Chi è il vero padrone del m5s?

Valentino Tavolazzi ritorna all’attacco del duo Grillo-Casaleggio, anche se dice cose che noi caproni ripetiamo da tempo.

Il consigliere comunale ferrarese in una lettera scrive: “Grillo gli ha delegato tutto. E’ lui oggi il padrone del Movimento. Caccia chi vuole, detta nuove regole, scrive post politici, dà ordini ai sindaci“.
Insomma Grillo sarebbe solo l’uomo immagine del movimento, il quale ci mette il nome e la faccia, mentre chi detta la linea politica è il guru Casaleggio.

Casaleggio e Grillo

Il ventriloquo Casaleggio e il suo pupazzo

Tavolazzi aggiunge che “Casaleggio vede la democrazia diretta come un problema per il suo strapotere ed uno ostacolo per il fine ultimo, quello che noi non conosciamo“, infatti è strano come Casaleggio, l’esperto informatico del movimento 5 stelle, in tre anni non abbia ancora fornito ai grillini un adeguata piattaforma per esercitare la democrazia diretta, nonostante le numerose lamentele su questo argomento.

13 risposte a “Chi è il vero padrone del m5s?”

  1. Antonio Inoki ha detto:

    Ho capito lo stato d’animo che ti ha portato a scrivere questo articolo. Sei sconsolato dalle reazioni all’articolo su Fatto. Centinaia di commenti arrabbiatissimi di persone che se potessero eliminare Tavolazzi anche fisicamente lo farebbero senza pensarci due volte. Che se la prendono con l’intero universo mondo di chi non gli da ragione definito con un generico ‘PD’.
    Tutto quello che non è Grillo è PD. 😀
    La cosa comica è che sono arrabbiatissimi pure col Fatto che ‘non perde occasione per dare contro a Grillo e al Mò Vi Mento’. Sono veramente fenomenali, questo è indubbio.

    • Luca Tolu ha detto:

      Tavolazzi dice cose ovvie.. Basta un pò di razionalità per arrivarci da soli. Secondo me è davvero inquietante la figura di Casaleggio, potenzialmente preoccupante in caso di salita al potere del M5S. Tutto in queesto movimento continua a raffigurare i meccanismi sociologici tipici di un gruppo settario. Spiace dirlo, ma è così… Qualunque adepto, pur di difendere Grillo e Company, arriverebbe a costruire castelli dietrologici che passano dal Mossad alla Universal Pictures, passando per Mediaset e il bagaglino..

  2. Pallacorda ha detto:

    Ricopio qua il mio commento, già censurato una volta, e viene censurato a ripetizione.

    Si parla di “uno vale uno”, coerenza e trasparenza.

    E poi ci si accoda a un leader ignorante e dispotico, consigliato da una
    sorta di manager informatico osannato da Grillo, che però in 7 anni non
    è riuscito a creare un portale di democrazia diretta che vagamente
    serva a qualcosa.

    Il programma è stato interamente scritto da loro, come anche il Non-Statuto.

    Non c’è nessun tipo di democrazia diretta, solo militanza e propaganda.
    La gente fa i banchetti, ma non sa niente di qualunque materia politica,
    nè c’è alcun candidato credibile.

    Si candidano perfino le presunte spacciatrici (chiamala presunta quella,
    le han trovato di tutto) perchè non c’è nessun filtro credibile per la
    selezione dei candidati.

    E la gente ancora lì a difendere il loro idolo. E non solo, aggiungono
    che “non importa chi ci comanda”, l’importante è raggiungere
    l’obiettivo.

    Usare il cervello da soli è troppo difficile, evidentemente.

  3. Caprone vestito da Lupo ha detto:

    La cosa che mi da più fastidio (saluti a tutti, sono un nuovo caprone) è la propaganda sulla presunta democrazia che viene dal popolo.

    Come fa a venir dal popolo una democrazia, dove il “partito” che fa suddetta dichiarazione ha un gruppo autarchico al comando, dove vi sono pochi eletti (da non si sa chi) che hanno un potere quasi assoluto.

    Se la democrazia deve venire dal popolo, come tanto propagandano, allora tutto deve esser deciso dal popolo, tutto.

    Ho paura di questo movimento, perché prende gente impreparata e la mette in situazioni difficili, e poi con diktat dall’alto impone un modus operandi.

  4. Caprone Mantovano ha detto:

    prova

  5. Caprone Mantovano ha detto:

    Tavolazzi scrive: “Grillo gli ha delegato tutto.”
    E’ da molto e precisamente da diversi anni che l’ho scritto nel blog di Beppe Grillo venendo immediatamente censurato.
    Me ne sono accorto quando è sparita la firma di Beppe Grillo che ad ogni fine post scriveva: “postato da Beppe Grillo”.
    In seguito, la frase “postato da Beppe Grillo” è sparita da tutti gli altri post precedenti e che aveva già sottoscritto.

