Fabrizio Biolè e il Non-Statuto

“Il Movimento 5 Stelle ha tre regole, se ne violi una sei fuori. Capito? Fuori, non ce n’è”.
Queste le parole di un grillino milanese nel video che ho riportato poco tempo fa.
Ci sono molte obiezioni che si possono fare, ma una sicuramente è la più eloquente.

Fabrizio Biolè è consigliere regionale in Piemonte, eppure è già al quarto mandato. Questo vi sembrerà confliggere in pieno con il Programma del Movimento (non con il Non-Statuto, badate bene, lì non c’è scritto niente a proposito, non si sa bene perchè), che pone il massimo di due mandati, ed è proprio così.
E non è una tendenziosa affermazione di chi difende lo status quo, è pagato dal PD, è fedele al signore oscuro dei Sith o altre malvagità, ma è una decisione confermata dagli stessi grillini, e precisamente quelli di Cuneo.

I quali ci raccontano questa edificante storia:
“Il Non-Statuto ancora non esisteva (arrivò verso la metà di dicembre 2009, a campagna iniziata)…
Il problema dei due mandati di Biolé, e terzo in corso, come Consigliere Comunale di Gaiola si pose in quanto (potrà sembrar strano oggi!) in provincia di Cuneo non si riusciva a raggiungere il numero minimo di candidati (quattro) per le Regionali…

Comunque, il problema venne sottoposto allo Staff di Beppe Grillo […] e venne decisa una deroga alla regola per cui il listino provinciale di Cuneo ottenne la certificazione. Facciamo anche notare che l’idea dei due mandati e poi ‘a casa’ […] è da vedersi soprattutto come cercare di metter un freno a politici di professione. […]
Non si dica che il Consigliere Biolé negli anni passati in Comune a Gaiola abbia potuto assurgere a tale ruolo: al massimo ci ha rimesso qualche euro di tasca propria, sottratto tempo ai propri interessi ed affetti, come spesso accade ai Consiglieri Comunali dei piccolissimi centri”

Avete capito? Povero Fabrizietto, lui ce l’ha messa tutta, ma i candidati proprio non si trovavano. E si è dovuto sacrificare lui, rimettendoci qualche euro di tasca propria e abbandonando i propri cari al loro triste destino.
Lui lo ha fatto per noi, di certo non è un politico di professione, quindi si può fare uno strappo alla regola. Che tra l’altro arriva appena dopo il varo del Non-Statuto, quindi ormai non ci si poteva fare niente, poverini.

Problema: nel Non-Statuto non c’è scritto niente riguardo i due mandati (per ragioni ignote), infatti è tutto scritto nel programma. Programma che arriva un po’ prima di Dicembre 2009 (questo video è di ottobre 2009) e in cui c’è già il punto sul limite dei mandati.

Capito? Il caro Biolè sostiene un programma che lo vuole fuori dalla carica che occupa, e i suoi fan lo difendono dicendo che c’è stata una deroga sul Non-Statuto.

Quindi di preciso non sappiamo dire cosa è più grave: il candidato che sostiene un programma che lo esclude dalla politica, i suoi supporter non hanno idea di cosa contenga il Non-Statuto, hanno ammesso e giustificato una deroga al Non-Statuto, che a quanto pare Grillo (alias Staff onnipotente) ha dato. E quindi doppia gravità: ci sono deroghe arbitrarie (realpolitik?) e sono ammesse come normali.

Sono tutte storie passate? No, perchè Biolè è ancora in carica e ovviamente non si dimette.

“Il Movimento 5 Stelle ha tre regole, se ne violi una sei fuori. Capito? Fuori, non ce n’è”.
Le ultime parole famose?

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