (ed economici!) io ho potuto progettare un’infinita serie di proteine completamente diverse l’una dall’altra semplicemente variando il numero, il tipo e la sequenza degli L amminoacidi utilizzati.
    Pensate che le proteine di tutti gli esseri viventi (quindi ad esempio quelle degli esseri umani e quelle, chessò, delle aragoste o delle querce) son fatte usando gli stessi identici 20 amminoacidi e cambiando soltanto il numero, il tipo e la sequenza di queste molecole.
    E le proteine che ottengo sono anch’esse prive di piani di simmetria e quindi possono esistere anch’esse come coppie di enantiomeri, e dal momento che ho deciso di impiegare soltanto L amminoacidi otterrò soltanto uno dei due enantiomeri, cosa che mi ha consentito di progettare tutta una serie di reazioni, coinvolgenti le proteine, che si basano su un principio chiave – serratura: soltanto la proteina con la forma giusta e con i gruppi che devono reagire orientati nel modo giusto potrà entrare nella zona prevista per la reazione e farla avvenire, né più né meno di una chiave che potrà entrare nella serratura e girarvi soltanto se è la chiave ‘giusta’.
    Vedete quanto è innovativo questo mio progetto, quant’è geniale, quant’è economico?
    Se non avessi deciso di usare uno solo di due enantiomeri possibili per ciascun amminoacido una parte di questa selettività sarebbe andata perduta, mentre impiegando solo l’enantiomero L ho un enorme aumento di selettività, al punto che se per ipotesi provassi a nutrire un essere umano con cibo contenente proteine costituite da D amminoacidi (gli enantiomeri degli L), il poverino morirebbe di fame perché queste proteine sarebbero l’immagine speculare di quelle necessarie per entrare nei siti di reazione e quindi sarebbe impossibile che ci entrassero e reagissero né più né meno di come sarebbe impossibile aprire una serratura usando la chiave speculare di quella giusta.

    E sfruttando la forma delle molecole si può ‘ingannare’ l’organismo, come nel caso del dolcificante ipocalorico aspartame, che è una molecola completamente diversa dallo zucchero, ma che ha un’analoga forma tridimensionale grazie alla quale riesce ad entrare nei recettori del sapore dolce che abbiamo in bocca (sono dei siti particolari grazie ai quali la sensazione dei sapori (dolce, salato, aspro, amaro e umami) arriva al cervello), e quindi può essere utilizzato per dolcificare i cibi senza usare zucchero, che ha molte più calorie dell’aspartame.
    Tra l’altro, vorrei richiamare ancora una volta la vostra attenzione su quanto quest’idea di utilizzare la forma delle molecole permetta un’enorme selettività: figuratevi che basta staccare un piccolo ‘pezzo’ della molecola di aspartame (cosa che può avvenire ad esempio con un riscaldamento prolungato) perché il prodotto non abbia più la forma giusta per entrare nei recettori del sapore dolce ma entri invece in quelli del sapore amaro, e quindi non è consigliabile utilizzare aspartame nelle preparazioni da forno.
    E sempre grazie alla forma delle molecole si possono anche creare dei farmaci di forma tale che possono andare a reagire solo e soltanto in determinati siti di reazione dando solo e soltanto un certo tipo di reazione, mentre sostanze simili a quel farmaco ma non uguali non riusciranno ad entrare nel sito e quindi a reagire, e la complessità delle reazioni che ho progettato è tale che a volte può accadere che se la forma non è quella giusta il farmaco, anziché essere inattivo, sia addirittura dannoso: è il caso del talidomide, un farmaco per la cura delle nausee perniciose in gravidanza, che disgraziatamente all’interno dell’organismo viene coinvolto in reazioni che lo trasformano nel suo enantiomero il quale sfortunatamente è teratogeno, cioé provoca malformazioni nel nascituro.
    E ancora: la forma di queste molecole è così legata alla loro funzione biologica che se per ipotesi dovessero perdere la loro forma nativa (cioé se si dovessero denaturare) anche la funzione verrebbe compromessa, e posso citarvi ad esempio quello che succede con una delle proteine più grandi e complesse che ho previsto per il ‘funzionamento’ degli esseri umani, cioé l’emoglobina presente nel loro sangue, che è molto sensibile agli effetti del calore e si denatura a temperature superiori ai 40 gradi centigradi ( e questo fa sì che il fenomeno della febbre molto alta sia così pericoloso per la vita degli esseri umani).
    Quando avviene la denaturazione dell’emoglobina la molecola perde la sua capacità di sciogliersi in acqua, e quindi se si lavano le macchie di sangue su un tessuto usando acqua troppo calda la temperatura eccessiva farà sì che non sarà più possibile toglierle dal tessuto, quelle macchie, perché l’emoglobina non si scioglierà più.

