Evoluzione della sinistra italiana nei periodi di maggior consenso numerico. Da Karl Marx a Norberto Bobbio, passando da Bersani a Renzi.

Articolo di Buddenbrook.

L’uso e la creazione dei mezzi di lavoro […] contraddistinguono il processo lavorativo specificamente umano; per questo il Franklin definisce l’uomo «a toolmaking animal», un animale che fabbrica strumenti. Non è quel che vien fatto, ma come vien fatto, con quali mezzi di lavoro, ciò che distingue le epoche economiche.

Karl Marx “Il capitale” I Libro Capitolo 5


Elezioni del 1976

Siamo alla fine del boom economico dopo la crisi petrolifera che ha rallentato il ritmo della produzione industriale italiana.

E’ l’anno dell’autunno caldo, nel pieno della forza sociale dei sindacati. Le stragi (di stato o meno) sono già una realtà. La strategia della tensione comincia con la strage di piazza Fontana il 12 dicembre del 1969 alla Banca Nazionale dell’Agricoltura; prosegue con Piazza della loggia (28 Maggio 1974), Italicus (4 Agosto 1974).

La tensione riguardo i rapporti di lavoro è al culmine: le Brigate Rosse iniziano l’attività nel 1970, rivendicando atti propagandistici e violenti a Milano in Pirelli e nella SIT-Siemens. La tensione è molta ma le BR non hanno ancora impresso la svolta “militare” fortissimamente voluta da Moretti. Macchine dei dirigenti incendiate, intimidazioni ma niente efferatezza. Il primo duplice omicidio viene commesso a Padova il 17 giugno 1974: le BR, nel corso di un’incursione nella sede del MSI di via Zabarella, uccidono Graziano Giralucci e Giuseppe Mazzola. Ma la prima svolta è la pianificazione dell’omicidio del Procuratore della Repubblica Francesco Coco; azione poi rivendicata politicamente dalle BR.

Questo è il clima. I rapporti di produzione dividono nella realtà il paese in due società di diversa struttura produttiva: nel nord l’industria manifatturiera mentre nel sud l’agricoltura e pubblica amministrazione.

La società è fortemente autoritaria e “democristiana” ma cominciano le prime situazioni di contrapposizione forte anche a livello ideologico. Per la prima volta si vota a 18 anni e non a 21 e il referendum sul divorzio vede una netta sconfitta della DC.

I dati della sinistra:

Votanti 37.755.083 93,39%
PCI 12.615.650 34,37%
PSI 3.540.309 9,64%

C’è da notare inoltre un’affermazione consistente di Democrazia Proletaria nel Nord e in special modo in Lombardia, le regione più industrializzata del nord. La forte industrializzazione che pervade anche le città più importanti del sud fa perdere molto consenso al MSI. Si potrebbe parlare di coscienza di classe.


Elezioni del 1983

Sono anni caratterizzati da un forte aumento della spesa pubblica con un inflazione che viaggia a due cifre.
I dati – a guardarli adesso – sono sconvolgenti.
Il deficit passa da -10,11 del 1983 fino ad arrivare al -11,51 del 1987, passando per il -12.
Il rapporto debito/PIL passa dal 68,38% al 88,60%, e si arriva a quota 90% l’anno dopo

Il fatto politico più rilevante, in merito alla lotta tra capitale e lavoro, è la marcia dei quarantamila, anche detta marcia colletti bianchi (impiegati e quadri FIAT), svoltasi a Torino il 14 ottobre 1980. Questa manifestazione riduce il potere dei sindacati e sancisce la separazione materiale di interessi tra impiegati e proletari.

In più incomincia a svilupparsi e innovarsi in maniera consistente il terziario nel nord-est. Realtà non sindacalizzabile.

Questi i dati:

Votanti 39.188.182 88,01%
PCI 11.032.318 29,89%
PSI 4.223.362 11,44%

Come rappresentante del blocco sociale della manifattura e terziario del nord est, entrano due rappresentanti della liga veneta, uno alla camera e uno al senato
Questo parlamento elegge Cossiga.


