Adesso invece sì

Vi ricordate quando ho scritto che non era ancora il momento di lasciar perdere la divulgazione e la diffusione del Buonsenso?
Ecco, adesso invece sì.
Adesso è arrivato il momento di impiantare lì come delle talee non solo la feccia grillonza e quelli che sono cascati nella loro propaganda con tutte le scarpe e fino alle ginocchia (esempio pratico: quei baggiani che cianciavano sul nostro essere in dittatura), ma anche tutti quelli che credono a qualcosa perché desiderano che quel qualcosa sia vero, quelli che sperano, al di là di ogni ragionevolezza e di ogni logica, che i miracoli accadano (esempio pratico: quella persona (incazzata nera perché la possibilità di andare in pensione in un tempo ragionevole le era stata ‘scippata’ e che ce l’aveva a morte con Renzi, e a cui ho detto che Renzi con lo ‘scippo’ non c’entrava affatto) che mi ha risposto “Eh, ma magari quelli che vanno su adesso le rimettono, le pensioni”…), e anche tutti quelli che non si erano accorti che l’irruzione di grillo sullo scenario politico ci aveva costretti alla realpolitik, cioè a non scegliere, votando, nel merito (e quindi a scegliere quello che ritenevamo meglio) ma ad essere costretti a scegliere in modo da evitare di dargli spazio, e che quindi non avevano capito che sulla scheda referendaria in realtà c’era scritto “Lo vuoi sostenere sì o no questo governo?”, e che quindi era necessario valutare l’alternativa a cui ci si esponeva non sostenendolo.
Adesso è arrivato il momento di dire a tutte queste persone e ai rappresentanti che si sono scelte: “Arrangiatevi”, è arrivato il momento di pensare a noi stessi, di smettere di cercare di mostrare come stiano le cose a chi non le vuole vedere, ché non è possibile competere con chi offre soluzioni su gran piatti d’argento, perché chi ascolta i fuffari continuerà ad ascoltarli a dispetto di ogni evidenza: non convinci a cambiare idea qualcuno che crede a qualcosa perché desidera che quel qualcosa sia vero.
E non pensiamo che la colpa sia di internet per aver dato voce alla parte più becera e deteriore delle persone, o anche solo alla più ingenua ed illusa, ché qualunque sia il mezzo a disposizione in un momento storico, quel mezzo verrà fatalmente usato anche e soprattutto dai fuffari: se non è internet è la televisione, se non è la televisione sono i libri stampati, se non sono i libri stampati è la predicazione orale.
Ultimamente mi sto rileggendo i libri dell’ottimo Michel Pastoureau, e nel suo ‘Nero.Storia di un colore’ ci ho trovato un brano che mi ha fatto una volta di più pensare che non solo tutto il mondo, ma anche tutto il tempo sia paese:
“La riforma protestante, diffondendo una concezione pessimista dell’esistenza umana, favorisce le credenze popolari nelle forze soprannaturali e la convinzione che si possa allearsi con esse per approfittare di più della vita […] A partire dal 1550 circa, il libro a stampa fa il resto diffondendo su larga scala molte raccolte di ricette e trattati di demonologia. Sono tutti dei grandi successi editoriali. A volte gli autori sono spiriti illuminati. Così, Jean Bodin (1529 – 1596), filosofo e giureconsulto, autore di opere di diritto, di economia, di scienza politica già molto moderne, pubblica nel 1580 un libro intitolato De la démonomanie des sorciers, nel quale sostiene l’esistenza di forze malefiche, afferma di credere ai patti con i demoni e descrive con minuzia maghi e streghe […] raccomandando la tortura e il rogo al fine di sradicare simili flagelli.”
Hai capito il moderno giureconsulto?

E comunque, adesso hanno vinto quelli del No, e vuol dire che ci meritiamo il governo che verrà fuori, come ci siamo meritati gli altri, e non serve a niente cercare di limitare il diritto di voto di quelli che, per un motivo o per l’altro, non la pensano come noi, ché come dico sempre la democrazia va sopportata con rassegnazione, visto che l’alternativa è sempre di gran lunga peggiore.
Ma è giusto che noi, che mai avremmo voluto questi ignobili cialtroni al governo, ci troviamo accomunati, nella triste sorte che ci aspetta, ai colpevoli di averli votati?
No che non è giusto, ma ‘life is’t fair’, e in ogni caso già da qualche settimana mi stavo preparando al peggio e cercando di diventare più forte ed agguerrita per affrontare le difficoltà che verranno, e in ogni caso non dimentichiamo le parole di una persona che ritengo assai stimabile a proposito della Brexit, anche se disgraziatamente ‘sta cosa che è appena successa avrà per noi conseguenze assai più pesanti della Brexit (che anzi, se ancora riuscissimo a giocarcela bene potrebbe pure essere una buona occasione per l’Italia).