    E la genialità del mio progetto non si ferma qui, ché potrei parlarvi di come, sempre sfruttando la struttura tetraedrica dell’atomo di carbonio e le proprietà geometriche che ne derivano, io sia stato in grado di progettare una classe di composti che ho chiamato carboidrati e che son caratterizzati dall’avere più di un atomo di carbonio chirale e di quanto l’avere più di un atomo di carbonio chirale all’interno di una molecola aumenti le possibilità di disporre i vari gruppi in uno spazio tridimensionale ottenendo molecole molto simili e tuttavia differenti, o di come, sfruttando soltanto la diversa orientazione del legame che unisce molte unità di glucosio tutte uguali io sia stato in grado di ottenere due composti, l’amido e la cellulosa, così diversi tra loro che vengono usati dagli organismi per scopi completamente differenti, l’uno come riserva energetica e l’altro come elemento per dare rigidità alle strutture.
    E a questo proposito mi piace accennare anche al piccolo, ulteriore tocco di genio costituito dal prevedere, per la rottura di questi due legami orientati in modo diverso, l’impiego di due proteine differenti, una delle quali permette l’ottenimento del glucosio dall’amido, mentre l’altra permette di ottenerlo dalla cellulosa: in questo modo, dotando gli esseri umani soltanto della proteina che permette di ottenere glucosio dall’amido, ho ottenuto che essi non possano ricavare nutrimento dal legno o dall’erba (come fanno invece i tarli o i ruminanti, che ho dotato della proteina per ricavare il glucosio dalla cellulosa).
    E mi piacerebbe anche parlarvi di come, sfruttando una semplice interazione elettrostatica, ho fatto sì che i nuovi nati di ciascuna specie conservino le caratteristiche peculiari di quella specie, e quindi di come un bimbo possa avere gli occhi come quelli della mamma, le orecchie come quelle del prozio e il naso come quello dell’idraulico (ma forse quest’ultimo fatto lo si può spiegare più agevolmente considerando interazioni di tipo diverso da quello elettrostatico), ma ritengo di avervi sufficientemente illustrato questo mio nuovo, innovativo, economico e geniale progetto, e poi, ad onor del vero, c’è vicino all’uscita un gruppetto d’individualità colle quali vorrei intrattenermi, ché mi sembrano assai interessate a ricevere maggiori approfondimenti sul mio progetto.