Elezioni del 2008

Siamo del cosi detto terzo capitalismo; il capitalismo globale, nel quale le merci viaggiano ovunque e in tempi rapidi. Il livellamento delle condizioni produce uno smottamento della ricchezza. Dai paesi ricchi ai paesi a sviluppo meno avanzato. Cina, Brasile soprattutto. La caduta del muro di Berlino insieme alle nuove frontiere aperte dallo sviluppo tecnologico fanno pensare alla “fine della storia”. Concetto magistralmente espresso da Fukuyama, il “monarca” dei reazionari.

Bendati e frastornati dai primi cellulari, le prime connessioni ad internet, l’individualismo pervade ogni angolo della società. Le istituzioni sono viste come “pesi” dai quali, grazie alla tecnica e la scienza, ci si può liberare. Partiti, sindacati entrano in crisi. E nel 2008 fallisce la Lehman Brothers, il più grande fallimento della storia del capitalismo moderno.

La sinistra cerca di tamponare la sconfitta. In Italia l’analisi latita e gli esponenti della sinistra politica faticano a comprendere la società liquida, descritta da Bauman.

Si assiste alla nascita di quello che si può classicamente definire sottoproletariato: i call center. Le grandi aziende e le multinazionali “spacchettano” il processo produttivo, in un modo da rendere inadeguata la difesa del posto di lavoro classico, in quanto le esternalizzazioni e cessioni di rami di aziende producono situazioni non previste né prevedibili dai sindacati.

Le carte si mischiano. Alla sinistra non basta più la difesa degli operai e degli impiegati classici. Si presentano nuove povertà e conflitti: i migranti, i giovani schiavizzati e privi di ogni tutela dei call center.

Votanti 36.457.254 78,02%
PD 12.095.306 33,18%
IDV 1.594.024 4,37%


Elezione 2014

Dopo la vittoria/sconfitta di Bersani del 2013 la sinistra, tutta dai rappresentanti agli elettori, si interroga sulla ricerca del consenso dando una immagine di sé classica ed in continuità (più o meno marcata) con il passato. Già dopo il governo Berlusconi 2001-2005, criticato da più parti, la sinistra non riesce a vincere nettamente le elezioni.

A questo punto gli elettori del PD provano un’altra strada. Quella di Renzi. E’ una svolta dal punto di vista ideologico e di struttura partitica. Il punto qualitativo e valoriale del cambio, qui non interessa; interessa invece il fatto che a livello quantitativo genera consenso e numeri.

Sembra che senza l’appoggio della parte produttiva del nord-est e delle nuove classi (i piccoli imprenditori, le finte PIVA che lavorano come dipendenti ecc ecc) non si possa ottenere una vittoria tale da poter governare pienamente.

In Europa continua la crisi del debito pubblico di molti paesi. Non c’è però il “terror panico” del post Lehman Brothers.

Votanti 28.908.004 58,68%
PD 11.172.861 40,81%
IDV 179.693 0,65%
TSIPRAS 1.103.203 4,03%


 

Insomma davanti ad una trasformazione così radicale della società Italiana non deve stupire che anche il partito — e in special modo quello maggiore di sinistra — si sia trasformato a sua volta. Se in peggio o meglio siamo sul soggettivo e la cosa non credo abbia peso se non dal punto di vista filosofico-dialettico.

Norberto Bobbio nel libro “Destra e Sinistra” afferma la sua idea di partito di sinistra.
“Se vi è un elemento caratterizzante delle dottrine e dei movimenti che si sono chiamati e sono stati riconosciuti universalmente come sinistra, questo è l’egualitarismo, inteso […] non come l’utopia di una società in cui tutti gli individui sono uguali in tutto, ma come tendenza a rendere eguali i diseguali.”

La domanda da fare — e da farsi — è se questa tendenza sia meno forte o meno sentita dagli elettori e dai rappresentanti della sinistra. Perché l’uguaglianza è una costante che fluttua nelle variabili che il processo materiale di produzione continuamente genera e rinnova.

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