Esagerare nei toni significa fare buona divulgazione?

Questo articolo è un po’ diverso dal mio standard, perché non parlerò di un argomento specifico ma porterò delle riflessioni che sono nate mentre guardavo un programma di divulgazione scientifica e che mi piacerebbe condividere, riguardo la comunicazione della Scienza al grande pubblico. Spesso si vedono usare toni molto allarmistici per far passare un certo messaggio presso il grande pubblico, ma io mi chiedo: questo atteggiamento non è più adatto ai giornalisti? Noi scienziati dovremmo mantenere il più possibile il rigore della logica e della razionalità, invece capita di vedere che in certi ambiti si scada in qualcosa di molto simile al tifo da stadio che finisce per fare terrorismo psicologico e confondere l’opinione pubblica già abbastanza confusa. Fra l’altro, lo stesso atteggiamento non fa bene alla stessa Scienza, che si vede mutilata nel suo progredire da posizioni spesso ideologiche.

Sto parlando del riscaldamento globale e della serie di divulgazione scientifica Cosmos, condotta da Neil Degrasse Tyson, che si è rivelato un ottimo programma divulagativo su astronomia e storia della Scienza, ma che con la puntata di questa settimana è precipitato nella politica e nell’allarmismo, cosa che un buon divulgatore non dovrebbe fare mai.

Prima di continuare, però, metto alla prova la mia stessa obbiettività facendo un piccolo approfondimento sul riscaldamento globale che si rende necessario per la prosecuzione delle riflessioni. Ciò che state per leggere è un riassunto il più obbiettivo possibile, che si attiene ai fatti e solo a quelli.

Il riscaldamento globale è un fenomeno di disturbo che le attività umane producono sul clima del pianeta che risponde riscaldandosi. Questo accade perché l’ottenimento di energia da fonti fossili mediante combustione libera grandi quantità di anidride carbonica in atmosfera. Questo gas ha la capacità di trattenere il calore del Sole esattamente come accade in una serra, questo è il famoso effetto serra: una parte delle radiazioni solari (sotto forma di infrarosso) viene trattenuta e accumulata da alcuni gas atmosferici; questo fenomeno è del tutto naturale e addirittura essenziale, infatti se non esistesse la Terra sarebbe un deserto di ghiaccio. Il problema sta nel disturbo che le attività umane fanno al sistema climatico che è regolato anche dalla concentrazione dei gas serra.

Dal 1850 a oggi (anno di inizio della Rivoluzione Industriale) le temperature media globali hanno avuto un aumento e questo è un fatto. Anche se esistono misurazioni accurate delle temperature globali solo dalla seconda metà del XX secolo in poi.
L’aumento è dovuto alle attività umane? E’ possibile, forse probabile, ma la realtà non è così semplice. Infatti il clima del nostro pianeta varia per cause del tutto naturali da quando si è formato 4,5 miliardi di anni fa, tanto che le diciture cambiamenti climatici e cambiamento climatico che vanno tanto di moda sono del tutto assurde, visto che la variazione è lo stato naturale del sistema climatico che è influenzato anche e soprattutto da Sole e dai moti millenari della Terra (precessione degli equinozi, variazione di eccentricità dell’orbita e variazione di inclinazione dell’asse di rotazione) come ci ricorda il nostro amico Milanković. La definizione che si usa ora, disfacimento climatico, è solo una boiata inventata dai media del tutto priva di un senso logico. Gli stessi media che spesso non parlano di notizie come la diminuzione della sensibilità climatica che si legge nel 5° report IPCC, nel quale si dice che la capacità dell’anidride carbonica di scaldare è stata precedentemente sovrastimata.

Gli studiosi hanno ricostruito con vari metodi (primo fra tutti la curva isotopica, che misura la differenza di concentrazione fra ossigeno16 e ossigeno18 nei sedimenti marini per stimare la temperatura media delle epoche passate, ma è importante anche l’osservazione delle forme di erosione e deposito come per esempio la presenza di valli glaciali) il paleoclima scoprendo cose a volte allucinanti, per esempio il fatto che 125.000 anni fa (stadio 5e delle paleotemperature) la temperatura media era più alta di ben 5 gradi rispetto a quella attuale, tanto da poter trovare faune oggi tipiche afrincane come elefanti o leoni anche dove ora sorge Londra. Quello fu il culmine dell’interglaciale fra le glaciazioni Riss e Wurm. L’ultimo interglaciale è durato circa 30.000 anni e il Wurm è finito circa 20.000 anni fa, quindi noi siamo al culmine del nostro interglaciale e aspettarsi temperature elevate non è poi così strano. Ma questa considerazione così semplice e logica è tacciata di blasfemia dalla politica e anche da una parte del mondo scientifico.

Cosa significa tutto questo?