    Mia carissima, questo è il discorso che l’individualità nota come Geodeck Omblowonskii Derrentfourth (che le sue vibrazioni possano essere perturbate in eterno!) ha tenuto in occasione della propria assunzione a Magrathea come progettista di mondi, te lo invio perché tu possa farti un quadro il più possibile chiaro della situazione.
    Lo so, lo so, non occorre che tu mi ricordi che in quell’occasione mi sconsigliasti di assumere un’individualità così palesemente inadeguata al ruolo di progettista, un’individualità le cui vibrazioni, che con la tua squisita sensibilità avevi percepito così disturbate, trasmettevano un’immediata sensazione di meschineria, vanagloria, cialtronaggine e perfino di crudeltà, ma cosa dovevo fare?
    Se ben ricordi, la congiuntura economica stava mettendo Magrathea in ginocchio, se non avessimo trovato il modo di produrre mondi di buona qualità a costi di gran lunga inferiori ai precedenti avremmo dovuto chiudere un’azienda che era esistita fin dalla notte dei tempi.
    E questa individualità, ancorché così palesemente inadeguata sul piano personale, aveva purtuttavia messo a punto un sistema semplicemente geniale per creare mondi ricchi di forme di vita diversificate e complesse, e ad un costo inferiore della metà di quello di prima!
    E allora l’ho assunto, ‘sto Geodeck Omblowonskii Derrentfourth, e gli ho affiancato il buon vecchio Slartibartfast perché lo tenesse d’occhio, e anche quello è stato un errore, perché il povero vecchio, ormai buono solo più a progettar fiordi, non poteva certo tenere il passo con i mille guai che ‘sta individualità del malanno ha cominciato subito a combinare: avances oltraggiose alle altre individualità (mi hanno raccontato certe cose da far fremere le vibrazioni per l’orrore, ti assicuro! Pare che fosse un autentico pervertito, ma non voglio turbarti entrando in dettaglio), comportamento irrispettoso verso le individualità di livello superiore, atteggiamento sprezzante verso quelle di livello inferiore, e a danno dei più deboli certe beffe atroci che dimostravano un senso dell’umorismo quanto meno bizzarro. E alle rimostranze delle individualità le cui vibrazioni erano state gravemente e spesso dolorosamente perturbate costui non dava altra risposta che un indisponente “Ma era solo uno scherzo innocente!”
    Insomma, la situazione qui a Magrathea era diventata invivibile, ma non occorre certo ch’io lo racconti proprio a te, mia carissima, che da sempre sai cogliere ogni sfumatura delle mie vibrazioni.
    Per fortuna il progetto messo a punto da quel marmocchio strafottente funzionava a meraviglia e cominciammo a sfornare una serie di mondi, la cui vita era basata sulla chimica del carbonio, che ci riuscivano uno più bello e diversificato dell’altro e che naturalmente andavano a ruba, ché i nostri clienti erano felicissimi di acquistare mondi di elevata qualità ad un prezzo che arrivava ad essere anche del 10% inferiore a prima.
    E a quel punto ho commesso l’errore madornale di ritenere di potermi impunemente liberare di quella disgrazia del piccolo megalomane pervertito, e l’ho licenziato.
    Non l’avessi mai fatto!
    Il fetente, prima di andarsene, ha inserito un bug nel programma generale di creazione e di gestione dei mondi basati sulla chimica del carbonio, e adesso in tutti (TUTTI, capisci?) quei mondi nelle menti delle forme superiori delle specie viventi è stato introdotto un concetto talmente malato e distorto che esito perfino a comunicartelo, un concetto che poteva venire in mente solo a quel piccolo pervertito megalomane di Derrentfourth, il concetto di “peccato”, grazie al quale non solo queste sfortunate forme di vita non possono godere liberamente delle gioie dell’esistenza, ma ne sono anche spinte, attraverso un perverso meccanismo mentale che non ti sto a descrivere per non perturbare ulteriormente le tue delicate vibrazioni, a cercare di “purificarsi” per rendersi degne di “avvicinarsi spiritualmente” all’individualità che ha creato il programma del loro mondo!
    E non sto a descriverti i devastanti effetti collaterali di questo bug, ti basti sapere che in tutti questi mondi le forme di vita superiori si consorziano in gruppi che poi trascorrono l’esistenza a combattersi tra loro con modalità di vario tipo, una delle quali è denominata “guerra” e comporta la terminazione reciproca dell’esistenza da parte delle forme di vita.
    Naturalmente comprenderai che la cosa ha provocato una sollevazione generale di tutti i nostri clienti che si sono ovviamente rifiutati di tenersi un prodotto così deteriorato e che hanno iniziato a reclamare a gran voce la sostituzione in garanzia o la restituzione del pagamento fatto, e a questo punto entri in scena tu, mia carissima, mia unica, con la tua impareggiabile intuizione che arriva là dove non giungono la matematica, la fisica, la chimica, la programmazione ed anche la filosofia e tutto lo scibile a noi noto: sì, perché noi finora quel maledetto bug non siamo ancora neppure riusciti a localizzarlo, figuriamoci poi ad eliminarlo, ma se non facciamo qualcosa per risolvere la situazione mi toccherà ritirare e smantellare a mie spese tutti ‘sti mondi del malanno e in più rifondere tutti i clienti.
    Tu capisci che una tale prospettiva m’induce a considerare favorevolmente l’ipotesi di porre volontariamente fine alle mie vibrazioni…
    E allora mia carissima, mio amore, mia amica, mia compagna di tante avventure io ti prego, anzi ti scongiuro di volermi venire in aiuto con questo mio problema prima che la situazione qui a Magrathea si faccia irreparabile.
    Sono certo che nella tua infinita bontà riuscirai a trattenere una volta di più quel “Te l’avevo detto, io!” che so di meritarmi pienamente e, credimi, mai come questa volta rimpiango di non averti dato ascolto e rimango in attesa, mia amatissima, di quel che riuscirai ad escogitare per risolvere questo problema spinosissimo che mi sta togliendo la pace.
    Certo che se avessi immaginato che sarebbe finita così, mai e poi mai l’avrei assunto, quell’accidenti di G.O.D.!