E non dimentichiamo i sia pur piccoli vantaggi che questa situazione porta con sé: intanto, posso finalmente mettermi l’animo in pace per non aver fatto praticamente niente per evitare il disastroso esito delle elezioni politiche del febbraio 2013, ché quella volta, stupidamente fiduciosa nel fatto che anche le altre persone avessero riconosciuto in grillo un ignobile fregnacciaro (così come l’avevo riconosciuto io fin dal lontano 1993) non avevo fatto niente per contrastarne l’avanzata e non ho fatto che rimproverarmi per questo, fino a ieri notte.
Dopo ieri notte ho capito che anche nel 2013 non avrei potuto fare un accidente di niente: come le convinci le persone a scegliere la strada difficile, quella che non dà illusioni o speranze nei miracoli, ma che prevede duro lavoro e sacrifici per tutti, quando dall’altra parte c’è chi presenta le soluzioni facili e fa leva proprio sulla speranza nei miracoli?
Ecco, il potermi mettere l’animo in pace è una gioia non piccola, e sto apprezzando appieno la serenità che porta con sé.
Eppoi, altra piccola soddisfazione: poter rimbeccare quelli che non fanno che lagnarsi di questo e di quello incolpandone il governo.
Dalle mie parti c’è un modo di dire che parla di deiezioni e di posizioni elevate, e degli inconvenienti e dei guai che nascono dall’abbinamento delle due cose (“Quando la mer*a monta in scagno, oltre che spussa la fa anca danno”): bene, l’esito di questo referendum ha posizionato saldamente la mer*a sullo scagno, e se qualcuno di quelli che hanno votato No oserà lagnarsi del danno che questa cosa sta facendo, potrò rispondere senza esitazioni “Hai votato No? E allora, ‘chi è causa del suo mal pianga se stesso’, e non venire a lagnarti con me, che devo sopportare le conseguenze della tua dabbenaggine senza averne colpa alcuna”.

In ogni caso, adesso cosa facciamo?
In realtà, quelli come noi non si arrendono mai, però direi che per quanto mi riguarda è arrivato il momento di lasciar perdere la divulgazione rivolta alle persone a cui ‘si fa prima a metterlo in chiulo che a metterlo in testa’, e di tornare al mio buon vecchio sistema, a fare quello che so fare meglio, insomma a fare didattica.
I miei studenti, quando hanno completato il mio corso di lezioni, sono non solo in grado di distinguere un’aldeide da un paio di nacchere, ma ormai sanno che la chimica non è brutta, sporca e cattiva, ma è un mezzo per migliorare le nostre condizioni di vita che la scienza ci mette a disposizione (e glie lo dimostro con esempi che vanno dall’asfalto al nylon, passando per i coloranti di sintesi).
Ai miei studenti non offro soluzioni o risposte, ma cerco di trasmettere il piacere per l’apprendimento della conoscenza e la curiosità per il mondo che ci circonda, e mostro loro come guardarsi attorno con spirito critico: per esempio, non solo insegno loro il geniale principio che sta alla base del funzionamento dei saponi, non solo spiego cosa significa la dicitura “Contiene tensioattivi cationici, anionici e non ionici”, ma dico loro anche perché si sono messi a punto i detergenti di sintesi; non solo insegno loro che la conservazione dei caratteri di ciascun essere vivente è affidata ad una banalissima interazione elettrostatica, ma dico loro anche perché è assurdo aver paura degli OGM.
E così anno dopo anno spargo un seme fertile che continuerà a dare i suoi frutti anche dopo che avrò smesso d’insegnare; e comunque, se neppure quello dovesse funzionare, alla più suina potremo sempre metterci a fare pubblicità ai viaggi su Venere

Una risposta a “Adesso invece sì”

  1. […] l‘accorato appello di Pallacorda per una nuova riforma […]