Evoluzioni

Ultimamente il desiderio di riposarsi e mettersi in pari con le tante cose che si accumulano nel corso dell’anno al grido di “lo farò quando avrò tempo” spingono le persone a preferire la vita reale (e ci mancherebbe) ed essere meno attive sulla rete (quella vera).

Analogamente molti dei giornalisti ed attivisti sono già partiti per le ferie (che poi si tratti di una crocera extralusso, di un viaggio in una meta esotica o di una capatina dai parenti “giù al sud” cambia poco) per cui la “platea” si dirada, i redattori dei giornali vanno in ferie, i writer “da combattimento” abbandonano le postazioni e ci si ritrova in un universo “balneare” in cui restano redattori e blogger “junior” da usare come tappabuchi ed i pochi disgraziati che non possono andare in ferie.

Quest’assenza di personale disposto a “sacrificarsi” vale un po’per tutti, dai ghost writer pagati agli attivisti, per cui può capitare qualcosa come questo, cioé un testo scheletrico, un immagine e poco altro, l'”odiatela” è implicita ed il resto è lasciato all’azione degli attivisti che però, dal numero dei commenti (80), è bassino in questo periodo.

Sì, volevo parlarvi del blog di Grillo e della successiva verticalizzazione del modello informativo “Casaleggio”, ma non avendo un incipit adatto anch’io ho usato un classico di questo periodo : “è estate, la gente va al mare”.

 

Faccio una premessa: non sono mai stato un frequentatore del blog di Grillo, ci vado spesso per “necessità” ma non ho mai avuto un account da quelle parti (anche perché a privacy ed anonimato ci tengo abbastanza) e non ho mai postato sul famigerato “blog” (anche se un paio di volte ho lasciato un commento sulle pagine interne, che però si rifanno alla piattaforma Disqus, e dovrebbero essere più sicure).

La prime volte che ho sentito parlare del blog di Grillo è stato da mio cognato e da un servizio in TV in un’epoca in cui mia moglie la lasciava accesa nel pomeriggio davanti ai programmi “d’intrattenimento” dei canali commerciali.

Per puro caso ho sentito di questa storia di Grillo e della sua “svolta internettiana” con tanto di commento della moglie che si diceva seccata del fatto che il marito le corresse dietro continuamente, ossessionato da parole come “blog”.

Sì, erano proprio gli ultimi momenti dell’esordio, quando girava la storia che il blog di Grillo fosse il più frequentato al mondo.

Lui c’ha pure provato ad “espandersi” oltre i confini ma della politica interna italiana non è che fregasse granché all’estero, ed infatti di quel tempo non restano che alcune reliquie come un improbabile sito in giapponese fermo al 2011 ed uno in inglese ancora aggiornato, che però è riduttivo definire “scarno”.

 

Dal mio punto di vista quel blog (parlo della “versione italiana”) non è mai stato chissà quale fonte d’ispirazione ma, almeno in origine, aveva un suo scopo come aggregatore per una parte della popolazione che amava lamentarsi e sentirsi dire che tutto va male, che l’Italia sta per fallire e che la fine è vicina (l’history del blog parte con post su questo tema già da gennaio 2005) con qualche punta un minimo razzista.

Da questo punto di vista non c’è stata una grande evoluzione, c’era però una generale maggiore voglia di “cambiamento”. Sì, Grillo (o chi scrive per lui) è sempre rimasto una specie di re del tetris comodamente seduto sul trono a lanciare ammonimenti e denunciare quel che non va (esagerando pure) ma c’era anche una sorta di informazione su possibili alternative, cambiamenti, innovazioni che avrebbero potuto rendere migliore la vita di tutti.

Sì, il grosso di quella roba era paccottiglia (il caso più eclatante è quello della BioWashBall) però, di fondo, ogni tanto qualche guizzo positivo si poteva vedere. Qualche barlume di speranza, quel mai detto “non è ancora troppo tardi, ci sono i mezzi e le idee, possiamo farcela”.