    Grazie a The marit per avermi dato un piccolo, geniale spunto che mi ha ispirato tutto il resto, e ovviamente grazie anche a Douglas Adams.
    Senza di loro questo racconto avrebbe avuto una forma completamente diversa.

    #10795
    Capretta Amaltea
    Partecipante

    Davvero splendido, Beelato. Mi dai il permesso di saccheggiarti a scopo didattico? Da sempre faccio del mio meglio per trasmettere agli studenti il mio perdurante amore, stupore e meraviglia per i prodigi dei mondi cge descrivi, e il tuo scritto è proprio quello che ci vuole.

    #10796
    Beelato
    Partecipante

    Caspita, Capretta, certo che sì!
    Usa pure tutto quello che può esserti utile per i tuoi studenti, l’ho scritto proprio a scopo divulgativo.
    Quando spiego questi argomenti ai miei studenti, sempre ed ogni volta di più resto incantata dal modo geniale col quale son state ‘organizzate’ le cose nel mondo, e sempre cerco di trasmettere queste mie sensazioni.
    (E sempre non posso fare a meno di pensare al fatto che, come si dice, “life isn’t fair”, e che questa unfairness fa da contraltare ad un impianto creativo di una bellezza abbagliante…
    E siccome è noto che la mente umana recepisce un significato diverso a seconda dell’ordine in cui vengon messe le parole, sono arrivata alla conclusione che
    se assumi che il ‘progettista’ sia stron*o ma geniale hai il Grande Regista Superiore (come lo chiama un mio amico), mentre se assumi che sia geniale ma stron*o hai la Naturale Malignità delle Cose (come la chiamo io).
    Ovviamente ‘sti discorsi ai miei discepoli non li faccio…)

    (Grazie!)

