Dalle parti della Bocconi, a Milano

Dunque:

vado a pranzo c/o dei cinesi del tubo (che conosco benissimo, sono anni che “mi servo” da loro) secondo certi straccioni che, però

– fanno prezzi ottimi

– sono onestissimi (scontrini/sconti e quant’altro, son cliente).

Son le 2 o giù di lì. Accanto al mio tavolino si siede una bionda, più giovane di me – ma non tantissimo. Non male, fisicamente (ma chissene): purtroppo per lei ha un accento calabrese – lei pensa che che non me ne sia accorto, ma da buon siciliano nisseno conosco il sud Italia al nord del Sudafrica dal quale provengo.

Al momento del caffè si fan 4 chiacchiere, inizia lei (io son di una timidezza che fa impressione). Dopo i “ciao, ciao” di rito si va al sodo (NON fraintendete): si parla di studi, lavoro, e anche sentimenti.

Lei è una laureata in filosofia, che ora fa la hostess in Trenitalia. Si parla del fatto che certi titoli di studio (purtroppo) non comportino un “adeguato” posto di lavoro, e i turni, e le (secondo me) cazzate “eh, ma lo Stato…”

Blocco la conversazione, dato che – mi conoscete – non sono affatto un ggentista.

Si parla quindi di sentimenti, Milano (le spiego come è la città e la zona Navigli, dove lei ha una casa, ma secondo me ha troppe aspettative) e tanto altro.

È – ripeto – carina, e anche seduttiva. Ma non mi interessa. Luoghi comuni a gogo.

Finita la pausa, vado verso l’Hotel dove abiterò sino a dopodomani. Mi fermo in un bel bar per un caffè e un brandy. Alle mie spalle (lo scoprirò dopo, l’avevo intuito tramite il cameriere che s’era intrattenuto con lui parlando “in lingua”) un russo, accanto un cd. ‘manager’ accompagnato da una ragazza che potrebbe esser sua nipote, che maltratta tramite un iphone ultimo modello un suo sottoposto, a quanto ho capito per circa 500 € di mancato guadagno.

La ‘nipote’ appare quasi imbarazzata, anche quando lui si alza col telefono appiccicato all’orecchio e si muove avanti e indietro, alzato, e si ferma a 10 metri dal dehor, strillando.

Termino il caffè e il brandy, mi alzo, rientro in albergo per vedere la tappa del Tour.

Morale? Nessuna: è un racconto di un paio d’ore, molto semplicemente; una descrizione di varia umanità.

E prevengo: alleggerisco, dopo 12mila o non so quanti commenti al post precedente, ci voleva.

Saluti a tutti i caproni & caprette, potrò entrare in particolari nei commenti.

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EDIT: desidero ricordare – senza alcuna retorica d’accatto, e nonostante questo post cd. “d’alleggerimento” – il 25mo della strage di via D’Amelio.

tdm

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