Col tempo però la comunicazione di Grillo è cambiata, e con essa anche il blog.
[da questo punto scrive Pallacorda al posto di Conte]

Sempre più propagandistico, sempre più apocalittico, sempre più estremo, sempre più politicizzato.
La pietra miliare dell’entrata del blog nella politica è il famigerato “comunicato politico numero uno”. Scritto con un font differente, molto scarno e “vintage” per ricordare i caratteri delle vecchie macchine da scrivere (non è un caso l’immagine di Montanelli deturpata orribilmente dal solito fotomontaggio).
Era il 2008, era appena caduto il governo Prodi. Personalmente guardavo il nascente Movimento 5 Stelle come una boccata d’ossigeno per la politica che si avviava a passare di nuovo in mano a Berlusconi, il cui piano di destabilizzazione del governo Prodi era andato a buon fine.

Si parlava di liste civiche di cittadini onesti e capaci, di referendum per migliorare e moralizzare la politica (cosa di cui c’era e c’è ancora grande bisogno). Insomma si preannunciava quella rivincita che il cittadino onesto avrebbe voluto vedere, che sperava arrivasse con Prodi e che alla fine non ha visto nemmeno col binocolo.
Tutto questo però a spese di una sostanziale neutralità e una qualche imparzialità. Con l’entrata in politica di Grillo, il blog diventa per definizione l’house organ principale del nascente Movimento 5 Stelle.
Il tono del comunicato è infatti roba da anni ’30, pura propaganda politica e messaggio ai militanti/elettori.

Una sorta di telegramma trasmesso ai microchip dei suoi accoliti, diremmo noi ora.

Era un periodo in cui andava alla grande Travaglio. I suoi editoriali da Santoro erano appuntamento fisso, i suoi Passaparola sul blog di Grillo erano molto seguiti.
E molti, delusi dal ritorno in carica di Berlusconi, erano (eravamo) disposti a non sottilizzare sullo stile e sulla precisione delle accuse del suddetto durante le sue giaculatorie, in quanto la situazione era pessima e questa distraeva troppo dalle “sottigliezze”.

Sottigliezze che però tali non erano. Perchè se da un lato era giusto attaccare Berlusconi praticamente in ogni campo e in ogni sua manifestazione, chi era indulgente avrebbe (avremmo) dovuto essere ben più severo nei confronti dei metodi.

Se guardate un po’ l’archivio di Aprile 2008 (6 anni fa, mica ieri) e leggere un po’ i titoli e gli incipit degli articoli del blog di Grillo, vedete che il tono era già allora lo stesso di adesso.
Potete anche guardarvi lo spot del Vaffanculo Day 2, che sembra sia stato fatto “domani”.

E invece la data nei dettagli del video dice “11 aprile 2008”.

Da quel momento il tono è sempre stato sostanzialmente lo stesso, giusto da quando il M5S è salito sopra il 20% (con lo sfiorato default della Grecia durante il governo Monti) questi si sono fatti più estremi e apocalittici.
I temi anche sono diventati più cupi: rimandi continui alla guerra e in particolare alla Seconda Guerra Mondiale, al fascismo, ai disastri naturali, sociali ed economici, in generale a carestia, pestilenza, guerra e morte, che da duemila anni sono un evergreen dei predicatori.

L’evoluzione finale (per ora) l’abbiamo vista con l’ingresso in Parlamento.
La comunicazione si fa più asciutta. Ancora meno idee, ancora meno concetti: una volta si partiva dall’equidistanza e molteplicità di “anime” del Movimento (nè di destra nè di sinistra ma oltre), dal “raccogliere tutti nel Movimento per poi ricostruire assieme un mondo post-ideologico”.

Ora si salta la fase “concettuale” e si salta direttamente alla conclusione: l’autocelebrazione e gli insulti verso gli avversari.
Certo, ancora si posta qualche articolo contenente qualche concetto, ma per il resto si tratta perlopiù di invettive, di “questo asfalta quello”, “Renzie ebete”, “odiate questo giornalista” e simili.

E’ una delle fasi finali.
L’ultima la conosce chiunque abbia letto 1984 di Orwell: i “due minuti d’odio”.
In questo senso abbiamo già il “giornalista del giorno”, che è esattamente la stessa cosa in “formato blog”.

Ci siamo già vicini, in realtà sono tutte immagini già viste.

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