    #10797
    Antonella Baroni
    Partecipante

    molto bello; Beelato. avrei ben poco da dire, oltre a farti i complimenti, dato che non ho altre conoscenze, oltre quelle che così bene descrivi, che mi provengono unicamente da quello che mi insegnarono ( per fortuna), a sQuola, e che ebbi la ventura di imparare :).
    ma siccome ognuno usa sempre quello che ha nella saccoccetta , e dato che non ho letto il libro che hai adoperato per renderle così divertenti e ‘digeribili'( e mi sono dunque sgrullata un po’ con i nomi che hai citato), mi hai fatto venire in mente tutta una lunga diatriba sul ‘Grande Regista’, o ‘Maligno Creatore’, che è durata secoli, e che sta dentro quel perversissimo mondo di ‘ragionatori’, che sono gli gnostici.
    ancora complimenti, leggerti è sempre un grande piacere

    #10798
    Beelato
    Partecipante

    Grazie Antonella!
    Se non hai letto la Guida Galattica, ti riassumo un po’ di cosette da quel libro: in seguito ad una serie di vicende salta fuori che il pianeta Terra altro non è che un megacomputer biologico costruito a Magrathea (pianeta in cui ci si occupa della costruzione di mondi su ordinazione) commissionato da clienti che desiderano conoscere la risposta alla Grande Domanda sulla Vita, l’Universo e Tutto Quanto, solo che sfortunatamente la Terra viene distrutta da un’astronave Vogon che vuol far passare di lì un’autostrada intergalattica proprio il giorno prima che il programma arrivi a compimento.
    Alla costruzione del megacomputer ‘Terra’ prende parte anche un tizio che si chiama Slartibartfast che viene incaricato di fare i fiordi in Norvegia e che prenderà anche un premio per quei fiordi (in un libro successivo della serie la Terra verrà ricostruita e stavolta a Slartibartfast verrà data da fare l’Africa, e il poverino si troverà in contrasto colla direzione dei lavori perché riempirà di fiordi pure quella).
    Si scoprirà alla fine che la risposta alla Grande Domanda sulla Vita, l’Universo e Tutto Quanto è 42.

    Quanto al nome dello str del progettista, quello me lo sono pensato io da me stessa medesima in persona ;o) ed ho cercato di tirar fuori quanto di peggio mi riuscisse per dare l’idea di un marmocchio strafottente ancorché geniale, ferme restando le iniziali di quel nome (ch’è stato il piccolo colpo di genio di The marit e che mi ha ispirato a dare quella forma al racconto).

    #10799
    Antonella Baroni
    Partecipante

    grazie delle dritte…me lo hanno regalato, mi sa che è la volta che lo leggo 🙂
    lo str…, in quanto ‘strafottente marmocchio che cce prova’ , è esattamente il concetto che uno gnostico ha del creatore di Mondi 🙂

    #10800
    Antonella Baroni
    Partecipante

    …e mi sono dimenticata di aggiungere che ci han passato secoli, a litigare tra loro per stabilire se era più str… o più geniale, ma comunque un peletto str…

    #10801
    Beelato
    Partecipante

    E infatti vedi, che io son agnostica praticante*?
    Anzi, siccome vado matta per gli ossimori, dico sempre di avere una solida fede agnostica ;o)
    (Ehm, sono ‘gnurànt, che differenza c’è tra gnostico e agnostico? Pliis, non inorridire e porta pazienza…)

    Quanto alla stronzagg… del tizio, è uno di quei dati di fatto che non si dimostrano ma che si mostrano, epperò è talmente evidente che l’ordine in cui vengon messi i termini ‘stron*o’ e ‘geniale’ cambino così tanto le cose che una bella discussione di un tot di secoli ci sta tutta. Immagino che non siano ancora riusciti a mettersi d’accordo.

    * Ah, tanto così per dilettarci un po’: un mio amico si chiedeva se sia possibile essere agnostici non praticanti, tu cheddici?

    (Leggilo quel libro, io l’ho adorato!)