Significa che abbiamo tre possibilità riguardo il riscaldamento globale:

  1. processo di origine antropica;
  2. processo naturale amplificato dal disturbo generato dalla attività umane;
  3. processo del tutto naturale, visto che è già successo che le temperature salissero da sole a livelli notevolmente maggiori di quelli attuali.

L’ipotesi più probabile, allo stato attuale delle conoscenze, è la seconda ma il mondo politico e anche quello scientifico si comportano come se l’opzione 1 fosse più che certa, cosa che ha creato dei veri mostri come il delirio ecologista moderno e associazioni ambientaliste che assorbono un mare di fondi per fare il nulla più completo. Oppure vengono fatte cose aberranti, come la distruzione dell’Amazzonia per coltivare piante da cui estrarre biocarburanti, senza che le suddette associazioni dicano nulla, anzi, se la prendono con chi mangia carne. Ma c’è di peggio: come apprendiamo da Nature Climate Change, pare che la produzione di biocarburanti produca più CO2 di quella che si produrrebbe usando direttamente una stessa quantità di carburanti fossili.

Si sente spesso parlare di modelli climatici, ma cos’è un modello climatico? Un complesso algoritmo che dovrebbe ricostruire (con un certo grado di approssimazione) il funzionamento della “macchina climatica” per poterne prevedere l’evoluzione nel futuro. Solo che c’è un problema: nessun modello climatico è affidabile, anzi, nessun modello è mai riuscito a prevedere la reale evoluzione del clima e la pausa nel riscaldamento che viviamo da più o meno il 1998. Addirittura i modelli si sono dimostrati incapaci di ricostruire il passato! Un grave difetto dei modelli è l’essere CO2-centrico, ossia il considerare solo l’anidride carbonica e ignorare gli effetti degli altri gas serra (metano e vapore acqueo in primis, che sono molto più potenti) e di tutti gli altri parametri che influenzano il clima (molti dei quali ancora sconosciuti), come per esempio il ciclo solare. In pratica le previsioni degli indovini sono più affidabili di quelle dei modelli.
Perché? Semplicemente perché ancora la nostra conoscenza del sistema climatico è del tutto inadeguata per capirne l’evoluzione, tanto che il passato (anche recente) è pieno di scempiaggini: nel 1970 di parlava di global cooling; negli anni ’90 si diceva che la neve sarebbe scomparsa ovunque e invece il Nord America e l’Europa continentale hanno vissuto negli ultimi anni inverni assolutamente gelidi; sebbene la calotta artica si sciolga (anche se nel 2013 si è ripresa un pochettino, ma i media non hanno ritenuto che fosse importante), quella antartica fa segnare ogni anno nuovi record di estensione massima. Anche con l’innalzamento del livello dei mari si dovrebbe fare attenzione, perché i media spesso spacciano per innalzamento del livello marino quello che in realtà è un abbassamento isostatico del terreno (sì, il terreno si può abbassare o alzare) e sto parlando di Venezia e dell’Olanda che si abbassano. Invece abbiamo Scandinavia e Scozia che si innalzano perché non hanno più sopra il peso dei tre chilometri di ghiaccio della calotta glaciale del Wurm.

In sostanza c’è una colossale confusione e noi scienziati dovremmo avere l’umiltà di ammettere che non siano ancora in grado di capire il sistema, invece ci si ostina a voler prevedere il peggio, specialmente da quando in mezzo ci sono politica ed economia, perché se è vero che fra gli scettici ci sono petrolieri e idioti che vanno loro dietro per convenienza elettorale (farange è un ottimo esempio), è pur vero che ci sono interessi economici e politici anche dall’altra parte (basti guardare che immenso giro d’affari produca ogni anno la moda dell’ecologismo) e  poi si sa: la Scienza non va d’accordo con la politica. Un ottimo esempio sono i cosiddetti “eventi estremi”: politici e giornalisti (e anche scienziati in cerca di fama) si ostinano a correlare alluvioni et similia al “disfacimento climatico” sebbene NON sia stata trovata alcuna correlazione e la cosa la si può trovare nero su bianco nel 5° report dell’IPCC (riassunto qui, sebbene in anglofona lingua), l’organo dell’ONU creato apposta per studiare il “cambiamento climatico”. Le alluvioni, specialmente in Italia, sono colpa della pessima gestione del suolo e non certo delle alterazioni del clima, visto che le frane e le alluvioni sono eventi del tutto naturali (il professore di geologia dice “le frane sono la normale evoluzione del paesaggio, siamo noi che vogliamo evitarle a tutti i costi”).

Si dice spesso che la posizione prevalente fra gli scienziati sia quella che la CO2 stia distruggendo il clima, ma questo approccio è sbagliato: la storia delle Scienze dimostra che non necessariamente la posizione condivisa dagli accademici è quella corretta e li VERO metodo scientico prevede che ogni teoria debba essere dimostrata, cosa che siamo ben lungi dal fare nel caso del riscaldamento globale antropico per via della ancora scarsa conoscenza dei meccanismi che regolano il sistema climatico.

