Default a 50 Stelle

Per prima cosa vorrei scusarmi per il mio post precedente nel quale ho completamente sottovalutato la stupidità autolesionista dei Repubblicani.

La situazione statunitense, come avrete sentito dalla cronaca, è effettivamente molto peggio di quello che vi avevo prospettato.

Lo shutdown

Per cominciare il governo federale è andato in shutdown: il primo effetto che si vede da questa parte del mondo è che oggi negli stati uniti la statua della libertà è chiusa e non c’è nessun ranger incapace a far la guardia a Yoghi e Bubu. Naturalmente la situazione ha ripercussioni ben più gravi soprattutto se andiamo a vedere l’agricoltura, uno dei settori storicamente finanziati dal governo federale, dove la chiusura dello stato si fa sentire. Sempre parlando di agricoltura vi faccio un altro esempio di conseguenza reale dello shutdown: avete presente in “una poltrona per due” (spoiler) dove le sorti dei protagonisti dipendono dalle stime del ministero della agricoltura sulla produzione delle arance? Ecco: con il governo federale chiuso il ministero dell’agricoltura potrebbe avere problemi a preparare le stime dalle quali dipenderà l’andamento del prezzo delle materie prime (qui più informazioni).

Il Default

Il problema è che visto con quanta nonchalance i repubblicani hanno tenuto duro fino allo Shutdown a molti – e da oggi anche a me – son venuti dubbi che questo branco di folli possa portare gli Stati Uniti al default per guadagnare qualche punto politico e per tenere fede al loro programma (vi ricorda qualcuno?).

Il problema è lo stesso di due anni fa: negli Stati Uniti c’è un limite artificiale imposto tramite una legge al debito che può essere contratto dallo stato: è una norma che può sembrare perfettamente sensata, ma quando il governo spende di più di quanto dovrebbe succede un casino (ovvero succede sempre un casino).

Cominciamo con il dire che questa attuale crisi non è saltata fuori all’improvviso ma è da Gennaio che l’esecutivo conosceva e illustrava al pubblico i rischi connessi al non elevare il limite del debito.

Se le cose rimangono come sono ora il 17 Ottobre gli stati uniti arriveranno al loro limite di debito e quindi saranno letteralmente sull’orlo del default: ovvero non saranno in grado di pagare i debiti contratti perché non potranno contrarre ulteriori debiti.

Per essere ancora più precisi se nulla dovesse cambiare negli ultimi di ottobre o nei primi di dicembre i bond statunitensi in scadenza varranno esattamente come quelli argentini.

Tutto questo naturalmente se non si trova un accordo: il problema è che che parliamo di una forza inarrestabile democratica che si scontra con un oggetto inamovibile repubblicano.

Il problema

Per quando possano sembrare collegati il fiscal cliff e lo shutdown sono due problemi separati. Per lo shutdown il congresso non riesce a mettersi d’accordo su quanti soldi dovranno spendere il prossimo anno e per cosa mentre sul fiscal cliff non riescono a mettersi d’accordo su quanto debba essere la soglia massima di spesa.

Il problema è che i repubblicani vogliono in tutti i modi sospendere/togliere/ritardare i fondi del cosiddetto obamacare, ovvero la riforma della sanità mentre i democratici restano inamovibili sulla loro posizione di volere un “clean deal” sull’aumento del debito: ovvero vogliono che la soglia di debito aumenti in senza rinunciare a nulla.

Soluzioni creative

Ma perchè non stampano altra moneta?
Diranno i miei piccoli lettori grillini…

e in realtà potrebbe essere una soluzione!

Tra le folli vie di uscita per evitare il default, nel caso nel congresso si continuasse a giocare a chi cede per ultimo, ci sarebbe ipoteticamente una possibilità da parte della Federal Reserve di coniare una moneta da tre trilioni di dollari con il quale far comparire dal nulla tre trilioni di dollari di signoraggio. Si ho proprio detto signoraggio, che è appunto questa cosa qui: tirare fuori soldi dal nulla. E a questo punto non vi viene qualche domanda da rivolgere a chi è contemporaneamente contro il signoraggio e a favore della Modern Monetary Theory che è alla base del concetto di una moneta in platino da un trilione di dollari?

A parte gli scherzi questa opzione, per quanto affascinante, è solo una teoria e la Federal Reserve ha infatti risposto “col cazzo”

Tempi cupi

Se vi devo dare la mia opinione la crisi americana è una crisi politica: Obama alla fine sta pagando la sua retorica populista, quella dello “Yes we can”, ottimo slogan che ho sempre apprezzato, che mi ha emozionato e che mi ha avuto dalla sua parte per entrambe le elezioni, ma che comunque rimane una retorica populista. Proprio quella retorica, in un perfetto sistema newtoniano, ha dato origine ad una reazione uguale e contraria, ovvero i Tea Party. E sono i membri dei tea party che dall’altra parte stanno mandando avanti il concetto di intransigenza verso le spese dello stato, quella dello “small government fintanto che non ci rimetto”, quella che ha già causato lo shutdown e che potrebbe causare il default.

La lezione statunitense è quindi che per quanto possa essere bello sostenere un candidato che ci fa sognare con le sue idee chiare e prive di compromessi, poi nella realtà quelle idee prive di compromessi porteranno probabilmente terrificanti conseguenze.

La politica è un gioco di continue vie di mezzo, di continui compromessi e se mi permettete di continui inciuci…

Chi fa il duro e puro danneggia anche te: digli di smettere

GDE

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