    #10802
    Antonella Baroni
    Partecipante

    siccome ti piacciono le parole greche ‘gnostico’ significherebbe solo ‘cului che cerca la vera conoscenza’. nel tempo è diventata una branca ‘speciale’ della filosofia, che ha attraversato tutte le forme di pensiero speculativo di tipo non scientifico.
    ha interessato anche Islam e cristianesimo, oltre che stoicismo ed epicureismo e tutta la famigliola …
    l’idea di base, somiglia molto a quella della ‘guida galattica’.
    a-gnostico, viene infatti da lì, originariamente , ed originariamente significa : ‘ho già capito che tanto non ci arriviamo a capo, lascio perdere :)’.
    ma il pensiero gnostico ( se ti interessa posso dirlo in due paroline), lo butti dalla porta, e rientra sempre dalla finestra…e come vedi anche dalla finestra dei chimici…:)

    #10803
    Antonella Baroni
    Partecipante

    ho una domanda di quelle da ignorante ignorante ignorante…anche se prendo un mare di pernacchioni, la faccio lo stesso.
    allo stato attuale delle conoscenze, è immaginabile una altra forma di vita , che non comporti tale struttura chimica, che così bene descrivi, e che potenzialmente appunto è fonte di ‘infiniti mondi’?

    #10804
    Beelato
    Partecipante

    M’hai fatto venire in mente un vecchio e decisamente urèndo film di fantascienza in cui c’era un bello spirito che si metteva in mente di creare delle forme di vita usando il silicio anziché il carbonio e gli venivan fuori delle specie di megascarafaggioni ipertrofici.
    ‘Sto qua aveva deciso per il silicio perché pure lui come il carbonio forma 4 legami, solo che è un atomo più grosso del carbonio (detta molto molto in soldoni), epperò le cose non gli erano andate molto bene.
    Per rispondere alla tua domanda al di là dei miei antichi ricordi cinematografici, però, ci vorrebbero delle conoscenze un po’ più solide delle mie in chimica generale, eqquindi se qualcuno le ha si faccia avanti, pliiis :o)

    Eccomunque, m’hai fatto venire in mente anche la faccenda delle forme allotropiche del carbonio (che sarebbe come dire i modi differenti con i quali gli atomi si possono legare tra di loro per portare a forme differenti dello stesso elemento).
    Il carbonio (inteso come elemento) può esistere in una forma in cui ciascun atomo di carbonio si lega a 4 altri atomi di carbonio formando una struttura tridimensionale regolarissima e molto resistente, immagina di avere un enorme numero di tetraedri legati l’uno all’altro, se guardi l’immagine del tetraedro a sinistra dell’illustrazione che ho messo qui sopra, pensa che ciascun atomo ai vertici di quel tetraedro sia il ‘centro’ di un altro tetraedro che quindi avrà i suoi vertici che a loro volta saranno il centro di altri tetraedri e così via in tre dimensioni.
    Quando gli atomi di carbonio si legano tra loro in questo modo (cosa che succede ad alte pressioni e ad alte temperature) ottieni il diamante che, come ognun sa, è durissimo proprio perché i legami tra gli atomi sono molto forti ed estesi nelle tre dimensioni (e ovviamente ognun sa anche che i diamanti sono i migliori amici di una donna, ma quello è un altro discorso).
    Se invece ciascun carbonio si lega a tre altri carboni ottieni una struttura bidimensionale fatta di tanti esagoni che hanno i lati in comune gli uni con gli altri (una struttura tipo quella di un alveare, solo in due dimensioni), e l’elettrone ‘inutilizzato’ che rimane a ciascun carbonio viene usato per formare una specie di ‘nuvola’ elettronica sopra e sotto i piani sovrapposti l’uno all’altro di questi ‘fogli’ di esagoni.
    Quella è la grafite ed è molto meno dura del diamante, in più i ‘fogli’ di esagoni possono scorrere l’uno rispetto all’altro in direzione parallela ai piani degli esagoni, ma non possono farlo in direzione perpendicolare a questi piani, e questo è il motivo per il quale la grafite si spezza con facilità (se la direzione di rottura è perpendicolare ai fogli di esagoni) ma può essere usata come lubrificante nei macchinari perché in direzione parallela agli esagoni i fogli scorrono l’uno rispetto all’altro.
    (Ehm, temo che come spiegazione mi sia riuscita un po’ confusionaria, ma senza disegni è un po’ faticoso render l’idea).
    Invece, la grafite si forma a temperature e pressioni molto inferiori rispetto a quelle a cui si forma il diamante, e quindi il carbonio, a pressione e temperatura ambiente, tenderebbe ad essere energeticamente favorito nella forma ‘grafite’ anziché in quella ‘diamante’ (e infatti, avete mai notato l’aria soddisfatta che hanno le matite? Ecco, appunto).
    Ne consegue che lasciando lì i diamanti a temperatura e pressione ambiente, quelli tenderebbero ad assumere la forma ‘grafite’, ma per fortuna nostra e dei nostri mariti questa trasformazione richiede un congruissimo intervallo di tempo, che però può essere accelerato in presenza d’impurezze.
    Io per esempio ho un anello fatto con un vecchissimo orecchino della bisnonna in cui sono incastonati dei minuscoli pezzetti di diamante tagliati a rosetta, uno di questi contiene una piccola impurezza nera che è evidentemente grafite e che nel giro di qualche decina d’anni si è ingrandita.

