E che ci vuole? Parte terza.

Alla luce di quanto detto nei due articoli precedenti, penso sia interessante porre una domanda, ovvero:

Nella storia, si sono mai visti progetti di armi e/o idee politiche inusuali che, alla fine, hanno avuto successo?

Nel campo militare si, specie  (ma non solo) negli ultimi 200 anni, abbiamo assistito a una serie di successi (per quanto si possa parlare di “successo” nell’uccidere delle persone) che, in certi casi, hanno profondamente cambiato il modo di condurre la guerra.

Esempio che risulterà familiare a tutti è la baionetta.

L’idea è semplice quanto geniale (ma non “facile”) e risponde a un problema ormai del passato, ovvero: come fermare le cariche di cavalleria se non si dispongono di picche o simili mantenedo al contempo il potere d’arresto dei fucili?

Una mentalità come quella che abbiamo visto nei precedenti articoli avrebbe probabilmente prodotto questo:

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Nell’immagine a sinistra, in alto, notiamo un’alabarda tedesca del 1580 circa, nell’immagine di destra notiamo il dettaglio della parte che ci interessa.

Facendo attenzione possiamo notare ben 2 canne di pistola montate parallelamente, ai lati della canna, funzionanti col sistema in voga all’epoca, ovvero la “Wheel lock”, che in italiano sarebbe “acciarino a ruota”.

Paradossalmente, qui vediamo come la soluzione “facile” sia in realtà la più complicata, questo succede se si risolvono i problemi con dei progetti che hanno si e no 2-3 passaggi mentali al massimo, abbiamo un’arma lunghissima, scomoda da caricare anche per gli standard cinquecenteschi, quasi impossibile da mirare, fragile, soggetta allo sporco e pesante, per non parlare della meccanica necessaria a portare il movimento del grilletto a 2 metri di distanza.

Invece, usando un minimo di buonsenso e preparazione bellica, abbiamo la baionetta così concepita:

181746_origIl modello è posteriore alla alabarda tedesca di un paio di secoli, ma il design rimase immutato per quasi 300 anni, per la sua disarmante semplicità e funzionalità.

Una banalissima sciabola adattata per uso combinato col moschetto, lunga circa 80-90 centimetri, smontabile e montabile velocemente, nessuna parte mobile nè altro da mantenere, l’idea era di montarla sopra il fucile, piantare il calcio al suolo e trasformare il fucile in una lancia da contrapporre alle cariche di cavalleria.

Come vediamo, un minimo di praticità ha creato un’idea infinitamente superiore che ha resistito fino ai nostri giorni, anche se con un ruolo diverso dovuto alla riduzione prima, ed eliminazione poi, dei reparti di cavalleria dal campo di battaglia.

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Ora le baionette non sono altro che coltelli adattabili alla canna del fucile, stante anche il fatto che oramai gli scontri ravvicinati in battaglia sono sempre più rari.

Questo esempio è, per quanto riguarda la storia militare, il più emblematico di come una buona idea non possa venire da una mentalità così puerile.

E per quanto riguarda la politica?

C’è da dire innanzitutto che definire il “successo” in politica è problematico.

Che parametri possiamo prendere? La vastità del consenso? La capacità di agire in una determinata società?

Alla fine, il parametro unico che conti qualcosa in politica è, a mio modestissimo avviso, la capacità di continuare ad esistere, la capacità di perpetuare il proprio potere, a prescindere dal sistema politico, sia esso una democrazia o una tirannide o qualunque altra forma intermedia.

Seguendo quindi questo parametro, quali idee politiche “miste” hanno conseguito un buon successo?

Non molte, ma una senz’altro fu il Franchismo.

Al potere dal 1938 al 1975, il Franchismo creato dal Generale Francisco Franco in Spagna sopravvisse indenne alla Seconda Guerra Mondiale, non partecipandovi, garantì alla Spagna un lungo periodo di stabilità ponendo le condizioni per un boom economico durato sedici anni (Dessarollo) proiettando la Spagna da paese sottosviluppato a paese quasi in linea con gli standard dell’europa occidentale.

In sè, il Franchismo non era prettamente fascista, non aveva una visione della società completa e organica come il fascismo italiano o il nazional-socialismo tedesco, semplicemente si poneva grande accento sulla stabilità, quindi si può parlare di un regime reazionario, a ciò si aggiunge che la dottrina del Franchismo è vagamente ispirata alla Terza Via fascista e ciò ne fa di diritto un regime “misto”, che mutuò elementi da varie teorie in voga all’epoca.

Inoltre, particolare di non secondaria importanza, il Franchismo alla fine consentì una graduale e pacifica transizione verso una compiuta democrazia, non vi fu alcuna guerra civile alla morte di Franco, come invece vi fu alla morte di Tito, tanto per fare un paragone.

Con questo non voglio dire che il Franchismo fu un periodo rose&fiori nella storia spagnola, fu sempre un regime autocratico repressivo, ma almeno ebbe la decenza di non guidare la Spagna nel conflitto più distruttivo della storia, nè ebbe la pretesa di ristabilire chissà quale antico “Impero” con avventure coloniali di dubbia utilità.

Politicamente, prendendo come parametro la capacità di sopravvivere e mantenere il potere, il Franchismo ebbe successo.

Un’altro interessante esempio di idea di successo “mista” fu la costituzione romana repubblicana.

La Repubblica Romana durò ben 482 anni (dal 509 a.C. al 27 a.C.) ed era costituita da principi provenienti da tutte e tre le forme di governo “classiche”, ovvero la democrazia, la monarchia e l’aristocrazia.

Ognuna di queste forme di governo aveva una componente all’interno della Repubblica, la monarchia era rappresentata dall’istituzione del consolato (temperato dal fatto che i consoli erano due), l’aristocrazia era rappresentata dal Senato e la democrazia era rappresentata dai comizi popolari.

Polibio, forse un pò esageratamente, addirittura la definisce perfetta, in quanto in grado di amalgamare le parti migliori delle 3 forme di governo non degenerate dell’epoca.

Anche qui, vediamo un mix di idee differenti, ma armonizzate con intelligenza e temperate nei loro eccessi eventuali da meccanismi di bilanciamento molto semplici, ma efficaci.

Ora, vorrei concludere questa serie di articoli con una domanda a tutti i lettori, non solo ai membri più attivi di questo blog:

Chi può, anche con la massima dose di faccia tosta, ingenuità o pura e semplice ignoranza definire l’accozzaglia che è il M5S come “perfetta” o anche solo “vagamente decente”?

 

 

 

 

 

 

 

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