Autarchia!

Come sappiamo, la Storia tende ad essere ciclica, perchè le persone tendono a commettere sempre gli stessi errori. Se studiassero la Storia potrebbero evitarli ma si sa, di gente che studia ce n’è poca.

E allora diciamo tutti “bentornata” a… l’autarchia!

Ebbene sì, questa volta Grillo ci propone, rivisitato in chiave moderna, il solito sistema dell’autarchia per mantenersi. Ovviamente non si può chiamare “autarchia”, esplicitamente, il sistema.
Pertanto, da bravi esperti di marketing, i ghost-writer dello staff di Grillo lo chiamano “sostenibilità alimentare“, cioè l’autarchia alimentare. L’Italia deve potersi mantenere il più possibile da sola.

L’argomentazione utilizzata è intrisa di preconcetti e ideologie: si inizia parlando dell’ “economia di carta” dei titoli di Stato, e si dice che “non si mangiano”. Cioè che si mangia invece è, ovviamente, il cibo. E quindi l’Italia deve investire in cibo. Per produrlo serve l’argicoltura, e quindi va ricercata la “sostenibilità alimentare” dell’Italia potenziando l’agricoltura.

Giusto? No, sbagliato. Purtroppo per Grillo questa argomentazione non ha nessun senso.
Ciò non significa che l’agricoltura non vada rimodernata e adeguatamente incentivata, ma significa che tutto il modello teorico espresso è delirante.

Innanzitutto si inizia criticando l’esistenza e l’importanza dei titoli di Stato. Grillo (o chi per lui, visto che fino all’altroieri sfasciava i computer) non si rende conto che i titoli di Stato sono assolutamente vitali per il funzionamento dello Stato stesso, e per la distribuzione di ricchezza ai cittadini, nonchè per il controllo della massa monetaria in circolazione.
Tutti concetti assolutamente fuori dalla portata del comico, evidentemente.

Inoltre si cerca di far credere che l’Italia possa dare da mangiare a 60 milioni di persone utilizzando solo il suo territorio. Questo però è abbastanza difficile, anche se non possiedo dati per dirlo con certezza.
Ragionando a spanne, è comunque immaginabile che 60 milioni di persone mangino molto, e un territorio prevalentemente collinare e montuoso non ha le possibilità fisiche di produrre tutto il cibo necessario al sostentamento di così tante persone.
Considerando oltretutto che parte del territorio è urbanizzato, occupato da industrie, etc.

Inoltre servono grandi investimenti e molta manodopera per rendere l’Italia un paese così fortemente agricolo. E il resto delle attività? E l’innovazione in altri campi? Non pervenute.
Tra l’altro non piacerà sapere a Grillo che, per aumentare di così tanto la produzione agricola in Italia, è assolutamente necessario introdurre un gran numero di OGM nelle coltivazioni, a meno che non pensi che sia possibile massimizzare l’output dei campi con “il biodinamico” e i rituali alla dea Cerere.

Il tutto ricalca discorsi deliranti che si possono trovare in giro per internet, specialmente in ambienti di destra.

Ma perchè questo post?
E’ presto detto: per sviare l’attenzione dalle dichiarazioni di Mario Draghi, che hanno fatto abbassare lo spread di 50 punti in pochi minuti.
Chiaramente le dichiarazioni di Draghi danno fastidio a chi è anti-Euro, e ha quindi paura che l’Euro sopravviva.
Chiaramente l’abbassarsi dello spread dà fastidio a chi raccoglie voti tramite il malcontento e la sfiducia nelle istituzioni.

E così si tira fuori dal cilindro l’autarchia, di modo che il “popolo bue” (tanto per rimanere in tema agricolo) non si faccia influenzare… dalla realtà.

10 risposte a “Autarchia!”

  1. Parassite99 ha detto:

    L’autarchia e’ da sempre un cavallo di battaglia dei regimi dittatoriali. E’ ovviamente antistorico e implausibile questo modello, anche perche’ porterebbe alla rinuncia del caffe’, delle banane e di mille altri prodotti importati dall’estero e che sinceramente io non ho voglia di rinunciare perche’ lo dice Grillo. E’ vero pero’ che si potrebbe investire di piu’ e meglio, senza magari disboscare mezzi appennini magari … Anche in Brasile si investe tanto in agricoltura, ai danni della foresta Amazzonica pero’…

  2. Antonio Inoki ha detto:

    Il tema però, al di là delle critiche che si possono fare alle argomentazioni di Grillo, c’è tutto questa volta.
    Chiarisco le mie posizioni.
    Innanzitutto l’Italia ha delle potenzialità agricole, e ancor di più ne aveva in passato, che non sono mai state adeguatamente valorizzate. E’ noto che la tendenza dei nostri rappresentanti in Europa è sempre stata quella di privilegiare gli interessi del settore industriale a scapito di quello agricolo.
    Questo ha portato, in campo agroalimentare, ad una posizione dominante degli interessi dei paesi centro europei a danno di paesi come il nostro, con le conseguenze che conosciamo.
    Sicuramente l’Italia non può essere autosufficiente, ma il settore agricolo non deve più essere considerato come la cenerentola dei settori produttivi. Nonostante tutto e nonostante la crisi il pil agricolo è in modesta crescita, quindi, anche dal lato puramente economico, deve essere portato al centro degli interessi nazionali.
    Per l’aumento della produzione agricola è assolutamente necessario un giusto utilizzo della chimica, ma il discorso degli ogm è completamente separato. Gli ogm quasi mai hanno come scopo principale l’aumento della produttività, ma altri tipi di obbiettivi.
    Collegato strettamente a questo discorso è quello dell’inversione della preoccupante tendenza al consumo di suolo che caratterizza il nostro paese. Non è solo un argomento ambientalista ed ecologista: anche i settori più moderni della confindustria, che si ricollegano in particolare ai giovani industriali, lo considerano fondamentale. Proprio perchè la valorizzazione agroalimentare del nostro paese è essenziale per un rilancio globale della nostra economia.

    Questa volta non boccio totalmente il post di Grillo: magari serve a sollevare un pò il problema e portarlo più al centro della discussione.

    • ConteZero76 ha detto:

      L’Italia è passata dall’agricoltura di sussistenza (il carciofo del campo) all’agricoltura d’eccellenza (il chianti che si vende in mezzo mondo), non ha senso per gli italiani, per l’Italia e per il resto del mondo che si torni indietro.
      Con quello che si riesce a fare con un quarto di bue emiliano ci si comprano due buoi polacchi… e se è vero che il sapore non è esattamente lo stesso è anche vero che neanche il prezzo è lo stesso.

      C’è un modello sui costi comparati (o qualcosa di simile) che spiega che non ha senso ricercare ad ogni costo di fare tutto da sé, specie se per farlo si finisce per limitarsi in altri ambiti.

      Quanto al biodiesel… sta agli agricoltori decidere se conviene coltivare soia per il biodiesel o creso per il pane… quando la domanda per il pane inizierà a salire le coltivazioni inizieranno ad essere riconvertite.

      • Antonio Inoki ha detto:

        Naturalmente l’autonomia agricola è assolutamente impensabile, l’ho premesso, ma la valorizzazione dell’agroalimentare è assolutamente necessaria, anche perchè sono appunto un sacco di soldi.

  3. ConteZero76 ha detto:

    Urge sapere se anche Byoblu in quei minuti non ha trovato la necessità di pubblicare qualcosa d’assolutamente “viral”…