    (E certo che m’interessano le due paroline sul pensiero gnostico, son domande da farsi? ;o))

    #10805
    Antonella Baroni
    Partecipante

    fammi prima digerire la mole di dati che hai fornito , in risposta alla mia domanda scema…poi posto quello che mi hai chiesto, in forma molto sintetica , visto che è l’unica cosa che posso aggiungere, con le mie scarse conoscenze, alla discussione da te aperta in questo modo così arguto ed intelligente 🙂

    #10806
    Beelato
    Partecipante

    E allora, dopo che avrai ‘digerito’, ti racconto anche quello che succede quando si va a farsi la permanente.
    (Quel che succede a livello molecolare, eh? Chè che ci si riempia di bioccoli (ogni riccio un capriccio…) ognun lo sa ;o))

    #10807
    Antonella Baroni
    Partecipante

    ma com’è che ‘me lo sentivo’…e la permanente mi ha sempre fatto pensare ‘che cassio ho ficcato tra una scaglia e l’altra dei miei capelli e delle mie cheratine?’
    sai…ero rimasta a questa elementare ‘sensazione’.
    mai più fatto permanentoi 🙂

    #10808
    Beelato
    Partecipante

    Mannò, tranquilla!
    Mica succede niente d’irreparabile!
    E’ una storia carina, invece, stasera la scrivo.
    Cheppoi sia meglio evitare di permanentarsi nei casi, come il mio, di manifesta e totale incapacità di gestione del bioccolo nel tempo (che nel giro di un paio di lavaggi sembrassi una sulle cui chiome i gatti facessero allenamento di lotta libera è un triste dato di fatto) è un altro discorso, ma la permanente non è altro che la rottura di alcuni legami e la loro riformazione in punti differenti.

    #10809
    Capretta Amaltea
    Partecipante

    Le proteine sono una meraviglia senza fine… ma che dire del DNA? La famosissima “doppia elica” è costruita con criteri di incredibile eleganza ed efficienza. Due catene polinucleotidiche si avvolgono fra loro in una spirale destrorsa, proteggendo all’interno la delicata parte informazionale (le “basi azotate”) e lasciando fuori lo scheletro zucchero-fosfato, le cui cariche legano l’acqua e assicurano l’idratazione della molecola. La decifrazione della struttura del DNA resta, a mio avviso, il trionfo massimo della biologia moderna e la scoperta fondante per tutto il molto che è avvenuto dopo.
    Quanto alla possibilità di avere organismi basati su una chimica completamente diversa da quella dei composti organici terrestri, ricordo di avere partecipato molti anni fa a un meraviglioso congresso scientifico sull’origine della vita, nel quale vennero descritte, ad esempio, molecole autoreplicanti che funzionavano perfettamente in solventi non acquosi. Quindi direi che la possibilità c’è, e magari esistono su altri mondi altre condizioni fisico-chimiche che hanno originato organismi viventi basati su principi diversi dai “nostri”.