Tutto questo ovviamente non fa bene alla Scienza, anzi, questa è politica e non certo Scienza, e questo clima di caccia all’eretico non aiuta affatto ad avanzare nelle conoscenze sul sistema climatico. Si può dire che, in questo caso, la Scienza sia stata inquinata e corrotta dalla poltica.

E qui arriva il nostro Neil Degrasse Tyson col suo Cosmos. Era un ottimo programma fino alla puntata della scorsa settimana in cui il tipo ha iniziato col parlare del pianeta Venere ed è finito col parlare del riscaldamento globale terrestre. Venere ha una temperatura superficiale di 500°C perché non ha un ciclo del carbonio, quindi tutto il suo C è nell’atmosfera che trattiene un’immensa quantità di calore. La Terra invece ha un ciclo del carbonio e la gran parte è fissata nel carbonato di calcio di rocce come il calcare o il travertino. E’ vero che noi perturbiamo il ciclo reimmettendo in circolo il carbonio che di norma resterebbe fissato per milioni di anni nei depositi di idrocarburi, ma dire che la Terra rischia di fare la fine di Venere a causa dell’attività umana è folle, e invece questo è il messaggio che passa alla fine della puntata.

Ma Tyson ha fatto di peggio: ha mostrato un’animazione in cui si prevede con un modello come si evolverà il clima nel prossimo secolo e lo ha spacciato come cosa sicura! Nonostante nessun modello sia affidabile e le previsioni sul futuro del clima siano vera e propria fuffa. Questo è molto scorretto. Molto eloquente è questa immagine:

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Non ho capito per quale motivo sia venuta così male, qui la trovate alla qualità originale.

Le curve indicate dai cerchi verdi e dai quadrati blu sono costruite con dati reali, tutte le altre sono costruite in base alle simulazioni di vari modelli climatici. Si vede bene che dopo il 1995 le curve dei modelli siano del tutto sballate e si discostino dalla realtà, quindi è evidente che essi non sono ancora affidabili ed è scorretto, se non assurdo, basarsi su di essi per dimostrare che il clima impazzirà.

Ma il peggio è stata la propaganda pro-fotovoltaico: secondo Tyson tutto il mondo deve vivere a energia solare, commettendo l’errore tipico di tutti gli ecologisti, i quali sembrano pensare che TUTTE le utenze elettriche siano villette ecologiche in legno (perché segare una foresta per costruire una casa è ecologico, sappiatelo), dimenticando che esistono anche utenze che consumano mari di energia come ospedali, fonderie, fabbriche in genere, ecc. Addirittura ci sono impianti come quelli che lavorano il vetro che necessitano di usare fiamme a gas per produrre.
Ma poi, come pensa il signor Tyson di spostate una nave di 200.000 tonnellate coi pannelli solari? E dire che molte grandi navi hanno già motori elettrici, ma sono mossi da motori diesel o reattori nucleari (in ambito militare), quindi se non si usano già i pannelli solari per alimentarli ci sarà un motivo. Il discorso si fa ancora più evidente con gli aerei: sebbene esistano dei prototipi di aerei solari, sono dei lenti trabiccoli più simili a giocattoli.
E poi si dimentica come al solito che anche i campi fotovoltaici hanno il loro impatto ambientale, così come tutte le fonti rinnovabili (per esempio l’impatto ambientale dell’idrolettrico è catastrofico perché distrugge intere valli e habitat).

Insomma siamo sempre lì: la tecnologia che estrae energia dal Sole non è matura e spacciarla per panacea è assolutamente disonesto.

Ma il peggio è stata la fine, che mi ha lasciato proprio a bocca aperta: il signor Tyson ha mostrato una grafica in cui si vedevano i deserti terresti diventare verdi e poi lo zoom ha mostrato grandi coltivazioni con in mezzo impianti solari. A parte il fatto che non capisco la correlazione fra energia solare e fioritura del deserto, Tyson fa il turbo-ecologista e poi presenta come un fatto positivo e auspicabile la completa distruzione di un INTERO bioma e delle centinaia di specie animali e vegetali che lo abitano?

Tutto questo è a dir poco aberrante e l’unica cosa che lo possa spiegare è una leccata all’amministrazine Obama, il cui impegno verso il “disfacimento climatico” ha ormai raggiunto livelli stucchevoli.

Ovviamente l’Umanità ha il DOVERE di inquinare il meno possibile e imparare a preservare il pianeta, ma questo non significa che si debba tollerare tutto il circo che è stato montato intorno al riscaldamento globale.

La mia conclusione è che bisognerebbe smettere di fare allarmismo a scopo politico e che il mondo scientifico dovrebbe riappropriarsi del proprio ruolo: fare ricerca e non produrre materiale, a volte volutamente calibrato per fare terrorismo psicologico presso l’opinione pubblica, il cui scopo e fare propaganda per l’amministrazione di turno o a favore della moda del momento.
Voi cosa ne dite?

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