  6. Caprone Mantovano ha detto:

    Accade con i grillini la stessa identica cosa accaduta con la discesa in campo di Silvio Berlusconi con FI.
    Un uomo ricco con un aiuto mediatico consono al periodo!
    Le
    stesse cose dette da Grillo, si potevano già sentire nei bar anni fa ma
    se uno si fosse azzardato a dirle in una piazza sarebbe stato portato
    d’urgenza in manicomio, menchemeno 350 milla persone lo avrebbero appoggiato in
    un V-Day!
    Arriva il solito riccone italiano, questa volta appoggiato
    da un aiuto mediatico consono ai tempi nostri (il Casaleggio, anche se erano i 5
    ragazzotti dietro il blog), e piano piano scatta la stessa identica cosa
    che scattò per il Berlusca.
    Piano piano i grillini digeriscono anche i banner
    pubblcitari che cozzano con quello che il capo predica (trading on line,
    società che aiuta a delocalizzare in svizzera ecc…..).
    E poi ha il coraggio di parlarmi del Duce?
    Il
    “non statuto” farebbe rabbrividire il Duce che per garantirsi lo stesso
    potere che esercita Beppe Grillo, doveva usare la forza e le armi e non 4 righe
    che sono la non regola per tutti e la sua regola!
    Casaleggio ha detto di essere cofondatore del M5S?
    Fra
    i due soci uno compare per nome, cognome e diritti sul “non statuto”
    mentre l’altro sembra essere il socio “sfigato”, quello che non ha mai
    alcun interesse, anche se nella realtà un socio che ti faccia da zerbino
    è difficile trovarlo.
    E allora mi sapreste spiegare un probabile interesse dell’altro fondatore, il Casaleggio?
    E’ il socio in perdita, quello che aveva tanto a cuore gli italiani da sacrificarsi per la loro salvezza?
    Abbiam perso 20 anni con Berlusconi … ne possiamo perdere altri 20 con i grillini e con la loro Norimberga gandiana?

  7. Budde ha detto:

    Tavolazzi è un cretino.
    Ha ragione ma è un cretino. Queste cose si sapevano già. E le sapeva anche lui quando leggeva le troiate di grillo sulla democrazia diretta (da lui) e la volontà di “distruggere i partiti”.
    Il problema della democrazia diretta internettara ha 3 controindicazioni “decisive”:
    Sintetizzando in maniera becera:
    – Mancanza di preparazione. Impossibile che ogni cittadino sia competente su tutte le materie in discussione. Almeno su questo pianeta.
    – Possibilità di inquinamento molto maggiore dei metodi tradizionali. Una scheda truccata è una e deve sfuggire a più persone. Una “insert” o “delete” da sys sul db è potenzialmente devastante. “Mi taccio” sulle possibili gare di appalto per mettere in piedi l’infrastruttura tecnica.
    – Dittatura della maggioranza. Questo fatto , da solo, basterebbe per rendere la iperdemocrazia la cazzata del momento. Nella democrazia diretta chi vince la discussione la vince “così com’è” e chi perde non può emendare.
    Nella democrazia rappresentativa , di solito, non ci sono partiti o gruppi che “vincono tutto” ma , con la discussione, si arriva a guadagnare un po’ tutti. Chi + chi -.
    Detto altrimenti …
    Se mi chiedono se preferisco X o Y clicco X e Y ( con le sue ragioni, ramificazioni, punti di possibile contatto ) viene scartato.
    In parlamento ,dopo la discussione , ci sarà la votazione che metterà a regime non X ma X-ay oppure X-by … X-zy.
    Dal punto culturale la iperdemocrazia è ancora peggio. Con la volontà di togliere finanziamenti pubblici ai partiti , all’editoria e consegnarsi mani e piedi ad una tecnologia ( che proprio per il fatto che è tecnologica è passeggera ) si arriva al puro individualismo dell’ipercittadino rinchiuso nella cameretta a cliccare contenuti che non è neanche in grado di capire. In pratica si ha un rovesciamento in cui la democrazia viene modificata per venire incontro alla tecnologia invece che utilizzare consapevolmente la stessa per migliorare la vita civile. La cosa buffa è che le dorsali fisiche e i social network sono stati possibili grazie alla più grande divisione del lavoro e specializzazione che la storia ricordi.
    Provate ad andare al mercato o in una curva e chiedete che differenza c’è tra un ministro e un parlamentare. L’unico modo per “distruggere i partiti” è utilizzare il pensiero unico.

    • Antonio Inoki ha detto:

      Sono d’accordo, in particolare quando sottolinei l’individualismo esasperato che sta dietro a questo modo di concepire la politica e più in generale l’impegno collettivo e pubblico.
      Purtroppo il livello culturale di molti aderenti lo si evince chiaramente dal tenore dei messaggi che scrivono. Innanzitutto sono carenti di cultura democratica, del confronto, della tolleranza e ciò spiega come mai il bacino dei 5stelle peschi molto nei delusi leghisti o berlusconiani. Quanto c’è di violento, antidemocratico, razzista, intollerante, omofobo, xenofobo in quello che scrivono è preoccupante.
      Credo poi che la carenza riguardi anche la cultura in generale e la capacità di comprendere o no di essere degli strumenti inconsapevoli nelle mani di chi invece i meccanismi di controllo li utilizza sapientemente.
      Come dici tu la politica è per definizione una mediazione tra gruppi sociali e categorie con interessi diversi, ognuno con diritti ma anche doveri da rispettare. L’idea che la politica sia di per sè una cosa negativa è solo la conseguenza della pessima classe politica che ci ha governato soprattutto negli ultimi anni. Diversamente da molti altri penso però che la classe politica non sia peggiore degli italiani ma li rappresenti perfettamente.
      Come abbiamo verificato con il berlusconismo le masse, allora manovrate con la televisione e adesso con mezzi diversi, arrivano a dire e fare di tutto per sostenere gli interessi del leader e difenderlo. Anche se questo comporta rinnegare tutto quello che si è detto fino al giorno prima, cambiare totalmente opinione, difendere l’indifendibile, negare l’evidenza.
      Non c’è niente da fare: un buon 30% di italiani almeno, probabilmente di più, sono sempre lì a disposizione, pronti a gettarsi nelle braccia del primo demagogo o populista di turno.