    #10810
    Antonella Baroni
    Partecipante

    Beelato…ce lo so che non è irreparabile e niente di velenoso…ma l’effetto faceva schifo.
    mo’ appena posso cerco di ficcarmi nella crapa la roba che hai scritto prima 🙂
    poi, dopo, ti tico in due parole cosa pensavano ‘sti benedetti ‘gnistici’, con ‘il dio stro…’

    #10811
    Beelato
    Partecipante

    Capretta, alle meravigliose proprietà del DNA alludevo infatti quando parlavo della semplicissima interazione elettrostatica che permette di conservare le caratteristiche peculiari di ciascuna specie quando questa si riproduce!
    E infatti la struttura del DNA è un piccolo miracolo a sé: una doppia elica ciascun segmento della quale serve come ‘guida’ per la sintesi dell’altro segmento, e la guida è ottenuta per mezzo di queste interazioni elettrostatiche grazie alle quali non è possibile sbagliare.
    E poi c’è il sistema astutissimo grazie al quale la sequenza del DNA serve come ‘manuale di istruzioni’ per la sintesi delle proteine.
    Se a qualcuno interessa posso approfondire un po’ il discorso dal punto di vista molecolare, e poi magari tu, se vuoi, potresti ampliare il discorso per raccontarci cosa succede al DNA durante il concepimento e lo sviluppo di un nuovo organismo (argomento sul quale sono ahimé ignorantissima, appena si va su qualcosa di più grosso di una molecola le mie conoscenze s’interrompono di colpo).

    #10815
    Beelato
    Partecipante

    Aehm, grazie alla gentile segnalazione di Ander Elessedil provvedo a rettificare la cazz l’inesattezza che ho scritto a proposito della Guida Galattica: il primo megacomputer a venire costruito fu Pensiero Profondo, al quale venne chiesta la Risposta alla Domanda sulla Vita, L’Universo e Tutto Quanto, e che dopo un tot di milioni di anni rispose “42”.
    Quando gli chiesero cosa volesse dire e quale fosse la Domanda, lui rispose di non essere in grado di dirlo, ma che poteva aiutarli a progettare un nuovo computer più potente in grado di dare la Domanda, e lo chiamarono “Terra”…

    #10820
    Antonella Baroni
    Partecipante

    eccomi, in formato sintetico, a dirti il cuore del pensiero gnostico: siccome non è possibile che ‘sta schifezza, che sarà anche bella nelle sue ‘celesti meccaniche’ , e nella sua ‘più piccola particella’, ma poi si sta tutti male, la abbia fatta un dio che sapeva quel che faceva…ci deve essere qualcosa che non quadra. e siccome ipotizzare che ‘il grande Tutto’ detto anche Dio , sia uno che si sbaglia , oppure cattivo ( se no ‘ci casca tutta la melonaia’) , per forza chi ha fatto il mondo non è ‘Dio’, ma un altro o almeno solo una parte di quel ‘Dio’, che si è buttato nell’operazione senza molto aver pensato. 🙂
    fu chiamato in molti modi, tra cui ‘Demiurgo’.
    si sono anche poi inventati che ‘Dio’ sia una molteplicità di ‘intelligenze’, e sia anche femminile…e questa sua funzione femminile , la hanno chiamata ‘Sophia’ , e sarebbe lei, che rappresenta l’intelligenza ‘desiderante’ di Dio, che insieme al Demiurgo, ha messo su il baraccone.
    questa è diciamo la versione ‘vulgata popolare’ della gnosi…e immagino ci avrai riconosciuto da cosa venga dunque, Lucifero , e tutta la sua leggenda, che originariamente non ci stava , nella Bibbia, e perchè sia definito ‘Il Signore di questo Mondo’.
    mi perdonino i seriosissimi studiosi di filosofia, se la ho messa giù così sempliciotta. 🙂

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